MILANO (MF-NW)--Il tasso di povertà in Italia è aumentato, le tubature continuano a perdere il 42% dell'acqua, il consumo di suolo peggiora la qualità dell'ecosistema terrestre e anche il mare soffre, con l'80% degli stock ittici sovrasfruttato.

L'Italia arretra sugli obiettivi dell'Agenda 2030, denuncia il Rapporto ASviS 2023. Ma a non prendere sul serio gli obiettivi di sviluppo sostenibile non siamo purtroppo solo noi: per il 30% dei target si registrano passi indietro in tutto il mondo, e solo nel 12% dei casi si è davvero sulla buona strada. Il rischio, si legge su Affari&Finanza di Repubblica è di arrivare al 2030 con problemi ancora più gravi di quelli attuali, perché nel frattempo il cambiamento climatico va avanti, accentua le disuguaglianze, traccia sempre più i confini tra chi si è attrezzato in modo adeguato e può andare avanti e chi invece rimane indietro. Come quel mezzo miliardo di persone che nel 2030 vivranno ancora in povertà estrema se non si fa nulla per prevenirlo, o quegli 80 milioni di bambine e bambini che non potranno andare a scuola.

Nel 2030, calcola l'ASviS, 660 milioni di persone saranno ancora senza elettricità e quasi 2 miliardi faranno ancora affidamento su combustibili fossili, facendo aumentare ulteriormente l'inquinamento. La deforestazione andrà avanti, un milione di specie su otto oggi esistenti rischiano di scomparire. Negazionismo, o forse solo pigrizia, opportunismo politico, quello che anche in Italia fa dire che non bisogna correre, che non tutti i Paesi sono uguali, che non si possono costringere gli italiani a spese insostenibili.

Eppure in questi anni è cresciuta la consapevolezza della necessità di uno sviluppo sostenibile: da un'indagine dell'ASviS emerge che un terzo degli italiani conosce l'Agenda 2030, una percentuale che sale al 58% tra gli studenti. Ma cresce anche la quota degli scettici, nonostante gli appassionati interventi a favore di strategie che affrontino al meglio il cambiamento climatico di personaggi della statura di Papa Francesco o del presidente della Repubblica Sergio Mattarella.E in realtà, se si guarda agli impegni formali, anche il governo Meloni ha preso posizione in senso estremamente favorevole adottando la nuova 'Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile'.

Ma finora non ci sono misure di attuazione. E anzi i progetti del Pnrr che hanno proprio l'obiettivo di aiutare l'Italia ad affrontare la difficile transizione energetica e a superare le disparità territoriali e di genere è in ritardo, al punto che alcuni fondi sono stati spostati ad altre misure e per molti progetti si cercano nuove fonti di finanziamento. Anche se l'ASviS incoraggia governo, Parlamento, imprese e cittadini a non darsi per vinti, e a cercare di realizzare gli obiettivi dell'Agenda dell'Onu, anche se per molti si rischia di superare il termine del 2030.

Appare difficile per esempio, se non impossibile, entro il 2030 ridurre i superamenti del limite di Pm10 al di sotto di tre giorni l'anno. Oppure raggiungere il 3% del Pil investito in ricerca e sviluppo. O raggiungere un tasso di occupazione del 78%, o ridurre del 20% i consumi finali di energia rispetto al 2020. Ma molti obiettivi sono ancora a portata di mano, a cominciare dalla riduzione della quota dei Neet (i giovani tra i 15 e i 29 anni che non lavorano e non studiano) al di sotto del 9%. O il dimezzamento del gap lavorativo di genere. L'importante è orientare in modo diverso le politiche e i comportamenti. Altrimenti i due milioni di famiglie povere attuali aumenteranno, e non ci saranno sussidi che bastino. E il degrado del territorio e delle acque avrà impatto anche sulla produzione agricola, come già sta avvenendo. E la coesione sociale sarà sempre più a rischio.

cos


(END) Dow Jones Newswires

October 23, 2023 04:35 ET (08:35 GMT)