ROMA (MF-DJ)--Con l'impennata dell'inflazione, tutelare il potere d'acquisto dei lavoratori è la priorità del governo. Senza tornare a scelte che già nel passato si sono rivelate sbagliate, collegando quindi l'aumento dei salari all'inflazione, bisogna valutare un taglio del cuneo fiscale. Così non si graverà sugli imprenditori. La proposta è stata avanzata durante il Festival di Trento dal ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti.

"La priorità e' il potere di acquisto", ma "non si puo' mettere in carico alle aziende un ulteriore costo. Il tema del cuneo fiscale, sollecitato dal presidente di Confindustria che non e' mai riuscito a passare, ora potrebbe tornare di attualita'", ha affermato Giorgetti tendendo la mano al numero uno degli industriali, Carlo Bonomi, che più volte ha ribadito la contrarietà delle imprese ad aumentare i salari seguendo l'inflazione.

Giorgetti si è inoltre espresso contro i numerosi bonus: il governo "deve avere il coraggio di razionalizzare tutte le forme di bonus man mano introdotte e che vanno in secondo ordine rispetto all'emergenza nazionale di restituire alle famiglie il potere d'acquisto". Il superbonus, ha precisato, "deve essere ricondotto ad essere pluriennale, invece di inventarsi limiti, deve essere regolamentato e spalmato. Andava bene per fare ripartire l'economia mentre eravamo ancora in emergenza sanitaria. Ma oggi lo stato italiano non puo' concedere il 110% per rifare il tetto alla seconda casa di un milionario". Sul reddito di cittadinanza, Giorgetti ha ammesso che "puo' avere anche una sua logica, ma non e' possibile che in tutta Italia gli imprenditori non trovano manodopera perche' tutti dicono che il reddito di cittadinanza e' un forte disincentivo a cercare lavoro".

Un'apertura ai sindacati sul salario minimo, "non deve essere un tabú ma bisogna vedere come si fa. La prioritá è il recupero del potere di acquisto. Che i salari in Italia sono bassi è oggettivo". L'obiettivo da perseguire è il contenimento dell'inflazione che erode potere d'acquisto.

"Se non spegniamo il focolaio dell'inflazione, questa divampa e ci troveremo a discutere su come sterilizzarne l'influenza. Ma se l'inflazione divampa, inizia una valanga difficile da controllare", ha continuato.

Il ministro ha espresso qualche preoccupazione su quello che potrebbe succedere se il prossimo 21 giugno, in occasione delle comunicazioni del premier, Mario Draghi, sull'Ucraina, in vista del Consiglio Ue, il Parlamento si esprimesse in modo diverso dal governo. "Non so cosa proporrà Draghi con le sue comunicazioni. Se il Parlamento non dirá le stesse cose del governo è chiaro che bisognerà trarne le conseguenza. Premesso che il Parlamento è sovrano". "Cosa faranno Lega e M5s bisogna chiederlo a Salvini e Conte. Penso che sia un passaggio rischioso. Io non credo che Draghi persegua la guerra e non la pace, ma che abbia l'obiettivo della pace, costringendo Putin a miti consigli", ha aggiunto il ministro.

Un altro appuntamento critico per l'esecutivo sarà la legge di bilancio. "Non è che Draghi resta all'infinito e non ci sono mai le lezioni, le elezioni arrivano presto. Con una tempesta perfetta, in pieno

ciclo elettorale, nessuno riesce e tenere la disciplina di bilancio l'anno prima delle elezioni", ha affermato Giorgetti aggiungendo che "questo è un problema serio quando bisogna fare una sessione di bilancio. Io vedo quel percorso molto accidentato. O c'è un senso di responsabilitá collettiva, oppure, se inizia la campagna elettorale, come giá è iniziata, il Paese è esposto a rischi enormi".

Per affrontare le conseguenze della guerra, e quindi delle sanzioni imposte alla Russia, la Ue dovrebbe decidere un debito comune. "L'Italia ha due problemi: la dipendenza dai mercati dell'energia e l'altro è il debito pubblico. La spia che si chiama spread è sensibile alla politica di bilancio che si fa. Una politica troppo rilassata apre la coperta corta sul tema debito. I costi che stiamo pagando sono danni di guerra. E quindi i danni si pagano con debiti di guerra. L'Europa, come ha fatto con il Pnrr, così deve fare con l'enorme costo per la battaglia che stiamo facendo. Si deve pagare con un debito comune europeo", ha concluso.

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June 03, 2022 13:15 ET (17:15 GMT)