MILANO (MF-DJ)--È convinzione diffusa che il Piano di Ripresa e Resilienza (Pnrr) rappresenti un'opportunità senza eguali per il Paese, per crescere e diventare più credibile a livello internazionale. Eppure, resta radicata la preoccupazione che l'Italia non sia pronta a ricevere questi finanziamenti, non del tutto infondata dato che il nostro Paese è ultimo nell'Unione per capacità di impegno delle risorse e tra gli ultimi sei per capacità di spesa.

L'eventuale mancata o errata allocazione dei 191 miliardi che spettano all'Italia sarebbe ancor di più un problema, in questa occasione, dato che i fondi del Recovery Plan sono performance based ossia vengono assegnati una volta rispettati gli impegni assunti. Intanto, l'Italia nel 2021 è riuscita a conseguire tutti i 51 traguardi e obiettivi previsti dal Piano, di cui 27 connessi all'attuazione di riforme e 24 a investimenti. Così il nostro Paese ha potuto inviare alla Commissione europea la richiesta per il pagamento della prima rata dei fondi, che potrà avvenire soltanto dopo la valutazione dei milestone e dei target italiani da parte dello stesso organo esecutivo comunitario.

Tale prima tranche avrebbe un valore complessivo di 24,1 miliardi di euro, di cui 11,5 miliardi di contributi a fondo perduto e 12,6 miliardi di prestiti, da questa cifra va detratta, in proporzione, la quota netta di prefinanziamento (13%) già ricevuta dall'Italia pari a 21 miliardi di euro. Roma ha poi siglato con Bruxelles gli Operation Arrangements relativi al 2022, con cui si impegna a portare a termine 47 tra riforme e investimenti nella prima metà dell'anno e 55 a partire da giugno, potendo sbloccare potenzialmente circa 40 miliardi di euro complessivi. La prossima fase di lavoro sarà caratterizzata da due ulteriori controlli preventivi per contrastare alcune tra le più annose questioni italiane, in quanto possibili ostacoli alla messa a terra del Piano: lo storico gap tra Nord e Sud e le infiltrazioni criminali nei progetti territoriali. Da un lato, si aggiungerà un sistema di monitoraggio del rispetto della clausola Quota Sud del Pnrr che prevede che il 40% delle risorse totali sia destinato alle regioni del Mezzogiorno, per non far perdere al Meridione neppure un euro dei fondi a cui ha diritto. Dall'altro lato, da qualche giorno la Corte dei conti ha iniziato ad accertare ex-ante eventuali gravi irregolarità gestionali o ritardi nell'erogazione di contributi nei più importanti programmi e progetti del Pnrr.

Ma come enti locali, imprese e i singoli individui potranno cogliere pragmaticamente le opportunità offerte dal Piano? Tutti i bandi già chiusi, aperti al momento e attualmente in programma, sono disponibili sul portale digitale dedicato al Pnrr, Domani Italia, suddivisi per destinatario, per area geografica coinvolta e per ministero competente, in relazione alla Missione del Recovery Plan a cui fa riferimento.

fch

(END) Dow Jones Newswires

January 10, 2022 02:02 ET (07:02 GMT)