Monitorare l’utilizzo di criptovalute aiuta anche a valutare se queste stanno mantenendo le loro promesse, come ad esempio quella di fornire un potere economico alle persone con accesso limitato al sistema finanziario tradizionale e alimentare un nuovo tipo di Internet dove gli utenti possiedono i loro dati.

Le società di analisi tracciano regolarmente diversi aspetti dell'adozione, dell'uso e della consapevolezza delle criptovalute, un'altra metrica importante che aiuta a stimare l'adozione futura.

Ecco alcuni recenti approfondimenti che possono darci un'idea dello stato delle criptovalute.

Misurare l'adozione della criptovaluta è difficile

La natura pseudonima della blockchain e l'assenza di un'autorità centrale rendono la raccolta dei dati laboriosa e inesatta. Tuttavia, alcune aziende si avventurano in questo territorio, sviluppando metodologie per stimare il numero di proprietari di criptovalute analizzando varie fonti di dati.

Triple-A è una di queste aziende, e ha recentemente pubblicato un report che misura il possesso globale di criptovalute. Ha stimato che oltre 420 milioni di persone possiedono criptovalute, ovvero il 31% in più rispetto alle stime dello scorso anno.

Questo numero si ottiene utilizzando:

  • punteggio ponderato per Paese di Chainalysis (basato sul valore ricevuto on-chain),
  • rapporto sulla proprietà globale di criptovalute dell'Università di Cambridge,
  • ricerche specifiche e campionamento di dati per Cina e India, a causa delle loro dimensioni,
  • 16 studi e indagini di diverse entità (aziende di ricerca, banche, exchange, ecc.).

Uno studio analogo è stato pubblicato a gennaio da crypto.com e contava 425 milioni di utenti nel 2022, il che dimostra che potremmo trovarci dinanzi a numeri più o meno realistici.

Ciò significherebbe che oltre il 5% della popolazione globale possiede criptovalute.

Uso della criptovaluta

Come mostra Glassnode, il numero di indirizzi Bitcoin attivi è ora di circa 990 mila, e il numero di transazioni giornaliere varia da 350 mila a 680 mila.

Tuttavia, è praticamente impossibile misurare tutte le attività legate a Bitcoin, perché gran parte di esse avviene sul Lightning Network, una soluzione di scalabilità progettata per elaborare piccole transazioni off-chain, in modo rapido ed economico.

L'uso di web3 può essere invece meglio documentato. L'industria delle DApp (applicazioni decentralizzate) ha raggiunto una media di quasi 2 milioni di portafogli attivi unici nel mese di maggio, come riportato da DappRadar.

Questa attività riguarda principalmente i settori del crypto gaming e della DeFi (finanza decentralizzata), che rappresentano rispettivamente il 36% e il 31%. Le DApp sociali sono al terzo posto con il 12% delle attività, mentre gli NFT generano solo l'8%.

Consapevolezza delle criptovalute

Per un bel po' di tempo, le questioni relative alle criptovalute hanno fatto notizia, benché spesso in modo negativo. Tuttavia, questa esposizione ha contribuito alla crescente consapevolezza globale delle criptovalute, nonché alle sfide monetarie in alcuni Paesi.

Un recente studio di Consensys e Yougov ha rilevato che una grande maggioranza (92%) di persone ha dichiarato di conoscere le criptovalute. Di questi, almeno la metà ha affermato di capire di cosa si tratta.

Yougov ha intervistato 15.158 persone di età compresa tra i 18 e i 65 anni in 15 Paesi (Argentina, Brasile, Francia, Germania, India, Indonesia, Giappone, Messico, Nigeria, Sud Africa, Corea del Sud, Filippine, Regno Unito, Stati Uniti e Vietnam). Non sorprende che i Paesi con le peggiori condizioni monetarie abbiano mostrato i più alti livelli di conoscenza: in Nigeria, quasi l'80% degli intervistati ha affermato di comprendere la natura delle criptovalute, mentre nei Paesi europei solo il 40% delle persone ha potuto affermare lo stesso.

Quando si tratta di web3, tuttavia, la consapevolezza è ancora limitata. Solo il 34% degli intervistati aveva più o meno familiarità con il concetto, e questo nonostante la maggior parte di loro riconoscesse i problemi alla base del suo stesso scopo.

Infatti, dal 67 all’83% delle persone concordava sulle seguenti affermazioni:

  • la privacy dei dati è importante per me,
  • dovrei avere una quota del profitto che un'azienda web realizza utilizzando i miei dati,
  • vorrei avere più controllo sulla mia identità online,
  • credo che dovrebbe essere mio ciò che creo su Internet.

Queste sono alcune delle questioni a cui il web3 cerca di dare una risposta, ma a quanto pare manca ancora di applicazioni veramente efficaci.

L'adozione delle criptovalute viene spesso paragonata a quella di Internet e, ad oggi, le loro curve sono quasi identiche. Nel 2000, Internet era utilizzato dal 5% della popolazione e alcuni Paesi ne discutevano attivamente l'utilità. Il futuro ci dirà se la criptovaluta seguirà la stessa traiettoria.

 

Scritto da D.Center