Bilanci 2020

Bilancio Consolidato

Progetto di Bilancio d'esercizio della Capogruppo

Questo documento contiene previsioni e stime che riflettono le attuali opinioni del management Intesa Sanpaolo in merito ad eventi futuri. Previsioni e stime sono in genere identificate da espressioni come "è possibile," "si dovrebbe," "si prevede," "ci si attende," "si stima," "si ritiene," "si intende," "si progetta," "obiettivo" oppure dall'uso negativo di queste espressioni o da altre varianti di tali espressioni oppure dall'uso di terminologia comparabile.

Queste previsioni e stime comprendono, ma non si limitano a, tutte le informazioni diverse dai dati di fatto, incluse, senza limitazione, quelle relative alla posizione finanziaria futura di Intesa Sanpaolo e ai risultati operativi, la strategia, i piani, gli obiettivi e gli sviluppi futuri nei mercati in cui Intesa Sanpaolo opera o intende operare.

A seguito di tali incertezze e rischi, si avvisano i lettori che non devono fare eccessivo affidamento su tali informazioni di carattere previsionale come previsione di risultati effettivi. La capacità del Gruppo Intesa Sanpaolo di raggiungere i risultati previsti dipende da molti fattori al di fuori del controllo del management. I risultati effettivi possono differire significativamente (ed essere più negativi di) da quelli previsti o impliciti nei dati previsionali. Tali previsioni e stime comportano rischi ed incertezze che potrebbero avere un impatto significativo sui risultati attesi e si fondano su assunti di base.

Le previsioni e le stime ivi formulate si basano su informazioni a disposizione di Intesa Sanpaolo alla data odierna. Intesa Sanpaolo non si assume alcun obbligo di aggiornare pubblicamente e di rivedere previsioni e stime a seguito della disponibilità di nuove informazioni, di eventi futuri o di altro, fatta salva l'osservanza delle leggi applicabili. Tutte le previsioni e le stime successive, scritte ed orali, attribuibili a Intesa Sanpaolo o a persone che agiscono per conto della stessa sono espressamente qualificate, nella loro interezza, da queste dichiarazioni cautelative.

Assemblea ordinaria del 28 aprile 2021

Relazione e bilancio consolidato del Gruppo Intesa Sanpaolo dell'esercizio 2020

Relazione e bilancio di Intesa Sanpaolo dell'esercizio 2020

Intesa Sanpaolo S.p.A. Sede Legale: Piazza S. Carlo, 156 10121 Torino Sede Secondaria: Via Monte di Pietà, 8 20121 Milano Capitale Sociale Euro

10.084.445.147,92 Registro delle Imprese di Torino e Codice Fiscale 00799960158 Rappresentante del Gruppo IVA "Intesa Sanpaolo" Partita IVA 11991500015 (IT11991500015) N. Iscr. Albo Banche 5361 Codice ABI 3069.2 Aderente al Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi e al Fondo

Nazionale di Garanzia Capogruppo del gruppo bancario "Intesa Sanpaolo" iscritto all'Albo dei Gruppi Bancari

Sommario

Il Gruppo Intesa Sanpaolo 7

Cariche sociali 11

Lettera del Presidente 13

RELAZIONE E BILANCIO CONSOLIDATO DEL GRUPPO INTESA SANPAOLO

Introduzione 17

RELAZIONE SULL'ANDAMENTO DELLA GESTIONE

Il 2020 in sintesi

Dati economici e indicatori alternativi di performance 22

Dati patrimoniali e indicatori alternativi di performance 24

Indicatori alternativi di performance e altri indicatori 25

L'esercizio 2020 in sintesi 29

Lo scenario macroeconomico e il sistema creditizio 81

I risultati economici e gli aggregati patrimoniali 87

I risultati per settori di attività e per aree geografiche 131

Corporate Governance e politiche di remunerazione 167

Il titolo Intesa Sanpaolo 181

Indicatori Alternativi di Performance e Altre informazioni

Indicatori alternativi di performance Altre informazioni

La prevedibile evoluzione della gestione

189 193 194

BILANCIO CONSOLIDATO DEL GRUPPO INTESA SANPAOLO

Prospetti contabili consolidati

Stato patrimoniale consolidato Conto economico consolidato

200

202

Prospetto della redditività consolidata complessiva Prospetto delle variazioni del patrimonio netto consolidato Rendiconto finanziario consolidato

203

204

206

Nota Integrativa consolidata

Parte A - Politiche contabili

209

Parte B - Informazioni sullo stato patrimoniale Parte C - Informazioni sul conto economico Parte D - Redditività consolidata complessiva

287

379

402

Parte E - Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura Parte F - Informazioni sul patrimonio consolidato

403

550

Parte G - Operazioni di aggregazione riguardanti imprese o rami d'azienda

555

Parte H - Informazioni sui compensi e operazioni con parti correlate

575

Parte I - Accordi di pagamento basati su propri strumenti patrimoniali Parte L - Informativa di settore

581

585

Parte M - Informativa sul leasing

589

Sommario

Attestazione del bilancio consolidato ai sensi dell'art. 154 bis del D.Lgs. n. 58/1998 595

Relazione della Società di revisione al bilancio consolidato 597

Allegati del bilancio del Gruppo Intesa Sanpaolo 611

RELAZIONE E BILANCIO DI INTESA SANPAOLO

RELAZIONE SULL'ANDAMENTO DELLA GESTIONE

Dati di sintesi, indicatori alternativi di performance e altri indicatori 642

I risultati dell'esercizio di Intesa Sanpaolo 647

Altre informazioni 654

La prevedibile evoluzione della gestione 655

Proposte all'Assemblea 657

BILANCIO DI INTESA SANPAOLO

Prospetti contabili

Stato patrimoniale 664

Conto economico 666

Prospetto della redditività complessiva 667

Prospetto delle variazioni del patrimonio netto 668

Rendiconto finanziario 669

Nota Integrativa

Parte A - Politiche contabili 673

Parte B - Informazioni sullo stato patrimoniale 733

Parte C - Informazioni sul conto economico 785

Parte D - Redditività complessiva 804

Parte E - Informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura 805

Parte F - Informazioni sul patrimonio 855

Parte G - Operazioni di aggregazione riguardanti imprese o rami d'azienda 858

Parte H - Informazioni sui compensi e operazioni con parti correlate 859

Parte I - Accordi di pagamento basati su propri strumenti patrimoniali 867

Parte L - Informativa di settore 871

Parte M - Informativa sul leasing 872

Attestazione del bilancio d'esercizio ai sensi dell'art. 154 bis del D.Lgs. n. 58/1998 877

Relazione della Società di revisione al bilancio di Intesa Sanpaolo 879

Allegati del bilancio di Intesa Sanpaolo 889

Glossario 915

Contatti 933

Calendario finanziario 937

Il Gruppo Intesa Sanpaolo

Cariche sociali

Consiglio di Amministrazione

Presidente

Gian Maria GROS-PIETRO

Vice Presidente

Paolo Andrea COLOMBO

Consigliere delegato e Chief Executive Officer

Carlo MESSINA (a)

Consiglieri

Franco CERUTI

Roberto FRANCHINI (1) (*) Anna GATTI

Rossella LOCATELLI Maria MAZZARELLA Fabrizio MOSCA (*) Milena Teresa MOTTA (*) Luciano NEBBIA

Bruno PICCA

Alberto Maria PISANI (**) Livia POMODORO Andrea SIRONI (2)

Maria Alessandra STEFANELLI Guglielmo WEBER

Daniele ZAMBONI Maria Cristina ZOPPO (*)

Dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari

Fabrizio DABBENE

Società di Revisione

KPMG S.p.A.

  • (a) Direttore Generale

  • (*) Componente del Comitato per il Controllo sulla Gestione

  • (**) Presidente del Comitato per il Controllo sulla Gestione

  • (1) Nominato dall'Assemblea degli Azionisti il 27 aprile 2020 in sostituzione del Consigliere cessato dalla carica Corrado Gatti

  • (2) Nominato dall'Assemblea degli Azionisti il 27 aprile 2020 a seguito di cooptazione del Consiglio di Amministrazione in data

    2 dicembre 2019

Lettera del Presidente

Signori Azionisti,

la diffusione del virus SARS - COVID-19 e il susseguirsi di ondate di contagio hanno portato a cambiamenti sostanziali nelle abitudini di vita, in particolare nei Paesi più sviluppati. Ne sono state influenzate tutte le attività economiche, per la rapida espansione di modelli di consumo e di modi di lavorare che consentono di ridurre il numero di spostamenti delle persone e di compresenze. La chiusura forzata di attività manifatturiere e di servizi, ancorché temporanea, ha avuto effetti di estremo rilievo sul tessuto produttivo e sull'occupazione; effetti di rimbalzo rilevantissimi si sono manifestati quando è stato possibile sospendere le misure di confinamento. Sono emerse fragilità nella catena di produzione internazionale, che erano state sottovalutate; una maggiore attenzione viene ora rivolta alle eccessive dipendenze rispetto ad ambiti esterni. Ciò potrà portare ad una revisione degli schemi di localizzazione della produzione e dello scambio di beni e servizi, incorporandovi strumenti di mitigazione dei rischi di interruzione delle catene di fornitura. Ne nasceranno opportunità, per i

Paesi altamente aperti agli scambi internazionali che sapranno muoversi tra i primi.

La gravità della crisi ha indotto le nazioni del vecchio continente a un nuovo atteggiamento rispetto alla gestione del sistema economico dell'Unione Europea: da una visione austera e rigida, a una più flessibile e inclusiva. La sospensione dei parametri di Maastricht, l'approvazione dello strumento SURE e la definizione del pacchetto

Next Generation EU rappresentano, di fatto, un avanzamento sostanziale della costruzione europea lungo linee di crescita sostenibili dal punto di vista sociale, economico ed ambientale. Insieme con gli interventi della Banca

Centrale Europea, hanno consentito di superare problemi di liquidità e di iniziare a progettare il futuro.

Il processo di distacco del Regno Unito dall'Unione Europea è avvenuto sulla base di accordi condivisi, che

potranno fare da cornice ad un nuovo tipo di rapporto, competitivo ma non conflittuale. L'esito delle elezioni USA, con la vittoria di Joe Biden, fa prevedere una impostazione multilaterale, più distesa e collaborativa, della politica estera americana.

Nel 2020, la dinamica del PIL italiano ha seguito l'attuazione delle misure di contenimento del virus, registrando

una recessione di profondità e rapidità inedite nel primo e secondo trimestre, un rimbalzo senza precedenti nel periodo estivo, e un nuovo rallentamento in chiusura d'anno in coincidenza con l'avvio della seconda ondata di

contagi. Nonostante la capacità di reazione mostrata dal tessuto produttivo e la presenza di un settore bancario solido in grado di svolgere un ruolo complementare rispetto agli interventi del settore pubblico e della politica monetaria, il nostro Paese ha archiviato l'anno con un calo dell'8,9% del PIL, mostrando, tuttavia, una elevata

capacità di resistenza e di reazione.

La velocità della ripartenza, nell'anno in corso, dipenderà dall'evoluzione dell'epidemia e dalla capacità di saper sfruttare efficacemente i fondi messi a disposizione dalla UE con l'approvazione del programma di aiuti. L'implementazione del programma di rinascita europeo vedrà al proprio fianco il sistema bancario con l'importante ruolo di allocare efficientemente le risorse e aiutare i cittadini a smobilizzare i risparmi, accumulati in forma liquida per l'incertezza, verso investimenti profittevoli capaci di generare un impatto sociale durevole e di

favorire una crescita sostenibile ed inclusiva. Nei confronti delle imprese, il compito delle banche nel nuovo scenario non sarà solo quello di erogare credito, ma anche di accompagnarle nell'accesso a fonti di

finanziamento alternative, con particolare attenzione al capitale di rischio.

La realizzazione di vaccini efficaci in tempi record ha alimentato le aspettative del ritorno ad una nuova normalità. Tuttavia, la continuazione della circolazione del virus e l'emergere di nuove varianti potranno

richiedere ancora periodi di sospensione di alcune attività. La capacità di convivere con il contenimento del virus, e la velocità nel ridurne la diffusione, costituiranno vantaggi competitivi rilevanti tra i Paesi.

Intesa Sanpaolo si è mossa con decisione per affrontare l'evento pandemico, dal punto di vista della propria

attività e da quello della comunità circostante. La Vostra banca ha garantito, in ogni momento, la continuità del servizio essenziale costituito dall'attività bancaria, tutelando il personale e i clienti; nello stesso tempo, è stato

ampliato il ricorso, già esteso, al lavoro a distanza: oltre 80.000 persone, con UBI. Il rafforzamento delle capacità digitali centrali e delle dotazioni individuali, insieme con la messa a punto di modalità efficaci di co-lavoro a distanza, consentirà, una volta cessato il vincolo esterno, di usarle come strumento di organizzazione flessibile, anche a livello individuale, delle diverse attività della persona: ferma restando l'importanza dei rapporti

interpersonali in presenza, sia per la loro immediata efficacia, sia per consentire la formazione di legami di gruppo, sia, infine, per la sua indispensabilità nella formazione di professionalità avanzate. Siamo il primo datore di lavoro privato in Italia e sentiamo l'impegno di tracciare sentieri di sviluppo socialmente ed economicamente

validi.

Il nostro impegno verso obiettivi di tipo Environmental, Social e Governance è costante, e riconosciuto. Intesa

Sanpaolo è l'unica banca italiana inclusa nei Dow Jones Sustainability Indices, nel 2021 nel "Global 100 MostSustainable Corporations in the World Index" di Corporate Knights e nel Diversity & Inclusion Index di Refinitiv, che seleziona le 100 migliori aziende quotate a livello mondiale per diversità e inclusione. È inoltre la prima tra le banche europee ad essere presente in tre delle principali valutazioni internazionali ESG (MSCI, Sustainalytics e

Bloomberg ESG Disclosure Score), ed è stata inserita nell'indice riguardante la parità di genere Bloomberg

Gender-Equality Index (GEI), registrando per il 2021 un punteggio ampiamente superiore alla media del settore finanziario a livello mondiale, e delle società italiane.

La Vostra banca ha tenuto fede al suo ruolo di motore dello sviluppo italiano. Il primo obiettivo è stato di impedire che un arresto temporaneo dell'attività economica producesse danni permanenti al sistema produttivo,

per carenza di liquidità: siamo stati i primi a concedere moratorie, ne abbiamo concesse per 95 miliardi.

Abbiamo donato 100 milioni di euro per rafforzare il sistema sanitario nazionale, destinato 125 milioni di euro del Fondo Impact (pari al 50% della dotazione) alla riduzione del disagio socio-economico causato da COVID-19 e messo a disposizione delle imprese e dei professionisti 50 miliardi di euro di nuovi crediti per la salvaguardia dell'occupazione e la gestione dei pagamenti durante l'emergenza, oltre a 10 miliardi di euro di nuove linee di

credito per supportare circa 2.500 filiere produttive italiane.

Prosegue l'evoluzione del Gruppo Intesa Sanpaolo verso le attività che consentiranno di mantenere la

preferenza dei nostri clienti e di conquistarne di nuovi. Abbiamo, compresa UBI, più di 12 milioni di clienti multicanale. L'App Intesa Sanpaolo è valutata tra le migliori in Europa. Tra ISP e UBI, oltre 7 milioni di clienti

usano le nostre App. L'accordo con Google e TIM per la creazione di due Region Cloud Hub, a Torino e a

Milano, permetterà alla Vostra banca di espandere rapidamente, con sicurezza e con costi competitivi, l'offerta

di attività digitale, in modo da anticipare sempre, e poter stimolare, la crescita della domanda.

Parallelamente allo sviluppo degli strumenti digitali, prosegue l'integrazione della gamma di servizi offerti alla

clientela. A fianco delle tradizionali attività di raccolta del risparmio e di concessione del credito, da tempo Intesa Sanpaolo è diventato un operatore leader nel vasto campo dei servizi di tutela, investimento e gestione del risparmio, protezione delle persone e dei loro beni, protezione delle imprese. La protezione non si ferma alla copertura dei danni, ma tende ad espandersi alla messa a disposizione diretta dei servizi: con l'acquisizione del

controllo di RBM, Intesa Sanpaolo è divenuta un operatore in un settore, quello della salute, destinato a crescere notevolmente.

L'acquisizione del Gruppo UBI Banca ha avuto come obiettivo strategico la creazione di valore per tutti gli

stakeholder e il rafforzamento della posizione di leadership nel sistema bancario europeo, a sostegno di una crescita inclusiva e di lungo termine. La progressiva integrazione di UBI non ha determinato costi sociali; prosegue con successo, e in anticipo rispetto alle scadenze originarie. L'integrazione del personale UBI sta

avvenendo con piena soddisfazione: come ci aspettavamo, il livello professionale e la collaborazione delle persone che l'operazione UBI porta nel gruppo Intesa Sanpaolo sono eccellenti, e hanno consentito di valorizzarle anche ad alti livelli, nell'ambito della revisione organizzativa che ha arricchito le strutture di Intesa

Sanpaolo, allo scopo di ottimizzarle rispetto alla nuova impronta sul territorio e nel settore. Oggi le sinergie stimate sono superiori a quelle previste al momento dell'Offerta Pubblica di Acquisto e Scambio. L'operazione permetterà al Gruppo risultante di rafforzare il ruolo di motore dell'economia reale e sociale, con quote di

mercato di circa il 20% in tutti i principali settori di attività.

I risultati del 2020 riflettono una redditività sostenibile, che può contare su un modello di business resiliente e ben diversificato e su numerosi vantaggi competitivi: il 61% del risultato corrente lordo del 2020 proviene da attività di Wealth Management e Protection. La solidità della base patrimoniale si pone ai livelli più alti della zona euro, ed eccede di oltre 23 miliardi il parametro prudenziale stabilito dalla BCE.

Il valore economico generato dall'esercizio 2020 - oltre 19 miliardi di euro - è stato distribuito per il 74% agli stakeholders, di cui il 43% alle persone che lavorano per noi, il 5% agli Azionisti, e il rimanente a fornitori, Stato, Enti, Istituzioni e Comunità. Una quota degli utili è stata, inoltre, destinata a sostenere progetti ad elevato impatto sociale e a favore delle persone caratterizzate da maggiore fragilità socioeconomica attraverso il Fondo Beneficenza.

A fronte di un utile netto consolidato del Gruppo pari a 3.277 milioni di euro e di un utile individuale della

Capogruppo pari a 679 milioni di euro, viene proposta all'assemblea ordinaria la distribuzione per cassa di

dividendi per 694 milioni di euro, il quantitativo massimo attualmente stabilito dal supervisore, pari a 3,57 centesimi di euro per azione ordinaria al lordo delle ritenute di legge. Una volta superate le restrizioni delle BCE chiederemo l'autorizzazione a distribuire in contanti - dalle riserve - la parte restante del payout ratio previsto, pari complessivamente al 75% di 3,5 miliardi di euro di utile netto rettificato 2020.

Gian Maria Gros-Pietro

Relazione e Bilancio Consolidato del Gruppo Intesa Sanpaolo

Introduzione

Il bilancio consolidato del Gruppo Intesa Sanpaolo, in applicazione del D. Lgs. 28 febbraio 2005 n. 38, è redatto secondo i principi contabili IAS/IFRS emanati dall'International Accounting Standards Board (IASB) ed i relativi documenti interpretati vi dell'International Financial Reporting Interpretations Committee (IFRIC), omologati dalla Commissione Europea, come

stabilito dal Regolamento Comunitario n. 1606 del 19 luglio 2002.

Il bilancio consolidato al 31 dicembre 2020 è stato predisposto sulla base delle "Istruzioni per la redazione del bilancio dell'impresa e del bilancio consolidato delle banche e delle società finanziarie capogruppo di gruppi bancari" della Banca d'Italia, nell'esercizio dei poteri stabiliti dall'art. 43 del D. Lgs. n. 136/2015, con il Provvedimento del 22 dicembre 2005, con

cui è stata emanata la Circolare n. 262/05, e con i successivi aggiornamenti e integrazioni. Queste Istruzioni stabiliscono in modo vincolante gli schemi di bilancio e le relative modalità di compilazione, nonché il contenuto della Nota integrativa.

In particolare, per il Bilancio 2020 si è tenuto conto delle integrazioni incluse nella Comunicazione della Banca d'Italia del

15 dicembre 2020 aventi ad oggetto gli impatti del COVID-19 e delle misure a sostegno dell'economia ed alcuni emendamenti agli IAS/IFRS.

Il bilancio consolidato è costituito dallo Stato patrimoniale, dal Conto economico, dal Prospetto della redditività complessiva, dal Prospetto delle variazioni di patrimonio netto, dal Rendiconto finanziario e dalla Nota integrativa e dalle relative informazioni comparative ed è inoltre corredato da una Relazione sull'andamento della gestione, sui risultati economici

conseguiti e sulla situazione patrimoniale e finanziaria del Gruppo.

A supporto dei commenti sui risultati dell'esercizio, nella Relazione sulla gestione vengono presentati ed illustrati prospetti di

conto economico e di stato patrimoniale riclassificati. Il relativo raccordo con gli schemi di bilancio, richiesto dalla Consob con la Comunicazione n. 6064293 del 28 luglio 2006, è riportato tra gli Allegati.

La Relazione sulla gestione contiene informazioni finanziarie estratte dal bilancio consolidato o riconducibili allo stesso ed altre informazioni - quali, a titolo esemplificativo, i dati inerenti all'evoluzione trimestrale e taluni indicatori alternativi di performance - non estratte o direttamente riconducibili al bilancio consolidato. In proposito, si rinvia al capitolo Indicatori Alternativi di Performance della Relazione sulla gestione, anticipando che nel contesto conseguente all'epidemia da COVID-19, non sono stati introdotti nuovi indicatori, né sono state apportate modifiche agli indicatori normalmente utilizzati.

In relazione al contesto pandemico da COVID-19, seguendo le indicazioni fornite nel corso del 2020 dalle Autorità, si segnala che sia nella Relazione sulla gestione nel capitolo "Il 2020 in sintesi" che nelle Parti A ed E della Nota Integrativa sono

riportate informazioni di dettaglio sul contesto operativo, sugli impatti sul business e sulle scelte effettuate in relazione alla valutazione delle attività ai fini del Bilancio 2020.

Le informazioni circa il Governo societario e gli assetti proprietari richieste dall'art. 123 bis del TUF figurano, come cons entito,

in una relazione distinta, approvata dal Consiglio di amministrazione e pubblicata congiuntamente al presente bilancio, consultabile alla sezione Governance del sito internet di Intesa Sanpaolo, all'indirizzowww.group.intesasanpaolo.com.

La Dichiarazione consolidata non finanziaria, redatta ai sensi del D. Lgs. 254 del 30 dicembre 2016, che illustra i temi ambientali, sociali e attinenti al personale è pubblicata - come consentito - come relazione distinta congiuntamente al presente bilancio ed è consultabile alla sezione Sostenibilità del medesimo indirizzo internet.

Vengono altresì pubblicate e rese disponibili sul sito internet secondo i relativi iter approvativi le informazioni in tema di remunerazioni previste dall'art. 123 ter del TUF e l'informativa prevista dal Terzo pilastro di Basilea (il c.d. Pillar 3).

Relazione sull'andamento della gestione

Il 2020 in sintesi

Dati economici e indicatori alternativi di performance(*)

2020

(Dato consolidato al netto del Gruppo UBI)

2020 (Dato del Gruppo UBI)

2019 (Dato consolidato)

(*) Per più dettagliate informazioni circa gli Indicatori Alternativi di Performance si rinvia allo specifico capitolo della Relazione sulla Gestione

2020 2019

Dati patrimoniali e indicatori alternativi di performance(*)

31.12.2020

(Dato consolidato al netto del Gruppo UBI)

31.12.2020 (Dato del Gruppo UBI)

31.12.2019 (Dato consolidato)

31.12.2020

31.12.2019

(*) Per più dettagliate informazioni circa gli Indicatori Alternativi di Performance si rinvia allo specifico capitolo della Relazione sulla Gestione

Indicatori alternativi di performance e altri indicatori(*)

31.12.2020

31.12.2019

(*) Per più dettagliate informazioni circa gli Indicatori Alternativi di Performance si rinvia allo specifico capitolo della Relazione sulla Gestione

2020 (Dati economici) 31.12.2020 (Dati patrimoniali)

2019 (Dati economici) 31.12.2019 (Dati patrimoniali)

2020 (Dati economici) 31.12.2020 (Dati patrimoniali)

2019 (Dati economici) 31.12.2019 (Dati patrimoniali)

Struttura operativa

31.12.2020

31.12.2019

variazioni

assolute

Numero dei dipendenti (g)

105.615

89.102

16.513

Italia

82.778

65.705

17.073

Estero

22.837

23.397

-560

Numero dei consulenti finanziari

5.616

4.972

644

Numero degli sportelli bancari (h)

6.314

4.799

1.515

Italia

5.299

3.752

1.547

Estero

1.015

1.047

-32

Dati riesposti, ove necessario e se materiali, per tenere conto delle variazioni intervenute nel perimetro di consolidamento. La tabella riporta per il 2020 i dati consolidati comprensivi del Gruppo UBI. I dati relativi al Gruppo UBI non sono stati riesposti.

(g) L'organico indicato si riferisce al numero puntuale dei dipendenti a fine periodo conteggiando anche i part time come pari a 1 unità. I dati al 31.12.2020 includono 19.474 dipendenti di UBI (19.468 Italia, e 6 Estero, oltre a 7 contratti atipici) e, fra i consulenti finanziari, 698 unità di IW Bank. Sono inclusi i dipendenti del perimetro oggetto di cessione nel contesto dell'operazione di acquisizione del Gruppo UBI.

(h) Il dato comprende le Filiali Retail, le Filiali Terzo Settore, i Centri Imprese e i Centri Corporate. I dati al 31.12.2020 includono 1.764 sportelli di UBI in Italia ed 1 all'estero. Sono inclusi gli sportelli del perimetro oggetto di cessione nel contesto dell'operazione di acquisizione del Gruppo UBI.

L'esercizio 2020 in sintesi

Il contesto conseguente all'epidemia da COVID-19

L'andamento dell'economia

La pandemia da COVID-19 ha sconvolto l'andamento dell'economia globale. Le misure di contenimento del contagio hanno causato una recessione di profondità e rapidità inedite nel primo e secondo trimestre 2020, a cui è seguito un ampio rimbalzo e un nuovo rallentamento nel trimestre autunnale. La Cina ha recuperato i livelli di attività pre-crisi già in corso d'anno, ma molti paesi avanzati restano lontani da un pieno recupero. Negli Stati Uniti, la contrazione del PIL è stata di 3,5%. Lo shock pandemico ha pesato anche sulle economie emergenti. Nelle regioni con controllate Intesa Sanpaolo si stima un calo del PIL di oltre il 4% nell'Europa Centro e Sud Orientale, e intorno al 4,5% nell'Europa Orientale, con una dinamica dei singoli paesi tra il -0,9% in Serbia e il -8,4% in Croazia, nel primo perimetro citato, e tra il -4,4% in Russia e il -6,5% in Moldavia, nel secondo. Diversamente, nei primi tre trimestri in Egitto la crescita è rimasta positiva (+0,9%).

