MILANO (MF-DJ)--La Commissione europea ha avviato azioni legali nei confronti di 19 Stati membri che non hanno intrapreso le azioni necessarie per realizzare i benefici della legislazione digitale dell'Ue nell'ambito dei media audiovisivi e delle telecomunicazioni.

Questi Stati membri, spiega una nota, sono tenuti a recepire nei rispettivi ordinamenti nazionali, senza ulteriore ritardo, la direttiva sui servizi di media audiovisivi e il codice europeo delle comunicazioni elettroniche e a informare la Commissione in merito a tale recepimento. Entrambe le direttive, approvate di comune accordo dagli Stati membri, sono essenziali per la transizione digitale dell'Ue e avrebbero dovuto essere recepite entro la fine del 2020.

La direttiva sui servizi di media audiovisivi (direttiva AVMS) mira a garantire un mercato unico equo per i servizi di radiodiffusione, che tenga il passo con gli sviluppi tecnologici. A tal fine, la direttiva è stata rivista nel 2018 con l'obiettivo di creare un quadro normativo adatto all'era digitale, che serva a plasmare un panorama audiovisivo più sicuro, equo e diversificato. Essa coordina la legislazione a livello dell'Ue su tutti i media audiovisivi, comprese le emittenti televisive tradizionali e i servizi video on demand, e stabilisce misure di protezione essenziali per quanto riguarda i contenuti messi a disposizione sulle piattaforme per la condivisione di video.

A causa dei ritardi nel recepimento, i cittadini e le imprese in Repubblica Ceca, Estonia, Irlanda, Spagna, Croazia, Italia, Cipro, Slovenia e Slovacchia potrebbero non essere in grado di sfruttare tutte le disposizioni della direttiva sui servizi di media audiovisivi, che: creano condizioni di parità per i diversi tipi di servizi di media audiovisivi; garantiscono l'indipendenza delle autorità nazionali di regolamentazione dei media; preservano la diversità culturale, ad esempio imponendo ai servizi video on demand di includere nella loro offerta opere europee per almeno il 30%; tutelano i bambini e i consumatori stabilendo norme per la protezione dei minori dai contenuti nocivi nel mondo online, anche nell'ambito dei servizi video on demand; e

combattono l'odio razziale, religioso e di altro tipo, rafforzando le norme per combattere l'istigazione alla violenza o all'odio e la pubblica provocazione a commettere reati di terrorismo.

L'azione dell'Ue nel settore delle comunicazioni elettroniche ha consentito di ampliare la scelta per i consumatori, risparmiare sulle bollette telefoniche e migliorare il livello dei servizi di telecomunicazione. Il codice europeo delle comunicazioni elettroniche modernizza le attuali norme dell'Ue in materia di telecomunicazioni e le rende adatte all'era digitale.

A causa dei ritardi nel recepimento, i consumatori e le imprese in Estonia, Spagna, Croazia, Irlanda, Italia, Cipro, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Austria, Polonia, Portogallo, Romania, Slovenia, Slovacchia e Svezia non possono beneficiare di norme che prevedono: regole chiare e inclusive in materia di diritti degli utenti finali: in tutta Europa si applicano le stesse norme volte a realizzare un mercato unico inclusivo; un miglioramento della qualità dei servizi: i consumatori possono beneficiare di connessioni più veloci e di una maggiore copertura, poiché il codice promuove la concorrenza per gli investimenti, in particolare nelle reti ad altissima capacità, comprese le reti 5G; l'armonizzazione delle norme: il miglioramento della prevedibilità normativa, anche per quanto riguarda l'assegnazione dello spettro radio; la tutela dei consumatori: vantaggi e tutela per i consumatori, indipendentemente dal fatto che gli utenti finali comunichino attraverso servizi tradizionali (chiamate, SMS) o basati su app; condizioni di parità: parità di trattamento di tutti gli operatori del settore dei servizi di telecomunicazione, siano essi tradizionali o basati sul app.

I consumatori dovrebbero in particolare beneficiare di una protezione rafforzata grazie alle norme che garantiscono la chiarezza delle informazioni contrattuali e la qualità del servizio e che facilitano il passaggio da un fornitore di rete ad un altro promuovendo prezzi al dettaglio più equi. Gli operatori e i fornitori possono trarre vantaggio dalle norme favorevoli agli investimenti, come quelle che incentivano i coinvestimenti nelle reti ad altissima capacità e nelle reti per il solo mercato all'ingrosso o la prevedibilità normativa e degli investimenti, anche nelle procedure di assegnazione dello spettro radio.

Sancita dai trattati dell'Ue, la procedura di infrazione consente alla Commissione di avviare un'azione legale nei confronti degli Stati membri che non garantiscono il recepimento tempestivo e accurato delle direttive nell'ordinamento nazionale.

Il termine per il recepimento della direttiva sui servizi di media audiovisivi era il 19 settembre 2020. Nel novembre 2020 la Commissione ha avviato procedure di infrazione nei confronti di 23 Stati membri per non aver notificato il pieno recepimento della direttiva riveduta sui servizi di media audiovisivi. Finora 15 Stati membri hanno notificato misure di recepimento dichiarando la loro notifica completa e altri 3 Stati membri hanno trasmesso una notifica parziale. La Commissione sta ora procedendo all'invio di pareri motivati a Cechia, Estonia, Irlanda, Spagna, Croazia, Italia, Cipro, Slovenia e Slovacchia (9 Stati membri).

Il termine per il recepimento del codice europeo delle comunicazioni elettroniche nell'ordinamento nazionale era il 21 dicembre 2020. La Commissione ha inviato lettere di costituzione in mora a 24 Stati membri il 4 febbraio 2021. Solo la Bulgaria e la Danimarca hanno notificato il pieno recepimento entro la fine di agosto (unendosi a Grecia, Finlandia e Ungheria che avevano già recepito la direttiva). Recentemente anche il Belgio e la Germania hanno notificato il recepimento completo e la loro notifica è attualmente in fase di valutazione. Durante l'estate la Cechia e recentemente anche la Francia hanno notificato un gran numero di misure in vista di un parziale recepimento della direttiva, anch'esse in fase di valutazione. La Commissione sta ora procedendo all'invio di pareri motivati a Estonia, Spagna, Croazia, Irlanda, Italia, Cipro, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Austria, Polonia, Portogallo, Romania, Slovenia, Slovacchia e Svezia (18 Stati membri), invitandoli ad adottare e notificare le misure pertinenti.

Gli Stati membri interessati dispongono di due mesi per porre rimedio alla situazione e adottare misure nazionali di recepimento per tali atti legislativi dell'Ue, trascorsi i quali la Commissione potrà decidere di deferire i casi alla Corte di giustizia dell'Ue.

cos

(END) Dow Jones Newswires

September 23, 2021 07:24 ET (11:24 GMT)