MADRID (awp/ats/ans) - I francesi preferiscono la Sagrada Familia di Barcellona o la spiaggia della Concha di San Sebastian, gli italiani il sole e i ritmi di Formentera e Ibiza, i britannici non rinunciano alla Malaga di Picasso, gli statunitensi alla movida di Madrid, i tedeschi alla paella di Valencia.

Tutti pazzi per la Spagna, che ha bruciato ogni record precedente per presenze turistiche con 85,1 milioni di visitatori stranieri che l'hanno scelta per le vacanze nel 2023. Non solo con un aumento del 24,7% rispetto al 2022, ma anche del 18,2% rispetto alla cifra finora record pre-pandemia del 2019, stando ai dati pubblicati oggi dall'Istituto nazionale di statistica.

La Spagna si prepara peraltro a soffiare il primato della destinazione più amata e visitata al mondo alla Francia, che prevede di chiudere il 2023 con un numero di turisti compreso fra i 79 e 85 milioni, secondo le stime anticipate dal governo francese in attesa delle statistiche definitive.

Un traguardo finora mai raggiunto nel Paese che in poco più di un decennio, dal 2012, ha aumentato di 27 milioni i turisti stranieri. Mentre l'Italia con 64,5 milioni di visitatori continua ad affascinare con la sua ricchezza culturale, artistica e gastronomica, ma scivolerebbe a un modesto quinto posto, dietro anche a Stati Uniti (79,3 milioni) e Cina (65,7 milioni) nel ranking globale redatto in uno studio di Caixabank Reserch.

La Catalogna, secondo l'Ine, si conferma la più battuta dai forestieri, con 18 milioni di presenze (+21,2% rispetto al 2022), davanti alle Baleari e alle Canarie, mentre Castilla y Leon è leader nel turismo rurale. Grazie al mix di città storiche, spiagge, festival musicali, grandi eventi congressuali e una cucina effervescente e per tutte le tasche, la patria di Goya e Cervantes segna un massimo storico anche per spesa turistica, attestata nel 2023 a 108,662 miliardi, pari al +24,7% rispetto al 2022 e superiore ai 91,9 miliardi registrati nel 2019.

Il contributo al Pil nazionale - che nell'anno vola con una crescita del 2,5%, il doppio della media Ue - è vicino al 13%. Ma il boom ha aperto anche un dibattito sulla sostenibilità del settore, uno dei principali pilastri dell'economia iberica.

L'altra faccia della medaglia è ad esempio la 'massificazione' delle località costiere, soprattutto sul versante mediterraneo, dove l'aumento dei turisti si scontra con i limiti strutturali della sostenibilità non solo ambientale ma anche economica e sociale per i residenti, costretti a fare i conti con la mancanza di alloggi non turistici, l'aumento dei prezzi e la carenza di servizi primari, a cominciare dalle forniture idriche ridotte dalla siccità sempre più prolungata per il cambiamento climatico, come nel caso di Barcellona.