Capire le reazioni dei mercati finanziari alle notizie economiche non è sempre facile, anzi. La scorsa settimana avevo quindi cercato di mostrarvi il quadro attuale, scandito dai cambiamenti narrativi avvenuti dall'inizio dell'anno. Approfitto degli ultimi dati macro per ribadire il concetto.

Come accennato in precedenza, gli investitori sono alla ricerca di qualsiasi segnale che possa far pensare che i quattro pilastri dell'attuale narrazione possano essere contrastati. Sul fronte dell'inflazione, l'indice PCE Core negli Stati Uniti si è attestato a +3,7% contro le attese di +3,8%, mentre il deflatore PCE Core è risultato in linea con le aspettative, attestandosi a +4,2% annualizzato. Fin qui tutto bene.

Anche sul fronte dell'occupazione i dati sono stati abbastanza buoni da soddisfare i sostenitori del "soft-landing". La creazione di impieghi in ambito non agricolo si è stabilizzata mese dopo mese a 187k, rispetto alle stime di 170k, per un tasso di disoccupazione del 3,8%. Ricordiamo che se il mercato del lavoro è troppo teso, la Fed potrebbe alzare nuovamente i tassi di riferimento, mentre se l'occupazione è troppo scarsa, potrebbe riaffiorare il rischio di recessione. Per citare Riccioli d'oro, le ultime statistiche non sono "né troppo calde né troppo fredde".

Il corollario è la politica monetaria. Vale la pena notare che, dopo la pubblicazione dei dati sull'inflazione prima e del rapporto sull'occupazione poi, il rendimento a 10 anni è sceso bruscamente dopo aver toccato i massimi del 2022, intorno al 4,33%. Purtroppo il dado non è ancora tratto. La zona del 4,00% dovrà essere chiaramente superata prima di poter scommettere su un calo più pronunciato nei dintorni del 3,60% o addirittura, a voler essere folli (o ambiziosi, a seconda dei casi) il 3,30%. Sul fronte degli investitori, lo strumento Fedwatch del CME prevede uno status quo superiore al 90% alla prossima riunione di politica monetaria, prevista per la fine di settembre. Per novembre, mentre il mercato era molto indeciso in vista del rapporto sull'occupazione, la probabilità di un rialzo dei tassi è scesa dal 50% al 33%.

Come avrete capito, dovrete tenere d'occhio tutte le notizie che potrebbero confermare o confutare ciascuno di questi pilastri per prendere le vostre decisioni di conseguenza.