MILANO (MF-DJ)--Gli Stati Uniti sono pronti a collaborare con altri Paesi per limitare le esportazioni di strumenti di sorveglianza e altre tecnologie che i Governi autoritari possono utilizzare per sopprimere i diritti umani, come si ritiene che accada in Cina.

L'amministrazione del presidente Usa, Joe Biden, ha detto ieri che lancerà un'iniziativa con le Nazioni amiche per stabilire un codice di condotta volto a coordinare le politiche per le licenze di esportazione. Le Nazioni partecipanti condividerebbero anche le informazioni sulle tecnologie sensibili utilizzate contro dissidenti politici, giornalisti, funzionari governativi stranieri e attivisti per i diritti umani, hanno affermato funzionari dell'amministrazione.

L'iniziativa sarà annunciata durante il Summit inaugurale per la democrazia, un incontro virtuale previsto per il 9 e 10 dicembre, che riunirà più di 100 Governi democratici che cercano di creare un baluardo contro l'autoritarismo. Cina e Russia, che non sono state invitate, hanno criticato congiuntamente l'incontro, affermando che "alimenterà lo scontro ideologico e una spaccatura nel mondo".

In un briefing con i giornalisti ieri, un alto funzionario dell'amministrazione ha affermato che la crescita mondiale della sorveglianza digitale ha stimolato lo sforzo guidato dagli Stati Uniti. "La tecnologia viene utilizzata in modo improprio dai Governi per sorvegliare e, in alcuni casi, come nel caso della Repubblica popolare cinese, per controllare la loro popolazione", ha affermato il funzionario.

Le società statunitensi hanno fornito alla Cina la tecnologia per costruire una rete di sorveglianza per il monitoraggio dei dissidenti politici e delle minoranze etniche, anche nella regione nord-occidentale dello Xinjiang, secondo quanto riportato dal Wall Street Journal e da altri. Il dipartimento di Stato considera la campagna di Pechino nello Xinjiang, che ospita gli uiguri e altre minoranze prevalentemente musulmane, come "genocidio e crimini contro l'umanità".

La Cina ha respinto la designazione di genocidio e ripetutamente negato le accuse di violazioni dei diritti umani nello Xinjiang, difendendo le sue azioni lì come necessarie per prevenire la violenza dovuta all'estremismo religioso. Le società statunitensi coinvolte hanno affermato di non avere il controllo su come viene utilizzata la loro tecnologia.

I funzionari dell'amministrazione Biden hanno affermato ieri che fermare il flusso di tecnologia che potrebbe essere utilizzato per sopprimere i diritti umani richiede un approccio multilaterale. "Si tratta di un gruppo di Governi che la pensano allo stesso modo che si impegneranno a lavorare insieme per determinare come i controlli sulle esportazioni potrebbero monitorare meglio e, se del caso, limitare la proliferazione di tali tecnologie dato il crescente uso improprio da parte degli utenti finali per compiere violazioni dei diritti umani", ha detto un funzionario di alto livello dell'amministrazione Usa.

I funzionari dell'amministrazione non hanno detto quali Paesi parteciperanno al nuovo sforzo ma hanno spiegato che potrebbe includere membri del Wassenaar Arrangement, un programma esistente per il controllo delle esportazioni di armi e tecnologie sensibili. Quel gruppo di 42 membri include gli stretti alleati degli Stati Uniti in Europa, Nord America e Asia orientale, oltre alla Russia.

Le tecnologie che saranno coperte dalla nuova iniziativa saranno simili a quelle già prese di mira dalle politiche interne degli Stati Uniti legate alle tecnologie sensibili utilizzate per forze armate e operazioni di intelligence, ma sempre più utilizzate anche da attori non democratici.

A novembre, l'amministrazione Biden ha inserito quattro società di sicurezza informatica, di Israele, Singapore e Russia, in una "lista di entità" contro cui esiste un divieto di esportazione che impedisce loro di ottenere determinate tecnologie dagli Stati Uniti. Ciò ha fatto seguito all'annuncio dell'amministrazione di un nuovo regolamento che richiederà alle aziende di ottenere licenze per vendere strumenti di hacking in Paesi come Cina e Russia. Washington ha anche inserito i produttori di materiali per pannelli solari in una lista per il controllo delle esportazioni dopo che ha condannato l'uso del lavoro forzato tra le minoranze musulmane dello Xinjiang.

Gli Stati Uniti hanno anche iniziato a lavorare con Nazioni amiche per esaminare la vendita di tecnologie sensibili attraverso il "gruppo Quad" delle Nazioni del Pacifico - che include anche India, Giappone e Australia - e attraverso accordi bilaterali con altri alleati asiatici. Il controllo delle esportazioni è una questione chiave affrontata anche dagli Stati Uniti e dall'Unione europea attraverso il loro Consiglio per il commercio e la tecnologia appena lanciato.

cos

(END) Dow Jones Newswires

December 03, 2021 06:07 ET (11:07 GMT)