ImpediMed ha annunciato che presenterà i nuovi risultati di uno studio sul linfedema correlato al cancro al seno durante una sessione di poster al Meeting annuale della Società Americana dei Chirurghi del Seno (ASBrS) che si terrà a Orlando, FL, il 12 aprile 2024. Lo studio, intitolato "Timing of Breast Cancer-related Lymphedema Development Over Three Years: Observations from a Large, Prospective Randomized Screening Trial", ha rivelato che le pazienti a rischio di sviluppare un linfedema correlato al cancro al seno (BRCL) dovrebbero continuare a essere monitorate per tre anni dopo il completamento del trattamento oncologico, in quanto le pazienti potrebbero scatenarsi in qualsiasi momento durante questo periodo. I risultati fanno parte di PREVENT, il più grande studio di controllo randomizzato per valutare la prevenzione del linfedema, condotto su 1200 donne, che ha monitorato la progressione verso il BCRL dopo l'intervento per il BCRL valutato sia con la spettroscopia di bioimpedenza (BIS) che con il metro a nastro, dimostrando una minore progressione verso il linfedema cronico con l'individuazione precoce utilizzando il BIS e l'intervento rispetto al metro a nastro.

Il linfedema, una conseguenza comune del trattamento del cancro, pone sfide significative nell'assistenza sanitaria. Secondo l'American Cancer Society, il 58% dei pazienti oncologici con diagnosi di cancro al seno, melanoma o tumori dell'area pelvica è a rischio di sviluppare un linfedema agli arti, e oltre l'80% dei pazienti con cancro al seno è a rischio. ImpediMed possiede l'unica tecnologia BIS approvata dalla FDA per la valutazione clinica del linfedema.

La piattaforma SOZO® Digital Health dell'azienda è ampiamente accettata e riconosciuta per uno screening efficace e accurato del linfedema, con i payor statunitensi che ora forniscono la copertura per oltre 140 milioni di vite coperte. Lo studio PREVENT è uno studio cardine e il più grande studio randomizzato controllato per valutare la prevenzione del linfedema. Lo studio ha arruolato 1.200 pazienti in 10 siti di sperimentazione negli Stati Uniti e in Australia, coinvolgendo 13 ospedali, tra cui la Vanderbilt University, la Mayo Clinic e la MD Anderson.

Lo studio è stato condotto nell'arco di sei anni e mezzo e i pazienti sono stati seguiti per un massimo di tre anni, con l'obiettivo primario di determinare se l'intervento precoce nei pazienti con rilevamento subclinico dell'accumulo di liquido extracellulare mediante spettroscopia di bioimpedenza si traduce in un tasso inferiore di progressione del linfedema rispetto al tasso di rilevamento subclinico mediante metro a nastro. Il manoscritto è stato pubblicato su Lymphatic Research and Biology. I risultati dello studio hanno dimostrato che i pazienti con rilevamento precoce con la tecnologia L-Dex?

e l'intervento a domicilio con indumenti compressivi hanno determinato un tasso di linfedema cronico del 7,9% rispetto al tasso di linfedema cronico del 19,2% con l'uso del metro a nastro. La differenza è statisticamente significativa (p=0,016), oltre ad essere clinicamente significativa per i pazienti e i medici. Ciò rappresenta una riduzione assoluta dell'11,3% e relativa del 59% nella progressione del linfedema a tre anni.