ROMA (MF-DJ)--"Siamo pronti a discutere tutte le proposte per affrontare questa crisi in modo pragmatico. Ma per il momento, essendo noi una regione che esporta vaccini su vasta scala, ci teniamo a sottolineare che è importante assicurare che i farmaci raggiungano ogni angolo del mondo il più presto possibile. Come noto, nessuno è al sicuro se tutti non sono al sicuro. Per questo chiediamo agli altri Paesi che producono vaccini di consentirne l'esportazione e di evitare misure che possano danneggiare le catene di approvvigionamento". Lo ha detto alla Stampa la commissaria Ue alla Salute, Stella Kyriakides, spiegando che la Commissione europea è cauta sulla proposta di liberalizzare i brevetti dei vaccini. Bruxelles rivendica il fatto di aver aiutato gli altri Paesi con il programma Covax e con l'export di oltre 200 milioni di dosi, cosa che gli Stati Uniti non hanno fatto. La partita dei vaccini, inoltre, non è l'unica da giocare: dopo l'estate arriveranno i farmaci per curare il Covid-19 e l'Ue non vuole farsi trovare impreparata.

"Sin dall'inizio noi non abbiamo lasciato nulla di intentato nell'affrontare la pandemia. Da subito l'Ue ha sostenuto un approccio multilaterale per assicurare la fornitura di vaccini ovunque ed è per questo che siamo stati i principali promotori di un'accelerazione attraverso il programma Covax. Siamo il primo donatore in termini di esportazioni verso gli altri Paesi. Abbiamo esportato 200 milioni di dosi. Ma non dobbiamo dimenticare che i vaccini -ha spiegato la commissaria- non possono essere l'unica risposta al Covid-19".

"I vaccini sono estremamente importanti, fanno la differenza. Però bisogna guardare anche ad altri aspetti:il Covid-19 è ancora molto diffuso in molte parti d'Europa. C'è tanta gente nelle terapie intensive e anche chi lo ha avuto in passato continua a patire i suoi effetti dopo settimane o addirittura mesi: fatica, disturbi del sonno, problemi di concentrazione.Gli scienziati ci dicono che questo virus continuerà a circolare, diventerà endemico. Come l'influenza. Per questo dobbiamo gestirlo e controllarlo per minimizzarne l'impatto. Dobbiamo essere in grado di curare i cittadini, non soltanto di vaccinarli", ha continuato.

Su questo "ci siamo posti un obiettivo: sviluppare e autorizzare almeno tre nuove cure entro ottobre, più altre due entro la fine dell'anno. Per farlo bisogna potenziare la ricerca e i test clinici su vasta scala, accelerarne l'approvazione, assicurarne la produzione industriale e l'accessibilità", ha proseguito la commissaria spiegando che "al momento ci sono 57 potenziali trattamenti, i produttori sono già in contatto con l'Ema. L'Agenzia ha già avviato la revisione continua di tre farmaci basati sugli anticorpi: Celltrion, Eli Lilly e Regeneron. Un quarto seguirà a breve. Passata la fase della ricerca e dei test clinici, bisognerà concentrarsi sugli aspetti produttivi, ai quali contribuiremo anche attraverso una prima tranche di finanziamenti Ue da 40 milioni di euro. Poi dovremo garantire parità d'accesso a tutti gli Stati con acquisti congiunti già entro la fine dell'anno".

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(END) Dow Jones Newswires

May 07, 2021 02:42 ET (06:42 GMT)