Nell'area euro, il calo del PIL è stato pari a 6,6 punti percentuali. Le ripercussioni economiche negative della crisi pandemica sono state mitigate da misure fiscali che includono sussidi alle famiglie, rafforzamento dei meccanismi di sicurezza sociale, rinvii dei pagamenti fiscali, garanzie al credito bancario e, in alcuni paesi, sussidi per le imprese che hanno subito decurtazioni di fatturato nel 2020. L'Unione Europea ha altresì lanciato diverse misure di sostegno finanziario: una linea di credito del MES (Meccanismo Europeo di Stabilità) che può arrivare fino al 2% del PIL di ogni stato membro; un fondo

(SURE) per il rifinanziamento dei programmi di sostegno all'occupazione; un fondo di garanzia per i crediti erogati dalla

Banca Europea per gli Investimenti. Inoltre, è stato lanciato un piano per la ripresa, Next Generation EU, che dal 2021 finanzierà riforme e progetti mediante trasferimenti o crediti agevolati.

La Banca Centrale Europea ha assecondato lo sforzo fiscale principalmente mediante un eccezionale ampliamento dei programmi di acquisto di titoli e l'allentamento delle condizioni sui programmi di rifinanziamento a lungo termine.

Alleggerimenti transitori delle norme di vigilanza sono stati introdotti allo scopo di evitare una restrizione pro-ciclica del credito bancario. L'aumento dell'eccesso di liquidità ha mantenuto il tasso di interesse €STR (euro short-term rate) sotto il tasso ufficiale sui depositi presso l'Eurosistema (-0,50%), mentre i tassi swap sono calati significativamente rispetto al dicembre 2019.

Anche l'economia italiana ha subito una netta contrazione del PIL nel 2020, pari a 8,9 punti percentuali. Gli impatti settoriali sono diversificati: alla fine del terzo trimestre le costruzioni avevano più che recuperato i livelli pre-crisi, mentre l'industria manifatturiera e i servizi avevano colmato rispettivamente l'85% e il 65% della perdita di valore aggiunto subita. La necessità di contrastare gli effetti economici e sociali negativi della pandemia ha portato il fabbisogno statale del 2020 a 159 miliardi, in aumento di 117 miliardi sul 2019. Il corrispondente incremento del debito pubblico non si è riflesso in pressioni sui premi per il rischio, in quanto ha trovato indiretta ma pressoché piena copertura nell'aumento del portafoglio di titoli di stato italiani dell'Eurosistema. Il differenziale decennale fra BTP e Bund è calato dai 155 punti base di dicembre 2019 ai 122 punti base di dicembre 2020.

Sul mercato del credito bancario italiano, diversamente da altre crisi, non si è verificato uno shock di offerta, grazie alle misure di policy a supporto della liquidità e del credito. Lo shock di domanda ha avuto effetti opposti, negativo per i prestiti alle famiglie che hanno rallentato da marzo, e positivo per quelli alle imprese, la cui dinamica è tornata in aumento. L'andamento dei prestiti alle imprese è stato sostenuto dalle esigenze di liquidità e dalle erogazioni con garanzie pubbliche, che hanno sfiorato a fine anno i 100 miliardi per le PMI e i 20 miliardi alle imprese di dimensioni maggiori. Le moratorie hanno raccolto 2,7 milioni di domande da parte di imprese e famiglie riguardanti un volume di crediti pari a circa 300 miliardi. Ne è conseguita una dinamica dei prestiti alle società non-finanziarie che ha raggiunto il +8,5% anno su anno a dicembre. All'opposto, la crescita dei prestiti alle famiglie ha subito un rallentamento, particolarmente marcato per il credito al consumo, mentre l'andamento dello stock di prestiti per l'acquisto della casa ha mostrato una buona tenuta. Quanto alla qualità del credito, è proseguita l'azione di derisking delle banche, che ha visto un'accelerazione verso fine anno con significative operazioni di cessione e cartolarizzazione. La raccolta da clientela ha registrato un rafforzamento delle tendenze in atto prima dell'insorgere della crisi. I conti correnti hanno acquistato ancor più vigore, arrivando a crescere del 14% a fine anno.

L'incremento sostenuto dei depositi è legato al clima di incertezza e avversione al rischio, tradottosi in una marcata preferenza per la liquidità, minori livelli di consumo e maggiore propensione al risparmio. Inoltre, si è verificata una forte crescita dei depositi delle società non-finanziarie, alimentati in parte dall'aumento dei debiti bancari.

Il risparmio gestito ha mostrato una buona resilienza. Per i fondi comuni, ai forti deflussi nel primo trimestre, connessi al crollo degli indici di borsa per le conseguenze economiche negative della pandemia, hanno fatto seguito nei trimestri successivi robusti afflussi che hanno portato la raccolta netta a chiudere l'anno positivamente. Diversamente, le assicurazioni vita hanno segnato un calo della nuova produzione rispetto al 2019, particolarmente marcato per le polizze tradizionali e molto più contenuto per le unit-linked.

La continuità operativa e le iniziative nei confronti degli stakeholder del Gruppo

Sin dai primi giorni della drammatica emergenza sanitaria e sociale che ha investito il Paese, Intesa Sanpaolo è stata impegnata a fronteggiare efficacemente il contesto, assicurando costantemente la continuità operativa dei propri processi e servizi. Sin dalle prime fasi, in vista di un peggioramento dello scenario di rischio e al fine di rafforzare le contromisure preventive, è stata attivata l'Unità di Emergenza della Capogruppo per definire specifiche strategie di mitigazione e relative

linee di intervento, oltre ad assicurare un costante monitoraggio della situazione, a livello di singola Legal Entity del Gruppo, sia in Italia che all'estero.

A partire dal mese di settembre, l'Unità di Emergenza ha integrato il presidio del Gruppo UBI, estendendo le strategie, le azioni di mitigazione e il monitoraggio dell'epidemia a tutte le strutture UBI.

Con riferimento al livello di maturità del modello operativo di gestione della pandemia, a settembre Intesa Sanpaolo ha conseguito la certificazione DNV "MY Care", che ha evidenziato la validità e l'efficacia del modello attuato, distinguendosi per

un eccellente approccio alla mitigazione dei rischi, allineato alle migliori pratiche nazionali ed internazionali, non solo per il settore finanziario.

Tra le attività coordinate dall'Unità di Emergenza si evidenzia la stretta collaborazione avviata con l'Ospedale Sacco di Mil ano

per la ricerca scientifica sul virus, che ha consentito lo sviluppo di un progetto congiunto per il sequenziamento genomico e la mappatura geografica sul territorio nazionale del SARS-CoV-2, agente del COVID-19, e la ricostruzione dell'origine e delle modalità di diffusione del virus tra la popolazione italiana.

Per quanto riguarda la gestione delle azioni di mitigazione definite dall'Unità di Emergenza, al fine di velocizzare le escalation

e rendere più efficace il processo decisionale, sono state costituite task force operative, con i referenti di tutte le strutture centrali e delle divisioni di Business, focalizzate su due specifici ambiti: sicurezza e comunicazioni e continuità operativa.

Sicurezza e comunicazioni

La task force è stata costituita con l'obiettivo di intraprendere tutte le azioni necessarie per garantire la protezione del

personale, dei clienti e dei fornitori, oltre alle comunicazioni verso gli stakeholder interni ed esterni.

La struttura ha tempo per tempo raccolto le informazioni relative all'evoluzione del contesto, sia attraverso fonti esterne, funzionali ad elaborare scenari previsionali di evoluzione dell'epidemia, sia da fonti interne (situazione presenze, andamento

delle trasferte, ecc.).

La sicurezza del personale è stata perseguita, oltre che attraverso la fornitura dei dispositivi di protezione individuale ove necessario, attraverso azioni preventive quali la limitazione delle trasferte, l'incentivazione al lavoro flessibile e l'aumento degli spazi di prossimità. All'interno di locali, uffici e filiali aperte al pubblico deve essere sempre rispettata la distanza minima

di un metro e vengono evitate tutte le occasioni di assembramento. Vengono inoltre assicurati frequenti cicli di pulizia dei locali, effettuati in conformità alle istruzioni emanate dal Ministero della Salute.

I dipendenti che risultano positivi al virus vengono costantemente monitorati nel corso della malattia, fornendo indicazioni sulle procedure da applicare, anche col supporto della Funzione interna di medicina del lavoro. Il personale che risulta essere un "contatto stretto" di casi positivi deve cautelativamente astenersi dal lavoro nelle sedi aziendali e i locali interessati vengono interdetti all'accesso e sanificati prima di consentirne di nuovo l'uso. È stato inoltre sviluppato un questionario di

screening medico da compilare a cura dei dipendenti prima del rientro in sede dopo un'assenza di 15 giorni.

Al fine di garantire le strategie di protezione del personale è stato sviluppato in collaborazione con la Direzione Enterprise Risk Management di Capogruppo un modello di rischio del contagio che supporta il processo decisionale di adozione di misure di intervento da attuare nelle sedi del Gruppo (operatività filiali su appuntamento, chiusura filiali, riduzione dell'occupancy nelle sedi aziendali ecc.) in funzione dell'evoluzione del rischio epidemiologico nelle regioni e nelle province.

In ottica preventiva è stato definito anche un piano operativo di risposta a possibili scenari evolutivi, prioritizzati in base all'impatto ed alla probabilità di accadimento, con le relative misure di contenimento. Conseguentemente sono state definite

nelle varie fasi della pandemia le linee guida per il rientro graduale dei dipendenti nelle sedi centrali nel rispetto delle norme di sicurezza. In tale contesto, è stato sviluppato un nuovo strumento di pianificazione del rientro in sede che garantisce il monitoraggio centralizzato dell'occupancy dei locali ove opera il Gruppo.

Come ulteriore tutela della salute del personale è stata avviata a novembre una campagna vaccinale, su base volontaria, per la somministrazione ai dipendenti del vaccino antinfluenzale e del vaccino anti-pneumococco.

Per quanto riguarda le comunicazioni interne, è stata predisposta apposita sezione nella intranet aziendale, sono stati inviati sms massivi a tutti i colleghi e diverse comunicazioni via e-mail per fornire aggiornamenti e indicazioni operative soprattutto nei momenti critici.

Sono state anche effettuate puntuali comunicazioni ai fornitori, alla clientela (sul sito vetrina, presso le filiali, ecc.) e ai media e sono state costantemente aggiornate le autorità, le istituzioni e le associazioni di categoria.

A fronte delle crescenti minacce di frodi online che sfruttano l'attuale situazione di emergenza, sono state predisposte

comunicazioni specifiche per la clientela, con consigli pratici su come evitare di cadere vittima di questa tipologia di attacchi.

Continuità Operativa

Le principali soluzioni adottate per fronteggiare l'emergenza, mitigare il rischio ed assicurare la continuità del servizio h anno

riguardato lo smart working, le filiali, la digitalizzazione dei processi e gli interventi sui processi sistemici.

Lo smart working è considerato la soluzione più efficace per garantire la salvaguardia della salute del personale. La modalità di lavoro a distanza era già una realtà consolidata nel Gruppo e a fronte dell'emergenza è stata estesa alla quasi totalità del personale delle funzioni centrali. Anche il personale di filiale online ed una parte di quello delle filiali "fisiche" è stato messo in

condizione di svolgere le proprie mansioni lavorando da casa. Sono state nel contempo implementate le misure per rendere più sicuro il lavoro da remoto, tramite strumenti che aumentano il livello di protezione al fine di gestire al meglio la sicurezza dell'accesso alla rete aziendale.

Quanto alla rete delle Filiali sul territorio, è stato definito un modello operativo con riguardo a orari di apertura, chiusure selettive delle filiali più piccole e modalità di erogazione del servizio. L'accesso in filale è stato organizzato in modo da

rispettare regole precise per la distanza interpersonale e per numero di colleghi e clienti presenti nei locali, al fine di tutelare la salute sia dei dipendenti sia della clientela. L'approccio viene adattato nel tempo in funzione dei diversi provvedimenti governativi e dell'andamento del contagio.

Sempre con il fine di tutelare la salute pubblica, sia del personale sia della clientela, sono stati realizzati interventi volti a favorire l'interazione digitale con la clientela, attraverso il perfezionamento dell'offerta a distanza e l'estensione dei processi di dematerializzazione dei contratti e di firma a distanza, con conseguenti investimenti volti al potenziamento dei canali di contatto remoto con la clientela (call center e app digitali) e al rafforzamento della cybersecurity in chiave antifrode. Con riguardo alla digitalizzazione dei processi, sono state previste modifiche a quelli che consentono attività interne e fornitura di servizi alla clientela a distanza, quali rinegoziazione mutui a privati, sospensione rate dei mutui e prestiti, disinvestimenti per clientela sprovvista del servizio a distanza MyKey.

Per quanto attiene, infine, ai processi sistemici, partendo dai Piani di Continuità Operativa (BCP) del Gruppo sono state analizzate tutte le attività critiche e le soluzioni di emergenza relative all'indisponibilità dei locali e del personale, dando priorità alle strutture a presidio dei processi (Tesoreria, Operations, Sistemi Informativi e Cybersecurity e Business Continuity Management) e alle entità/strutture operative sui mercati (Divisione IMI Corporate & Investment Banking, Eurizon, Fideuram, Insurance).

Sono stati attivati i principali siti secondari di emergenza che possono ospitare l'operatività delle strutture sistemiche e con accesso ai mercati in caso di necessità.

Il personale delle unità che svolgono attività critiche, delle strutture a presidio dei processi sistemici e delle strutture che operano sui mercati è stato abilitato e messo nelle condizioni di lavorare da casa. Laddove l'attività richiede la presenza fisica, il personale è stato diviso in gruppi che si recano in sede a turno, senza mai incontrarsi.

È stata infine effettuata e monitorata nel tempo un'attività di valutazione della capacità dei fornitori critici di fronteggi are l'emergenza, che ha rispettato le aspettative del Gruppo.

Le iniziative a sostegno di famiglie e imprese

Numerose sono state le iniziative poste in atto sin dall'inizio per sostenere gli sforzi delle Istituzioni e della società contro la pandemia COVID-19, con la consapevolezza della responsabilità che una grande banca come Intesa Sanpaolo assume in un'emergenza lunga, profonda e per tanti aspetti sconosciuta.

Il 18 marzo Intesa Sanpaolo ha messo a disposizione 100 milioni al Dipartimento della Protezione Civile e al Commissario

Straordinario per l'emergenza Coronavirus siglando un Protocollo di intesa, a valere sui fondi in essere destinati ad interve nti di carattere benefico, per sostenere attività finalizzate a contenere e superare la diffusione del virus COVID-19. Dopo pochi giorni dalla firma del Protocollo, il Gruppo Intesa Sanpaolo ha concordato con il Commissario Straordinario Domenico Arcuri e con Angelo Borrelli a nome della Protezione Civile una serie di interventi a contrasto dell'emergenza sanitaria. Nell'ambito di questo accordo sono state regolate donazioni per 88,5 milioni, gestite per il tramite della Protezione Civile, mentre 11,5 milioni di erogazioni liberali sono state destinate direttamente da Intesa Sanpaolo a specifici beneficiari (ASST Papa Giovanni XXIII di Bergamo e Regione Veneto). Di conseguenza, si è provveduto a stipulare un addendum al Protocollo di intesa per ridurre il contributo a favore del Dipartimento della Protezione Civile e al Commissario Straordinario, dagli originari 100 milioni al valore finale di 88,5 milioni che risulta interamente erogato secondo le modalità e finalità previste nel Protocollo.

Agli inizi di giugno, a poco più di due mesi dalla firma del Protocollo di collaborazione con il Commissario Straordinario e la Protezione Civile, i 100 milioni donati da Intesa Sanpaolo sono stati interamente assegnati alla sanità italiana per fronteggiare l'emergenza dell'epidemia da Coronavirus, fornendo un importante sostegno per contribuire in maniera significativa e strutturale al potenziamento del Sistema Sanitario Nazionale.

Gli interventi effettuati sul territorio nazionale sono stati molteplici. In particolare, 53,5 milioni sono stati destinati all'acquisto di materiale medicale richiesto dal Commissario Straordinario in accordo con la Protezione Civile da destinarsi a strutture sanitarie e ad enti pubblici del territorio nazionale sulla base dei fabbisogni dell'emergenza sanitaria. Inoltre, 46,5 milioni sono stati destinati a specifiche strutture sanitarie per progetti connessi all'emergenza COVID-19 e per il rimborso di acquisti relativi ad apparecchiature, strumenti diagnostici e altro materiale medicale già finalizzati da parte delle strutture sanitarie. In termini di distribuzione territoriale, tali interventi specifici sono stati destinati per il 68% al Nord Italia, per il 15% al Centro e per il 17% al Sud. Più in dettaglio, hanno beneficiato della donazione, una delle più ingenti in Europa, 16 strutture ospedaliere e 3 Covid Emergency Center di nuova creazione in otto regioni italiane. In particolare, sono stati realizzati 36 tra reparti sanitari ex novo, reparti riconvertiti per la gestione dell'emergenza COVID-19 e laboratori diagnostici specialistici, nonché l'incremento strutturale di circa 500 nuovi posti letto principalmente di terapia intensiva e sub-intensiva. Inoltre, sulla base delle opere fino ad ora realizzate, è stata garantita una dotazione di oltre 3.000 apparecchiature medicali e diagnostiche indispensabili per la gestione dei pazienti: ventilatori polmonari, caschi CPAP, respiratori, pompe per infusione, sistemi di nebulizzazione a freddo, monitor e umidificatori ad alto flusso, TAC, ecografi, reagenti necessari per la produzione di kit diagnostici. Per garantire la sicurezza di medici e operatori sanitari, Intesa Sanpaolo ha contribuito destinando la donazione anche per l'approvvigionamento di oltre 63 milioni di dispositivi di protezione individuale, quali mascherine, guanti, tute e camici.

Nel contesto di un'epidemia che ha colpito duramente la popolazione italiana e con un sentimento di vicinanza a tutte le famiglie che hanno visto le perdite dei propri cari, Intesa Sanpaolo ha voluto sottolineare il valore dell'efficacia e della tempestività con cui sono state individuate le strutture sanitarie beneficiarie di risorse e materiali medicali così necessari nell'emergenza.

Le strutture sanitarie beneficiate dall'intervento di Intesa Sanpaolo sono state:

  • - Lombardia: Ospedale San Raffaele, Humanitas sedi di Rozzano (Mi), Bergamo e Castellanza, Grande Ospedale Metropolitano Niguarda, Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, ASST degli Spedali Civili di Brescia, Ospedale San Gerardo di Monza e Policlinico San Matteo di Pavia;

  • - Veneto: ULSS 9 Scaligera (Verona) e Regione Veneto (Azienda Ospedaliera di Padova, Azienda Ospedaliera di Verona, Ulss 1 - Dolomiti (Bl), Ulss 2 - Marca Trevigiana (Tv), Ulss 3 - Serenissima (Ve), Ulss 4 - Veneto Orientale (Ve), Ulss 5 - Polesana (Ro), Ulss 6 - Euganea (Pd), Ulss 7 - Pedemontana (Vi), Ulss 8 - Berica (Vi), Ulss 9 - Scaligera (Vr);

  • - Piemonte: Istituto di Candiolo IRCCS (Torino), ASL3 e ASL4 di Torino;

  • - Emilia-Romagna: Policlinico S. Orsola-Malpighi di Bologna;

  • - Lazio: Campus Bio-Medico Università Roma;

  • - Abruzzo: Presidio ospedaliero - ASL Teramo;

  • - Campania: Azienda Ospedaliera Dei Colli (Napoli) - Ospedale Cotugno e Ospedale Monaldi;

  • - Sicilia: Ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento, Ospedale Giovanni Paolo II di Sciacca e Ospedale Fratelli Parlapiano

di Ribera.

Tali interventi si aggiungono al contributo di 350.000 euro per la realizzazione dell'ospedale da campo dell'ANA

(Associazione Nazionale Alpini) alla Fiera di Bergamo e ai 50.000 euro per la raccolta fondi «Abitare la Cura» avviata da Eco di Bergamo, Caritas Diocesana e Confindustria Bergamo. Intesa Sanpaolo si è proposta come riferimento bancario primario a supporto dell'operatività commerciale offrendo la propria consulenza e conoscenza del network internazionale al Commissario Straordinario per consentirgli di svolgere il suo ruolo di centralità con riferimento all'approvvigionamento dei

materiali medicali necessari per gestire l'emergenza in corso.

Intesa Sanpaolo ha anche consegnato, in collaborazione con Caritas e il Gruppo Calzedonia, undicimila indumenti intimi ad alcuni ospedali della Lombardia e del Veneto per essere distribuiti urgentemente e a titolo gratuito a pazienti COVID-19 ricoverati e impossibilitati a ricevere il ricambio necessario dalle famiglie in quarantena. Parte dei capi è stata acquistata da Intesa Sanpaolo e parte è stata donata dal Gruppo Calzedonia. Gli ospedali interessati sono stati: Papa Giovanni XXIII di Bergamo, Spedali Civili di Brescia, Ospedale di Cremona Oglio Po e Nuovo Robbiani di Soresina in provincia di Cremona, Azienda Ospedale - Università di Padova.

Intesa Sanpaolo Innovation Center e il Laboratorio di Malattie Infettive del Dipartimento di Scienze Biomediche e Cliniche

Luigi Sacco dell'Università Statale di Milano (Ospedale Sacco) hanno avviato dallo scorso marzo una stretta collaborazione

per il sequenziamento genomico e la mappatura geografica sul territorio nazionale del SARS-CoV-2, agente del COVID-19, e la ricostruzione dell'origine e delle modalità di diffusione del virus tra la popolazione italiana. Intesa Sanpaolo ha messo a

disposizione competenze e capitale umano in ambito informatico, statistico e di data science e fornendo una maggiore potenza di calcolo, con la creazione di un ambiente di ricerca (server, database, accessi, licenze e strumenti informatici)

grazie al quale sono stati sviluppati codici di programmazione per l'automazione di una parte rilevante delle ricerche.

Nel difficile contesto, il Consigliere Delegato e CEO Carlo Messina ha rinunciato ad un milione del bonus che gli sarebbe spettato in base al sistema incentivante 2019 affinché fosse destinato da Intesa Sanpaolo a donazioni a sostegno di specifiche iniziative sanitarie. I 21 top manager a suo diretto riporto hanno anch'essi rinunciato, perché siano destinati ad

analoghe donazioni, complessivamente a circa 5 milioni dei rispettivi bonus che sarebbero loro spettati in base al sistema incentivante 2019. Il Consiglio di Amministrazione, che ha apprezzato e condiviso la decisione del management, ha a sua volta rinunciato ad una quota del compenso per contribuire ad ulteriori donazioni. Inoltre, in occasione dell'assegnazione della

quota variabile della retribuzione, tutti i dipendenti del Gruppo hanno potuto contribuire con donazioni a sostegno di specifiche iniziative sanitarie tramite un'apposita piattaforma.

Sulla piattaforma digitale di Intesa Sanpaolowww.forfunding.itè anche stata avviata una raccolta fondi tra cittadini e imprese che ha raccolto 3,5 milioni nell'ambito di tutte le iniziative avviate in collaborazione con altre Associazioni, di cui 2,3 milioni per

la campagna di crowdfunding di Intesa Sanpaolo a diretto favore del Dipartimento della Protezione Civile e legata alla donazione. Di questi, in seguito all'avvio di una partnership con il gruppo Gucci, è stata finalizzata, sempre in accordo con la Protezione Civile, la donazione di oltre 1 milione al progetto di ricerca dell'Ospedale San Matteo di Pavia, capofila di un Protocollo Medico Sperimentale per l'utilizzo del plasma iperimmune per la cura dei malati COVID-19.

Inoltre, a supporto della fase di ripartenza economico-sociale, il Gruppo ha attivato una serie di interventi e iniziative sui propri territori di riferimento. In particolare, si segnala il progetto avviato con il Comune di Bergamo, denominato "Programma Rinascimento", che mette a disposizione 30 milioni, con contributi a fondo perduto e prestiti di impatto, a supporto delle micro e piccole attività d'impresa, i piccoli esercizi commerciali e artigianali di Bergamo, per sostenere, in questa fase di ripartenza, le attività in difficoltà che non usufruiscono di interventi o agevolazioni da parte delle istituzioni centrali o regionali. Il Programma rappresenta un concreto strumento di sostegno del tessuto produttivo urbano e di quartiere di Bergamo, per aiutare le imprese ad affrontare le spese sostenute durante il lockdown e gli investimenti necessari alla ripartenza, ma ha anche la finalità di incentivare interventi di mobilità sostenibile nell'ambito degli spostamenti casa-lavoro.

In analogia con quanto attivato a Bergamo, sono stati avviati i seguenti interventi:

  • - Programma "Rinascimento Firenze" volto a sostenere la ripartenza dell'economia cittadina attraverso il prestito d'impatto,

    elaborato e promosso in collaborazione con Fondazione CR Firenze e che mette a disposizione 50 milioni - con contributi a fondo perduto e prestiti di impatto - a supporto delle piccole e medie imprese, operanti nei settori dell'artigianato artistico, del turismo e della cultura, della filiera moda e 'lifestyle', delle start up e dell'agroindustria dell'area della città metropolitana di Firenze. È rivolto alle realtà imprenditoriali sane prima della pandemia, che hanno

    sofferto in questi mesi e che si propongono di rilanciare la propria attività investendo in progetti che abbiano un impatto sociale misurabile, quale stabilizzare o aumentare il personale, compiere investimenti nell'ambito delle nuove norme sanitarie, favorire forme di aggregazione tra operatori concorrenti per aumentare la resilienza dell'aggregazione;

  • - sono stati avviati programmi sul territorio (Vigevano Solidale e Torino Fondo Sorriso) destinati a famiglie e microimprese, al fine di contenere l'attuale emergenza sociale ed economica legata alla disoccupazione, alla perdita di lavoro e fatturato, causata dalla pandemia. I programmi prevedono in particolare l'erogazione da parte del Gruppo di prestiti di

    impatto a fronte di un fondo di garanzia solidale precostituito.

    Per queste iniziative la Banca ha previsto la possibilità anche per i privati, tramite la piattaforma Forfunding, di partecipare a raccolte fondi dedicate;

  • - sostegno alla Regione Autonoma della Sardegna: Intesa Sanpaolo si è aggiudicata il bando di gara internazionale, indetto dalla Banca Europea per gli Investimenti, per la gestione di una quota di un fondo EFSI (European Fund for Strategic Investments) con una dotazione totale di 100 milioni. La quota gestita da Intesa Sanpaolo ammonta a 33 milioni e con questi fondi la Banca si pone il compito di favorire la ripresa economica, migliorando la solidità finanziaria e contrastando gli effetti generati dalle misure di contenimento legate all'emergenza epidemiologica da COVID-19 sul

    territorio della Regione. Al settore dei servizi per il turismo sarà poi riservato il 40% delle risorse a disposizione.

