Inter Pipeline Ltd. ha annunciato di aver messo in funzione con successo il suo impianto di polipropilene (PP) e di aver avviato la produzione iniziale. Con il marchio Heartland Polymers, l'impianto è l'unico del suo genere in Nord America e offre al mercato una delle due sole nuove fonti di PP in oltre un decennio. Grazie alla sua posizione unica, al design e alla tecnologia moderni e alla possibilità di trasporto, Heartland dovrebbe essere una delle opzioni di produzione più sostenibili e affidabili del settore.

La costruzione del complesso petrolchimico di Heartland è iniziata all'inizio del 2018 e si prevede che convertirà il propano di provenienza locale e a basso costo in 525.000 tonnellate all'anno di PP, una plastica multiuso di alto valore, facilmente trasportabile e riciclabile. Questo polimero viene utilizzato nella produzione di una serie di prodotti finiti, come imballaggi alimentari, tessuti, prodotti sanitari e forniture mediche. Una volta in funzione, Heartland dovrebbe creare un cambio di passo nella generazione di flussi di cassa annuali per Inter Pipeline, con circa il 70% della produzione contrattata su una media ponderata di nove anni.

L'impianto PP è stato messo in funzione utilizzando il materiale di alimentazione PGP proveniente da una caverna del Frazionatore Olefinico Redwater di Inter Pipeline. La fonte primaria di materie prime sarà un impianto PDH in loco, dove il propano sarà trasformato in PGP. Si prevede che l'impianto di deidrogenazione del propano (PDH) entrerà in servizio integrato con l'impianto di PP nel terzo trimestre di quest'anno, diventando così il primo complesso integrato di questo tipo in Nord America.

L'opzionalità sia della caverna di stoccaggio che della produzione diretta di PGP in loco garantisce un'affidabilità eccezionale per i clienti. Grazie a scelte progettuali e tecnologiche mirate, abbinate a materie prime locali, si prevede che Heartland generi il 65% in meno di gas serra rispetto alla media degli impianti globali di PP in tutto il mondo. Grazie alla sua natura integrata, il complesso è stato progettato per utilizzare i sottoprodotti di etano e idrogeno per alimentare la produzione di energia nell'unità di cogenerazione (CUB), per costituire circa il 32% dell'utilizzo totale di carburante dell'operazione, riducendo l'impronta di carbonio totale di circa 130.000 tonnellate all'anno.

Inoltre, la scelta progettuale di utilizzare il raffreddamento ad aria anziché ad acqua nell'operazione ha un impatto significativo sulla quantità di acqua utilizzata a Heartland. Quando sarà completamente in funzione, si prevede che il Complesso utilizzerà l'80% in meno di acqua di reintegro rispetto alle operazioni con raffreddamento ad acqua.