ROMA (MF-DJ)--Un aumento dei tassi da parte della Bce "fino a una forchetta del 3% credo sia tranquillamente gestibile, nella speranza che non ci sia un aumento dei costi dell'energia e quindi ci sia una discesa dell'inflazione". La Bce "sta facendo il suo lavoro per raffreddare l'impennata dell'inflazione".

Lo ha detto il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, in collegamento da Davos con Radio24. "Io penso che un tasso di sconto del 2% non sia un problema per l'economia. Forse nella comunicazione non è stata impeccabile e questa è la critica che possiamo muoverle", ha proseguito il leader degli industriali precisando che "noi dobbiamo fare i compiti a casa. Siamo stati per anni con tassi negativi, avremmo dovuto ristrutturare il debito e non l'abbiamo fatto".

Quanto all'inflazione, Confindustria stima che a fine anno scenderà "intorno al 5-6%, a prezzi costanti di energia, se non ci dovesse essere un ulteriore aumento". Bonomi ha ricordato che "la nostra è un'inflazione da importazione, dovuta principalmente alla fiammata dei costi delle materie prime, soprattutto energetiche". Quindi, "se il prezzo del gas si mantiene sui livelli attuali, è presumibile che nel secondo semestre, soprattutto da settembre, l'inflazione possa scendere in maniera molto forte".

In merito alle attese sull'andamento dell'economia, "avremo un anno caratterizzato per i primi sei mesi da alcune difficoltá", mentre nel secondo semestre la crescita "dovrebbe riprendere in maniera robusta". C'è però il timore di "una frenata degli investimenti". Per questo motivo Confindustria "da tempo ha spinto molto il governo a stimolare gli investimenti, anche durante la definizione della legge di bilancio".

Sull'effetto che l'aumento dei tassi potrebbe avere sul debito italiano, da Davos sono arrivare rassicurazioni da Klaas Knot, presidente della Banca centrale olandese e membro del Consiglio direttivo della Bce. Anche se l'Italia, ha sottolineato, deve avviare un percorso di rientro del debito. "Dal punto di vista della stabilitá finanziaria l'alto debito continua ovviamente a dare vulnerabilitá. Al momento però bisogna dire che il mercato ha preso questi segnali che arrivano sulla politica fiscale come responsabili e ritiene che il governo stia prendendo sul serio questa cosa. Per i motivi giusti ritiene che ci sia una sostenibilitá di questi livelli di spread", ha detto Knot a Class Cnbc. "Guardare semplicemente al rapporto debito/Pil non basta. Bisogna

guardare la crescita che riesci a creare per ripagare questo debito e da

questo punto di vista molto sta succedendo. L'Italia beneficia dei fondi

europei, ci sono delle condizioni, ci sono degli obblighi di riforme che

daranno piú crescita produttiva. Questo dovrebbe rendere sostenibile il

debito pubblico che però ovviamente deve scendere prima o poi. Il periodo

di alti livelli di debito deve finire", ha continuato Knot.

La politica monetaria si manterrà restrittiva: la Bce dovrà ancora aumentare i tassi di interesse di 50 punti base in più di un'occasione per domare la crescita dei prezzi. "La maggior parte del terreno che dobbiamo coprire, lo copriremo con una base costante di rialzi multipli di 50 punti base. Non si fermerá dopo un singolo aumento di 50 punti base, questo è certo", ha puntualizzato il banchiere. L'inflazione core è ancora elevata e i recenti sviluppi dell'inflazione non sono compatibili con un ritorno tempestivo all'obiettivo del 2% della Bce, ha concluso Knot.

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January 19, 2023 05:01 ET (10:01 GMT)