Sempre con riferimento alle iniziative di solidarietà volte a supportare la difficile e delicata fase di ripartenza successiva all'emergenza sanitaria, Intesa Sanpaolo ha offerto il proprio sostegno attraverso altri importanti interventi, ossia:

  • - progetto "Ricominciamo insieme - sostegno alle generazioni nella famiglia", con il contributo di 5 milioni alla Diocesi di

    Bergamo, che ha rafforzato la dotazione già messa a disposizione dalla stessa Diocesi alla Caritas Diocesana,

    Conferenza Episcopale Italiana e altri enti e privati per l'assistenza alle famiglie e la ripartenza del territorio bergamasco;

  • - donazione di 5 milioni al Fondo di Solidarietà "Do.Mani alla speranza" e il Fondo "In aiuto alla Chiesa Bresciana" per il

programma di iniziative a sostegno delle famiglie e delle parrocchie in difficoltà.

Quanto alla propria operatività, Intesa Sanpaolo ha posto in essere una serie di misure straordinarie a sostegno dell'economia, delle imprese e delle famiglie italiane. In prima battuta:

  • - 5 miliardi di nuovi finanziamenti per le imprese di tutto il territorio nazionale a supporto della gestione del circolante, declinata attraverso linee di credito aggiuntive rispetto a quelle preesistenti;

  • - 10 miliardi di liquidità per i clienti Intesa Sanpaolo, grazie a linee di credito già deliberate a loro favore e ora messe a disposizione per finalità ampie e flessibili, quali la gestione dei pagamenti urgenti;

  • - la sospensione per 3 mesi delle rate dei finanziamenti a medio/lungo termine in essere, per la sola quota capitale o per l'intera rata prorogabile per altri 3/6 mesi in funzione della durata dell'emergenza. La sospensione dei finanziamenti è

    estesa anche a favore delle famiglie di tutto il territorio nazionale.

A seguito delle misure varate dal Governo, l'ammontare di risorse in termini di credito messe a disposizione del Paese è stato

successivamente elevato a 50 miliardi.

Al fine di contribuire a garantire concretamente la continuità produttiva, a fronte del rallentamento della domanda interna ed estera che la situazione di crisi attuale ha determinato, Intesa Sanpaolo ha inoltre riservato:

  • - un plafond di 5 miliardi alle imprese e professionisti associati a Confcommercio per sostenere le imprese con la finalità di garantire la gestione dei pagamenti urgenti e le esigenze immediate di liquidità. È stata poi prevista una convenzione con condizioni dedicate agli associati Confcommercio che include la restituzione delle commissioni sui micro-pagamenti (di importo inferiore ai 10 Euro) accettati tramite POS fisici Intesa Sanpaolo;

  • - un plafond di 2 miliardi alle imprese operanti nell'ambito turistico a sostegno della liquidità e degli investimenti. Si è

    incrementata inoltre la possibilità di sospendere le rate dei finanziamenti in essere fino ad un massimo di due anni, iniziativa estesa già dal terzo trimestre anche alla rete UBI Banca;

  • - un'iniziativa con Confartigianato Imprese, col fine di valorizzare il potenziale delle imprese artigiane attraverso un'azione

    a livello nazionale che ne favorisca la crescita, anche attraverso un percorso che agevoli i processi di innovazione, di sostenibilità e di valorizzazione del capitale umano.

Ancora, il Gruppo Intesa Sanpaolo - attraverso l'esperienza di Intesa Sanpaolo RBM Salute in ambito sanitario - ha messo a

disposizione dei membri dei consigli di amministrazione, dei titolari e dei dipendenti delle imprese la sua nuova soluzione assicurativa, per garantire alcune tutele e maggior serenità in caso di contrazione del virus. Intesa Sanpaolo Assicura ha poi attivato iniziative a favore dei propri assicurati estendendo gratuitamente i servizi e le coperture assicurative a tutti. Gli assicurati - positivi al COVID-19 o che dovessero contrarre il virus - potranno fare ricorso alla diaria da ricovero non soltanto in caso di degenza in ospedale, ma anche durante l'isolamento domiciliare (quarantena), senza applicazione di franchigie e

carenze.

Intesa Sanpaolo è stata la prima banca italiana a sottoscrivere il protocollo di collaborazione con SACE per sostenere finanziariamente le imprese danneggiate dall'emergenza COVID-19. Grazie a questo accordo la Banca, dopo aver elevato a 50 miliardi l'ammontare di risorse in termini di credito messe a disposizione del Paese, è operativa su tutte le possibili soluzioni previste dal Decreto liquidità, fornendo così il supporto necessario anche alle imprese di grandi dimensioni che al momento non erano coperte da alcuna previsione di sostegno. Si tratta di un passaggio necessario per aiutare le filiere produttive e l'indotto costituito da PMI. Grazie al lavoro coordinato da ABI sono state individuate dal Gruppo le soluzioni p

adeguate per gestire efficientemente le operazioni con i propri gestori.

In questo eccezionale momento storico, Intesa Sanpaolo ha inoltre potenziato il Programma Sviluppo Filiere rivolgendosi a

2.500 Filiere italiane, appartenenti a tutti i settori produttivi e distribuite sull'intero territorio nazionale: ad esse sarà destinato il

nuovo plafond di 10 miliardi di nuovo credito.

In un mercato composto da tante aziende di piccole dimensioni e in un contesto di difficoltà come quello attuale, il rapporto strategico tra leader della filiera e propri fornitori può diventare infatti uno straordinario moltiplicatore e facilitatore per l'accesso al credito da parte delle imprese minori, facendo leva sulla forza e solidità delle eccellenze del "Made in Italy".

Tra le principali iniziative supportate in questo difficile periodo, si segnalano:

  • - Filiera automobilistica: si tratta di un'operazione con FCA (80% garanzia SACE), che rappresenta il più grande intervento

    di sempre a sostegno della filiera industriale italiana e uno dei più grandi interventi di sostegno alle filiere sinora mai realizzato al mondo;

  • - Filiera Gucci: per progetti di crescita sul territorio, programmi di internazionalizzazione e di rinnovamento delle strutture produttive, per cui le aziende, in virtù dell'appartenenza alla filiera, possono accedere a una ampia gamma di

    finanziamenti in tempi rapidi, alle migliori condizioni e velocizzando la fase di erogazione del credito;

  • - Filiera Venchi (impresa con diffusione capillare sia a livello nazionale che internazionale, ma con forte radicamento sul territorio cuneese): ne possono beneficiare circa 6.000 rivenditori distribuiti su tutto il territorio nazionale.

Da ultimo, nell'ambito delle risorse che il Fondo di Beneficenza ed opere di carattere sociale e culturale di Intesa Sanpaolo, in capo alla Presidenza, può erogare dopo l'assegnazione da parte dell'Assemblea della Banca del 27 aprile 2020, un milione,

pari al 16% del totale di 14 milioni disponibili, sarà destinato a progetti di ricerca medica sul COVID-19 a contrasto dell'emergenza Coronavirus. Università ed enti di ricerca italiani riconosciuti stanno candidando i progetti secondo le procedure standard di accesso alle risorse del Fondo. I progetti vengono individuati attraverso un processo di selezione condotto da una commissione di esperti con criteri definiti e trasparenti e seguito in ogni fase.

La gestione del Fondo - previsto dallo Statuto di Intesa Sanpaolo - fa capo alla Presidenza della Banca e privilegia le iniziative relative a inclusione sociale, contrasto al disagio sociale e alla povertà, prevenzione e cura delle malattie, sostegno alla disabilità e a progetti di cooperazione internazionale.

L'ulteriore rafforzamento della solidità patrimoniale

Il 31 marzo 2020, il Consiglio di Amministrazione di Intesa Sanpaolo, in ottemperanza alla comunicazione della Banca

Centrale Europea del 27 marzo 2020 in merito alla politica dei dividendi nel contesto conseguente all'epidemia da

COVID-191, ha deciso di sospendere la proposta di distribuzione cash agli azionisti di circa 3,4 miliardi di euro, pari a 19,2 centesimi di euro per azione, già all'ordine del giorno dell'Assemblea ordinaria convocata per il 27 aprile 2020, e ha deliberato di proporre all'Assemblea ordinaria stessa l'assegnazione a riserve dell'utile dell'esercizio 2019, dopo l'assegnazione di 12,5 milioni al Fondo di beneficenza ed opere di carattere sociale e culturale.

La proposta, approvata dall'Assemblea del 27 aprile 2020, si è tradotta in un ulteriore rafforzamento della già elevata solid ità patrimoniale del Gruppo Intesa Sanpaolo: al 31 dicembre 2020 - tenendo conto delle ulteriori prescrizioni da parte di BCE che, come indicato di seguito, nel mese di dicembre ha rinnovato la raccomandazione alle banche di esercitare prudenza sui dividendi2, il coefficiente patrimoniale Common Equity Tier 1 ratio - calcolato tenendo conto del trattamento transitorio adottato per mitigare l'impatto dell'IFRS 9 - è pari al 14,7%.

Anche grazie alla forte solidità patrimoniale, il Gruppo Intesa Sanpaolo ha avuto e intende continuare ad avere come priorità la generazione di benefici per tutti i propri stakeholder, dal supporto all'economia reale e sociale alla creazione e distrib uzione di valore per gli azionisti, confermandosi punto di riferimento per la sostenibilità e la responsabilità sociale.

Le principali tematiche contabili nel contesto dell'epidemia

Benché in cauto rallentamento, agli inizi del 2020 l'economia mondiale era avviata su un sentiero di crescita e la solidità d egli intermediari finanziari era in corso di progressivo rafforzamento. Questo contesto moderatamente positivo è stato completamente stravolto dall'apparizione del COVID-19: il primo semestre 2020 è stato infatti dominato a livello europeo, dapprima dalla rapida diffusione della pandemia COVID-19, quindi dalla sua emersione nella forma più acuta cui è seguito nei mesi estivi successivi un progressivo e costante contenimento, cui si stava affiancando una graduale e significativa ripresa delle attività economiche e sociali. Dopo il ritorno a una crescita economia sostenuta nel terzo trimestre, cui hanno contribuito le politiche di sostegno messe in atto da governi, dall'Unione Europea e dall'Eurosistema, il forte aumento dei contagi degli ultimi mesi ha riproposto purtroppo una situazione di estrema incertezza che si sta riflettendo sulle prospettive di crescita future. L'improvviso progredire della seconda ondata pandemica, ha visto infatti tutta Europa riproporre misure restrittive, caratterizzate da diversi livelli di limitazioni e volte principalmente ad evitare lockdown generalizzati, circoscrivendo le misure più severe alle aree più colpite dall'insorgere dei contagi e tentando così di consentire, per quanto possibile, il proseguimento delle attività economiche e sociali. Benchè le aspettative sui nuovi vaccini portino a delineare un quadro complessivo di cauto ottimismo, anche per i primi mesi del 2021 lo scenario prospettico resta di incerta lettura.

In questa situazione i diversi Regulators europei (in analogia si sono pronunciate anche le Autorità di USA, UK e Canada) si sono espressi con una serie di provvedimenti (riassunti di seguito per quanto riguarda gli aspetti contabili) che mirano a garantire agli intermediari una flessibilità nella gestione di questo periodo di tensione, assicurando - in primis - il loro sostegno alle misure adottate dai governi nazionali per far fronte all'impatto economico sistemico della pandemia di COVID-19 sotto forma di moratoria dei pagamenti ex lege, nonché alle iniziative analoghe introdotte autonomamente dalle banche. Inoltre, le istituzioni creditizie sono state incoraggiate ad applicare il proprio "judgement" nelle valutazioni creditizie forward looking IFRS 9 per meglio cogliere la specificità di questa situazione del tutto eccezionale. Nei documenti pubblicati da Autorità e standard setters si suggerisce infatti che, alla luce dell'attuale incertezza, nella determinazione dell'Expected Credit Loss (ECL) secondo l'IFRS 9 non si debbano applicare meccanicamente le metodologie già in uso e viene ricordata la necessità dell'utilizzo di un appropriato "judgement".

Le comunicazioni di Autorità, standard setters, Governi

I documenti emessi dai diversi regulator/standard setters, per quanto riguarda l'ambito accounting, si sono concentrati sulle seguenti tematiche specifiche:

  • - indicazioni relative alla classificazione dei crediti ed in particolare linee guida per il trattamento delle moratorie;

  • - la determinazione dell'Expected Credit Loss (ECL) secondo l'IFRS 9 in ottica forward looking;

  • - la trasparenza e l'informativa al mercato;

  • - la distribuzione dei dividendi.

Di seguito viene quindi riportata una sintesi dei principali documenti su tali temi.

In data 27 marzo la IFRS Foundation ha pubblicato il documento "COVID-19 - Accounting for expected credit losses applying IFRS 9 Financial Instruments in the light of current uncertainty resulting from the COVID-19 pandemic"3. Il documento non modifica il principio IFRS 9, ma ne suggerisce una chiave di lettura nell'attuale contesto pandemico. Nello specifico, si chiarisce che le entità non dovrebbero continuare ad applicare l'esistente metodologia per la determinazione dell'ECL meccanicamente ("Entities should not continue to apply their existing ECL methodology mechanically") e viene riconosciuta la difficoltà nell'incorporare nei modelli sia gli effetti della pandemia, sia i correlati aiuti governativi. Pertanto, qualora le banche si trovino in tale situazione, aggiustamenti manageriali post-modello dovranno essere presi in considerazione. Relativamente

1 Successivamente modificata dalla "Recommendation of The European Central Bank of 27 July 2020 on dividend distributions during the COVID-19 pandemic and repealing Recommendation ECB/2020/19 (ECB/2020/35)", che ha esteso dal 1° ottobre 2020 al 1° gennaio 2021 l'orizzonte temporale circa la politica dei dividendi. Come descritto in dettaglio in seguito, stante l'assenza di chiari miglioramenti nel quadro macro, BCE ha rinnovato l'indicazione della scorsa estate alle banche di esercitare prudenza sui dividendi e sui riacquisti di azioni proprie nella "Recommendation of The

European Central Bank of 15 December 2020 on dividend distributions during the COVID-19 pandemic and repealing Recommendation ECB/2020/35

(ECB/2020/62)".

  • 2 Si veda la precedente nota 1.

  • 3 Lo IASB si è anche espresso sulla dilazione dei canoni di leasing, trattato in specifici documenti relativi all'IFRS 16. Il tema è significativo dal punto di vista dei locatari mentre per i locatori (come Intesa Sanpaolo) la tematica è attratta principalmente nell'IFRS 9.

    34

alla classificazione, si conferma che l'estensione delle moratorie ai clienti non dovrebbe tradursi automaticamente nel ritenere che tutti i loro contratti abbiano subito un significativo incremento del rischio creditizio (SICR).

Tra le varie iniziative intraprese, la BCE, con la sua comunicazione del 20 marzo "ECB Banking Supervision provides further flexibility to banks in reaction to coronavirus", ha fornito indicazioni sulla classificazione e valutazione dei crediti. L'intervento rassicura le banche sul fatto che l'adesione alla moratoria non si debba prefigurare come un trigger automatico di inadempienza probabile, essendo stati posticipati ex lege i pagamenti ed essendo, di conseguenza, disattivato il conteggio dei giorni di scaduto ai fini dell'identificazione dei past-due fino al termine della moratoria. La BCE inoltre, benché non di sua stretta competenza, nell'ambito del proprio mandato prudenziale si esprime anche sulle valutazioni forward-looking IFRS 9, raccomandando alle banche di evitare assunzioni eccessivamente pro-cicliche nei propri modelli di stima degli accantonamenti. Nella determinazione delle Expected Credit Loss, la BCE invita gli istituti a "dare un peso maggiore alle prospettive stabili a lungo termine evidenziate dall'esperienza passata nella stima degli accantonamenti per perdite su credi ti". La BCE ha anche trasmesso alle banche vigilate un'ulteriore comunicazione4 volta a fornire indicazioni aggiuntive e riferimenti sull'inclusione delle forward-looking information nella determinazione delle ECL secondo l'IFRS 9 nel contesto della pandemia COVID-19. Nella lettera si fa richiamo alle aspettative già espresse da BCE agli intermediari, ossia evitare l'utilizzo di assunzioni eccessivamente pro-cicliche, in considerazione dell'estrema incertezza del contesto ed alla luce della impossibilità di disporre di forward-looking information che possano ritenersi "reasonable and supportable": "In order to mitigate volatility in institutions' regulatory capital and financial statements stemming from IFRS 9 accounting practices in the current context of extraordinary uncertainty we recommend that institutions i) opt to apply the transitional IFRS 9 provisions foreseen in the

CRR, and ii) avoid excessively procyclical assumptions in their IFRS 9 models to determine their provisions". Viene inoltre sottolineata la fondamentale importanza della governance relativa ai processi di adjustment, overlays e model updates, che sono ritenuti necessari nell'attuale situazione. La lettera è accompagnata da un Annex, nel quale vengono fornite linee guida sui seguenti tre aspetti:

  • Collective assessment ai fini dell'identificazione di un significativo incremento del rischio creditizio (SICR)

    BCE si attende che gli istituti valutino un possibile approccio top-down nel determinare il trasferimento di stage utilizzando il collective assessment e rilevando, conseguentemente, una ECL lifetime sulla porzione di attività finanziarie per le quali si ritiene che il rischio di credito sia aumentato in modo significativo, senza quindi la necessità di identificare a livello individuale quali strumenti finanziari abbiano subito un SICR: "Significant institutions are expected to consider whether a top-down approach to stage transfers can be taken, and in the context of that approach, recognise lifetime expected credit losses on a portion of the financial assets for which credit risk is deemed to have increased significantly without the need to identify which individual financial instruments have suffered a SICR".

  • Previsioni macroeconomiche di lungo periodo

    BCE riconosce l'attuale incertezza nella determinazione delle previsioni macroeconomiche e invita, quindi, gli intermediari a focalizzarsi sulle aspettative previsionali macroeconomiche di lungo periodo nella determinazione delle ECL IFRS 9, considerando tutte le evidenze storiche che coprano quantomeno uno o più interi cicli economici. E' opinione della banca centrale che il disposto dell'IFRS 9 porti alla conclusione che, laddove non vi siano evidenze attendibili per previsioni specifiche, le prospettive macroeconomiche a lungo termine forniscano la base più rilevante per la stima.

  • Previsioni macroeconomiche 2020, 2021 e 2022

    BCE si è espressa sulle modalità di determinazione delle previsioni ai fini delle stime relative alle chiusure di marzo e giugno (successivamente, analoghe indicazioni sono state reiterate anche per il bilancio 2020), indicando di utilizzare come punto di partenza ("anchor points") le proiezioni macroeconomiche prodotte dal proprio Staff.

Relativamente alle suddette indicazioni, le attività di vigilanza della BCE hanno rilevato un'attuazione eterogenea da parte degli enti vigilati e dunque ha ritenuto opportuno indirizzare una nuova missiva5 (il 4 dicembre 2020) nella quale si rinnova l'importanza di assicurare che il rischio di credito sia adeguatamente valutato, classificato e misurato nei bilanci, raccomandando l'utilizzo di procedure per la valutazione del merito creditizio che consentano di distinguere in maniera tempestiva ed efficace i debitori economicamente sostenibili da quelli non più sostenibili, anche tenendo conto della prospettica cessazione degli interventi di sostegno pubblico, con il principale obiettivo di contenere l'accumulo di asset/crediti problematici ed attenuare i possibili rischi di shock improvvisi ("cliff effect"), tentando al contempo di evitare un'eccessiva pro-ciclicità.

Più in dettaglio, nella lettera del 4 dicembre la BCE individua diverse aree tematiche principali relative alla gestione del rischio di credito verso le quali gli enti significativi devono prestare particolare attenzione nell'applicare politiche e procedure solide, di seguito sintetizzate:

  • 1. classificazione delle modifiche contrattuali: gli enti devono assicurarsi di classificare correttamente le modifiche contrattuali (moratorie) qualificabili come concessioni accordate ai debitori in difficoltà, classificandole come "oggetto di concessioni" (forborne) nei propri sistemi. Per le modifiche non rientranti nelle Linee Guide EBA sul tema, gli enti devono valutare e classificare caso per caso se le modifiche soddisfano la definizione di forbearance measure;

  • 2. valutazione del probabile inadempimento: la BCE si attende che gli enti svolgano una valutazione periodica della sussistenza di trigger di UTP dei debitori, comprese le esposizioni che godono di moratorie di pagamento;

  • 3. valutazione degli aumenti significativi del rischio di credito e staging: la BCE raccomanda agli enti di cercare di identificare l'aumento del rischio di credito nella fase più precoce possibile, indipendentemente dal ricorso alla valutazione analitica o collettiva, valutando in maniera più organica i prestiti soggetti a moratoria e non ricorrendo esclusivamente ai giorni di scaduto quale criterio per l'identificazione di un SICR, rammentando pertanto anche l'utilizzo di informazioni qualitative così come previsto dall'IFRS 9;

  • 4. stima dei livelli di accantonamento: al fine di garantire una stima corretta dei livelli di accantonamento, viene rinnovata la raccomandazione di continuare ad ancorare gli scenari di base dell'IFRS 9 alle previsioni macroeconomiche pubblicate dalle banche centrali, assicurando anche che eventuali adjustment e overlays siano coerenti con tali scenari;

  • 4 Cfr. BCE "Letter to banks: IFRS 9 in the context of the coronavirus (COVID-19) pandemic" del 1 aprile 2020.

  • 5 Cfr. BCE "Identification and measurement of credit risk in the context of the coronavirus pandemic", 4 dicembre 2020.

L'esercizio 2020 in sintesi

5. governance e coinvolgimento degli organi di amministrazione: la BCE si attende che gli organi di amministrazione esercitino una supervisione adeguata sugli elementi critici della gestione del rischio di credito.

Il 10 dicembre, a margine della riunione del Consiglio Direttivo mensile, la BCE ha pubblicato il periodico aggiornamento delle previsioni macroeconomiche per l'Area Euro predisposto dal proprio staff con il contributo delle singole banche centrali nazionali, riportando scostamenti limitati rispetto alle precedenti previsioni di settembre. Più precisamente, come schematizzato nella tabella seguente, lo scenario Baseline vede un contenimento della caduta del PIL per l'Area Euro del 2020, atteso in calo del 7,3% (a fronte del -8,0% previsto a settembre), seguito da una revisione del rimbalzo per il 2021, previsto ora del +3,9% (rispetto al +5,0% previsto a settembre), compensato da un miglioramento nelle aspettative per il 2022 che vedono un PIL in aumento dal +4,2% (in luogo del +3,2% previsto a settembre). Anche gli scenari alternativi Mild e Severe riportano revisioni minori rispetto alle previsioni di settembre, sintetizzabili in una diversa distribuzione della ripresa nell'arco del triennio previsionale.

"Eurosystem staff macroeconomic projections for the euro area" - dicembre 2020

December 2020 projections

Mild scenario

Baseline

Severe scenario

2020

2021

2022

2023

2020

2021

2022

2023

2020

2021

2022

2023

Real GDP

-7,2

6,0

4,3

2,1

-7,3

3,9

4,2

2,1

-7,6

0,4

3,0

2,9

HICP inflation

0,2

1,1

1,3

1,5

0,2

1,0

1,1

1,4

0,2

0,7

0,6

0,8

Unemployment rate

7,9

8,8

7,5

6,9

8,0

9,3

8,2

7,5

8,1

10,3

9,9

9,4

Contestualmente alla pubblicazione delle previsioni macroeconomiche per l'Area Euro pubblicate da BCE, anche la Banca d'Italia, nell'ambito dell'esercizio previsivo coordinato dell'Eurosistema, ha pubblicato la propria nota di commento relativa alle proiezioni macroeconomiche per l'economia italiana.

Il documento di Bankit fornisce una proiezione di base, che considera l'ipotesi di un persistere dei livelli dell'epidemia riscontrati negli ultimi mesi del 2020, di un suo successivo graduale ritorno sotto controllo nel corso della metà del 2021 e di un completo superamento dell'emergenza entro il 2022.

Lo scenario di base prefigura, dopo una contrazione del PIL in Italia del -9,0% nel 2020, una ripresa nel prossimo triennio (+3,5% nel 2021, +3,8% nel 2022 e +2,3% nel 2023). In termini congiunturali, il PIL si ridurrebbe nell'ultimo trimestre 2020 e rimarrebbe debole all'inizio del 2021, per poi tornare a espandersi a ritmi significativi nella parte centrale dell'anno, grazie all'ipotizzato miglioramento del quadro sanitario e all'effetto delle misure di politica economica.

Rispetto allo scenario di base pubblicato nel Bollettino economico di luglio, la revisione al rialzo nel 2020 riflette l'andamento particolarmente favorevole registrato nel terzo trimestre, mentre nel successivo biennio la ripresa è spostata in avanti di alcuni mesi. Il più contenuto dato medio annuo del 2021 risente dell'effetto trascinamento della flessione del PIL nella parte finale del 2020; la crescita è più rapida dal secondo trimestre in poi e significativamente più forte nel 2022.

Proiezioni macroeconomiche per l'economia italiana - scenario di base

Dicembre 2020

2020

2021

2022

2023

PIL

-9,0

3,5

3,8

2,3

Consumi delle famiglie

-9,0

3,6

3,0

1,7

Consumi collettivi

0,7

-0,5

1,0

0,4

Investimenti fissi lordi

-12,0

9,0

11,5

5,1

di cui: Investimenti in beni strumentali

-10,2

8,8

13,5

6,8

Investimenti in costruzioni

-14,3

9,2

8,9

2,9

Esportazioni totali

-15,9

9,3

4,9

3,4

Importazioni totali

-12,4

9,7

6,2

3,2

Prezzi al consumo (IPCA)

-0,2

0,5

0,9

1,2

IPCA al netto di beni energetici e alimentari

0,4

0,0

0,6

0,8

Occupazione (ore lavorate)

-12,8

3,7

3,8

2,4

Occupazione (numero di occupati)

-1,8

-1,0

1,6

1,2

Tasso di disoccupazione

9,2

10,4

10,0

9,5

Lo scenario di base è fortemente dipendente dalle ipotesi sull'evoluzione della pandemia. Minori ripercussioni dei contagi sull'attività nella parte finale del 2020 e all'inizio del 2021 potrebbero tradursi in un ritmo di crescita più elevato nella media dell'anno prossimo.

Per contro, un prolungamento degli effetti sfavorevoli della pandemia a livello globale, se non contrastati efficacemente dalle politiche economiche, potrebbe rappresentare un rischio per le prospettive di crescita se si ripercuotesse sui comportamenti di consumo e investimento, sugli scambi internazionali o sulle condizioni finanziarie.

Considerando tale eventualità, nel documento Bankit sono riportati, a titolo esemplificativo, gli effetti sulla crescita del PIL nelle ipotesi che:

L'esercizio 2020 in sintesi

  • 1) la domanda estera ristagni nel 2021 seguita da una crescita graduale nel biennio successivo;

  • 2) gli effetti della pandemia sui comportamenti e le misure di distanziamento sociale si protraggano per un periodo più prolungato, raggiungendo a inizio 2021 un'intensità simile a quella dello scorso aprile e in seguito rientrando con gradualità;

  • 3) si verifichi un irrigidimento dell'offerta di credito, su un livello prossimo a quanto stimato durante la crisi finanziaria globale.

