ROMA (MF-DJ)--Il calo dei consumi, unitamente a quello del costo del barile di greggio importato, diminuito nel 2020 di oltre 22 dollari/barile (-34%), che diventano circa 21 in euro/barile (-36%) per effetto di un cambio euro/dollaro apprezzatosi solo marginalmente (+2%), si è riflesso sulla fattura petrolifera che nel 2020 si stima intorno ai 12 miliardi di euro, 9,7 miliardi in meno rispetto al 2019 (-45%), la piú bassa degli ultimi 30 anni.

Lo rende noto l'Unione energie per la mobilitá (Unem) nel preconsuntivo petrolifero 2020 aggiungendo che rispetto al picco del 2011 si tratta di un minor esborso di oltre 22 miliardi di euro. Altro fattore che ha positivamente influenzato la fattura petrolifera è stata la produzione nazionale di greggio, che, tornando a superare le 5 milioni di tonnellate, ha consentito un risparmio di 1,5 miliardi di euro.

In forte contrazione i consumi petroliferi del 2020 che complessivamente non raggiungono le 50 milioni di tonnellate, in calo di oltre 10 milioni di tonnellate (-17,4%) rispetto allo scorso anno, di cui oltre la metá concentrati nel trasporto stradale che piú di altri ha risentito delle misure di lockdown nella prima parte dell'anno. La situazione si è poi protratta e acuita nei mesi successivi nonostante i deboli segnali di ripresa registrati a settembre.

A partire dalla seconda metá del 2020 i prezzi del greggio hanno recuperato parte del terreno perduto nella prima parte apprezzandosi di oltre il 400% rispetto ai minimi di aprile, stabilizzandosi poi intorno ai 40 dollari/barile - con punte di 48 nelle ultime settimane - grazie anche alle riduzioni di offerta decise a piú riprese dai Paesi produttori nell'ambito dell'Opec Plus. In media annua il Brent datato si stima intorno ai 42 dollari/barile rispetto ai circa 65 del 2019 (-35%). Diverso il discorso per i prezzi dei prodotti raffinati che invece hanno interamente scontato la decisa riduzione della domanda di trasporto, recuperando solo molto parzialmente il crollo di aprile. Ciò ha allargato lo spread greggi/prodotti e ha pesato sulle dinamiche del sistema di raffinazione: negativi per 3 trimestri consecutivi i margini lordi di raffinazione; un netto calo delle lavorazioni che, tra greggi e semilavorati, sono state pari a 59,4 milioni di tonnellate (-15,4% rispetto allo scorso anno); un tasso di utilizzo degli impianti sceso al 68% rispetto all'81% del 2019, molto vicino a quello che viene considerato il minimo tecnico.

Per i consumi petroliferi totali nel 2021 si stima un ritorno alla crescita a partire dal 2* trimestre dell'anno che si dovrebbe consolidare nel 3*, permettendo così di recuperare circa la metá delle perdite registrate nel 2020 (5,3 milioni di tonnellate). Il contributo maggiore dovrebbe arrivare dai trasporti stradali, grazie a benzina e gasolio che insieme dovrebbero garantire il 69% del recupero.

L'Unem ha una visione "ottimistica" dei fattori che piú di altri potranno incidere sulla velocitá del recupero, e non considerando ulteriori possibili ondate della pandemia. Le previsioni per il prossimo anno scontano un alto grado di incertezza legato alla possibile evoluzione della pandemia e alle misure adottate per superarla anche in termini di ripresa economica.

Tuttavia, la previsione ipotizza: superamento progressivo delle misure di limitazione degli spostamenti piú restrittive dalla seconda metá di gennaio (senza piú zone rosse); ripresa della didattica in presenza giá da gennaio 2021; la graduale diminuzione del ricorso allo smart-working dal 2* trimestre 2021; progressiva e parziale ripresa dei flussi turistici dal 2* trimestre 2021; miglioramento del contesto economico nazionale, con la ripresa delle attivitá commerciali piú penalizzate dalla pandemia, e del quadro macroeconomico internazionale; un maggiore stimolo, nell'ultima parte dell'anno, agli investimenti e ai consumi delle famiglie derivanti anche da una ripresa di fiducia e dall'avvio dei progetti legati al "Recovery Fund".

I consumi complessivi di energia nel 2020 sono stati pari a 142,4 MTep, con una riduzione del 10,6% (circa 17 milioni in meno) rispetto allo scorso anno, dovuta soprattutto alle misure di lockdown che si sono susseguite nel corso dell'anno e che hanno colpito in particolar modo il settore dei trasporti, date le forti limitazioni agli spostamenti di persone e merci. Per trovare un valore simile occorre tornare agli inizi degli anni '90. Tra le fonti piu' colpite il petrolio, che è diminuito del 17,4% e con un peso sul totale sceso al 33,5% rispetto al 37% del 2019.

La fattura energetica si stima per il 2020 intorno ai 23,3 miliardi di euro, in calo di oltre 16 miliardi rispetto allo scorso anno (-41%) e di 30 miliardi rispetto a dieci anni fa. Per trovare valori simili occorre tornare indietro di 30 anni. Il peso sul Pil passa così dal 2,2% del 2019 all'1,4%.

Infine, nel 2021, per i carburanti, si stima un gettito intorno ai 23,4 miliardi di euro (6,7 dalla benzina e 16,7 dal gasolio), mentre il gettito totale delle accise dovrebbe attestarsi intorno ai 24,6 miliardi di euro. La ripresa dei consumi dovrebbe portare anche ad un recupero del gettito fiscale derivante dalle accise che nel 2020 è stimato pari a 21,6 miliardi di euro (-4,7 miliardi rispetto al 2019), di cui 20,5 derivanti dai soli carburanti (-4,5 miliardi rispetto al 2019, di cui 1,5 mld dalla benzina e 3 mld dal gasolio).

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pev eva.palumbo@mfdowjones.it

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December 10, 2020 09:03 ET (14:03 GMT)