ROMA (awp/ats/ans) - L'86% dei presidenti delle direzioni delle maggiori multinazionali al mondo è convinto che entro i prossimi due anni potrà verificarsi un catastrofico attacco informatico, ma solo il 27% ha a disposizione le difese sufficienti.

È quanto emerge dal rapporto Cybersecurity Outlook della società di consulenza Accenture, che sottolinea anche come la gran parte delle aziende prenda consapevolezza dei pericoli cibernetici solo dopo essere stata attaccata.

"Nel mondo della cybersecurity è necessario giocare di anticipo, ma costatiamo che troppa poca proattività e molta reattività", afferma Mauro Macchi, presidente e amministratore delegato di Accenture Italia, a margine di un evento in corso a Roma.

Secondo il rapporto, il 43% dei Ceo ritiene che l'attacco potrebbe avere un impatto concreto alle proprie attività, ma solo il 27% pensa di avere livelli tali da potersi difendere con successo.

"In questi anni la consapevolezza sul tema della sicurezza cibernetica sta crescendo tanto che questi rischi sono ora messi sullo piano dei rischi aziendali, ad esempio il rischio finanziario per una banca", sostiene l'esperto Marco Molinaro. Non è facile definire al livello generale le perdite dovute a un attacco "ma ogni azienda può facilmente simularlo, banalmente mettendo a confronto il costo di un minuto di disservizio e compararlo con un investimento coerente in sicurezza informatica".