Gli effetti delle diverse ipotesi sulla crescita del PIL in scenari meno favorevoli, sono rappresentate nella seguente tabella, che esprime le differenze percentuali rispetto allo scenario di base:

Proiezioni macroeconomiche per l'economia italiana - Ipotesi scenari meno favorevoli

2020

2021

2022

2023

1 - Quadro internazionale

-0,1

-0,9

-0,7

-0,3

2 - Protrarsi della pandemia

-0,1

-1,6

-1,0

-1,6

3 - Fattori finanziari

0,0

0,9

-0,7

0,1

Anche l'EBA si è espressa per quanto di sua competenza sul tema delle misure che le banche stavano prendendo a seguito dell'improvvisa emergenza COVID-19, con una serie di documenti pubblicati il 25 marzo, tra cui rileva in particolare lo "Statement on the application of the prudential framework regarding Default, Forbearance and IFRS 9 in light of COVID-19 measures". Il documento EBA ha l'obiettivo di fornire chiarezza al settore bancario dell'UE su come gestire in modo coerente, gli aspetti relativi a (i) classificazione dei prestiti in default, (ii) identificazione delle esposizioni forborne e (iii) trattamento contabile (ai fini della determinazione dello Stage 2 e delle valutazioni forward-looking IFRS 9).

Sull'aspetto delle classificazioni l'EBA è poi entrata più in dettaglio con la pubblicazione, in data 2 aprile, di specifiche Guidelines volte all'individuazione di un trattamento prudenziale semplificato per la classificazione dei crediti ai quali è stata concessa una moratoria entro (e non oltre) il 30 settembre 2020. Sui punti in questione l'EBA specificava che:

  • - l'adesione ad una moratoria - sia per legge che concessa dalla banca - non rappresenta un trigger di default e blocca il conteggio dello scaduto ai fini dell'identificazione del default stesso;

  • - relativamente al considerare come misure di forbearance le moratorie, l'EBA esclude che le posizioni interessate possano essere considerate forborne, in quanto mirano ad affrontare i rischi sistemici e ad alleviare i potenziali rischi che potrebbero verificarsi in futuro nella più ampia economia dell'UE;

  • - sulla possibile classificazione a Stage 2 delle posizioni oggetto di moratoria, l'EBA chiarisce che l'applicazione di una moratoria pubblica o privata non dovrebbe essere considerata da sola come trigger per l'identificazione di un aumento significativo del rischio di credito, escludendo quindi la classificazione automatica a Stage 2.

Dopo aver monitorato da vicino gli sviluppi della pandemia COVID-19 e, in particolare, l'impatto della seconda ondata COVID-19 e le relative restrizioni governative adottate in molti paesi dell'UE, lo scorso 2 dicembre l'EBA ha comunicato la decisione di riattivare le "Guidelines on legislative and non-legislative loan repayments moratoria", pubblicando una versione rivista dell'omonimo documento del 2 aprile.

La nuova edizione delle Guidelines EBA prevede che le banche possano continuare a fornire sostegno all'economia reale tramite nuove moratorie, mantenendo però un elevato livello di attenzione ai fini della tempestiva individuazione di quegli elementi soggettivi che possano evidenziare difficoltà finanziarie della controparte a cui viene concessa la moratoria, al fine di garantire che eventuali crediti problematici siano prontamente correttamente classificati e rappresentati nei bilanci. Di conseguenza, nella rinnovata versione delle Linee Guida riattivate, l'EBA ha introdotto nuovi vincoli per garantire che il supporto fornito dalle moratorie sia limitato a supportare le carenze di liquidità innescate dai nuovi lockdown e che non vi siano vincoli operativi alla continua disponibilità di credito:

  • - riaprendo sino al 31 marzo 2021 la possibilità di concedere moratorie secondo le preesistenti linee guida;

  • - introducendo un vincolo di durata massima di 9 mesi alle nuove moratorie o all'estensione di una moratoria già esistente. Il termine si applica anche alla concessione di una moratoria ulteriore a fronte di una moratoria scaduta, e in questo caso si sommano le durate delle due moratorie.

La durata massima di nove mesi non si applica retroattivamente alle moratorie concesse sino al 30 settembre che possono avere conseguentemente durate maggiori (ad esempio 12 mesi).

Alla luce dell'estensione del periodo di moratoria, l'EBA ha anche specificato che le banche dovranno notificare alle rispettive autorità competenti il piano che delinea il processo, le fonti di informazione e le responsabilità ai fini della valutazione della potenziale inadempienza probabile dei debitori soggetti a moratorie sui pagamenti (sia legislativa che o non legislativa), introducendo peraltro specifici requisiti segnaletici informativi ai fini del monitoraggio delle esposizioni soggette a moratoria6.

Relativamente al tema dell'informativa finanziaria, trattato prevalentemente dall'ESMA, si sottolinea come l'autorità abbia dapprima pubblicato in data 11 marzo una raccomandazione7, indicando alcune linee-guida di comportamento rispetto all'impatto del COVID-19 sui seguenti temi:

  • - informazione continua al mercato: ESMA raccomanda agli emittenti la tempestiva pubblicazione delle informazioni riguardanti l'impatto del COVID-19 sui loro fondamentali, sulle loro prospettive o sulla loro situazione finanziaria, quando tali informazioni siano pertinenti (relevant) e significative (significant), in accordo con gli obblighi di trasparenza definiti dalla Market Abuse Regulation;

  • - reporting finanziario: ESMA raccomanda alle società la massima trasparenza in merito agli impatti attuali e potenziali del COVID-19 sulle proprie attività di business, sulla situazione finanziaria e sulla performance economica, in base a una valutazione, per quanto possibile, qualitativa e quantitativa.

  • 6 Cfr. EBA "Guidelines on reporting and disclosure of exposures subject to measures applied in response to the COVID-19 crisis" del 2 giugno.

  • 7 Cfr. ESMA "ESMA recommends action by financial market participants for COVID-19 impact" dell'11 marzo.

Nel corso del mese di ottobre l'ESMA ha poi pubblicato il consueto report annuale8 nel quale indica le aree tematiche di particolare importanza ai fini della redazione dei bilanci 2020 che saranno pubblicati dalle società quotate, con l'obiettivo di favorire un'applicazione uniforme dei principi contabili IFRS e di altri obblighi informativi di carattere finanziario e non finanziario.

Le priorità su cui l'ESMA richiede di porre particolare attenzione per quanto attiene gli IFRS, sono centrate in particolare sulla necessità di fornire un'informativa adeguata e trasparente sulle conseguenze della pandemia COVID-19, con particolare riguardo alla continuità aziendale e alla riduzione di valore delle attività. Nel quadro di incertezza attuale le valutazioni devono essere supportate ove possibile anche da analisi di sensitività, oggetto di specifiche disclosure, per permettere al lettore del bilancio una quanto più completa e trasparente comprensione dei fenomeni.

Sul tema dell'informativa da fornire al mercato, anche IOSCO e CONSOB si sono espresse riprendendo le indicazioni ESMA e rimarcando l'importanza di una disclosure chiara, affidabile e trasparente che fornisca agli investitori informazioni utili per valutare gli impatti della pandemia COVID-19 sugli aggregati economici e patrimoniali.

Inoltre si segnala che la Banca d'Italia, con la sua comunicazione del 15 dicembre 2020, ha integrato le disposizioni che disciplinano i bilanci delle banche (Circolare n. 262 "Il bilancio bancario: schemi e regole di compilazione"), con l'obiettivo di fornire al mercato informazioni sugli effetti che il COVID-19 e le conseguenti misure di sostegno all'economia hanno prodotto sulle strategie, gli obiettivi e le politiche di gestione dei rischi, nonché sulla situazione economico-patrimoniale degli intermediari. Gli interventi proposti tengono anche conto dei contenuti dei sopracitati documenti pubblicati dagli organismi regolamentari e di vigilanza europei e dagli standard setter volti a chiarire le modalità di applicazione degli IAS/IFRS, con particolare riferimento all'IFRS 9.

Il documento contiene inoltre alcune modifiche per tenere conto dei cambiamenti ai principi contabili internazionali IAS/IFRS intervenuti successivamente agli ultimi aggiornamenti delle disposizioni di bilancio. In particolare, il riferimento è alle richieste d'informativa previste dall'IFRS 7 per tener conto degli effetti della "Riforma degli indici di riferimento per la determinazione dei tassi di interesse" in materia di hedge accounting (IBOR Reform).

Da ultimo, come già anticipato, si segnala che, in continuità con le misure già intraprese nel mese di marzo 2020 (BCE/2020/19) ed in coerenza con la raccomandazione formulata nel mese di luglio (BCE/2020/35) in cui la Banca Centrale Europea preannunciava che avrebbe riesaminato la propria posizione nel quarto trimestre 2020, per valutare se alla luce del contesto economico, della stabilità del sistema finanziario e dell'affidabilità della pianificazione del capitale, emettere un'ulteriore raccomandazione di sospensione dei dividendi, in data 15 dicembre la BCE ha rinnovato l'indicazione alle banche di esercitare un'estrema prudenza sui dividendi e sui riacquisti di azioni proprie raccomandando in particolare di:

  • - considerare la possibilità di non distribuire dividendi in contanti oppure di limitare tali distribuzioni fino al 30 settembre 2021;

  • - nel caso si intenda comunque distribuire dividendi o riacquistare azioni proprie, applicare come criterio il valore più basso tra la soglia del 15% dell'utile cumulato 2019-2020 e la soglia dei 20 bps in termini di CET 1;

  • - dotarsi di redditività e di un solido profilo patrimoniale, qualora si intendano distribuire dividendi, oltre a contattare preventivamente il proprio JST per stabilire se il livello di distribuzione previsto sia prudente;

  • - astenersi dalla distribuzione provvisoria di dividendi a valere sull'utile 2021.

L'approccio del Gruppo Intesa Sanpaolo per la predisposizione del Bilancio al 31 dicembre 2020

Premessa

I concetti espressi dalle diverse Autorità che sono stati riassunti in precedenza, principalmente sui crediti e tesi a evitare penalizzazioni di posizioni in temporanea difficoltà in presenza di robusti programmi di supporto all'economia, sono stati utilizzati coerentemente dal Gruppo anche ai fini della valutazione e della rappresentazione di altre poste nella chiusura del Bilancio al 31 dicembre 2020.

Occorre comunque ribadire che le tematiche di seguito esposte e le scelte effettuate dal Gruppo Intesa Sanpaolo devono essere considerate congiuntamente con l'importante ruolo che la Banca ha e avrà nel fornire il supporto necessario a persone e imprese e con i rilevanti fattori di incertezza e volatilità dei valori che caratterizzano questo periodo, ben messe in evidenza da tutte le Autorità in precedenza citate. Le caratteristiche nuove, eccezionali e senza riscontro dal dopoguerra della crisi attuale, l'ancora indeterminato periodo di persistenza dell'emergenza sanitaria da cui potranno derivare conseguenze economico-finanziarie sulle persone e sulle imprese molto correlate alla durata di tale emergenza, nonché gli interventi già definiti ed in corso di definizione da parte dei Governi e dell'Unione Europea che, per entità e caratteristiche, sono suscet tibili di mitigare gli effetti della crisi ma che, d'altra parte, non sono ancora completamente definiti in dettaglio e soprattutto nella tempistica di attuazione, rendono molto complessa l'applicazione di principi contabili ancorati su valori di mercato e su valutazioni prospettiche.

Sulla base, dunque, del quadro generale sopra descritto, di seguito sono riportate le tematiche di bilancio impattate dal tema COVID-19.

8 In questa comunicazione sul bilancio annuale, l'ESMA riprende anche i suggerimenti già forniti con le sue comunicazioni del 25 marzo "Implicazioni contabili dell'epidemia COVID-19 sul calcolo delle perdite attese su crediti secondo l'IFRS 9" e del 20 maggio 2020 "Implicazioni del COVID-19 sulle relazioni semestrali".

Classificazione e valutazione dei crediti secondo il principio IFRS 9 alla luce dei provvedimenti emanati dalle diverse Autorità di vigilanza a seguito dell'emergere della pandemia COVID-19

In tema di classificazione delle esposizioni creditizie, occorre premettere che l'apparizione del COVID-19 ha comportato in primis la necessità, condivisa dal sistema bancario e dalle istituzioni (governi e regulator), di concedere ai clienti ancora in bonis misure generalizzate di sospensione dei pagamenti (moratorie) con procedure semplificate e senza penalizzazioni per i soggetti coinvolti, banche e clientela. Tali misure, in parte regolate da norme nazionali ed in parte decise autonomamente dalle banche, sono state oggetto di una specifica regolamentazione, riassunta nelle specifiche Guidelines EBA (" Guidelines

on legislative and non-legislative moratoria on loan repayments applied in the light of the COVID-19 crisis"). Secondo l'EBA le moratorie, per essere considerate in linea con le sue indicazioni, devono rispettare alcuni requisiti specifici; in sintesi esse devono:

  • - essere offerte indistintamente dalla banca ad una platea di soggetti (perfoming) o a seguito e secondo disposizioni di legge;

  • - non prevedere rinunce ad interessi o capitali ma solo un mero differimento/allungamento dei pagamenti.

A seguito della attivazione della moratoria "EBA compliant" si blocca il conteggio dello scaduto ai fini dell'identificazione del

default (con conseguente classificazione a Past due deteriorato), inoltre il fatto che la banca non rinunci a interessi o capitale di fatto rende superfluo il calcolo delle diminished obligation ai fini dell'individuazione della ristrutturazione onerosa e della

conseguente classificazione ad Inadempienza Probabile. La moratoria non viene poi considerata automaticamente come forbearance measure e, conseguentemente, non costituisce anche un trigger di significativo incremento del rischio di credito con scivolamento ai sensi dell'IFRS 9 a Stage 2 (per le posizioni in Stage 1). Peraltro, sino al 30 settembre il nostro Gruppo,

per le posizioni verso aziende con più elevata rischiosità (individuata attraverso il rating), nel caso di moratoria decisa dalla Banca, effettuava comunque specifiche valutazioni per verificare se considerare o meno la rinegoziazione come misura di forbearance.

Tale situazione era rimasta valida sino al 30 settembre scorso quando, alla luce del quadro di cauto ottimismo di fine estate, l'EBA non aveva ritenuto adeguato procedere ad una proroga di tale misura eccezionale. L'Autorità aveva quindi ritenuto

opportuno ritornare alla prassi secondo cui qualsiasi rinegoziazione dei prestiti debba seguire un approccio caso per caso secondo il consueto quadro prudenziale, cioè con un'analisi volta a valutare se la singola misura sia da considerare una

forbearance e/o un trigger di default. A partire dal 1° ottobre quindi tale verifica è stata applicata a tutte le nuove misure verso imprese e privati (indipendentemente dal rating e dalla tipologia di moratoria).

A seguito della seconda ondata di COVID che ha colpito l'Europa da metà ottobre, tuttavia l'EBA ha riconsiderato il tema e,

con la sua comunicazione del 2 dicembre, ha:

  • - riaperto sino al 31 marzo 2021 la possibilità di concedere moratorie secondo le preesistenti linee guida;

  • - introdotto un vincolo di durata massima di nove mesi alle nuove moratorie o all'estensione di una moratoria già esistente.

    Il termine si applica anche alla concessione di periodi di sospensione non consecutivi (in questo caso si sommano le durate dei diversi periodi). La durata massima di nove mesi non si applica retroattivamente alle moratorie concesse sino al 30 settembre.

Nel corso del mese di dicembre, il Gruppo si è quindi adeguato a quanto previsto nell'amendment emesso dall'EBA il

2 dicembre ripristinando il framework in essere al 30 settembre sopra descritto, introducendo però una valutazione caso per caso sulla classificazione a forborne per le moratorie con durata superiore ai nove mesi, come previsto da EBA.

Relativamente invece all'ambito valutativo delle esposizioni creditizie, i diversi interventi dei regolatori che si sono susseguiti nel corso del 2020 descritti in precedenza hanno progressivamente rafforzato ed adattato all'evolversi della situazione

economico sanitaria il quadro normativo che si era delineato con chiarezza già nei primi mesi del 2020 e che è stato progressivamente precisato nel corso dell'anno. Per il Bilancio al 31 dicembre 2020 il Gruppo ha quindi ritenuto di confermare

gli approcci adottati via via nel corso del 2020, con gli opportuni affinamenti e adeguamenti derivanti dell'evoluzione del contesto sanitario ed economico di riferimento.

Il Gruppo Intesa Sanpaolo si è allineato dunque alle indicazioni dei regulator procedendo pertanto a:

  • - aggiornare lo scenario macroeconomico ai fini del calcolo dell'ECL (valutazione dei crediti) in allineamento alle indicazioni fornite da BCE e Banca d'Italia ad inizio dicembre;

  • - adottare specifici interventi di management overlays ai fini dell'inclusione di correttivi ad hoc, non colti dalla modellisti ca

    in uso, per meglio riflettere nella valutazione dei crediti la particolarità degli impatti COVID-19.

Relativamente allo scenario macroeconomico, utilizzato anche ai fini della valutazione dei crediti, la Direzione Studi e

Ricerche della Capogruppo ha prodotto scenari IFRS 9 coerenti con gli scenari (baseline, mild e severe) pubblicati a dicembre da BCE e dalla Banca d'Italia, in linea con le indicazioni fornite dalla stessa Banca Centrale con la citata lettera del 4 dicembre 2020 "Identification and measurement of credit risk in the context of the coronavirus pandemic". Nella produzione di detti scenari si sono utilizzati i dati acquisiti dalle elaborazioni di BCE/Banca d'Italia e si è utilizzata la modellistica interna (modello multi-country di Oxford Economics) per ricostruire i percorsi delle variabili non fornite dall'Eurosistema. Infatti le Banche Centrali hanno previsto puntualmente solo l'andamento di alcune variabili macro-economiche (recepite nello

scenario) e fornito una narrativa di accompagnamento che è stata utilizzata come base per completare in maniera coerente la proiezione di tutte le variabili utilizzate nei modelli satellite.

In particolare, va notato che soltanto BCE e alcune Banche Centrali Nazionali (per es. Bundesbank) hanno fornito anche scenari alternativi (uno peggiorativo e uno migliorativo), ma limitatamente ai percorsi di poche variabili fondamentali (crescita del PIL reale, inflazione, disoccupazione), mentre Banca d'Italia ha fornito una sensitivity del solo PIL a diverse ipotesi di peggioramento. Per questo motivo, la ricostruzione degli scenari alternativi per l'economia italiana è stata effettuata in modo da garantire la massima coerenza con la narrativa degli scenari alternativi dell'eurosistema e il percorso della crescita rea le

dell'Eurozona fornito dalla BCE per ciascuno di essi.

La tabella successiva sintetizza gli scenari macroeconomici prodotti e utilizzati per la determinazione delle valutazioni delle Expected Credit Losses, per i quali le principali variabili sono state riprese puntualmente dalle proiezioni delle Banche Centrali, mentre le altre variabili sono state ricostruite mediante simulazioni con la modellistica interna, in coerenza con le indicazioni desumibili dalle pubblicazioni delle banche centrali.

Scenari macroeconomici Intesa Sanpaolo per il calcolo dell'ECL nel Bilancio 2020

2020

Baseline 2021

2022

2023

2020

Migliorativo 2021

2022

2023

2020

Peggiorativo 2021

2022

2023

Italia

Real GDP Italy

-9,0%

3,5%

3,8%

2,3%

-8,5%

6,2%

2,5%

1,9%

-9,1%

-0,5%

2,6%

1,7%

CPI Italy

-0,2%

0,5%

0,9%

1,2%

-0,1%

0,6%

1,2%

1,4%

-0,2%

-0,3%

0,4%

1,0%

Residential Property Italy

2,4%

-2,0%

0,5%

1,0%

2,7%

0,3%

2,0%

3,1%

2,4%

-5,0%

-2,7%

-1,7%

10Y BTP yield

1,2%

0,8%

1,0%

1,2%

1,1%

1,0%

1,4%

2,2%

1,2%

1,0%

1,3%

1,7%

BTP-Bund Spread 10Y

1,6%

1,3%

1,5%

1,6%

1,6%

1,3%

1,5%

1,6%

1,7%

1,6%

1,8%

2,1%

Italian Unemployment

9,2%

10,4%

10,0%

9,5%

9,3%

10,2%

9,9%

9,5%

9,4%

11,6%

11,8%

11,5%

Euro Area

Real GDP EUR

-7,3%

3,9%

4,2%

2,1%

-7,2%

6,0%

4,3%

2,1%

-7,6%

0,4%

3,0%

2,9%

CPI EUR

0,2%

1,0%

1,1%

1,4%

0,2%

1,1%

1,3%

1,5%

0,2%

0,7%

0,6%

0,8%

Equity ESTOXX 50

-5,2%

4,6%

4,0%

2,9%

-1,6%

12,0%

3,6%

3,3%

-5,5%

-5,2%

-7,0%

-4,7%

Euro/$

1,14

1,18

1,18

1,18

1,14

1,16

1,14

1,17

1,13

1,17

1,17

1,19

Euribor 3M

-0,4%

-0,5%

-0,5%

-0,5%

-0,4%

-0,5%

-0,5%

-0,2%

-0,5%

-1,0%

-1,0%

-0,9%

EurIRS 10Y

-0,1%

-0,2%

-0,1%

0,1%

-0,1%

0,0%

0,2%

0,8%

-0,2%

-0,4%

-0,2%

-0,2%

10Y Bund yield

-0,5%

-0,5%

-0,5%

-0,4%

-0,5%

-0,2%

0,0%

0,6%

-0,5%

-0,6%

-0,5%

-0,4%

EUR Unemployment

8,0%

9,3%

8,2%

7,5%

7,9%

8,8%

7,5%

6,9%

8,1%

10,3%

9,9%

9,4%

US Area

Real GDP US

Equity US

US Unemployment

-3,5% 10,0% 8,2%

4,2% 7,3% 6,5%

2,7% -0,4% 5,6%

2,1% -0,6% 4,8%

-3,5% 15,0% 8,2%

5,2% 29,0% 6,3%

3,9% 6,2% 5,1%

2,5% 2,8% 4,3%

-4,1% 9,8% 8,4%

0,3% -4,2% 8,7%

0,2% -4,6% 7,8%

0,2% -4,4% 6,7%

In linea con le diverse ipotesi di evoluzione del quadro sanitario ed alla luce dell'avvio delle imponenti misure di sostegno all'economia, le previsioni del Gruppo - come detto basate sullo scenario BCE / Bankit di dicembre 2020 - si articolano come segue:

  • 1. lo scenario most likely (o baseline) vede una significativa ripresa del PIL italiano nel 2021 e nel 2022, mentre nel 2023 la crescita rallenta pur rimanendo su livelli sostenuti;

  • 2. lo scenario peggiorativo (o worst), che alla significativa contrazione del PIL italiano 2020 somma una sostanziale stagnazione del 2021 ed una debole ripresa negli anni successivi;

  • 3. la previsione migliorativa ipotizza un riassorbimento completo della contrazione 2020 già nei due anni successivi, trainato in particolare da una forte ripresa del 2021.

Con riferimento al quadro sanitario, in sintesi, lo scenario migliorativo presuppone l'effettivo e rapido contenimento del vi rus anche grazie all'avvio delle imponenti campagne vaccinali messe in atto dai paesi europei, mentre lo scenario worst presuppone un'ulteriore ripresa delle infezioni e un'estensione / irrigidimento delle misure di contenimento fino almeno alla

metà del 2021.

Più in dettaglio, nello scenario most likely (baseline) si ipotizza un successo solo parziale nel contenere il virus, con una persistenza delle infezioni nei prossimi trimestri e le conseguenti misure di contenimento. Tuttavia, si prevede che queste ultime comporteranno costi economici inferiori rispetto a quelli sostenuti durante i rigorosi blocchi iniziali, prevedendo pertanto che l'economia si rianimi gradualmente. Il focus principale è atteso sul settore manifatturiero e su determinati servizi non impattati dalla pandemia (medicale ed alimentare), mentre altri servizi, quali ad esempio l'arte, l'intrattenimento, l'alloggio e la ricreazione continuerebbero ad essere parzialmente limitati. Il periodo di transizione durerà fino a quando le campagne vaccinali non avranno raggiunto una massa critica significativa, presumibilmente attesa verso la metà del 2021.

Di conseguenza, lo scenario most likely prefigura, a fronte della contrazione del PIL in Italia del 9,0% nel 2020, una graduale ripresa nel prossimo biennio (3,5% nel 2021 e 3,8% nel 2022).

Nello scenario worst, si presume, invece, che le nuove restrizioni poste in essere per fronteggiare la seconda ondata emersa sul finire del 2020 abbiano un impatto più dannoso sull'attività economica e non riescano a contenere efficacemente la malattia, con l'eventualità di dover affrontare una possibile nuova ondata nella prima parte del 2021. Tale nuova ondata

richiederebbe il mantenimento di misure di contenimento più rigorose di quelle di fine 2020. Gli sforzi sostenuti per prevenire la diffusione del virus continuerebbero comunque a smorzare l'attività nei settori dell'economia fino ad una significativa diffusione dei vaccini che in questo caso non manifesterebbe i suoi effetti prima della fine dell'anno.

Dal punto di vista economico, quindi, sono state prese in considerazione ipotesi più pessimistiche, in particolare il manifestarsi, a seguito del protrarsi dell'epidemia o della necessità di contrastare possibili nuovi focolai, di ulteriori

ripercussioni sulla fiducia e sulle decisioni di spesa dei cittadini e di investimento delle imprese, cali più consistenti nel commercio mondiale e strozzature alle catene globali del valore con un ulteriore deterioramento delle condizioni finanziarie.

Lo scenario worst, somma, in sintesi, al drastico calo del PIL 2020, una stagnazione nel 2021 con una ripresa più debole negli anni seguenti.

La previsione migliorativa ipotizza un calo più contenuto nel 2020, riassorbito completamente nei due anni successivi. Con riferimento al quadro sanitario, lo scenario migliorativo presuppone un effettivo contenimento del virus, con il rigido periodo di blocco seguito da un graduale riavvio delle economie. Il contenimento riuscito della diffusione del virus durante la seconda ondata è dovuto ai rapidi progressi nei trattamenti e alla efficiente diffusione dei vaccini, aprendo così la strada ad ungraduale ritorno alla normale attività. Tale scenario non presuppone la rinascita del virus e crede in risposte economiche di notevole successo da parte delle autorità.

Rispetto allo scenario baseline, lo scenario migliorativo vede una forte ripresa già nel 2021 favorita dagli evidenti successi delle misure sanitarie e dei supporti pubblici. In questo scenario nei prossimi tre anni vengono sostanzialmente riassorbiti gli impatti della pandemia. Per i paesi più penalizzati dalla pandemia in termini di caduta del PIL nel 2020, come l'Italia, si ipotizza un rimbalzo più rapido, come peraltro osservato fra 2° e 3° trimestre 2020.

I suddetti scenari sono stati applicati ai fini del condizionamento forward-looking dei parametri ai fini della ECL IFRS 9. Per quanto riguarda le banche estere della Divisione International Subsidiary Bank e Banca Intesa Russia, si è proceduto in analogia a quanto fatto centralmente, tenuto conto della minor sofisticazione di alcune realtà.

