MILANO (MF-NW)--L'emergenza siccità che ha colpito il Kenya nella scorsa primavera, la peggiore degli ultimi quarant'anni, ha scatenato un'ondata di violenza a causa della carenza di cibo e acqua. In Italia siamo ancora lontani da effetti così estremi, ma il cambiamento climatico sta incidendo in misura crescente sulle nostre vite, dalle abitudini alle scelte di consumo, ai nuovi bisogni per le imprese e le famiglie. Per evitare impatti ancora più nefasti sull'ambiente, la nostra salute e l'economia, occorre accelerare sulla strada della decarbonizzazione. Una sfida che coinvolge anche le stesse imprese, chiamate a investire in nuove tecnologie e modelli di business per ridurre le proprie emissioni inquinanti. Peccato, però, che da questo punto di vista occorra un deciso cambio di passo.

Un report della School of management del Politecnico di Milano evidenzia che per raggiungere gli obiettivi climatici europei al 2030, che prevedono la riduzione delle emissioni di gas serra del 55% rispetto ai livelli del 1990, l'Italia dovrebbe correre otto volte più veloce rispetto a quanto sta facendo, diminuendo le emissioni almeno del 4% l'anno. Trasporti ed edilizia, si legge su Affari&Finanza di Repubblica, risultano tra i settori più inquinanti che dovrebbero far scendere le emissioni rispettivamente del 33% e del 23%, anche se non si sta investendo abbastanza per la riduzione.

Anche un rapporto realizzato dalla società di consulenza Bain & Company evidenzia un andamento poco rassicurante. Secondo lo studio, le emissioni nette di gas serra nel nostro Paese ammontano a 371 Mt, principalmente derivanti da produzione energetica, manifattura, processi industriali e trasporti. Numeri che anche in uno scenario accelerato, per il quale non esistono al momento piani concreti di azione, dovrebbero ridursi a 76Mt nel 2050, ancora lontani dagli obiettivi di net zero. In base al report, solo il 26% delle emissioni generate dalle aziende è divulgato pubblicamente, e solo il 15% (derivanti dalle attività di 298 società) è coperto da piani di decarbonizzazione "science-based", in linea con le indicazioni dettate dall'Intergovernmental Panel on Climate Change da cui sono nati gli obiettivi di contenimento del riscaldamento climatico concordati alla Cop 21 di Parigi nel 2015.

"Tra le iniziative prioritarie su cui le aziende si concentrano, vi sono l'adozione di sistemi digitali di gestione dell'energia, l'implementazione di sistemi di misurazione diretta delle emissioni, l'acquisto di energie rinnovabili, l'utilizzo di idrogeno in alcuni processi al posto del metano, le azioni di efficientamento energetico, il riutilizzo delle sostanze di scarto per impieghi secondari", racconta Roberto Prioreschi, Semea regional managing partner di Bain & Company. Una sfida, quella legata alla sostenibilità, che interessa in maniera trasversale tutti i settori, anche se con gradi di adozione e di successo diversi. "Alcuni comparti - ad esempio quello energetico e industriale - hanno questa trasformazione nel proprio Dna, perché legata a doppio filo allo sviluppo e all'evoluzione del proprio business. Altri, ad esempio la finanza e il settore bancario, si trovano ad affrontare priorità diverse", spiega Pierluigi Serlenga, managing partner Italia di Bain&Company.

Il report della società di consulenza individua alcune azioni che andrebbero intraprese per accelerare il processo. Tra queste, aumentare il monitoraggio e la divulgazione delle emissioni, definire target di riduzione basati sulle indicazioni della scienza e incorporare le ambizioni in termini di net zero nella pianificazione aziendale. Occorre inoltre ricordare, aggiunge Serlenga, "che non esiste un percorso unico verso la decarbonizzazione: le aziende che vogliono affrontare un percorso di questo tipo devono scegliere se e dove differenziarsi rispetto alla concorrenza, concentrandosi su poche iniziative, ma in grado di fare la differenza". Si tratta di una strada necessaria non solo per mantenere gli impegni presi a livello europeo e salvaguardare il futuro del nostro Paese, ma anche per garantire un vantaggio competitivo alle imprese. Infatti, investire in sostenibilità paga. "Accelerando sulla decarbonizzazione, le aziende non riducono soltanto le proprie emissioni: attraggono investimenti, accedono a nuovi mercati e trattengono i propri talenti", osserva Serlenga.

E anche un recente report della Banca Centrale europea sottolinea come accelerare sulla transizione verde comporti per le imprese la necessità di dover sostenere degli investimenti iniziali che però nel medio termine si traducono in minori rischi finanziari e in una maggiore redditività. La spinta arriva anche da consumatori e dipendenti che si mostrano sempre più attenti a questi temi, privilegiando quelle aziende che puntano sì a crescere e a generare profitto, ma che al contempo fanno proprie delle cause ambientali e sociali, puntando a produrre un impatto positivo sul Pianeta, le persone e le comunità in cui operano.

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October 30, 2023 03:30 ET (07:30 GMT)