ROMA (MF-DJ)--Spostare la Consob e l'Antitrust a Milano. Il piano, scrive MF-Milano Finanza, continua a essere un pallino della Lega. Pertanto il Carroccio ripropone l'idea di trasferire nel capoluogo lombardo le sedi della commissione di vigilanza su borsa e del garante per la concorrenza e i consumatori. Il proposito è contenuto in una progetto di legge a prima firma Silvana Commaroli che la deputata di Soncino (Cremona) aveva presentato già nella scorsa legislatura, ricevendo allora il sostegno, tra gli altri, del capogruppo a Montecitorio, Riccardo Molinari, e del vicesegretario della Lega, Andrea Crippa.

L'eventuale trasferimento di Consob e Antitrust incrocia la partita del giro di poltrone ai vertici della Pa. Pur non rientrando formalmente nelle caselle dello spoils system, sono due le nomine che toccano le autorità. A febbraio scadrà il mandato del commissario Consob Giuseppe Maria Berruti, già consigliere del Csm, entrato in carica nel 2016 e nominato dal governo di Matteo Renzi. A marzo termineranno poi i sette anni da componente del collegio Antitrust del costituzionalista Michele Ainis.

Il progetto delle autorità a Milano non ha mai abbandonato i leghisti. Tornando indietro con la memoria già a metà degli anni Novanta, Umberto Bossi aveva tentato di portare a termine il trasloco.

Sull'idea si era anche tenuta una indagine conoscitiva nel 2010. In piena polemica politica sul disegno di legge per l'autonomia differenziata presentato dal ministro per gli Affari regionali, Roberto Calderoli, il Carroccio torna quindi alla carica con una proposta su misura.

Per Commaroli la vicinanza, anche fisica, tra le authority e le attività economiche e finanziarie sulle quali vigilano (e che hanno in Milano il loro centro) potrebbe rendere più veloce acquisire informazioni e dare risposte alle esigenze degli operatori. C'è poi una tema di risparmio. La sede Consob del capoluogo lombardo, oggi secondaria, diventarebbe l'unica. Nelle intenzioni l'intero processo dovrebbe svolgersi nell'arco di un anno. Tant' è che la norma assegna al governo il compito di rimuovere eventuali ostacoli al progetto.

Nuovi argomenti di critica per quanti già contestano le proposte di autonomia del Carroccio perché conterrebbero norme "svuota-Roma". Il ddl del ministro degli Affari Regionali, ad esempio, riesuma gli accordi di autonomia già trovati da Lombardia e Veneto con il governo, che prevedono, ed è il caso del secondo, il ridimensionamento delle amministrazioni centrali, cioè romane, per le funzioni trasferite alle regioni. A destare preoccupazione nella proposta è in particolare il passaggio che prevede il ricorso alla spesa storica per gestire ciascuna materia oggetto di autonomia, frattanto che saranno definiti per tutto il territorio nazionali i livelli essenziali di prestazione su cui regolare il flusso di risorse finanziarie verso le amministrazioni.

Anche dentro il centro-destra, quindi, si prova a frenare rispetto alla tabella di marcia che il Carroccio vorrebbe seguire. Tra le ipotesi c'è quella di legare l'autonomia a maggiori poteri per Roma Capitale. In Parlamento sono già state depositate tre proposte in merito. Una del Partito democratico e due targate Forza Italia, depositate sia alla Camera sia al Senato. Una a firma del deputato Paolo Barelli, l'altra del vicepresidente di Palazzo Madama, Maurizio Gasparri.

La Città di Roma, sancisce la proposta di riforma costituzionale, "ha i poteri dei Comuni, delle Città metropolitane e delle Regioni a statuto ordinario". In base alla norma la Capitale godrà di autonomia finanziaria e potrà "conferire con legge le proprie funzioni amministrative ai municipi".

Secondo Gasparri "con una consistente maggioranza parlamentare del centrodestra in entrambi i rami del Parlamento sarà possibile raggiungere rapidamente, magari entro il 2023 e prima del prossimo Giubileo, questa riforma fondamentale".

red

fine

MF-DJ NEWS

0608:58 gen 2023


(END) Dow Jones Newswires

January 06, 2023 02:59 ET (07:59 GMT)