ROMA (MF-DJ)--La riforma delle pensioni e quella del reddito di cittadinanza, tutte le regole del lavoro da semplificare, e ancora un nuovo sistema di politiche attive da mettere in piedi, la questione della sicurezza e delle troppe morti bianche, il lavoro autonomo e la questione salariale. In un'intervista alla Stampa la ministra del Lavoro, Marina Elvira Calderone, detta l'agenda delle scadenze del suo dicastero, che nel corso del 2023 sarà chiamato ad un superlavoro, con due tavoli già convocati per il 12 (sicurezza lavoro) ed il 19 gennaio (previdenza), e dopo lo scontro sulla legge di bilancio manda un messaggio distensivo a Cgil e Uil che hanno scioperato: "Avanti col dialogo, il confronto aperto e sincero porterà a risultati importanti".

Quanto alla legge di bilancio, "abbiamo fatto il possibile nella consapevolezza che tanto ancora c'è da fare, ma due terzi dell'impegno è stato destinato al ristoro degli aumenti energetici. Ora siamo già al lavoro per dare risposte", sottolinea.

Va affrontata anche la questione salariale: "certamente il tema del potere d'acquisto dei salari e degli stipendi è di importanza centrale. Per favorire la dinamica salariale è certamente necessario intervenire sulla riduzione del cuneo fiscale e contributivo. Tra gli impegni di legislatura vi è la riduzione del 5% del cuneo e su questo lavoreremo", assicura la ministra.

Quanto alla riforma delle pensioni, la ministra precisa che "cominceremo a discuterne il 19 gennaio con il primo incontro con le parti sociali. È necessario rendere più organica tutta la disciplina per dare certezze ai lavoratori che hanno il diritto di sapere in modo chiaro quali sono i requisiti per andare in pensione e a quali condizioni, eventualmente, possono anticipare il pensionamento. Oltre al primo pilastro pensionistico, è necessario intervenire per rendere più agevole il coordinamento con il secondo pilastro, con la previdenza complementare, su cui è importante investire anche in termini di semplificazione normativa e procedurale".

In merito alla modifica del Reddito di cittadinanza "sì è creata troppa polemica, che spesso però fa perdere di vista la realtà normativa. Nessuno dice ad esempio che si amplia la platea dei beneficiari di interventi di sostegno, per esempio con l'estensione ai nuclei con persone over 60 e alle famiglie con figli minorenni, oltre agli altri soggetti già tutelati. Nulla cambia, nella sostanza, rispetto all'offerta "congrua". Al di là della soppressione dell'aggettivo, rimane il rimando alle condizioni di legge. Tengo quindi a ribadire due principi. Il primo è che chi si trova in una situazione di difficoltà continuerà ad essere tutelato e il secondo è che la povertà si contrasta con il lavoro non con i sussidi a vita".

"Reddito di cittadinanza e politiche attive hanno due obiettivi diversi ma complementari. Distinguiamo quindi gli strumenti per contrastare la povertà, difficoltà sociali o familiari da quelli per accompagnare al lavoro. Per i primi, puntiamo a un reddito di inclusione, magari rafforzato ed esteso rispetto al passato. Per i secondi, la strada passa attraverso la realizzazione di un sistema che preveda nuovi strumenti di incrocio tra domanda e offerta di lavoro, con il coinvolgimento di tutti gli attori pubblici e privati del mercato del lavoro. In aggiunta a ciò, dovranno essere ridisegnati i percorsi di formazione e riqualificazione affinché risultino realmente in linea con gli skills professionali oggi necessari alle aziende", precisa.

Contrattualistica, decreto trasparenza e in generale norme sul lavoro: altro cantiere da aprire, "non c'è dubbio. Sono cambiati tempi, condizioni economiche e sociali: le norme che regolano i contratti vanno riviste per renderle più aderenti al nuovo contesto nato dopo la Pandemia. A esempio, l'esperienza vissuta in questi anni ha fatto nascere la necessità di rivedere l'assetto dello smart working. Nel caso del decreto Trasparenza, siamo invece dinanzi ad un esempio di aggravio degli adempimenti burocratici e documentali a carico delle aziende, senza che ciò porti ad un effettivo aumento delle tutele per i lavoratori. Per questo motivo, credo sia importante ribadire la centralità della contrattazione collettiva", continua Calderone.

Sul salario minimo "abbiamo due anni di tempo per il recepimento della Direttiva europea. In Italia la contrattazione collettiva di qualità ha dato nel tempo risposte adeguate. Questa può essere la strada da percorrere, riflettendo su come estenderne l'applicazione e valutando la possibilità di verificare che i contratti collettivi delle associazioni maggiormente rappresentative diventino oggettivamente di riferimento per le diverse categorie rispetto al salario".

Per affrontare tutte queste partite il rapporto con le parti sociali sarà fondamentale: "Intendo portare avanti il dialogo con le parti sociali avviato a pochi giorni dall'insediamento con incontri su singoli focus per poter essere il più possibile pratici nelle soluzioni. Insieme andranno avanti i tavoli tecnici su lavoro autonomo e caporalato, oltre che su sicurezza e pensioni. Per quanto mi riguarda, un confronto aperto e sincero sui singoli temi non potrà che portare dei frutti importanti e tradursi in azioni efficaci", conclude la ministra.

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