Di Roberto Sommella

MILANO (MF-DJ)--Poco più di due anni fa la Bce lanciò un sondaggio sul bitcoin e i risultati furono sorprendenti, salvo, a guardar bene oggi, per chi lo promosse. Con l'hashtag #askdraghi, che è tornato ora di gran moda, il 75% degli internauti intervistati non ebbe dubbi: la criptomoneta sarebbe diventata una valuta alternativa a dollaro ed euro.

L'Eurotower archiviò l'esperimento senza apparentemente approfondire, anche perché all'epoca si muoveva accorta, avvolta dall'enigma che fu ben espresso proprio dall'attuale presidente del Consiglio, allora al vertice della Banca centrale europea: «Dobbiamo chiederci quali effetti abbiano sull'economia le criptovalute anche se la Bce non ha il potere di proibirle o regolamentarle». Era un'ammissione di impotenza e al contempo l'indicazione di una strada che non è stata ancora intrapresa.

Molte oscillazioni dopo, il Nuovo Mondo sta diventando il Mondo, anzi, come sostiene da tempo il Procuratore di Milano Francesco Greco, è diventato «il Mondo». Non c'è bisogno di aprirgli la porta, è già entrato. I fatti lo dimostrano. La Sec americana ha autorizzato Coinbase, la borsa delle criptomonete, a quotarsi al Nasdaq, il listino dei Big tech. Lo ha fatto senza ascoltare gli innumerevoli dubbi delle altre autorità di vigilanza, la Federal Reserve e il Tesoro, che sostengono invece l'altissimo livello speculativo del fenomeno «cripto», ormai declinato in innumerevoli forme come i pixel che formano gli Nft, i cripto quadri digitali «non fungibili» e l'esempio non è casuale.

L'effetto è allucinogeno. Mentre le banche centrali assistono immobili al dispiegarsi della potenza di fuoco del bitcoin e i suoi fratelli, complici l'enorme massa di liquidità disponibile, e al massimo si mettono a rincorrere il fenomeno con progetti di euro digitale ancora da finalizzare, la piattaforma cripto sbarca sul listino tecnologico per eccellenza. Cosa possa diventare il Nasdaq, che da trent'anni non conosce discese, e che oggi ospita le quotazioni stellari degli over the top - una tabella dell'Antitrust italiano evidenzia come l'attuale capitalizzazione di Google Alphabet, Facebook, Amazon, Apple e Microsoft superi i 6.700 miliardi di dollari quando un anno fa era poco sotto i 5.000 miliardi - con una benzina simile dentro i serbatoi è difficile prevederlo. Ma certo se ci sarà una saldatura tra i colossi e moneta digitale, anche se sarebbe meglio chiamarla investimento, tutto il resto potrebbe diventare di troppo: dollaro, euro, banche, banche centrali, assicurazioni, governi, persino i lavoratori.

fch

(END) Dow Jones Newswires

April 19, 2021 03:25 ET (07:25 GMT)