Gentian Diagnostics ASA ha annunciato che i risultati di uno studio condotto in collaborazione con l'Ospedale Universitario Karolinska, che conferma il valore della calprotectina nella gestione dei pazienti con sospetta sepsi, sono stati pubblicati nella rivista scientifica BMC Emergency Medicine con il titolo o Plasma calprotectin as an indicator of need of transfer to intensive care in patients with suspected sepsis at the emergency departmento. Lo studio è stato condotto su pazienti con sospetta sepsi presentati al Dipartimento di Emergenza (ED) dell'Ospedale Universitario Karolinska. I pazienti con sospetta sepsi attivano un allarme sepsi, con conseguente valutazione clinica urgente (entro 15 minuti) da parte di un team multidisciplinare di medici per identificare la presenza di un'infezione, ottimizzare l'assistenza clinica e prendere una decisione sul livello di assistenza.

È stato dimostrato che il riconoscimento e il trattamento precoce dei pazienti settici migliorano gli esiti dei pazienti ed è necessario disporre di biomarcatori che supportino le decisioni cliniche. Lo scopo di questo studio è stato quello di confrontare le prestazioni della calprotectina e dei biomarcatori di routine procalcitonina (PCT), proteina C reattiva (CRP) e rapporto neutrofili/linfociti (NLR) nella stima della gravità della malattia e nella previsione della necessità di ricovero in terapia intensiva per i pazienti con sospetta sepsi. In totale, 592 pazienti hanno attivato l'allarme sepsi durante il periodo di studio, di cui 351 sono stati inclusi nello studio.

Tra questi, 319 pazienti hanno avuto un'infezione, 66 sono stati trasferiti in terapia intensiva e 253 nel reparto generale. La calprotectina era l'unico biomarcatore in grado di distinguere i pazienti con infezione batterica da quelli senza infezione. Inoltre, i livelli di calprotectina erano significativamente più alti nei pazienti trasferiti a un livello di assistenza superiore rispetto ai pazienti ricoverati nel reparto generale.

Non è stata osservata una tendenza simile per PCT, CRP o NLR. I risultati dello studio confermano livelli elevati di calprotectina nei pazienti con infezione e mostrano una performance superiore della calprotectina rispetto a CRP, PCT e NLR nell'individuare i pazienti con necessità di trasferimento diretto in terapia intensiva.