BASILEA (awp/ats) - Clariant nel mirino di Shell: il colosso petrolifero inglese ha citato in giudizio il gigante basilese della chimica e altre tre aziende per richiedere un risarcimento che potrebbe arrivare al miliardo di euro.

La causa, formalmente depositata ieri presso un tribunale di Amsterdam, si riferisce a violazioni della legge sulla concorrenza nel mercato dell'approvvigionamento dell'etilene, ha indicato oggi in un breve comunicato l'impresa renana.

Nell'ambito di questa vicenda nel luglio 2020 Clariant era stata multata per 155,8 milioni di euro dalla Commissione europea. Le intese considerate illecite erano costate sanzioni anche alla messicana Orbi e alla statunitense Celanese, mentre l'americana Westlake era scampata alla multa poiché all'origine della denuncia del cartello sugli acquisti in vigore dal 2011 al 2017.

Shell chiede ora un indennizzo alle quattro società ritenute colpevoli. "Clariant nega fermamente le accuse e difenderà vigorosamente la propria posizione nel procedimento", si legge nella nota. Shell non era un fornitore di etilene per Clariant e l'impresa sostiene di disporre di prove economiche solide che dimostrano come la condotta delle parti non abbia avuto alcun effetto sul mercato.

Come era prevedibile la notizia non ha fatto fare i salti di gioia agli investitori: in borsa il titolo Clariant è arrivato oggi a perdere sino al 5%. Dall'inizio di gennaio il corso è sceso dell'8%.

Clariant ha sede a Muttenz (BL), nel cuore della regione che ospita il fulcro dell'industria chimica svizzera. Il gruppo è nato nel 1995 da uno scorporo del comparto specialità chimiche di Sandoz, un anno prima che Ciba e Sandoz si unissero per dare vita a Novartis (nel frattempo, è notizia del corrente mese di ottobre, Sandoz è peraltro tornata indipendente). All'inizio degli anni 2000 Clariant arrivò ad avere in organico circa 31'000 dipendenti, poi seguì una crisi, programmi di ristrutturazione e dismissioni. A fine dicembre 2022 la società dava lavoro a oltre 11'000 persone.