Sempre in allineamento alle indicazioni dei regulator ed alle best practice riscontabili sul mercato, il Gruppo Intesa Sanpaolo ha poi proceduto ad adottare specifici interventi di management overlay ai fini dell'inclusione di correttivi ad hoc, non colti dalla modellistica in uso, per meglio riflettere nella valutazione dei crediti la particolarità degli impatti COVID-19. Restano quindi confermate nella sostanza, in considerazione del perdurare dei razionali sottostanti, le scelte individuate già in sede di

Relazione Semestrale. In sintesi: - trattamenti una tantum per includere con maggiore granularità tramite trigger straordinari di staging gli impatti dello

scenario attuale sulle controparti dei microsettori più penalizzati dalla crisi, anche alla luce di analisi specifiche sulle controparti e della presenza di misure di moratoria;

-

adozione di fattori correttivi sui tassi di default per l'inclusione, da un lato degli effetti benefici attesi dalle importanti iniziative di supporto all'economia quali le garanzie statali non colte dai modelli satellite, dall'altro per incorporare nei modelli l'effetto peggiorativo che le moratorie hanno durante il periodo di loro validità nel traslare ad esercizi futuri i passaggi a default.

Di seguito vengono riportate più in dettaglio le scelte del Gruppo su tali aspetti, così come adottate nel bilancio al 31 dicembre

2020. Rispetto alle scelte individuate nella Relazione Semestrale, le soluzioni previste sono caratterizzate da un maggior grado di sofisticazione, alla luce del maggior arco temporale a disposizione e dell'accresciuto bagaglio informativo utilizza bile.

Al fine di meglio cogliere i rischi creditizi delle singole controparti nello scenario COVID-19, a dicembre 2020 è stata eseguita un'analisi micro-settoriale per valutare la rischiosità dei micro settori e procedere, ove necessario, ad una riclassificazione delle controparti a Stage 2 con conseguente aggravio della valutazione (calcolo dell'ECL lifetime). Tale analisi è stata

condotta con un mix di un approccio top-down basato sull'analisi micro-settoriale e un approccio bottom-up che tiene conto della valutazione one-to-one delle singole controparti. Più in dettaglio, le controparti corporate sono state spostate allo Stage 2 quando appartengono a micro-settori rischiosi, hanno un rating insoddisfacente e sono state concesse misure straordinarie, ovvero moratorie. Per le controparti Retail e PMI la classificazione allo Stage 2 è legata allo status di CRA (Credit Risk Appetite), rating insoddisfacente e presenza di moratorie. Classificazioni aggiuntive allo stage 2 sono state effettuate sulla base di valutazioni single name effettuate dall'Area CLO sui segmenti Corporate, Retail e PMI.

Relativamente al trattamento nella stima dell'ECL forward looking delle garanzie statali e delle moratorie, i modelli satelli te non tengono ovviamente conto dell'impatto delle importanti iniziative di supporto all'economia, messe in campo dai diversi

paesi in cui il Gruppo ha un'esposizione creditizia. Tale impatto positivo deve essere invece tenuto in considerazione ai fini della determinazione della ECL, come anche sottolineato dall'ESMA nel suo documento "Accounting implications of the

COVID-19 outbreak on the calculation of expected credit losses in accordance with IFRS 9" del 25 marzo scorso: "In ESMA's view, when making forecasts, issuers should consider the nature of this economic shock (i.e. whether the COVID-19 effect is expected to be temporary) and the impact that the economic support and relief measures (including debt moratoria) will have on the credit risk over the expected life of the instruments, which include, depending on the instrument maturities, longer-term estimates". Anche la BCE ha invitato le banche ad "exercise an informed judgement to update those projections to reflect both the lockdowns and the severe social distancing restrictions imposed on the various economies as well as the substantive public support measures announced and implemented across countries".

In particolare, dal sistema di garanzie statali quali quelle derivanti dal decreto "Cura Italia" e dal "Decreto liquidità" si

attendono impatti positivi, in quanto queste consentono alle banche di ampliare il proprio supporto alle esigenze di liquidità delle imprese, permettendo almeno a una parte di esse di sopravvivere alla crisi in corso. Questo aspetto è stato dunque oggetto di una apposita analisi quantitativa sulla base delle analisi puntuali effettuate nel contesto del Credit Risk Appetite (CRA), confrontando scenari con e senza garanzie statali, che ha supportato la decisione manageriale volta ad includerne i benefici nella riduzione dei tassi di default e nelle stime di ECL al 31 dicembre.

Inoltre, sulla base di specifiche considerazioni relative all'impatto delle misure di moratoria e sui default prospettici e - in

particolare con riferimento alla traslazione temporale di una parte di essi - si è proceduto a stimarne gli effetti in termini di traslazione dei tassi di default attesi. Più in dettaglio, mentre nella Semestrale le simulazioni effettuate sugli effetti delle moratorie (confermate dalle analisi a consuntivo) avevano consentito di traslare all'anno successivo (2021) una parte dei default della clientela dei segmenti Corporate domestico e SME Retail stimati dai modelli, nel presente Bilancio d'esercizio (a fronte di un effetto mitigante 2020 rilevato nei minori default registrati nell'anno) permane, invece, l'atteso "cliff effect" 2021 che comporta flussi aggiuntivi rispetto a quelli indicati dai modelli satellite, stimati alla luce dello scenario aggiornato. L'effetto

di tale overlay, considerato nel condizionamento forward-looking nella semestrale, agisce ora attraverso le logiche SICR, determinando un incremento dei passaggi a Stage 2 e, conseguentemente, di ECL.

Il complesso degli approcci valutativi sopra descritti ha comportato un impatto significativo sul conto economico dell'anno.

Le rettifiche di valore nette su crediti sono complessivamente risultate pari a 4.160 milioni. Di queste, 2.164 milioni circa sono correlate agli effetti "COVID-19", e riguardano per 986 milioni crediti performing e per 1.178 crediti non performing.

Per l'illustrazione dei modelli utilizzati si rinvia alla Nota Integrativa Parte E - Informazioni sui rischi - Rischio di credito.

Impairment test dell'avviamento e delle attività intangibili

In contesti di mercato complessi come quelli attuali, anche le verifiche di tenuta del valore delle attività intangibili risultano particolarmente delicate. La pandemia da COVID-19 e le relative misure restrittive adottate dai vari Governi nel tentativo di contenere la sua diffusione hanno avuto nel 2020 un impatto significativo sul PIL sia dell'Eurozona che dell'Italia. Di conseguenza, le stime di crescita originariamente previste nel Piano d'Impresa per il 2020 e 2021 si sono rivelate non più sostenibili. Il contesto ancora difficile sotto il profilo della crescita della produzione industriale e le previsioni relative al prolungamento delle misure espansive da parte delle autorità di politica monetaria inducono a ritenere probabile uno scenario di tassi di interesse estremamente contenuto per un periodo di tempo abbastanza esteso.

Tale situazione ha inciso sui test d'impairment che il Principio contabile IAS 36 richiede di effettuare, con cadenza almeno annuale, per verificare il valore recuperabile delle attività intangibili a vita indefinita iscritte nel bilancio, rappresentate per

Intesa Sanpaolo dal brand name e dall'avviamento. In linea con le indicazioni dell'ESMA, che considerano gli effetti conseguenti alla pandemia da COVID-19 come un indicatore di impairment, ai fini della Relazione semestrale al 30 giugno 2020 era già stato effettuato un impairment test sulla recuperabilità del valore degli avviamenti e del brand name dal quale erano emersi valori recuperabili delle diverse CGU superiori ai corrispondenti valori contabili e, pertanto, non erano state apportate rettifiche di valore alle attività intangibili; si ricorda, in ogni caso, come anche indicato nella Relazione semestrale al 30 giugno 2020, che le analisi di sensitivity condotte sui principali parametri rilevanti ai fini del valore recuperabile avevano fatto emergere marginali criticità con riferimento alla CGU Banca dei Territori.

La metodologia adottata per effettuare il test per il Bilancio 2020 è stata la medesima utilizzata negli esercizi precedenti, basata sulla determinazione del valore d'uso, inteso come valore attuale dei flussi finanziari futuri che si prevede il Gruppo possa generare. A questo fine sono state utilizzate le stime analitiche predisposte internamente per il periodo 2021-2025 che tengono conto per l'esercizio 2021 dei dati di budget, mentre per gli anni successivi i flussi prospettici sono stati determi nati attraverso un trascinamento inerziale, senza quindi considerare l'effetto di nuove leve manageriali, dei flussi del 2021 sulla base delle previsioni relative allo scenario macroeconomico predisposto dalla Direzione Studi e Ricerche della Capogruppo, sviluppato per l'arco temporale 2021-2025. Si precisa altresì che i flussi prospettici tengono conto delle sinergie stimate derivanti dall'integrazione del Gruppo UBI.

Con riferimento alla Banca dei Territori, gli esiti dell'impairment test, in conseguenza dell'aumento del valore contabile della CGU a seguito dell'aumento di capitale per l'OPAS su UBI Banca e del peggioramento del contesto macroeconomico rispetto allo scenario considerato ai fini dell'impairment test al 30 giugno 2020, soprattutto con riferimento alla dinamica attesa dei tassi di interesse, stimati su valori negativi fino a tutto il 2024 e solo marginalmente positivi per il 2025, controbilanciati parzialmente dagli effetti positivi conseguenti le sinergie stimate rivenienti dall'aggregazione del Gruppo UBI, hanno evidenziato la necessità di operare una rettifica di valore dell'avviamento allocato alla CGU per 981 milioni al lordo dei correlati effetti fiscali. Per effetto di tale rettifica, l'avviamento relativo alla CGU Banca dei Territori è stato c ompletamente svalutato. Con riferimento all'altra attività intangibile a vita indefinita allocata alla CGU Banca dei Territori, ossia il brand name, il relativo valore contabile, pari a 1.507 milioni, è stato supportato da un'apposita perizia redatta da un esperto indipendente che ha confermato che il fair value è superiore al valore contabile.

Per le altre CGU a cui sono allocate attività intangibili a vita indefinita, ossia IMI Corporate & Investment Banking, Asset

Management, Private Banking ed Insurance, non sono emerse necessità di impairment in quanto i loro valori d'uso al 31 dicembre 2020 sono risultati superiori rispetto ai relativi valori di carico contabili.

La rettifica di valore effettuata non ha determinato effetti negativi sui coefficienti di solvibilità del Gruppo Intesa Sanpaolo, in quanto, così come previsto dal Regolamento (UE) n. 575/2013 del 26 giugno 2013 (CRR), il valore degli avviamenti rilevati è già interamente portato in diminuzione dei Fondi Propri.

Infine, con riferimento alle attività immateriali a vita definita, si ricorda che nel corso del 2020, facendo seguito all'acquisizione del Gruppo UBI, nell'ambito del processo di Purchase Price Allocation (PPA) previsto dall'IFRS 3 sono state rilevate nuove attività intangibili, tutte a vita definita, relative alle attività di acquiring e a portafogli di asset management e assicurativo. Dalle analisi effettuate, al 31 dicembre 2020 non sono emerse criticità o indicatori di impairment sulla totalità delle attività immateriali a vita indefinita del Gruppo, comprese quelle rilevate in sede di PPA per l'acquisizione del Gruppo UBI, e pertanto ne è stato confermato il relativo valore contabile.

Dopo le suddette svalutazioni e l'ammortamento delle attività intangibili a vita definita, il valore residuo delle attività intangibili al 31 dicembre 2020 ammonta a 5.841 milioni, di cui 3.154 milioni relativi all'avviamento.

Per l'illustrazione dettagliata dei test svolti si rinvia alla Sezione 10 "Attività immateriali", punto 10.3 della Parte B della Nota

Integrativa consolidata, dove sono illustrati in dettaglio la metodologia seguita, le attività svolte ed i risultati.

Impairment test delle partecipazioni e valutazione dei titoli al fair value

Anche per quanto concerne l'impairment test delle partecipazioni, in linea con le indicazioni dell'ESMA, gli effetti conseguenti alla pandemia da COVID-19 sono stati considerati come un indicatore di impairment. Di conseguenza, anche ai fini del Bilancio al 31 dicembre 2020 si è provveduto ad aggiornare la valutazione degli investimenti partecipativi. Nello specifico, le policy valutative del Gruppo, in linea con quanto previsto dallo IAS 36, assumono quali valori recuperabili per tali tipologie di assets i valori d'uso, che presuppongono una stima dei flussi finanziari prospettici che potranno essere generati attraverso l'uso continuativo dell'attività oggetto di valutazione. Al fine di fattorizzare nelle valutazioni gli effetti derivanti dalla pandemia da COVID-19, sono stati presi in considerazione alcuni accorgimenti in ottica prudenziale. In particolare, laddove presenti, si è fatto riferimento agli aggiornamenti resi disponibili dalle società partecipate relativamente a dati del budget 2021 o dei business plan pluriennali aggiornati che, pertanto, recepiscono i riflessi della pandemia da COVID-19 sulla capacità prospettica delle società partecipate di generare flussi reddituali. Laddove, invece, non fossero presenti dati aggiornati che tenessero in conto gli effetti della pandemia, sempre in ottica prudenziale, come richiesto dallo IAS 36, il tasso di sconto è stato incrementato tramite l'aggiunta di un premio relativo al rischio scenario. Infine, relativamente alle valutazioni che mostravano una maggiore correlazione al quadro macroeconomico, si è fatto riferimento ad analisi di sensitivity al fine di apprezzare l'impatto di scenari alternativi sulle valutazioni effettuate.

Tale approccio è stato utilizzato anche nella valutazione dei titoli di capitale con livello di fair value pari a 3, il cui valore è legato ai flussi di cassa prospettici generati dalle società partecipate o da specifici assets in portafoglio (metodi reddituali DCF e DDM o metodi patrimoniali). Il fair value dei titoli di capitale con fair value di livello 1 e 2, ossia che derivano il loro valore direttamente (titoli quotati) o indirettamente (investimenti convertibili o strettamente legati a strumenti quotati o valutati conmultipli di mercato) da quotazioni di mercato, è stato aggiornato come di consueto facendo riferimento alle quotazioni puntuali di mercato.

Infine, con riferimento agli investimenti in Fondi, le valutazioni ai fini del Bilancio al 31 dicembre 2020 sono state aggiornate sulla base degli ultimi NAV disponibili, rilasciati da parte delle società di gestione dei fondi nella seconda parte del 2020 e che, pertanto, tengono in considerazione le stime degli effetti della pandemia sugli investimenti sottostanti e sui risultati prospettici dei fondi. Le valutazioni sono state effettuate in un'ottica prudente anche tramite l'applicazione di eventuali sconti nei casi previsti dalle policy di Gruppo.

Probability test delle imposte anticipate

In base allo IAS 12, l'ammontare delle imposte anticipate iscritto in bilancio deve essere sottoposto a test ogni anno, per verificare se sussista la probabilità di conseguire in futuro imponibili fiscali che ne consentano il recupero.

In merito alle imposte anticipate iscritte tra gli attivi del Gruppo, anche con riguardo al Bilancio 2020 è stata effettuata un'analisi volta a verificare se le previsioni di redditività futura - aggiornate per tener conto dell'evoluzione dello scenario macroeconomico e bancario di riferimento e del perimetro di attività del Gruppo conseguente all'acquisizione dell'ex Gruppo UBI - siano tali da garantirne il riassorbimento e giustificarne quindi l'iscrizione e il mantenimento in bilancio (c.d. "probability test").

Il probability test ha dato esito positivo con riferimento alla totalità delle imposte anticipate iscritte nel bilancio al 31 dicembre 2020.

Per l'informativa di dettaglio si rimanda alla Sezione 11 "Le attività fiscali e le passività fiscali" della Parte B della Nota

Integrativa del presente Bilancio Consolidato.

Gli impatti dell'epidemia sui risultati operativi, sulle attività di business e sul profilo di rischio

L'emergenza sanitaria indotta dalla pandemia ancora in corso ha condizionato, a partire dall'ultima settimana di febbraio 2020, sia l'andamento dei mercati sia l'operatività commerciale, quest'ultima penalizzata dalle sempre più severe misure di contenimento imposte, che hanno portato alla sospensione di molte attività produttive nel Paese e nel mondo. Intesa

Sanpaolo ha risposto con estrema tempestività all'emergenza, attivando immediatamente una vasta serie di iniziative volte a tutelare la salute delle persone del Gruppo e dei clienti, ad assicurare la business continuity e a contrastare gli effetti di COVID-19 a livello sociale ed economico.

Vengono rappresentati di seguito i principali impatti sull'operatività e i riflessi sulle attività di business e sui risultati operativi, nonché sul profilo di rischio.

Le iniziative poste in essere sul fronte della business continuity e a tutela della salute sono state sviluppate secondo le seguenti linee di intervento:

  • - prevenzione dei rischi nei luoghi di lavoro, con la codifica e l'acquisizione delle misure di protezione individuale e collettiva richieste al fine di rispondere adeguatamente alla costante evoluzione delle prescrizioni sanitarie a livello nazionale, locale e di settore in relazione allo sviluppo della situazione pandemica;

  • - applicazione su larga scala del lavoro flessibile, con i connessi investimenti a livello di dotazioni tecnologiche e potenziamento della rete informatica aziendale al fine di consentire l'accesso simultaneo ad un numero crescente di utenze;

  • - potenziamento dei canali di contatto remoto con la clientela e realizzazione di interventi volti a favorire l'interazione digitale (perfezionamento dell'offerta a distanza, l'estensione dei processi di dematerializzazione dei contratti e di firma digitale…);

  • - rafforzamento delle misure di sicurezza informatica per ridurre il rischio di tentata frode ai danni della clientela;

  • - revisione dei processi operativi presso le sedi direzionali e la rete distributiva quali, a titolo di esempio, la revisione delle policy di accesso ai siti e di gestione trasferte o la modifica degli orari di apertura al pubblico delle filiali.

Molti degli interventi sopra menzionati sono rapidamente evoluti da una logica tattica - finalizzata a garantire una risposta tempestiva all'emergenza - ad una visione strategica orientata ad indirizzare il cambiamento strutturale nell'organizzazione del lavoro, nei processi aziendali, nell'interazione con la clientela, nelle opportunità di business e nella correlata gestione dei rischi. Tra i fenomeni che ben rappresentano questa evoluzione, assume un ruolo segnaletico la rapida evoluzione dello smart working sia presso la rete commerciale che presso le strutture di sede centrale: rispetto alla situazione "pre-COVID", le utenze abilitate al lavoro da remoto sono passate da circa 19.000 a circa 65.500, pari a circa il 75% delle risorse del Gruppo Intesa Sanpaolo e da circa 2.000 a circa 14.700, pari a circa il 75% delle risorse del Gruppo UBI.

In forza di tale diffusione, in pochi mesi lo smart working è divenuto un elemento fondante di un nuovo modello di prestazione dell'attività lavorativa basato sul duplice connotato del rafforzamento della responsabilizzazione individuale e del migliore bilanciamento tra vita professionale ed extra-professionale.

Sempre nell'ottica del benessere del personale, oltre alla concessione di giorni di ferie addizionali a favore delle persone del Gruppo impegnate nel presidio della rete filiali nelle fasi più acute dell'emergenza, si inserisce la recente iniziativa volta a promuovere una campagna facoltativa destinata ai dipendenti per la somministrazione del vaccino antinfluenzale e del vaccino anti-pneumococco, un'attività che ha visto un rilevante contributo delle funzioni aziendali a vario titolo coinvolte nella ricerca dei preparati sul mercato, nella acquisizione e prioritizzazione delle richieste e nella distribuzione finale ai centri medici convenzionati collocati sull'intero territorio nazionale. Nel medesimo filone si collocano le iniziative di effettuazione di test rapidi per il personale adottate su alcuni siti collocati in aree caratterizzate da particolare diffusione del virus.

Si segnalano, da ultimo, le attività finalizzate a supportare la comunicazione interna ed esterna. Sotto il profilo interno sono stati sfruttati tutti i canali a disposizione al fine di soddisfare le richieste da parte del personale soprattutto in chiave comportamentale e fornire adeguato supporto ai casi di maggiore disagio psicologico.

Sotto il profilo della comunicazione verso l'esterno, si è optato per interventi che potessero coniugare l'effettività e la riconoscibilità del supporto con il ruolo di servizio del Gruppo nei territori di presenza: in tale ottica sono stati finanziati interventi di urgenza per apparecchiature e materiali medicali - concessi a favore di selezionate strutture sanitarie nelle areepiù colpite dall'epidemia - e sono state sostenute, in qualità di sponsor, diverse iniziative finalizzate alla gestione degli effetti sociali della crisi.

Le iniziative poste in essere, come meglio precisato oltre, hanno inevitabilmente avuto importanti riflessi sulla dinamica dei costi operativi e del capital budget. Al fine di mitigare l'impatto di tali componenti straordinarie di spesa e rafforzare il profilo reddituale del Gruppo, nell'ambito delle attività di controllo e razionalizzazione dei costi è stato perseguito l'obiettivo di prioritizzare gli impieghi di risorse, preservando le iniziative di sviluppo strategico e di evoluzione del business model nella prospettiva del contesto profondamente mutato che emergerà una volta superata l'emergenza sanitaria e che, in parte, sta già producendo significativi impatti. In tale contesto, la dinamica degli oneri operativi ha tratto beneficio dall'evoluzione dei comportamenti dei clienti e dalla modifica dei processi operativi interni. Tra gli ambiti maggiormente impattati spiccano le spese per missioni e trasferte, trasporto e contazione valori, postalizzazione alla clientela, ambiti fortemente condizionati dall'uso estensivo dell'interazione digitale e dalla dematerializzazione di pagamenti e contratti, fattori di risparmio che, combinati con il proseguimento dell'attività di controllo dei costi, si intende stabilizzare e rendere strutturali nel tempo in misura significativa.

Per quanto concerne gli effetti sulle attività di business, si segnalano in particolare:

  • - le misure straordinarie a sostegno dell'economia, delle imprese e delle famiglie italiane da parte di Intesa Sanpaolo, che è stata la prima banca in Italia a concedere moratorie, precedendo lo specifico quadro normativo, e la prima banca in

    Italia a firmare il protocollo d'intesa con SACE, fornendo immediato supporto alle imprese in applicazione del Decreto

    Legge c.d. Liquidità n. 23 dell'8 aprile 2020. A fine dicembre sono state perfezionate circa 597.000 richieste di sospensione, per circa 73 miliardi di volumi, principalmente riferibili al Decreto Legge 18/2020 Art. 56 «Cura Italia». Il flusso di richieste ha riguardato la clientela imprese per circa il 74% in termini di volumi.

    Riguardo alle misure a sostegno del sistema produttivo, il Gruppo Intesa Sanpaolo ha messo a disposizione un plafond complessivo di 50 miliardi dedicato ai finanziamenti per le Imprese. Prima banca in Italia a firmare il protocollo d'intesa con SACE, fornendo immediato supporto alle imprese in applicazione del Decreto Liquidità: complessivamente, includendo anche il Fondo PMI, erogati finora crediti garantiti dallo Stato per un ammontare pari a circa 30 miliardi (circa 9 miliardi SACE e circa 21 miliardi Fondo PMI), cui si aggiungono circa 5 miliardi di UBI Banca.

    Va inoltre segnalato che il cosiddetto "Decreto di Agosto" ha previsto la possibilità di prorogare al 31 gennaio 2021, in via automatica, senza oneri aggiuntivi e salvo rinuncia del cliente, le sospensioni previste dal Decreto Cura Italia, in scadenza al 30 settembre 2020; il medesimo decreto ha inoltre previsto la possibilità di prorogare le linee di credito transitorie e isolate non rateali con scadenza al 30 settembre 2020. Infine, si segnala che il Decreto Rilancio ha introdotto una misura a sostegno del rilancio del settore delle costruzioni e finalizzato alla riqualificazione del patrimonio immobiliare sotto il profilo energetico e sismico (cosiddetto Superbonus al 110%). La norma, in particolare, prevede la maturazione di un credito fiscale a favore di privati e condomini che effettuano lavori di riqualificazione energetica e sismica nella misura del 110%. La novità della norma è che tale credito fiscale può essere ceduto direttamente dal committente o dall'esecutore dei lavori a un intermediario finanziario. Il Gruppo ha attivato soluzioni dedicate sia per privati e condomini sia per le imprese che praticano lo sconto in fattura per l'acquisto dei crediti fiscali e la relativa liquidazione, con prezzi predefiniti e un servizio di consulenza dedicata attraverso una partnership con la società Deloitte. La proposizione commerciale è stata avviata a far data dal 13 agosto, in contemporanea alla definizione delle norme operative da parte dell'Agenzia delle Entrate.

    Anche il Gruppo UBI aveva tempestivamente avviato iniziative di sostegno all'economia e ai territori più colpiti, attraverso la concessione di moratorie / sospensione dei pagamenti (sia in ottemperanza ai dispositivi di legge sia di iniziativa Banca), finanziamenti - sia con garanzia Fondo Centrale di Garanzia (fino a 30.000 euro e oltre 30.000 euro) che con garanzia SACE - anticipazione sociale.

    Alla data del 31 dicembre 2020 risulta uno stock di moratorie in essere per l'intero Gruppo pari a 33 miliardi (di cui 28 miliardi relativi alla Capogruppo).

    Con riferimento alle moratorie scadute, si segnala che la quasi totalità delle esposizioni non ha presentato rischiosità in aumento.

    Il Gruppo Intesa Sanpaolo ha inoltre sostenuto le iniziative legislative e non legislative intraprese nei vari Paesi in cui opera per contrastare la situazione di crisi collegata alla pandemia;

  • - la dinamica del risparmio gestito, che ha subito impatti derivanti sia dalla svalutazione degli asset finanziari sia dalle modalità di gestione del rapporto con i clienti, a causa delle misure di distanziamento sociale.

    La risposta del Gruppo per mitigarne gli effetti è stata immediata ed estesa. Da subito è stata avviata un'intensa attività di comunicazione con i clienti per gestire l'eventuale emotività che avrebbe potuto condurre a comportamenti impulsivi e pregiudizievoli (cd. "panic selling"). È inoltre proseguita l'attività di progettazione di nuove soluzioni di investimento destinate alla clientela retail, private e istituzionale, volte a cogliere le opportunità offerte dal contesto di riferimento. Riguardo al tema del controllo dei rischi, particolare attenzione è stata posta alla gestione della liquidità degli OICR aperti, con l'attivazione di un monitoraggio giornaliero della situazione di liquidità di ciascun fondo e dei relativi tassi di riscatto. Sono stati altresì rafforzati i processi di back-office volti alla gestione degli strumenti attivabili per la gestione della liquidità.

    Grazie anche alle misure poste in essere, non sono state registrate particolari pressioni né sul fronte dei riscatti/rimborsi dai prodotti gestiti, né tensioni riguardo al grado di liquidità degli asset. Ciò ha consentito di limitare la flessione delle masse gestite principalmente agli impatti derivanti dalla dinamica fatta registrare dagli indici azionari e dai tassi di interesse, entrati sotto pressione soprattutto nel corso del mese di marzo 2020, per poi registrare, nei mesi successivi, una progressiva ripresa che ha portato a chiudere l'anno con patrimoni in gestione superiori a quelli di dicembre 2019.

