MILANO (MF-DJ)--E' ancora rally di inizio anno per l'azionario milanese. Siamo oggi alla terza seduta del 2023 e al terzo rialzo consecutivo per il Ftse Mib, che dopo il +1,9% di lunedì e il +1,15% di oggi avanza dell'1,85% a 24.888 punti.

Dopo un 2022 difficile è presto per parlare di un cambiamento di sentiment, ma per ora al mercato bastano i prezzi in frenata in Germania.

Alla rilevazione sull'inflazione a dicembre piú bassa del previsto pubblicata ieri (-0,8% m/m i prezzi al consumo contro il consenso a -0,6% m/m) hanno fatto seguito i prezzi all'importazione, che in Germania sono calati del 4,5% a livello mensile a novembre. Su base annuale, la lettura è cresciuta del 14,5%, al di sotto del consenso degli economisti che si aspettavano un incremento del 18% a/a.

Segnali che parlano a Francoforte, dove si consuma il tiro alla fune tra i falchi e le colombe della Bce. A febbraio, la presidente Christine Lagarde lo ha ampiamente anticipato a dicembre, ci sará un altro rialzo dei tassi (il mercato stima altri 50 pb base), ma l'attenzione è rivolta giá ai meeting successivi.

Quanto alla Fed, per febbraio gli operatori vedono un rialzo da 25 pb base, in ulteriore rallentamento dopo il passaggio da 75 a 50 pb a dicembre. Oggi verranno pubblicati i verbali proprio della riunione di dicembre del Fomc.

Il compito della Fed, notano dalle sale operative, è probabilmente piú 'semplice' rispetto a quello della Bce in questo momento. Non solo perchè l'impatto della guerra in Ucraina sui prezzi dell'energia in termini di inflazione è minore, ma anche per via della grossa differenza in termini di mandato che la banca centrale Usa ha rispetto alla Bce.

Da statuto, infatti, lo scopo principale della Banca centrale europea è quello di mantenere la stabilitá dei prezzi con l'obiettivo di salvaguardare l'euro. Proprio la salvaguardia dell'euro aveva consentito il celeberrimo 'whatever it takes' di Mario Draghi - sotto la cui presidenza la Bce non ha certo raggiunto il target di inflazione - mentre ora è la stabilitá dei prezzi a essere decisamente fuori rotta rispetto al noto target del 2%. Solo in seconda battuta, e fatto salvo l'obiettivo della stabilitá dei prezzi, la Bce sostiene le politiche generali dell'Eurozona che impegnano il Vecchio Continente nella ricerca di una crescita equilibrata e competitiva che punta alla piena occupazione.

Se si guarda alla Federal Reserve, invece, il primo compito della banca è proprio la piena occupazione e solo dopo viene la stabilitá dei prezzi.

Ecco perchè quella in corso è una settimana che potrebbe essere cruciale proprio per la Fed. Venerdì sono infatti in agenda i dati sul mercato del lavoro a dicembre. Segnali di debolezza verrebbero accolti con favore dai mercati, che vedrebbero una Fed piú colomba prima del previsto.

pl

paola.longo@mfdowjones.it


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January 04, 2023 09:00 ET (14:00 GMT)