ROMA (MF-DJ)--Se per diversi anni nel mirino della Vigilanza Bce ci sono state soprattutto le banche del Sud Europa, ora il pressing sta salendo anche per gli istituti del Nord. Nel mirino del regolatore, scrive MF-Milano Finanza ci sono i prestiti a leva (leveraged loan), quelli cioè concessi dalle divisioni di investment banking soprattutto nell'ambito di acquisizioni a debito da parte di private equity. Un business redditizio ma rischioso, come Francoforte non ha perso occasione per ribadire.

La stretta è confermata dai risultati dello Srep di Deutsche Bank: il gruppo tedesco guidato da Christian Sewing dovrà aumentare il requisito di secondo pilastro (Pillar 2), cioè quello aggiuntivo che si applica alle singole banche sulla base di adeguatezza del capitale, governance e gestione del rischio, liquidità e modello di business. Nel dettaglio l'incremento è di 20 punti base al 2,70% rispetto al 2,50% comunicato nel febbraio del 2022: "l'aumento - spiega la banca in una nota - è dovuto alla valutazione separata dei rischi derivanti dalle attività di leveraged finance appena introdotta dalla Bce". Sebbene i coefficienti attuali di Deutsche Bank siano ampiamente al di sopra del target fissato dallo Srep, la richiesta della Vigilanza conferma la stretta in atto.

Del resto, nel corso dell'ultimo trimestre del 2022 il pressing sul tema dei prestiti a leva si è andato intensificando. Secondo Bloomberg, nel radar della Bce ci sarebbe anche la francese Bnp Paribas, mentre altri istituti potrebbero aggiungersi alla lista nel corso del 2023. D'altra parte, negli anni dei tassi di interesse zero, la leveraged finance è stato un canale proficuo per molti istituti del Nord Europa che spesso hanno concesso credito a soggetti già molto indebitati. È il caso delle operazioni di takeover fatte dai fondi di private equity che, fino all'inizio del 2022, si sono rivelate una fonte di profitti molto preziosa per le divisioni di investment banking. Il tema è stato più volte sollevato anche dal responsabile della Vigilanza Andrea Enria: "Mentre i tassi di interesse e i margini più elevati stanno aumentando la redditività delle banche in questo momento, influiscono anche sulla capacità dei clienti con una leva finanziaria elevata di rimborsare i propri debiti o soddisfare le richieste di margini e possono innescare forti aggiustamenti nei mercati finanziari volatili", ha spiegato Enria di recente.

La leveraged finance è insomma uno dei temi di confronto più delicati per gli istituti e la Vigilanza. Al punto che diversi banchieri hanno espresso pubblicamente le proprie perplessità rispetto alla linea della Bce. Il ceo di Deutsche Bank, Christian Sewing, per esempio non ha usato mezzi termini: nel nostro gruppo "non abbiamo bisogno di un regolatore che ci dica come ridurre e cosa fare, i nostri risk manager hanno fatto un ottimo lavoro per contenere il rischio e essere certi di avere un portafoglio di cui abbiamo il controllo assoluto". Recentemente anche il ceo di Commerzbank, Manfred Knof, non ha fatto sconti sulla linea seguita dalla Vigilanza: "I regolatori europei e i supervisori", ha dichiarato, "devono tenere conto del duro contesto generale che la clientela delle banche fronteggia, alla luce della pandemia e del livello record di inflazione. Eppure, anche nel mezzo di questa crisi, il flusso regolatorio non si arresta", ha incalzato Knof durante una conferenza sulla supervisione bancaria ospitata dalla Bundesbank. "Sono state introdotte nuove richieste e nuove incombenze, come se non fosse accaduto. Così non può andare avanti".

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0308:17 gen 2023


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