    Alla fine del primo trimestre 2020 il calo delle masse gestite dalla Divisione Asset Management di Intesa Sanpaolo rispetto al dato di fine dicembre 2019 risultava pari al 6,7%, mentre nell'ultima parte del 2020 il trend si è invertito generando una crescita su base annua delle masse gestite del 2,8%. Con riferimento a Pramerica SGR (Gruppo UBI Banca), le variazioni del patrimonio gestito rispetto alla fine del 2019 sono risultate pari rispettivamente a -7,4% a marzo e +4,0% al 31 dicembre 2020;

-

la gestione degli investimenti finanziari proprietari, che è proseguita in continuità con l'approccio seguito a partire da marzo 2020. In particolare, a seguito del significativo incremento e volatilità del premio al rischio determinato dalle circostanze eccezionali generate dalla pandemia, a partire dal secondo trimestre del 2020 il Gruppo Intesa Sanpaolo ha avviato un'attività di riduzione e di diversificazione del portafoglio titoli con l'obiettivo di preservare la funzionalità d ei

portafogli di liquidità ed investimento in termini di un idoneo profilo di rischio, diversificazione e di redditività. A seguito delle azioni sopra descritte, nell'ambito delle misure di rischio gestionali - come indicato in maggior dettaglio nel seguito

- si è rilevata una riduzione del VaR medio del quarto trimestre, pari a 200,2 milioni, rispetto al valore medio osservato nel secondo trimestre 2020, pari a 363,5 milioni (tale effetto è il risultato delle vendite operate nonché della minore volatilità registrata sui mercati, che ha comportato misure di rischio più ridotte).

Con riferimento a UBI Banca, a seguito del consolidamento nel Gruppo, si segnala che per quanto attiene alle misure di rischio di mercato gestionale sono state implementate soluzioni tattiche al fine di rendicontare i rischi nel portafoglio di

Intesa Sanpaolo. Nel dettaglio, si rileva che il portafoglio di Trading viene rendicontato nell'ambito della Divisione IMI C&IB (valore a fine anno pari a circa 0,8 milioni) mentre il portafoglio HTCS è stato suddiviso fra la Direzione

Tesoreria e Finanza di Gruppo (portafoglio di liquidità) e la Divisione IMI C&IB (portafoglio di investimento). Tali portafogli al 31 dicembre 2020 in termini di VaR gestionale assorbono rispettivamente 0,2 milioni e 18 milioni.

Quanto agli impatti più significativi della pandemia da COVID-19 sui proventi operativi del Gruppo, gli incrementi dei volumi intermediati in relazione alle iniziative legislative e non legislative poste in atto per contrastare le situazioni di crisi connesse alla pandemia - unitamente all'apporto derivante dalle operazioni TLTRO con la BCE, che al 31 dicembre 2020 erano pari a circa 70,9 miliardi (escludendo l'apporto di 12 miliardi di UBI Banca) - si sono riflessi positivamente sulla dinamica degli

interessi netti, che nei dodici mesi risultano pari 7.070 milioni (al netto di 713 milioni riferiti al perimetro UBI) con una variazione positiva dello 0,9% rispetto al dato omogeneo di 7.005 milioni del 2019.

Per contro è risultata penalizzata la dinamica delle commissioni nette, scese a 7.582 milioni nel 2020 (non considerando, per omogeneità di confronto, 721 milioni riferiti al perimetro UBI), rispetto ai 7.962 milioni del 2019 (-4,8%, pari a -380 milioni). La flessione è risultata particolarmente marcata nel secondo trimestre, in coincidenza con l'adozione delle misure di

contenimento più severe; tuttavia, il graduale allentamento delle restrizioni a partire dal mese di maggio ha consentito un'apprezzabile ripresa della componente commissionale nei mesi successivi, con gli ultimi tre mesi del 2020 in progresso del

14,6% rispetto ai tre mesi precedenti e di oltre il 22% rispetto al secondo trimestre (+272 milioni e +389 milioni rispettivamente), riportandosi a livelli prossimi a quelli realizzati nel medesimo periodo del 2019 (-33 milioni, -1,5%).

Riguardo agli oneri operativi, si segnala che al 31 dicembre 2020 le spese sostenute dal Gruppo Intesa Sanpaolo per interventi correlati allo scenario pandemico si attestavano a circa 72 milioni (oltre a 115 milioni di investimenti), mentre i costi relativi al perimetro UBI nel periodo agosto-dicembre si attestavano circa a 8 milioni di spese correnti. Come segnalato in precedenza, sono state tuttavia poste in essere misure ad ulteriore rafforzamento del presidio degli oneri operativi, che hanno consentito alle spese amministrative di Gruppo (al netto del perimetro UBI) di segnare un calo del 5,4%, pari ad un risparmio di 141 milioni, rispetto al 2019 (-3,4%, pari a -321 milioni, il totale degli oneri operativi).

L'effetto più rilevante riguarda tuttavia il sensibile incremento del costo del credito annualizzato, salito a dicembre 2020 a 104 punti base dai 53 punti base a fine 2019 in relazione all'adozione nei modelli di proiezione degli scenari BCE - Banca

d'Italia e dei managerial overlay, che hanno determinato un incremento di ECL e Add-on da macroscenario, pur in presenza di tassi di default ancora contenuti. Escludendo la componente covid-related, il costo del credito annualizzato scende a 50 punti base

Le rettifiche di valore nette su crediti sono complessivamente risultate pari a 4.160 milioni (4.214 milioni comprensivi delle risultanze del Gruppo UBI) importo pressochè raddoppiato rispetto ai 2.089 milioni dello stesso periodo del 2019. Di queste, 2.164 milioni sono correlati agli effetti "COVID-19", e riguardano per 986 milioni coperture generiche su crediti performing e per 1.178 milioni coperture specifiche su crediti deteriorati. Tali impatti derivano dall'effetto sulla ECL, dalla rilevante

migrazione di posizioni a Stage 2 per effetto del Significant Credit Risk Increase e dalla vulnerabilità delle posizioni in moratoria. Per i crediti deteriorati hanno inciso, oltre ai fattori di rallentamento delle attività di recupero e la conseguente accresciuta anzianità del portafoglio deteriorato, le rettifiche connesse alla rilevante attività di derisking.

Per quanto attiene alle dinamiche di rischio nel rinviare per il rischio di credito a quanto dettagliatamente esposto nella nel precedente paragrafo "L'approccio del Gruppo Intesa Sanpaolo per la predisposizione del Bilancio al 31 dicembre 2020" e

nelle specifiche informative di Nota integrativa, si indicano nel seguito i principali impatti sul Gruppo del contesto conseguente all'epidemia da COVID-19 nell'ambito delle altre tipologie di rischio:

  • - per il rischio di mercato da un punto di vista gestionale, il Gruppo nel quarto trimestre ha proseguito le attività di riduzione del portafoglio titoli. Con riferimento all'intero 2020, si registra un VaR gestionale medio di Gruppo pari a 254,8 milioni, in aumento rispetto al dato omologo del 2019 che era pari a 151,5 milioni. La dinamica dell'indicatore - determinata

    principalmente dalla Divisione IMI C&IB - è da ascrivere ad un aumento delle misure di rischio riconducibili principalmente alla volatilità che si è registrata sui mercati a seguito dalla pandemia COVID-19.

    Nel quarto trimestre si evidenzia una riduzione del VaR gestionale rispetto al trimestre precedente, da 277,6 milioni a 200,2 milioni (valore medio del quarto trimestre), prevalentemente riconducibile ad "effetti rolling" di scenario e di riduzione del portafoglio HTCS della Divisione IMI C&IB.

    Per quanto pertiene agli assorbimenti regolamentari (rischio di mercato), nonostante l'incremento di volatilità, il

    portafoglio di negoziazione ha registrato, rispetto al trimestre precedente, solo un lieve incremento del requisito prudenziale. Il risultato è stato possibile grazie ad opportune strategie di copertura che hanno permesso, nonostante un inevitabile incremento della misura ciclica (VaR), di limitare le esposizioni ai fattori di rischio maggiormente colpiti dalla pandemia (spread sovrani e financials). Nel dettaglio, le attività ponderate per i rischi di mercato per il Gruppo Intesa

    Sanpaolo al 31 dicembre 2020, calcolate a modello interno, sono pari a 17 miliardi. Il dato è in linea con quanto osservato a dicembre 2019 nonostante l'incremento della volatilità che ha colpito i mercati finanziari durante il 2020;

  • - per il rischio di liquidità, la crisi legata all'emergenza sanitaria COVID-19 ha comportato sin da marzo 2020 l'attivazione

    di tutte le necessarie misure preventive di gestione e controllo volte a mitigare un potenziale inasprimento delle condizioni di liquidità. Grazie all'elevata disponibilità di riserve liquide e al significativo apporto della raccolta stabile della clientela, la posizione di liquidità del Gruppo si è sempre mantenuta solida e durante tutto l'esercizio 2020, entrambi gli

indicatori regolamentari - Liquidity Coverage Ratio (LCR) e Net Stable Funding Ratio (NSFR) - sono risultati ampiamente superiori ai requisiti minimi normativi. Nel corso dell'anno, il Liquidity Coverage Ratio (LCR) del Gruppo,

misurato secondo il Regolamento Delegato (UE) 2015/61 e consolidando a partire da agosto anche il Gruppo UBI, si è attestato in media a 159,1%. Le riserve di liquidità disponibili presso le diverse tesorerie del Gruppo, consolidando a partire da agosto anche il Gruppo UBI, si sono attestate mediamente a 143 miliardi (ultime 12 osservazioni mensili), raggiungendo al 31 dicembre 2020 un valore totale di 195 miliardi;

  • - per il rischio tasso di interesse generato dal portafoglio bancario, la Shift sensitivity del valore per uno shock di +100 punti base dei tassi si è attestata a fine dicembre 2020 a -1.305 milioni, rispetto al dato di fine dicembre 2019 pari a +394 milioni. La variazione dell'esposizione è ascrivibile ad interventi di gestione del portafoglio di banking book, quali la

    copertura della raccolta a tasso fisso mediante derivati di Cash Flow Hedge, e all'integrazione di UBI;

  • - per il rischio di controparte, la crisi legata alla pandemia ha comportato un iniziale aumento delle esposizioni a causa principalmente della discesa dei tassi di interesse dell'area EUR e del generale e rilevante aumento della volatilità sui

    principali fattori di rischio. Non si sono tuttavia registrate criticità nel processo di marginazione con le controparti di mercato, seppur in presenza di un elevato aumento delle chiamate di collaterale, sia in termini numerici che di volumi, nelle settimane di maggior stress sui mercati. Anche i processi di compensazione presso le controparti centrali non hanno generato problematiche operative. La situazione dei mercati finanziari si è progressivamente stabilizzata, pur permanendo un livello dei tassi di interesse sui minimi storici che comporta livelli di esposizione elevati verso la clientela.

    Per quanto riguarda la clientela della Divisione Banca dei Territori, la Banca ha dato seguito al decreto "Cura Italia" ai

    sensi del DL 18 del 17 marzo 2020 (misura governativa italiana ad hoc) anche per i derivati: in particolare i clienti appartenenti ai comparti PMI, in bonis, che abbiano presentato richiesta di moratoria per i finanziamenti hanno facoltà di chiedere la moratoria anche sull'eventuale derivato di copertura, fino a fine gennaio 2021. A fine dicembre sono

    pervenute 175 richieste di sospensione pagamenti derivati OTC, relative ad un outstanding di 339,8 milioni e pagamenti sospesi fino al 30 giugno 2021 per circa 4,8 milioni. L'operazione più rilevante ha outstanding di 22 milioni e pagamenti

    sospesi per 285 mila euro;

  • - per quanto riguarda i rischi operativi, il Gruppo, sin dall'inizio dell'emergenza, ha deciso - come già in precedenza

    indicato - di adottare iniziative preventive al fine di garantire la continuità dell'operatività aziendale e, allo stesso tempo, preservare il massimo livello di sicurezza di clienti e dipendenti. Ciò anche alla luce della rapida evoluzione osservata nel panorama delle minacce cyber, che cercano di sfruttare a fini fraudolenti le paure e il senso di urgenza delle persone e le opportunità offerte dalle soluzioni di remote banking attivate dalle istituzioni finanziarie. In particolare, è stato attivato il piano di continuità operativa e sono state immediatamente definite ulteriori azioni per far fronte efficacemente all'ampia diffusione della pandemia (estensione dello smart-working alla quasi totalità del personale delle funzioni centrali, al personale di filiale online e ad una parte del personale delle filiali "fisiche", potenziamento dell'infrastruttura IT per la

    connettività da remoto), è stato accelerato il processo di digital transformation, anticipando importanti investimenti volti ad evolvere le modalità di interazione con la clientela (es. arricchimento dei servizi offerti tramite Internet e Mobile

    Banking), sono state progressivamente potenziate le infrastrutture di sicurezza per l'accesso alla rete aziendale e le misure a protezione di dati e informazioni, con l'obiettivo di incrementare la capacità di far fronte al forte aumento delle

    minacce e degli attacchi cyber (es. Distributed Denial of Service, malware) e sono state attivate numerose iniziative formative e campagne di comunicazione volte a sensibilizzare clienti e dipendenti rispetto alle crescenti campagne di social engineering/phishing. È stata inoltre verificata la sostenibilità nel lungo termine delle soluzioni adottate dai fornitori maggiormente critici.

    Per quanto attiene alle misure di protezione della salute di colleghi e clienti, si è provveduto all'acquisto e al la

    distribuzione di dispositivi di protezione come mascherine e guanti, alla fornitura di gel igienizzante, alla periodica sanificazione dei locali aziendali. Tra le diverse azione di mitigazione sopra descritte, solo quest'ultima componente è

    stata considerata ai fini del calcolo del requisito patrimoniale a fronte dei rischi operativi.

    Inoltre, l'accesso in filale, fin dai primi momenti dell'emergenza, è stato organizzato in modo da rispettare regole precise

    per la distanza interpersonale e per numero di colleghi e clienti presenti nei locali, al fine di tutelare la salute sia dei dipendenti sia della clientela. L'approccio è stato adattato nel tempo in funzione dei diversi provvedimenti governativi e dell'andamento del contagio.

    Sempre con il fine di garantire la protezione del personale è stato sviluppato un Modello di rischio del Contagio che supporta il processo decisionale di adozione delle misure da attuare, come ad esempio il piano di rientro del personale di direzione con attività svolgibili da remoto nelle sedi aziendali, nel rispetto della normativa sulla distanza di sicurezza. E' stato sviluppato un questionario di screening medico da compilare a cura dei dipendenti propedeutico all'autorizzazione

    al rientro in sede e uno strumento che consente la pianificazione della presenza del personale in sede; tale strumento garantisce il monitoraggio centralizzato delle presenze totali nelle sedi centrali.

    A fine 2020 ha avuto luogo una campagna vaccinale, su base volontaria, per la somministrazione ai dipendenti del vaccino antinfluenzale e del vaccino anti-pneumococco.

Nel complesso il Gruppo, nei dodici mesi, ha preservato la solidità patrimoniale in quanto, a fronte di un aumento delle attività ponderate per il rischio di circa 49 miliardi in relazione al consolidamento del Gruppo UBI, il Capitale primario di Classe 1 è aumentato di oltre 9 miliardi, portando il Core Tier 1 Ratio transitional al 14,7% dal 13,9% di fine 2019.

In generale, in termini di impatti sui rischi del Gruppo, va notato che, a fronte della tensione registrata nei primi mesi dell'anno, alcuni indicatori già hanno riflesso gli effetti negativi dello scenario COVID-19; per altri, tra i quali talune metriche connesse al rischio di credito, gli impatti negativi allo stato attuale non si sono ancora palesati completamente anche grazie agli effetti delle misure straordinarie poste in essere. L'entità degli impatti per il Gruppo nonché eventuali miglioramenti ovvero peggioramenti nei mesi a venire saranno strettamente connessi all'effettivo sviluppo del contesto macroeconomico e, in

particolare, all'evoluzione dello scenario COVID-19, ad eventuali nuove situazioni di tensione che si dovessero verificare nonché a possibili nuove misure di sostegno poste in essere.

Il Gruppo Intesa Sanpaolo sta attentamente monitorando l'evoluzione del contesto anche attraverso specifiche analisi di

scenario e di stress con le quali sono stati valutati gli impatti in termini di redditività e di adeguatezza patrimoniale. Da tali analisi è emerso che, anche considerando scenari più severi di quelli di consenso di mercato e considerati più probabili dalle Banche Centrali, il Gruppo sarebbe comunque in grado di garantire - anche attraverso l'attivazione di specifiche azioni - il rispetto dei vincoli regolamentari e dei limiti, più stringenti, fissati internamente.

L'esercizio 2020

I risultati a livello consolidato

Come illustrato in dettaglio nel seguito, i conti al 31 dicembre 2020 del Gruppo Intesa Sanpaolo recepiscono gli effetti dell'acquisizione di UBI Banca e delle relative controllate, oggetto di consolidamento a partire dalla data di acquisizione (dunque dal mese di agosto). In proposito, si segnala che - data la particolarità dell'operazione - nessuna rettifica è stata apportata ai dati storici del Conto economico e dello Stato Patrimoniale riclassificati per riflettere retroattivamente gli effetti dell'operazione di acquisizione. Di conseguenza, nel presente fascicolo i commenti andamentali sono riferiti - se non diversamente specificato - alle componenti reddituali e patrimoniali al netto dei dati del Gruppo UBI, per consentire un raffronto omogeneo. Tuttavia, al fine di migliorare la comprensione da parte del lettore, nei capitoli dedicati all'analisi dei dati economici e degli aggregati patrimoniali, nelle tabelle sono evidenziate le principali grandezze riferite al Gruppo acquisito e il dato consolidato inclusivo di tali grandezze.

Il conto economico consolidato del 2020 si è chiuso con un utile netto di 3.277 milioni. Il risultato dell'esercizio tiene c onto degli effetti dell'operazione di acquisizione di UBI Banca e, in particolare, dell'ammontare - determinato in via definitiva - dell'avviamento negativo derivante dall'aggregazione aziendale di UBI Banca e delle relative controllate nonché degli oneri di integrazione dell'entità acquisita. In proposito, nel rimandare per più dettagliate informazioni al successivo paragrafo "La contabilizzazione dell'operazione di acquisizione", ci si limita in questa sede ad anticipare che l'importo dell'avviamento negativo, al netto degli oneri accessori dell'OPAS (per la componente non imputabile al patrimonio netto) e di altri oneri strettamente connessi all'operazione, è stato rilevato nella voce del conto economico riclassificato "Effetti economici dell'allocazione dei costi di acquisizione (al netto delle imposte)" per complessivi 2.062 milioni. Tale importo ha fronteggiato il rilevante ammontare degli oneri di integrazione connessi all'acquisizione (1.378 milioni al netto delle imposte). Peraltro, il conto economico recepisce anche la rettifica di valore resasi necessaria per l'avviamento allocato sulla Divisione Banca dei

Territori (912 milioni al netto delle imposte), ora interamente svalutato anche in relazione all'aumento del valore contabile della Cash Generating Unit conseguente all'integrazione di UBI Banca, come in precedenza indicato.

Non tenendo conto del complesso degli effetti economici relativi al consolidamento e all'integrazione di UBI Banca e delle sue controllate e della citata rettifica di valore dell'avviamento, l'utile netto consolidato sarebbe stato di 3.083 milioni a fronte dei 4.182 milioni del 2019. Il calo rispetto al precedente esercizio è da ascrivere al rilevante impatto delle rettifiche di valore su crediti (4,2 miliardi rispetto ai 2,1 miliardi del 2019, come più oltre dettagliato) - solo in parte assorbito dal corrispettivo della cessione a Nexi del ramo aziendale relativo all'attività di acquiring nell'ambito dei sistemi di pagamento perfezionato alla fine del primo semestre - e alla flessione delle commissioni nette e del risultato delle attività e passività finanziarie nel contesto conseguente all'epidemia da COVID-19.

Analizzando in dettaglio le componenti di costo e ricavo, al netto - per omogeneità di confronto - degli apporti relativi al Gruppo UBI inclusi nel conto economico consolidato a partire dalla data di acquisizione (dunque dal mese di agosto), i Proventi operativi netti hanno evidenziato una flessione rispetto al 2019. Il citato calo delle commissioni nette e del risultato netto delle attività e passività finanziarie al fair value e il saldo netto negativo tra proventi ed oneri operativi sono stati infatti solo in parte assorbiti dalla dinamica positiva del risultato dell'attività assicurativa e della contenuta crescita degli interessi netti.

Più in dettaglio, gli interessi netti, pari a 7.070 milioni (al netto di 713 milioni del perimetro UBI), hanno evidenziato una variazione positiva a livello complessivo (+0,9%), da ascrivere al più elevato apporto dell'intermediazione con clientela e, nell'ambito degli altri interessi netti, del maggior contributo riveniente dai programmi

TLTRO. Tali dinamiche hanno interamente assorbito i minori apporti da attività e passività finanziarie, da rapporti con banche e su attività deteriorate, questi ultimi in relazione al progressivo ridimensionamento degli NPL, anche in relazione alle operazioni di derisking.

Il calo delle commissioni nette (-4,8% a 7.582 milioni, al netto di 721 milioni del perimetro UBI), che rappresentano quasi il 44% dei proventi operativi netti, è da ascrivere agli effetti della contrazione dell'operatività nel contesto conseguente all'epidemia da COVID-19. La dinamica della voce risente della flessione di tutti i comparti di operatività: attività bancaria commerciale (-6,3%), gestione, intermediazione e consulenza (-2,4%) e altre commissioni nette (-14,2%). Si segnala peraltro che i ricavi commissionali hanno evidenziato una ripresa nel terzo e nell'ultimo trimestre dell'anno, come evidenziato più ol tre.

Il risultato dell'attività assicurativa - che raggruppa le voci di costo e di ricavo del business assicurativo delle compagnie vita e danni operanti nell'ambito del Gruppo e che include anche le risultanze di Intesa Sanpaolo RBM Salute - ha evidenziato un aumento rispetto al dato omogeneo del 2019 (+5,9% a 1.343 milioni, al netto di 10 milioni relativi al perimetro UBI), per la positiva dinamica del margine tecnico, trainato dall'andamento positivo del ramo danni. La voce ha beneficiato della performance nel comparto salute della società di recente acquisizione.

Il Risultato netto delle attività e passività finanziarie al fair value, che ricomprende il risultato dell'attività di negoziazione e copertura, ha invece registrato una significativo calo (-25% circa a 1.441 milioni, al netto di 131 milioni del Gruppo UBI), da ascrivere al minor contributo dell'operatività su titoli valutati al fair value con impatto sulla redditività complessiva e p assività finanziarie, in relazione alle minori plusvalenze realizzate, che ha interamente assorbito la variazione positiva del risultato netto delle attività e passività finanziarie al fair value.

Gli altri proventi (oneri) operativi netti - voce nella quale sono compendiati gli utili delle partecipazioni valutate al patrimonio netto ed altri proventi ed oneri della gestione caratteristica - hanno evidenziato, al netto del Gruppo UBI, un saldo negativo (oneri netti per 27 milioni rispetto a proventi netti per 4 milioni per il 2019), per la quasi totalità da ascrivere al minore apporto delle partecipazioni valutate al patrimonio netto. A livello consolidato, il saldo netto della voce inclusivo dell'apporto del perimetro UBI è positivo per

12 milioni.

In relazione alle dinamiche delineate, i Proventi operativi netti del 2020 sono pari a 17.409 milioni (al netto di un contributo di 1.614 milioni del perimetro UBI), in contenuta flessione - come già indicato - rispetto al 2019 (-4,2%).

I costi operativi, hanno proseguito la tendenza decrescente (-3,4% a 9.086 milioni, al netto di 885 milioni relativi al perimetro

UBI), sia nella componente delle spese per il personale (-3,8%) in relazione al ridimensionamento degli organici e alla contrazione della componente variabile - i cui effetti hanno più che compensato gli incrementi retributivi legati al rinnovo del CCNL - sia nelle spese amministrative (-5,4%). Queste ultime evidenziano cali su tutte le principali voci di spesa, anche grazie a misure ad ulteriore rafforzamento del loro presidio. Sulla dinamica degli oneri operativi hanno influito anche i minori costi diretti e indiretti del personale, influenzati dall'impiego diffuso del lavoro da remoto nel contesto conseguente all'emergenza sanitaria. Gli ammortamenti, che secondo quanto previsto dal principio IFRS 16, includono anche la quota relativa ai diritti d'uso acquisiti con il leasing operativo, hanno per contro evidenziato una crescita (+3,5%) in relazione ai

maggiori investimenti IT.

Il cost/income ratio del periodo, su cui in presenza di minori costi ha inciso la diminuzione dei ricavi, si è attestato al 52,2% (51,8% nel 2019). Includendo il perimetro UBI, il rapporto è del 52,4%.

Per effetto della dinamica di ricavi e costi, il risultato della gestione operativa è pari a 8.323 milioni (al netto del contributo di 729 milioni del perimetro UBI), in flessione del 5% rispetto al dato omogeneo del precedente esercizio.

Come anticipato, le rettifiche di valore nette su crediti (a 4.160 milioni, al netto di 54 milioni relativi al perimetro UBI) risultano di ammontare doppio rispetto al 2019. La dinamica è da ascrivere, nell'ambito del contesto conseguente all'epidemia da

COVID-19, alla revisione dello scenario, applicando le metodologie declinate dal Gruppo e tenendo conto del quadro prospettico elaborato dalla BCE e dalla Banca d'Italia con l'appostazione di 2.164 milioni di rettifiche di valore, di cui

986 milioni sui crediti in bonis e 1.178 milioni su crediti non performing. il costo del credito annualizzato, espresso dal rapporto tra rettifiche di valore nette e crediti netti, a causa di questi effetti straordinari, è salito a 104 punti base (53 punti base il valore a fine 2019). Escludendo la componente connessa a COVID-19, il costo del credito annualizzato scende a 50 punti base.

Gli Altri accantonamenti netti e rettifiche di valore nette su altre attività hanno evidenziato una crescita (338 milioni, al netto di 8 milioni relativi al perimetro UBI), a fronte di 254 milioni del 2019, cui hanno contribuito maggiori accantonamenti netti per controversie legali.

La voce Altri proventi (oneri) netti, che include utili e perdite realizzati su investimenti e proventi ed oneri non strettamente correlati alla gestione operativa, presenta un saldo netto positivo superiore a quello del 2019 (64 milioni, +16,4%).

L'utile delle attività operative cessate, pari a 1.163 milioni (88 milioni nel 2019), ricomprende il contributo del ramo aziendale avente ad oggetto l'attività di acquiring nell'ambito dei sistemi di pagamento trasferito a Nexi e, in particolare, la plusva lenza

contabilizzata alla fine del primo semestre al perfezionamento della cessione (1.110 milioni, di cui 315 milioni rappresentati da day-one profit correlato all'acquisto delle azioni Nexi) e gli utili riferiti al ramo ceduto (53 milioni).

In conseguenza delle dinamiche sopra delineate, il risultato corrente lordo si è attestato, al netto di 667 milioni relativi al perimetro UBI, a 5.052 milioni (-23%).

Le imposte sul reddito sono state pari a 1.190 milioni (al netto di 170 milioni riferiti al perimetro UBI), con un tax rate del 23,6%, particolarmente contenuto in relazione alla presenza della citata plusvalenza relativa alla cessione del ramo acquiring, per la quale trova applicazione lo specifico regime fiscale (Pex). Includendo le componenti reddituali relative al perimetro UBI, il tax rate è del 23,8%.

