Il golpe pone fine a quasi sei decenni di potere della dinastia della famiglia Bongo e crea un nuovo problema per le potenze regionali che hanno faticato a trovare una risposta efficace agli otto colpi di Stato nell'area dal 2020.

Il blocco politico dell'Africa centrale, la Comunità economica degli Stati dell'Africa centrale (Eccas), ha condannato il colpo di Stato in una dichiarazione, affermando di avere in programma una riunione "imminente" dei capi di Stato per determinare come rispondere, senza fornire una data specifica per tale riunione. 

Il presidente nigeriano Bola Tinubu, attuale presidente dell'Ecowas, la comunità economica degli Stati dell'Africa occidentale, ha detto ieri di stare lavorando a stretto contatto con altri leader africani per contenere quello che ha definito un "contagio di autocrazia" che si sta diffondendo in Africa.

Gli alti ufficiali del Gabon hanno annunciato il loro colpo di Stato prima dell'alba di ieri, poco dopo che un organismo elettorale aveva annunciato che Bongo si era aggiudicato comodamente un terzo mandato dopo il voto di sabato scorso.

Nel corso della giornata di ieri, è emerso un video di Bongo detenuto nella sua residenza, che chiedeva aiuto agli alleati internazionali ma apparentemente ignaro di ciò che stava accadendo intorno a lui. Gli ufficiali hanno anche annunciato che il generale Brice Oligui Nguema, ex capo della guardia presidenziale, è stato scelto come capo di Stato.

Gli eventi di ieri fanno seguito ai colpi di Stato avvenuti negli ultimi quattro anni in Mali, Guinea, Burkina Faso, Ciad e Niger, cancellando i percorsi di democratizzazione avviati nell'area a partire dagli anni '90 e sollevando i timori delle potenze straniere con interessi strategici regionali. I golpe hanno anche mostrato la limitata capacità di influenza delle potenze africane una volta che i militari prendono il potere.

L'Ecowas ha minacciato l'intervento militare in Niger dopo il colpo di Stato del 26 luglio e ha imposto sanzioni, ma la giunta non ha fatto marcia indietro. Anche altrove i leader militari hanno resistito alle pressioni internazionali, come in Mali. Sono riusciti a mantenere il potere e alcuni hanno persino ottenuto il sostegno popolare.

Centinaia di persone sono scese in piazza nella capitale gabonese Libreville per celebrare il colpo di Stato.

La popolarità di Bongo si era assottigliata a causa delle accuse di corruzione, di elezioni farsa e dell'incapacità di spendere di più le ricchezze petrolifere e minerarie del Paese per combattere la povertà. Bongo era subentrato alla guida del Gabon nel 2009 alla morte del padre Omar, al governo dal 1967.

L'Unione Africana, la Francia - ex potenza coloniale - , gli Stati Uniti, il Canada e la Gran Bretagna hanno espresso preoccupazione per il colpo di Stato. Ma non hanno lanciato appelli diretti alla reintegrazione di Bongo.

L'Alto rappresentante degli Affari Ester dell'Unione europea, Josep Borrell, ha detto oggi che le elezioni in Gabon sono state piene di irregolarità. Ha detto che non c'è alcun piano per evacuare i cittadini dell'Ue.

La mancanza di osservatori internazionali, la sospensione di alcune trasmissioni estere e la decisione delle autorità di tagliare i servizi internet e imporre un coprifuoco notturno dopo lo scrutinio hanno sollevato preoccupazioni sulla trasparenza del voto.

(Tradotto da Luca Fratangelo, editing Claudia Cristoferi)