ZURIGO (awp/ats) - SIX, gruppo finanziario che gestisce fra l'altro la borsa svizzera, ha subito una perdita miliardaria nel 2023: la società ha chiuso l'esercizio con un rosso netto di 1,0 miliardi di franchi e con un risultato operativo Ebit in negativo per 975 milioni, malgrado un aumento dei ricavi del 2% a 1,5 miliardi.

Come già anticipato a metà dicembre e confermato in data odierna hanno pesato rettifiche di valore relative agli investimenti in Worldline, società francese attiva nei servizi di pagamento, e in Bolsas y Mercados Españoles (BME), cioè l'azienda spagnola, rilevata da SIX nel settembre 2020, che controlla tutti i mercati finanziari del paese iberico, vale a dire Madrid, Barcellona, ??Bilbao e Valencia.

L'impresa si è trovata ad operare in un contesto di mercato impegnativo, caratterizzato da inflazione e tassi d'interesse in aumento. Questo ha inciso in particolare su Worldline, la cui azione è crollata sul mercato di Parigi, e di cui SIX detiene una quota del 10,5%. La situazione ha imposto una svalutazione di 862 milioni di franchi.

L'azienda ha dovuto anche rettificare il goodwill (cioè l'avviamento, il valore intangibile di un'azienda) di BME, per un valore di 340 milioni. Questo fra l'altro in seguito a volumi di negoziazione più bassi delle borse. Come si ricorderà SIX ha acquisito BME per circa 2,6 miliardi di euro, all'epoca circa 2,8 miliardi di franchi.

Senza queste svalutazioni SIX avrebbe presentato un utile di 181 milioni, leggermente inferiore a quello del 2023, ma in progressione dell'1,3% se considerato a cambi costanti. Malgrado i conti in rosso il consiglio di amministrazione propone peraltro di aumentare il dividendo, portandolo da 5,10 a 5,20 franchi per azione.

Per l'esercizio in corso SIX prevede condizioni politiche e macroeconomiche impegnative. A medio termine l'operatore di infrastrutture finanziarie punta però a una crescita dei ricavi superiore al 3% annuo. Anche la redditività sarà costantemente incrementata: l'attenzione si concentrerà sulle sinergie e su misure mirate di riduzione dei costi.

In seguito all'acquisizione di Credit Suisse (CS) da parte di UBS il gruppo deve inoltre temere di perdere una parte importante delle sue entrate. "I nostri due maggiori clienti si stanno fondendo", spiega il Ceo Jos Dijsselhof in un'intervista all'agenzia finanziaria Awp. "Per la nostra attività, questo significa naturalmente che i nostri proventi saranno sotto pressione".

Ad esempio oggi sia UBS che Credit Suisse si riforniscono di dati di mercato da SIX. "Non appena i sistemi saranno integrati, probabilmente perderemo un contratto", osserva il manager. D'altra parte, ciò non avverrà da un giorno all'altro, ma richiederà alcuni anni. Allo stesso tempo SIX è in discussione con UBS per generare nuove attività: ad esempio l'impresa potrebbe aiutare la grande banca nel processo di integrazione del concorrente.

Dopo l'acquisizione di CS la quota di UBS in SIX è improvvisamente raddoppiata, salendo al 34%: la banca è quindi di gran lunga il principale azionista. Va anche notato in quest'ambito che alcuni anni or sono l'attuale (e passato) Ceo di UBS Sergio Ermotti non aveva risparmiato critiche al modello d'affari di SIX, minacciando anche di cercare eventuali alternative.

La società SIX è nata all'inizio del 2008 dalla fusione fra SWX Group, Telekurs Group e SIS Group. È specialista nello sviluppo e nella gestione di infrastrutture per le borse svizzere e spagnole, nei servizi bancari e nell'informazione finanziaria. Inizialmente nota come Swiss Financial Market Services, ha assunto il nuovo nome - una sigla che si rifà all'espressione Swiss Infrastructure and Exchange - nel settembre dello stesso anno. SIX è di proprietà dei suoi stessi utenti, oltre 120 banche, ed è presente in 20 paesi con circa 4200 dipendenti.