La voce Oneri di integrazione e incentivazione all'esodo (al netto

delle imposte) ammonta a 174 milioni, al netto di 1.387 milioni relativi al perimetro UBI. In particolare, questi ultimi sono per la quasi totalità (1.378 milioni) costituiti - come in precedenza indicato e come più oltre dettagliato - dagli oneri relativi all'integrazione del Gruppo UBI nel Gruppo Intesa Sanpaolo, riferiti per la maggior parte all'accordo raggiunto con le

Organizzazioni Sindacali per le uscite volontarie del personale e per la rimanente quota alle spese di natura IT e di consulenza connesse al processo di integrazione.

La voce Effetti economici dell'allocazione del costo di acquisizione (al netto delle imposte) è di -102 milioni, cui si aggiungono 2.062 milioni relativi, come accennato, all'avviamento negativo derivante dall'aggregazione aziendale di UBI Banca e delle relative controllate (al netto degli oneri accessori dell'OPAS per la componente non imputabile al patrimonio netto e di altri oneri strettamente connessi all'operazione).

Ancora di ammontare significativo e in crescita rispetto al 2019 è risultato l'ammontare degli oneri finalizzati a mantenere la

stabilità del sistema bancario, che sono complessivamente ammontati, al netto delle imposte, a 465 milioni (360 milioni nel 2019), corrispondenti a 670 milioni ante imposte, sostanzialmente costituiti dai contributi ordinari e addizionali al fondo di risoluzione, dai contributi ai sistemi di garanzia dei depositi e dai tributi riferiti a controllate estere. Gli importi sopra indicati escludono gli oneri di competenza relativi al perimetro UBI, che ammontano a 47 milioni al netto delle imposte.

Nell'ambito della voce Rettifiche di valore dell'avviamento e delle altre attività intangibili (al netto delle imposte) è stata poi rilevata la rettifica di valore dell'avviamento allocato sulla Divisione Banca dei Territori (912 milioni al netto dell'effetto fiscale), che è stato interamente svalutato in conseguenza dell'aumento del valore di carico della Cash Generating Unit a seguito dell'aumento di capitale per l'OPAS su UBI Banca e del peggioramento del contesto macroeconomico rispetto allo scenario considerato ai fini dell'impairment test al 30 giugno 2020.

E' stata infine attribuita ai terzi la quota di utile di loro competenza, pari a 38 milioni (al netto di 19 milioni riferiti al perimetro UBI).

Il conto economico consolidato dell'esercizio 2020 si è chiuso, come in precedenza indicato, con un utile netto di 3.277 milioni. Non tenendo conto del complesso degli effetti economici relativi all'acquisizione e all'integrazione di UBI Banca e delle sue controllate e della rettifica di valore dell'avviamento, l'utile netto consolidato sarebbe stato di 3.083 milioni a fronte dei 4.182 milioni del 2019.

Il conto economico consolidato del quarto trimestre 2020 evidenzia un risultato netto negativo per 3.099 milioni, a fronte dei 3.810 milioni di utile dei tre mesi precedenti. Sul risultato degli ultimi tre mesi dell'esercizio ha inciso la contabilizzazione in via definitiva del costo di acquisizione del Gruppo UBI e dei relativi oneri di integrazione, non ancora ricompresi nei conti al 30 settembre, che avevano peraltro recepito la quantificazione provvisoria dell'avviamento negativo. Ha inoltre influito la già citata rettifica di valore dell'avviamento della Banca dei Territori.

Non tenendo conto del complesso degli effetti economici relativi al consolidamento e all'integrazione di UBI Banca e delle sue controllate - inclusivi della quantificazione definitiva dell'avviamento negativo e dell'ammontare degli oneri di integrazione - e della rettifica di valore dell'avviamento allocato alla Divisione Banca dei Territori, che come già indicato è stato interame nte svalutato, il conto economico trimestrale chiuderebbe in sostanziale pareggio, penalizzato dalle rilevanti rettifiche di valore su crediti.

Più in dettaglio, la crescita dei ricavi, trainata dal significativo apporto del comparto commissionale - nei precedenti mesi fortemente impattato dagli effetti negativi della dinamica dei mercati e delle misure restrittive nel contesto pandemico - è stata assorbita dai maggiori costi operativi e soprattutto dalle significative rettifiche di valore su crediti nel contesto conseguente all'epidemia da COVID-19.

Analizzando in maggior dettaglio le componenti di costo e ricavo, i Proventi operativi netti del quarto trimestre hanno evidenziato una crescita rispetto al terzo (+4,1% a 4.251 milioni, al netto di 1.039 milioni riferiti al perimetro UBI).

In particolare, l'apporto degli interessi netti è risultato in contenuto calo (-3,5%), mentre le commissioni nette, che nei precedenti trimestri avevano particolarmente risentito del difficile contesto, sono complessivamente aumentate (+14,6%), in conseguenza della positiva dinamica di tutti i comparti: attività bancaria commerciale (+6%), intermediazione, gestione e consulenza (+16,5%) e altre commissioni nette (+30% circa). In aumento è risultato anche il Risultato dell'attività assicurativa (+5,8%) principalmente per effetto della dinamica del margine tecnico, mentre il Risultato netto delle attività e passività finanziarie al fair value è stato inferiore (-48% circa) per la minore operatività sul portafoglio titoli e per il significativo ridimensionamento del Debt Value Adjustment (DVA) correlato alle passività costituite da certificates.

I costi operativi hanno evidenziato una crescita rispetto al trimestre precedente (+13,3% a 2.487 milioni, al netto di 525 milioni riferiti al perimetro UBI Banca) da ascrivere sia alle spese per il personale (+5,8%, soprattutto in relazione alla componente variabile della retribuzione) sia alle spese amministrative (+32,3%, stante la stagionalità che caratterizza l'andamento di questa posta negli ultimi mesi dell'anno).

In relazione alla dinamica di ricavi e costi, il risultato della gestione operativa del quarto trimestre è risultato in calo rispetto al terzo (-6,5% a 1.764 milioni, al netto di 514 milioni riferiti al perimetro UBI Banca).

Di rilievo, come già indicato, è stata l'incidenza delle rettifiche di valore nette su crediti (+77% circa a 1.506 milioni, al netto di 31 milioni riferiti al perimetro UBI), nel contesto conseguente all'emergenza sanitaria.

La voce Altri accantonamenti netti e rettifiche di valore nette su altre attività evidenzia un saldo negativo in crescita (121 milioni, al netto di 1 milione relativo al perimetro UBI, a fronte di un saldo negativo di 60 milioni nel trimestre precedente), in relazione alle maggiori rettifiche di valore su altre attività.

In conseguenza delle dinamiche descritte, il risultato corrente lordo del quarto trimestre ha evidenziato un significativo calo rispetto al trimestre precedente (-80% circa a 196 milioni, al netto di 544 milioni riferiti al perimetro UBI).

Le imposte sul reddito sono state pari a 27 milioni (al netto di 139 milioni riferiti al perimetro UBI).

La voce Oneri di integrazione e incentivazione all'esodo (al netto delle imposte) ammonta a 97 milioni, cui si aggiungono 1.387 milioni relativi al perimetro UBI. In particolare, questi ultimi sono per la quasi totalità (1.378 milioni) costituiti - come in precedenza indicato e come più oltre dettagliato - dagli oneri relativi all'integrazione del Gruppo UBI nel Gruppo Intesa Sanpaolo, riferiti per la maggior parte all'accordo raggiunto con le Organizzazioni Sindacali per le uscite volontarie del personale e per la rimanente quota alle spese di natura IT e di consulenza connesse al processo di integrazione.

La voce Effetti economici dell'allocazione del costo di acquisizione (al netto delle imposte) è negativa per 25 milioni, cui si aggiunge un effetto negativo di 1.202 milioni riferito al Gruppo UBI in relazione alla determinazione in via definitiva del costo di acquisizione di UBI Banca e delle sue controllate.

Gli oneri finalizzati a mantenere la stabilità del sistema bancario contabilizzati nel trimestre ammontano a 40 milioni al netto delle imposte (corrispondenti a 58 milioni ante imposte), cui si aggiunge un effetto del perimetro UBI positivo per 2 milioni. Nell'ambito della voce Rettifiche di valore dell'avviamento e delle altre attività intangibili è stata rilevata la già citata svalutazione dell'avviamento allocato sulla Divisione Banca dei Territori (912 milioni al netto delle imposte), che è stato azzerato in conseguenza dell'aumento del valore di carico della Cash Generating Unit a seguito dell'aumento di capitale per l'OPAS su UBI Banca e del peggioramento del contesto macroeconomico rispetto allo scenario considerato ai fini dell'impairment test effettuato al 30 giugno 2020.

E' stata infine attribuita ai terzi la quota di utile di loro competenza (12 milioni complessivamente, quale risultante di 3 milioni di perdite al netto del perimetro UBI e 15 milioni di utile riferiti a quel perimetro).

Il conto economico consolidato del quarto trimestre 2020 si è chiuso, come anticipato, con un risultato negativo di 3.099 milioni. Come già indicato, non tenendo conto del complesso degli effetti economici relativi all'acquisizione e all'integrazione di UBI Banca e delle sue controllate e della rettifica di valore dell'avviamento, l'utile netto chiuderebbe in sostanziale pareggio.

Quanto alle consistenze patrimoniali, come descritto nel capitolo relativo a cui si rimanda per maggiori dettagli, al 31 dicembre 2020, sulla dinamica degli impieghi e della raccolta ha influito la classificazione tra le attività in via di dismissione, ai sensi dell'IFRS 5, dei crediti oggetto di cessione nel corso del 2021 nell'ambito delle strategie di de-risking del Group NPL Plan e delle attività e passività facenti capo al ramo delle filiali oggetto di cessione nel contesto dell'operazione di acquisizione del

Gruppo UBI.

Al 31 dicembre 2020 i finanziamenti verso clientela si sono approssimati a 402 miliardi (al netto delle consistenze riferite al Gruppo UBI per 60 miliardi), in crescita da fine 2019 (+6,6 miliardi, +1,7%), in relazione alle diverse dinamiche delle componenti dellʼaggregato a perimetro omogeneo. In particolare, i crediti da attività commerciale sono risultati complessivamente in aumento (+6,6%), grazie alla favorevole dinamica dei mutui e altri finanziamenti a medio-lungo termine a imprese e a privati (+32 miliardi, +18% circa), che riflettono il sostegno del Gruppo all'economia italiana anche in relazione alle misure straordinarie varate dal Governo. La dinamica di questa componente, unitamente al contributo - seppure nolto più ridotto - dei crediti rappresentati da titoli (+0,5 miliardi, +8%), ha assorbito la ben più contenuta diminuzione di anticipazioni e finanziamenti (-6,8 miliardi, -4,6%) e dei conti correnti (-2,4 miliardi, -11,7%).

I crediti deteriorati hanno evidenziato una significativa riduzione (-3,9 miliardi, -27,3%), da ascrivere alle sopra indicate operazioni di de-risking. In particolare, nel 2020 è proseguita la riduzione dell'incidenza dei deteriorati sul complesso dei crediti, grazie sia a minori passaggi a NPL sia alle cartolarizzazioni avvenute nel mese di dicembre di portafogli di crediti in sofferenza (4,3 miliardi circa al lordo delle rettifiche di valore e 1,2 miliardi circa al netto, cui si aggiungono 0,8 miliardi circa al lordo delle rettifiche di valore e 0,4 miliardi circa al netto relativi a UBI Banca), nonché alla contabilizzazione nella voce attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione dei portafogli della Capogruppo classificati a fine 2020 come destinati a prossime cessioni per circa 3,2 miliardi al lordo delle rettifiche di valore e circa 0,5 miliardi al netto (5,4 miliardi circa al lordo delle rettifiche di valore e 2,1 miliardi circa al netto includendo l'apporto di UBI e dei rami in dismissione).

In forte calo è risultata, infine, la componente finanziaria delle operazioni di pronti contro termine (-12,8 miliardi, -43% circa).

Dal lato della provvista, la raccolta diretta bancaria a fine dicembre 2020 ammonta a 457 miliardi (al netto delle consistenze riferite al Gruppo UBI per 68 miliardi), in aumento rispetto al dato di fine 2019 (+31,5 miliardi, +7,4%), trainato dalla componente conti correnti e depositi (+45,2 miliardi, +14% circa). In aumento sono risultate anche le altre forme di raccolta, inclusiva dei certificates e dei commercial paper (+3,4 miliardi, +14% circa) e le passività subordinate (+0,3 miliardi, +4% circa). Sono per contro in calo le obbligazioni (-13,2 miliardi, -20% circa) e, seppure più limitatamente, i certificati di deposito (-0,6 miliardi, -13,6%). Quanto alla componente di natura finanziaria, sono risultate in diminuzione le operazioni di pronti contro termine e prestito di titoli (-3,6 miliardi, -80%), in gran parte riconducibili a controparti istituzionali.

La raccolta diretta assicurativa - che include anche le riserve tecniche, che costituiscono il debito verso la clientela che ha sottoscritto polizze tradizionali o con rischio assicurativo significativo - si attesta, a fine dicembre, a 173 miliardi circa (al netto di 2,7 miliardi riferiti al Gruppo UBI), in aumento rispetto a fine 2019 (+6,7 miliardi, +4%). La dinamica è stata determinata dalla crescita delle diverse componenti dell'aggregato: in misura maggiore le riserve tecniche (+5 miliardi circa, +5,8%) e, seppure in misura minore, l'altra raccolta (+0,5 miliardi, +62% circa) e le passività finanziarie valutate al fair value (+1 miliardo circa, +1,3%), interamente costituite da prodotti unit linked.

La raccolta indiretta del Gruppo si è attestata, a fine 2020, a 552 miliardi, al netto di 89 miliardi relativi al Gruppo UBI. Da inizio anno si evidenzia una crescita del 3,3% attribuibile allo sviluppo equilibrato di entrambe le componenti.

In particolare, il risparmio gestito - che costituisce i due terzi dell'aggregato complessivo - ha mostrato una crescita di 11,4 miliardi (+3,2%), attribuibile essenzialmente alle gestioni patrimoniali (+4,4 miliardi), alle riserve tecniche e passività finanziarie assicurative (+3,7 miliardi) e ai fondi comuni di investimento (+2,4 miliardi). In positivo si sono mossi anche i rapporti con clientela istituzionale e i fondi pensione. Al pari del risparmio gestito, si è osservato un incremento anche della raccolta amministrata (+3,4%, pari a +6 miliardi), concentrato nei titoli e prodotti di terzi affidati in custodia.

I risultati delle Business unit

Il Gruppo Intesa Sanpaolo opera attraverso una struttura organizzativa articolata in sei settori di attività: Banca dei Territori, IMI Corporate & Investment Banking, International Subsidiary Banks, Asset Management, Private Banking e Insurance. Ad esse si aggiungono il Centro di Governo, con funzioni di indirizzo, coordinamento e controllo dell'intero Gruppo e - ancorché temporaneamente - il contributo del Gruppo UBI.

Gli apporti dei proventi operativi netti dei singoli settori di attività confermano il preponderante contributo dell'attività bancaria

commerciale in Italia (il 44% dei proventi operativi netti delle aree di business), in presenza di un apporto comunque significativo dell'attività di corporate e investment banking (24% circa), dell'attività bancaria commerciale all'estero (10% circa) del private banking (11% circa), dell'attività assicurativa (7% circa) e dell'asset management (5% circa).

Ove necessario, i dati divisionali dei periodi posti a raffronto sono stati riesposti in coerenza con le variazioni di perimetro delle business unit al fine di consentire un confronto omogeneo, ad eccezione dei dati relativi al Gruppo UBI, che come già indicato, non sono stati oggetto di riesposizione.

Nel 2020 la Banca dei Territori - che presidia la tradizionale attività di intermediazione creditizia in Italia e i servizi finanziari ad essa correlati - ha realizzato proventi operativi netti per 8.083 milioni, che rappresentano circa la metà dei ricavi consolidati del Gruppo (al netto del Gruppo UBI), in flessione (-3,7%) rispetto al corrispondente periodo dello scorso esercizio, in relazione alla dinamica sia delle commissioni nette (-6,4%), che hanno risentito della brusca frenata nella prima metà dell'anno a seguito del lockdown correlato al contenimento della pandemia COVID-19 - da ascrivere sia al comparto di

gestione, intermediazione e consulenza sia a quello del commercial banking - sia, seppure più limitata, degli interessi netti (-1,1%). Tra le altre componenti di ricavo, che peraltro forniscono un apporto marginale ai proventi della Divisione, il risultato delle attività e passività finanziarie al fair value ha evidenziato una significativa crescita (+16,3%).

I costi operativi si sono ridotti (-4,3% a 5.065 milioni), sia nella componente delle spese del personale (-5,6%), per la riduzione dell'organico medio, che in quella delle spese amministrative (- 2,1%), nonostante i maggiori costi connessi all'emergenza

sanitaria. Per effetto delle dinamiche descritte, il risultato della gestione operativa è ammontato a 3.018 milioni (-2,7%). Il risultato corrente lordo, pari a 385 milioni, è stato fortemente condizionato dal significativo incremento delle rettifiche di valore su crediti principalmente correlate alla revisione dello scenario a seguito dell'evento pandemico. Il risultato netto, dopo l'attribuzione alla

Divisione di imposte e oneri di integrazione e in seguito alla rettifica che azzera integralmente l'avviamento connesso all'aumento del valore contabile della Divisione conseguente all'integrazione di UBI Banca (rettifiche di valore dell'avviamento

per -912 milioni) si è collocato a -677 milioni.

Le consistenze patrimoniali a fine dicembre 2020 hanno evidenziato una significativa crescita dei volumi intermediati complessivi di raccolta e impiego rispetto a inizio anno (+11,1%). In dettaglio, i crediti verso clientela hanno registrato un aumento (+6,8% a 207.533 milioni) riconducibile ai finanziamenti a medio-lungo termine nei confronti delle imprese e delle aziende retail, che riflettono il sostegno del Gruppo all'economia italiana anche in relazione alle misure straordinarie varate

dal Governo. La raccolta diretta bancaria è risultata in forte aumento (+15,3% a 229.677 milioni) nella componente dei debiti verso clientela, per effetto della maggiore liquidità accumulata sui depositi di imprese e privati in attesa di una congiuntura più favorevole.

La Divisione IMI Corporate & Investment Banking (ridenominata a seguito della fusione per incorporazione di Banca IMI nella

Capogruppo) - che presidia lʼattività di corporate, investment banking e public finance in Italia e allʼestero - ha rilevato nel 2020

proventi operativi netti per 4.325 milioni (il 25% circa del dato consolidato di Gruppo al netto del Gruppo UBI), in crescita rispetto al 2019 (+5,4%). In dettaglio, gli interessi netti hanno registrato un significativo incremento (+13,8% a 2.131 milioni), per il più elevato apporto degli impieghi a clientela. Per contro, le commissioni nette, hanno evidenziato un calo (-2% a 979 milioni), per la dinamica rilevata nel comparto del commercial banking. Il risultato delle attività e passività finanziarie al fair value ha registrato una leggera flessione (-2% a 1.207 milioni), principalmente riconducibile al significativo ridimensionamento degli effetti valutativi derivanti dal debt value adjustment (DVA) correlato alle passività costituite da certificates. I costi operativi sono in diminuzione (-4,4% a 1.098 milioni), sia nella componente delle spese del personale (-2,1% a 423 milioni), sia in quella delle spese amministrative (-5,6% a 654 milioni), sia per quanto riguarda gli ammortamenti (-8,7% a 21 milioni).

Per effetto delle dinamiche descritte dei ricavi e dei costi, il risultato della gestione operativa si è attestato a 3.227 milioni,

(+9,1%). Il risultato corrente lordo, pari a 2.782 milioni, ha registrato una crescita (+3,1%) nonostante le maggiori rettifiche di valore nette su crediti nel contesto conseguente all'epidemia da COVID-19. L'utile netto di periodo è stato pari a 1.875 milioni

(+2,5%).

I volumi intermediati della Divisione hanno, nel complesso, evidenziato un aumento rispetto a inizio anno (+2%). Nel dettaglio, gli impieghi a clientela hanno mostrato un incremento (+2,4% a 135.004 milioni), ascrivibile ai finanziamenti a medio-lungo termine per operazioni di finanza strutturata, così come la raccolta diretta (+1,5% a 88.183 milioni) grazie principalmente allo sviluppo dei debiti verso clientela global corporate.

Nel 2020 i proventi operativi netti della Divisione - che presidia lʼattività del Gruppo sui mercati esteri tramite banche commerciali

controllate e partecipate - si sono attestati a 1.908 milioni, in calo (-4,5%) rispetto al corrispondente periodo del precedente esercizio (-4% a cambi costanti) per la dinamica di interessi netti (-4,4% a 1.310 milioni) e commissioni nette (-6% a 505 milioni), solo in minima parte compensata dal maggiore apporto del risultato delle attività e passività finanziarie al fair value (+5,6% a 131 milioni). I costi operativi hanno evidenziato un lieve decremento (-1% a 981 milioni, -0,2% a cambi costanti), per effetto di una contenuta diminuzione delle spese del personale (-2,4% a 527 milioni) e di quelle amministrative (-0,6% a 344 milioni), mentre risultano in aumento gli ammortamenti (+4,8% a 110 milioni). Per l'andamento

descritto dei ricavi e dei costi, il risultato della gestione operativa ha registrato una diminuzione (-7,9%), attestandosi a 927 milioni. Il risultato corrente lordo è diminuito del 28,8% a 672 milioni, anche per le maggiori rettifiche di valore su crediti, in larga parte riconducibili al contesto pandemico. La Divisione ha chiuso il 2020 con un risultato netto di 473 milioni (-34,6%).

I volumi intermediati della Divisione hanno evidenziato a fine 2020 un aumento del 6,4% rispetto a inizio anno riconducibile sia ai crediti verso clientela (+6%), nella componente a medio-lungo termine, sia alla raccolta diretta bancaria (+6,7%), segnatamente ai debiti verso clientela.

La Divisione Private Banking - che ha la missione di servire il segmento di clientela di fascia alta (Private e High Net Worth

Individuals), creando valore attraverso lʼofferta di prodotti e servizi

mirati allʼeccellenza - ha realizzato nel 2020 un risultato corrente lordo pari a 1.282 milioni, in diminuzione (-3,9%) rispetto al 2019 per effetto di minori proventi operativi netti (-27 milioni), soltanto parzialmente compensati da minori oneri operativi (-10 milioni), e di maggiori rettifiche di valore nette su crediti (+10 milioni).

In dettaglio, la dinamica dei ricavi è da ricondurre essenzialmente alla riduzione sia delle commissioni nette (-33 milioni) sia del risultato netto delle attività finanziarie (-13 milioni), in presenza di interessi netti in aumento (+19 milioni) per i maggiori volumi medi.

La Divisione ha chiuso il semestre con un utile netto di 873 milioni, in diminuzione (-4,9%) rispetto al 2019.

Al 31 dicembre 2020 le masse gestite e amministrate, che includono anche il contributo dei mandati fiduciari a SIREF

Fiduciaria, sono state pari a 213,9 miliardi (+10,4 miliardi rispetto a inizio anno). Tale andamento è riconducibile all'apporto positivo della raccolta netta, unitamente alla rivalutazione delle m asse nella seconda parte dell'anno. La componente di risparmio gestito si è attestata a 130,9 miliardi (+8,3 miliardi).

La Divisione Asset Management - che ha la missione di sviluppare soluzioni di asset management rivolte alla clientela del

Gruppo e la presenza nel segmento dellʼopen market tramite la

società controllata Eurizon Capital e le sue partecipate - ha registrato nell'esercizio 2020 proventi operativi netti per

867 milioni, in aumento (+3,2%) rispetto al 2019 soprattutto per il contributo delle commissioni nette (+4,5%). I costi operativi sono rimasti nel complesso stabili (pari a 156 milioni). Dato l'andamento descritto dei ricavi e dei costi, il risultato della gestione operativa è stato pari a 711 milioni (+4,1%). La Divisione ha chiuso il 2020 con un risultato netto pari a 519 milioni (sostanzialmente in linea con il 2019).

Complessivamente il risparmio gestito dalla Divisione Asset Management si è attestato al 31 dicembre 2020 a 273,3 miliardi, in aumento di 7,5 miliardi (+2,8%) su base annua grazie alla rivalutazione delle masse e alla raccolta netta positiva (+1,5 miliardi).

Nel 2020 la Divisione Insurance - che sovrintende alla gestione delle società controllate del gruppo assicurativo Intesa Sanpaolo

Vita e Fideuram Vita, con la missione di sviluppare lʼofferta dei

prodotti assicurativi e previdenziali rivolti alla clientela del Gruppo - ha conseguito un risultato dellʼattività assicurativa pari a

1.268 milioni, superiore (+3,3%) rispetto al 2019. Il miglioramento del risultato, conseguito nonostante la minor redditività riveniente dagli investimenti sul portafoglio vita rispetto al precedente esercizio, è attribuibile in prevalenza all'aumento dei ricavi legati al business danni, quest'ultimo caratterizzato da una significativa

riduzione dei sinistri registrati durante il periodo di lockdown a seguito dell'emergenza COVID-19.

Il risultato corrente lordo risulta sostanzialmente stabile (+0,9% a 999 milioni).

L'utile netto è ammontato a 686 milioni (+3,8%).

In relazione al perfezionamento dell'operazione di acquisizione di UBI Banca nel corso dell'esercizio, nell'ambito dell'informativa per

settore di attività le risultanze del Gruppo UBI - rendicontate a partire dalla data di acquisizione (dunque dal mese di agosto) - vengono temporaneamente rappresentate come una business unit separata e saranno divisionalizzate successivamente, con il procedere dell'integrazione. Come già indicato nei commenti ai risultati consolidati, data la particolarità dell'operazione, nessuna

rettifica è stata apportata ai dati storici riclassificati per riflettere retroattivamente gli effetti dell'operazione di acquisizione. Di

conseguenza, non vengono riportati dati a raffronto.

I proventi operativi netti, pari a 1.614 milioni, sono composti per il 44% da interessi netti, per il 45% da commissioni e per l'8% dal

risultato netto di attività e passività al fair value. In particolare, le commissioni nette evidenziano un trend positivo, confermato anche nell'ultimo trimestre, le prime sia per l'apporto dei servizi di

gestione, intermediazione e consulenza sia per la ripresa dell'attività bancaria tradizionale che ha generato commissioni maggiori rispetto ai periodi precedenti, penalizzati dai fermi e dai rallentamenti generati dal lockdown. I costi operativi risultano pari a 885 milioni. Date le componenti di ricavi e costi descritte, il risultato della gestione operativa si attesta a 729 milioni.

Per effetto della valorizzazione dell'avviamento negativo, rilevato a seguito dell'operazione di acquisizione tramite il calc olo

puntuale alla data di acquisizione dei fair value delle attività identificabili acquisite e delle passività assunte del Gruppo UBI, e degli oneri correlati all'integrazione e miglioramento dell'efficienza operativa ed alla riduzione del profilo di rischio, il risul tato

netto della business unit si attesta a 1.106 milioni.

Quanto alle consistenze patrimoniali, a fine dicembre la raccolta diretta bancaria si è attestata a circa 68 miliardi al netto dei circa 30 miliardi riclassificati tra le passività in via di dismissione relativi al ramo aziendale oggetto di cessione a BPER nell'ambito del progetto di integrazione ISP-UBI, mentre gli impieghi risultano pari a 59,7 miliardi, al netto di circa 24 miliardi, anch'essi riclassificati tra le attività in via di dismissione.

Gli eventi rilevanti

Di seguito si indicano gli eventi rilevanti intervenuti nell'esercizio 2020.

L'integrazione del Gruppo UBI

Il perfezionamento dell'operazione

Il 30 luglio 2020 si è concluso il periodo di adesione all'Offerta Pubblica di Acquisto e Scambio (di seguito "Offerta" o "OPAS")

volontaria totalitaria promossa da Intesa Sanpaolo su massime n. 1.144.285.146 azioni ordinarie di Unione di Banche Italiane

S.p.A. (di seguito "UBI Banca"), rappresentanti l'intero capitale sociale sottoscritto e versato. In pari data, si è conclusa anche l'offerta di acquisto e scambio di azioni UBI Banca riservata a "qualified institutional buyers" (Private Placement) che Intesa

Sanpaolo ha effettuato negli Stati Uniti.

Nel rinviare per un'informativa dettagliata al Documento di Offerta, al Prospetto informativo e a tutta la documentazione messa a disposizione ai sensi di legge, nonché alle singole comunicazioni tempo per tempo effettuate circa l'evoluzione dell'Offerta e il suo esito, in questa sede ci si limita a rammentare che l'Offerta è stata promossa da Intesa Sanpaolo il

17 febbraio 2020, inizialmente nella forma di Offerta Pubblica di Acquisto, sulla base di un corrispettivo unitario pari a 1,7000 azioni ordinarie Intesa Sanpaolo di nuova emissione per ciascuna azione di UBI Banca portata in adesione. Le azioni di Intesa Sanpaolo offerte quale corrispettivo sarebbero state emesse grazie a un aumento di capitale con esclusione del diritto di opzione ai sensi dell'art. 2441, comma 4, cod. civ., riservato agli aderenti all'offerta. In proposito, l'Assemblea del

27 aprile 2020 - con n. 8.935.308.480 voti favorevoli, pari al 98,04467% sulle azioni ordinarie rappresentate - ha attribuito al Consiglio di Amministrazione delega a deliberare entro il 31 dicembre 2020 un aumento del capitale sociale per un importo massimo complessivo di 1.011.548.072,60 euro, oltre sovraprezzo, con emissione di un numero massimo di 1.945.284.755 azioni ordinarie. L'Assemblea ha altresì deliberato di modificare di conseguenza l'articolo 5 dello statuto sociale ed ha conferito mandato al Presidente del Consiglio di Amministrazione e all'Amministratore Delegato della Società, in

via tra loro disgiunta, per provvedere, anche a mezzo di procuratori speciali, a quanto richiesto, necessario o utile per l'esecuzione di quanto deliberato. Successivamente, l'Offerta è stata modificata in data 17 luglio 2020 a seguito dell'incremento del corrispettivo unitario, mediante la previsione di un corrispettivo in denaro pari a Euro 0,57 per ciascuna

azione UBI Banca portata in adesione; contestualmente il periodo di adesione è stato prorogato d'ufficio dalla CONSOB dal termine iniziale del 28 luglio 2020 al 30 luglio 2020, ai sensi dell'art. 40, comma 4, del Regolamento Emittenti, con delibera n. 21460 del 27 luglio 2020.

Inoltre, si ricorda che al fine di prevenire il sorgere di situazioni potenzialmente rilevanti ai fini antitrust, in data 17 febbraio 2020 Intesa Sanpaolo e BPER Banca (di seguito anche "BPER") hanno stipulato un accordo vincolante ma condizionato al successo dell'OPAS ("Accordo BPER"), che prevede l'acquisto da parte di BPER di un ramo d'azienda composto dagli sportelli bancari dell'entità risultante dall'aggregazione di Intesa Sanpaolo con UBI Banca. L'accordo originario prevedeva la cessione di circa 400/500 filiali dell'entità aggregata e delle relative attività e passività a fronte di un

corrispettivo pari a un multiplo pari a 0,55x del CET 1 di UBI Banca allocato alle filiali individuate nel perimetro di cessione.

Successivamente, ad esito delle discussioni intercorse fra Intesa Sanpaolo e BPER, per tener opportunamente conto della situazione congiunturale creatasi a seguito dell'esplosione della pandemia da COVID-19, il meccanismo di determinazione

del prezzo sopra descritto è stato modificato prevedendo per il ramo in questione un corrispettivo pari a 0,38 volte il valore del CET 1 Fully Loaded alla data di riferimento allocato alle attività di rischio ponderate degli sportelli oggetto di cessione. In data 15 giugno 2020, Intesa Sanpaolo, al fine di rimuovere le specifiche criticità antitrust evidenziate dall'Autorità Garante della

Concorrenza e del Mercato ("AGCM"), ha negoziato e sottoscritto un accordo integrativo dell'Accordo BPER in forza del quale

è stato ampliato il numero delle filiali da trasferire (da 400/500 a 532, di cui 501 di UBI Banca e 31 di Intesa Sanpaolo) con definizione puntuale degli indirizzi e conseguente ridefinizione della stima delle consistenze. Con provvedimento adottato nell'adunanza del 14 luglio 2020 e notificato a Intesa Sanpaolo in data 16 luglio 2020, l'AGCM ha approvato l'operazione di acquisizione del controllo di UBI Banca subordinatamente all'esecuzione di cessioni strutturali in linea con quanto previsto nell'Accordo BPER e dagli impegni assunti da Intesa Sanpaolo.

Sempre relativamente all'Accordo BPER, il 12 novembre 2020 è stato concluso un accordo integrativo dell'accordo vincolante, con il quale è stata completata l'identificazione delle filiali e sono state individuate le persone da includere nel

ramo. Il perimetro definitivo del ramo comprende 486 filiali dotate di autonomia contabile e radicamento dei rapporti giuridici con la clientela (7 in più rispetto a quanto precedentemente concordato) e 134 punti operativi (come ad esempio gli sportelli distaccati) funzionali al presidio commerciale della clientela delle filiali, privi di autonomia contabile. Le persone facenti parte del ramo risultano pari a 5.107 e sono riferibili prevalentemente alla rete di filiali e punti operativi e alle aree di business

Private e Corporate, cui si aggiungono quelle riferibili alle aree di governo di "semi-centro" a supporto dei presidi regionali e territoriali di coordinamento della rete del ramo e di "centro" per il rafforzamento delle funzioni centrali, di controllo e IT.

La cessione a BPER Banca del ramo d'azienda ex UBI Banca - inclusivo di un ramo d'azienda di proprietà di UBISS (società

consortile controllata da UBI Banca) essenzialmente focalizzato sui servizi alle filiali oggetto di acquisizione - è divenuta efficace il 22 febbraio 2021, mentre il trasferimento degli sportelli di proprietà di Intesa Sanpaolo avrà efficacia dal 21 giugno 2021.

Inoltre, in tema di cessioni al fine di ottemperare agli impegni assunti nei confronti dell'AGCM9, Intesa Sanpaolo il 15 gennaio 2021 ha sottoscritto con Banca Popolare della Puglia e della Basilicata (di seguito anche "BPPB) un accordo per la cessione a quest'ultima di un ramo d'azienda composto da 17 filiali con autonomia contabile e 9 punti operativi di UBI Banca, per

complessivi 148 lavoratori, in Abruzzo, Molise, Basilicata e Calabria. L'operazione è subordinata alle autorizzazioni previste dalla Legge, con perfezionamento atteso entro la fine del primo semestre 2021.

9 Come indicato nel Documento di Registrazione pubblicato in data 26 giugno 2020, qualora, anche in caso di esito favorevole della cessione del ramo bancario a BPER Banca, ad avviso dell'AGCM fosse riscontrato il permanere di possibili criticità antitrust in talune aree locali (nelle quali non sono presenti sportelli oggetto di cessione a BPER), Intesa Sanpaolo si è impegnata a stipulare con uno o più soggetti terzi indipendenti, entro nove mesi dalla data di pagamento dell'Offerta, contratti per la cessione di ulteriori complessivi 17 sportelli bancari di UBI Banca, impegno cui l'AGCM ha

condizionato la propria autorizzazione.

Sulla base dei risultati definitivi - comunicati al mercato il 3 agosto 2020 - durante il periodo di adesione sono risultate portate in adesione all'Offerta (incluse quelle portate in adesione attraverso il Private Placement), n. 1.031.958.027 azioni UBI Banca, pari a circa il 90,184% del capitale sociale di UBI Banca. Per effetto del regolamento dell'Offerta (e del Private Placement) e sulla base dei risultati dell'Offerta (e del Private Placement), l'Offerente Intesa Sanpaolo è giunto a detenere

complessivamente n. 1.041.458.904 azioni UBI Banca, pari a circa il 91,0139% del capitale sociale di UBI Banca, tenuto conto che (i) l'Offerente deteneva, direttamente e indirettamente (anche a mezzo di società fiduciarie o per interposta persona), complessive n. 249.077 azioni ordinarie dell'Emittente, pari allo 0,0218% e (ii) UBI Banca deteneva n. 9.251.800 azioni proprie rappresentative dello 0,8085% del capitale sociale dell'Emittente.

Si segnala, da ultimo, che sono complessivamente pervenute adesioni "con riserva" per n. 334.454 azioni UBI Banca da parte

di n. 103 aderenti. Tali adesioni non sono state conteggiate ai fini della determinazione delle percentuali di adesione all'Offerta. Sulla base dei risultati definitivi sopra indicati, la Condizione Soglia Percentuale (ossia la detenzione da par te dell'Offerente di una partecipazione complessiva pari ad almeno il 66,67% del capitale sociale dell'Emittente), è risultata avverata e anche le altre Condizioni di Efficacia dell'Offerta sono risultate avverate o, secondo i casi, rinunciate da Intesa Sanpaolo. Pertanto, l'Offerta è risultata efficace e ha potuto essere perfezionata.

In data 5 agosto 2020 a fronte del trasferimento del diritto di proprietà delle azioni UBI Banca, Intesa Sanpaolo ha emesso e assegnato agli aderenti all'Offerta un totale di n. 1.754.328.645 nuove azioni Intesa Sanpaolo, pari al 9,107% del capitale

sociale di Intesa Sanpaolo, secondo il rapporto di n. 1,7000 azioni Intesa Sanpaolo a fronte di 1 azione UBI Banca. Inoltre, Intesa Sanpaolo ha corrisposto, in data 19 agosto 2020, agli aventi diritto il corrispettivo in denaro (ossia Euro 0,57 per ciascuna azione UBI Banca portata in adesione) e così per un totale di Euro 588.216.075,39.

Poiché la partecipazione detenuta direttamente o indirettamente da Intesa Sanpaolo nel capitale sociale di UBI Banca alla fine del periodo di adesione è risultata superiore al 90% ma inferiore al 95%, si sono verificati i presupposti per l'obbligo di acquisto ai sensi dell'Art. 108, comma 2, del TUF (Testo Unico della Finanza), avendo Intesa Sanpaolo già dichiarato nel

Documento di Offerta che non avrebbe posto in essere misure finalizzate a ripristinare le condizioni minime di flottante per un regolare andamento delle contrattazioni delle azioni ordinarie UBI Banca. Pertanto, ai sensi dell'art. 108, comma 2, del TUF, Intesa Sanpaolo ha avuto l'obbligo di acquistare dagli azionisti di UBI Banca che ne avessero fatto richiesta le residue azioni ordinarie, che ammontavano nel complesso a n. 112.327.119 azioni UBI e rappresentavano il 9,8163% del capitale sociale. Il corrispettivo per azione residua, determinato ai sensi delle disposizioni di cui all'articolo 108, commi 3 e 5, del TUF è stato determinato come di seguito:

  • i. un corrispettivo identico a quello offerto agli aderenti all'OPAS, vale a dire per ciascuna azione UBI Banca portata in

    adesione, n. 1,7000 azioni ordinarie Intesa Sanpaolo di nuova emissione e Euro 0,57; ovvero, in alternativa,

  • ii. solo agli azionisti che ne avessero fatto espressa richiesta, un corrispettivo integrale in contanti il cui importo per ciascuna azione UBI Banca, calcolato ai sensi dell'articolo 50-ter, comma 1, lettera a), del Regolamento Emittenti, era

    pari alla somma di (x) media ponderata dei prezzi ufficiali delle azioni di Intesa Sanpaolo registrati su Borsa Italiana nei cinque giorni di negoziazione precedenti la data di pagamento (ossia nei giorni 29, 30 e 31 luglio, 3 e 4 agosto 2020) moltiplicata per il rapporto di cambio (Euro 2,969) ed (y) Euro 0,57, per un corrispettivo complessivo di 3,539 euro per azione residua.

La procedura di adempimento dell'obbligo di acquisto ai sensi dell'Art. 108, comma 2, del TUF, che si è tenuta tra il 24 agosto e l'11 settembre 2020, ha visto richieste di vendita relative a complessive 90.691.202 azioni residue, che rappresentano il 7,9256% del capitale sociale di UBI Banca e l'80,7385% delle azioni residue. Con riferimento alle n. 90.691.202 azioni

residue:

  • i. per 87.853.597 azioni residue, i relativi titolari hanno richiesto il corrispettivo previsto per l'OPAS; e

  • ii. per le restanti 2.837.605 azioni residue, i relativi titolari hanno richiesto il corrispettivo integrale in contanti, vale a dire

    Euro 3,539 per azione residua.

Tenuto conto delle (a) n. 1.031.958.027 portate in adesione all'OPAS, delle (b) 90.691.202 azioni residue acquisite nella

procedura ex Art. 108, comma 2, del TUF, delle (c) n. 131.645 azioni ordinarie dell'Emittente detenute direttamente o indirettamente da Intesa Sanpaolo e delle (d) n. 8.903.302 azioni proprie detenute da UBI Banca, Intesa Sanpaolo, a seguito della procedura ex Art.108, comma 2 del TUF, è giunta a detenere complessive 1.131.684.176 azioni UBI Banca, pari al 98,8988% del capitale sociale di UBI Banca. Intesa Sanpaolo ha proceduto al pagamento del corrispettivo dell'obbligo di acquisto ai sensi dell'Art. 108, comma 2, del TUF in data 17 settembre 2020 tramite:

  • i. emissione di 149.351.114 nuove azioni Intesa Sanpaolo, pari allo 0,77% del capitale sociale della banca e pagamento di un corrispettivo di 50.076.550,29 euro agli azionisti aderenti che hanno scelto il corrispettivo previsto per l'OPAS;

  • ii. pagamento di 10.042.284,10 euro per gli azionisti aderenti che hanno richiesto il corrispettivo integrale in contanti.

Successivamente alla procedura ex Art.108, comma 2 del TUF, Intesa Sanpaolo, essendo venuta a detenere una partecipazione superiore al 95% del capitale sociale di UBI Banca, ha esercitato il diritto di acquisto ai sensi dell'articolo 111 del TUF e, contestualmente, adempiuto all'obbligo di acquisto ai sensi dell'articolo 108, comma 1, del TUF nei confronti degli azionisti di UBI Banca che ne avessero fatto richiesta, mediante apposita procedura congiunta che, come concordato con CONSOB e Borsa Italiana (la "Procedura Congiunta") si è tenuta nel periodo 18 - 29 settembre 2020. La Procedura

Congiunta ha avuto a oggetto massime n. 21.635.917 azioni UBI ancora in circolazione. Il corrispettivo previsto nella Procedura Congiunta è stato il medesimo corrisposto per le azioni acquisite nella procedura ex Art. 108, comma 2 del TUF.

Durante la Procedura Congiunta sono state presentate richieste di vendita relative a complessive 3.013.070 azioni rimanenti, vale a dire il 13,9262% delle azioni oggetto della procedura. In particolare:

  • i. per 408.474 azioni i relativi titolari hanno richiesto il corrispettivo previsto per l'OPAS; e

  • ii. per le restanti 2.604.596 azioni, i titolari hanno richiesto il corrispettivo integrale in contanti, vale a dire Euro 3,539 per ciascuna azione rimanente.

Per le n. 18.622.847 azioni rimanenti, i relativi titolari non hanno presentato alcuna richiesta di vendita. Tali Azioni rimanenti includono anche n. 8.877.911 azioni proprie (rappresentative dello 0,7758% del capitale sociale dell'Emittente) detenute da

UBI Banca e n. 120.985 azioni ordinarie UBI Banca detenute in conto proprio da Intesa Sanpaolo prima del 17 febbraio 2020, data di annuncio dell'Offerta; le azioni proprie di UBI Banca e le azioni ordinarie UBI Banca detenute per proprio conto da

Intesa Sanpaolo non sono state oggetto di trasferimento a Intesa Sanpaolo nell'ambito della Procedura Congiunta. Intesa

Sanpaolo ha proceduto al pagamento del corrispettivo della Procedura Congiunta in data 5 ottobre 2020 tramite:

i.

emissione di n. 17.055.121 nuove azioni Intesa Sanpaolo, pari allo 0,09% del capitale sociale della Banca e pagamento di un corrispettivo di 5.718.482,25 euro agli azionisti aderenti che hanno scelto il corrispettivo previsto per l'OPAS e agli azionisti che non hanno presentato alcuna richiesta di vendita;

ii. pagamento di 9.217.655,24 euro per gli azionisti aderenti che hanno richiesto il corrispettivo integrale in contanti.

A seguito della conclusione della Procedura Congiunta, Intesa Sanpaolo è venuta a detenere il 100% del capitale sociale di UBI Banca.

Si evidenzia, inoltre, che Borsa Italiana, con il provvedimento n. 8693 assunto in data 17 settembre 2020, ha disposto la revoca delle azioni di UBI Banca dalla quotazione sul Mercato Telematico Azionario (ossia il delisting) a decorrere dal 5 ottobre 2020 (data di esecuzione della Procedura Congiunta), previa sospensione del titolo nelle sedute dell'1 e del 2 ottobre 2020.

Si segnala infine che il 29 gennaio 2021 è stato depositato presso il Registro delle Imprese di Torino il progetto di fusione per incorporazione di UBI Banca S.p.A. in Intesa Sanpaolo S.p.A. La fusione è stata poi approvata, dal Consiglio di amministrazione di Intesa Sanpaolo in data 2 marzo.

L'avvio delle attività di integrazione

L'integrazione tra Intesa Sanpaolo (ISP) e UBI Banca (UBI) si pone tre principali obiettivi: i) creare valore attraverso un'integrazione industriale rapida e di successo, che possa conseguire importanti sinergie; ii) valorizzare i talenti dei due

Gruppi (persone, competenze, asset distintivi); iii) creare un Champion di dimensione europea, che possa svolgere un ruolo di primo piano nell'evoluzione del settore bancario post COVID-19.

Il Programma di Integrazione ISP-UBI è stato lanciato a settembre 2020, coinvolgendo tutto il Gruppo (oltre 400 manager di ISP e UBI) e adottando una solida Governance che prevede la guida del Programma da parte dei Responsabili di Programma e incontri periodici dedicati sia a livello di cantiere che di Programma (Comitato Guida, SAL di Programma, Comitato di Coordinamento Strategico, SAL di cantiere).

Il Programma adotta inoltre una efficace e granulare organizzazione che prevede 4 cantieri "a staff" e 25 "verticali", oltre 100 sotto-cantieri e oltre 3.000 prodotti finiti monitorati bi-settimanalmente. In particolare, i 4 cantieri "a staff" includono: − "Valorizzazione sinergie, controllo costi e supporto analitico": per stimare e valorizzare le sinergie derivanti dall'integrazione, monitorare costi ed investimenti di Programma, fornire supporto analitico ai cantieri per le principali scelte strategiche; − "Coordinamento di Programma": per coordinare e monitorare lo stato avanzamento lavori del Programma e dei singoli cantieri;

"Comunicazione": per gestire la comunicazione - interna, esterna e agli investitori - legata al Programma di integrazione;

− "Strutture a supporto": per indirizzare on-demand specifiche tematiche (es., legale e compliance) verso i riferimenti già identificati all'interno dei singoli cantieri.

Gli altri cantieri "verticali" invece riguardano i seguenti ambiti:

  • − 1. "Valori fondanti dell'integrazione": per definire i principali valori fondanti dell'integrazione (territorio e comunità, clienti e persone) e identificare specifiche iniziative da implementare;

  • − 2. "ESG-Impact: Responsabilità sociale e ambientale" per mappare le attività in essere in ambito ESG/Impact e definire una roadmap in ambito sostenibilità e per la valorizzazione del territorio e delle comunità;

  • − 3. "Adempimenti societari e comunicazioni obbligatorie" per assicurare il completamento di tutti gli adempimenti societari nei confronti delle autorità di vigilanza e predisporre la documentazione per gli organi istituzionali;

  • − 4. "Adempimenti obbligatori, operativi e "di funzionamento" per mappare e assicurare l'implementazione di tutti gli adempimenti obbligatori e le scelte di "interim" per ciascuna Area di Governance;

  • 5a-5d: "Modello organizzativo e HR" per Identificare ed indirizzare gli impatti organizzativi derivanti dall'integrazione

    (anche nel transitorio) e definire il modello organizzativo target, definire la strategia di valorizzazione dei talenti e le relative iniziative e lanciare un piano di change management, identificare ed indirizzare gli impatti HR derivanti dall'integrazione e definire il modello HR target e assicurare un'efficace gestione delle procedure e degli accordi sindacali (sia a regime, sia nel periodo transitorio);

  • − 6. "Integrazione Informatica e Processi" per gestire gli interventi per la migrazione di UBI sulla piattaforma informatica e operativa di ISP, indirizzando gli impatti IT e di processo rinvenienti da tutti i cantieri del Programma di integrazione;

  • 7a-7d. "Cessioni" per definire strategia, modalità e tempistiche di cessione in coerenza con gli obiettivi di Programma

    (inclusa la definizione e segregazione del ramo) e gestire gli interventi informatici, di governo e di business per completare in maniera efficace ed efficiente le cessioni previste (filiali ISP a BPER, filiali UBI a BPER e attività assicurative a Unipol SAI Assicurazioni, ulteriori filiali ISP a Banca Popolare di Puglia e Basilicata - BPPB) nei tempi stabiliti (incluso il necessario supporto a BPER);

  • 8a-8m. "Scelte di Business e di integrazione Operativa" per mappare, prioritizzare ed indirizzare le principali scelte di business di "interim", necessarie per l'integrazione nella fase transitoria (ad esempio, definire policy su decisioni di pricing nell'"interim").

Il Programma ha definito un piano di lavoro congiunto le cui principali milestone hanno riguardato la cessione delle filiali UBI a BPERm completata con successo a febbraio 2021 e la fusione di UBI in ISP (e completamento della relativa migrazione informatica) prevista ad aprile 2021.

Il Programma ad oggi vede avviate tutte le attività previste da piano. In particolare, a titolo di esempio sono riportate di seguito alcune delle principali attività svolte:

  • nomina di Gaetano Miccichè quale Consigliere delegato e Direttore Generale di UBI Banca;

  • approvazione da parte del Consiglio di Amministrazione di Intesa Sanpaolo della lista per il rinnovo del Consiglio di

    Amministrazione di UBI Banca;

  • − formulazione dei valori fondanti, con l'identificazione di tre pilastri valoriali chiave su cui fondare l'integrazione;

  • mappatura delle iniziative ESG/Impact di ISP e UBI (sono in corso selezionati approfondimenti) e definizione della

    Dichiarazione Consolidata Non Finanziaria 2020;

  • completamento di tutti gli adempimenti obbligatori propedeutici al piano di integrazione previsti;

  • recepimento del regolamento del Gruppo ISP da parte di UBI;

  • − sottoscrizione dell'accordo sindacale per le uscite volontarie senza impatti sociali, con tre mesi di anticipo, come illustra to

    in maggior dettaglio nel seguito;

  • realizzazione del nuovo assetto organizzativo del Gruppo derivante dall'integrazione in ISP di UBI con pubblicazione di Ordini di Servizio e Note di Servizio per le Aree di Governo, per la Divisione Banca dei Territori (definita l'articolazione

    target territoriale, che prevede la creazione delle nuove Direzioni Regionali e della Direzione Agribusiness e delle strutture centrali) e per la Divisione IMI C&IB;

  • approvazione nel Consiglio di Amministrazione di ISP e nel Consiglio di UBI del Cascading del Risk Appetite Framework

    (RAF) e del Credit Risk Appetite (CRA) sul Gruppo UBI;

  • in ambito integrazione informatica avvio, secondo il piano, dello sviluppo implementativo delle gap con primi rilasci, conclusione della seconda simulazione con certificazione utente, completamento delle postalizzazioni delle comunicazioni obbligatorie, definizione e messa in atto delle azioni per abilitare la transizione dei clienti UBI sui canali digitali di ISP (es.,

    bonifica cellulari);

  • avvio delle attività per le ulteriori cessioni filiali a BPER e BPPB con focus sulle attività più urgenti (quali le comunicazioni obbligatorie alla clientela);

  • completamento delle principali scelte strategiche e di business, sulla base delle analisi sviluppate;

  • individuazione del ruolo target delle principali società prodotto all'interno del Gruppo;

  • − completamento dell'allineamento dei piani di comunicazione commerciale ISP- UBI verso la clientela;

  • − consolidamento del "footprint" territoriale target di Intesa Sanpaolo Private Banking (ISPB) e completamento della

    riportafogliazione dei clienti per la gestione degli effetti della scissione BPER, e definizione delle logiche di gestione dei clienti condivisi tra UBI Top Private e ISPB;

  • finalizzazione del piano di continuità operativa di dettaglio, comprendente interventi IT, organizzativi e procedurali per

    IW Bank;

  • definizione del perimetro della clientela UBI da portafogliare in Divisione IMI C&IB (sono in finalizzazione gli ultimi approfondimenti);

  • presentazione del progetto di integrazione Eurizon/Pramerica alle Autorità di Vigilanza ed avvio dell'iter di fusione;

  • − conclusione delle negoziazioni e presentazione delle istanze per l'acquisizione di Aviva Vita e Lombarda Vita e finalizzazione dell'accordo per l'acquisizione di Cargeas;

  • conferma della chiusura della filiale di Nizza dopo la fusione del 12 Aprile e individuazione delle soluzioni di contingency per garantire la continuità operativa post integrazione ISP-UBI fino alla chiusura della filiale.

Come sopra accennato, si segnala, in particolare, che il 30 settembre Intesa Sanpaolo ha sottoscritto un accordo sindacale finalizzato nel contempo a un ricambio generazionale senza impatti sociali e a continuare ad assicurare un'alternativa ai

possibili percorsi di riconversione/riqualificazione professionale e la valorizzazione delle persone del Gruppo Intesa Sanpaolo risultante dall'acquisizione di UBI Banca.

L'accordo individua le modalità e i criteri per il raggiungimento dell'obiettivo di almeno 5.000 uscite volontarie entro il 2 023,

con l'accesso al pensionamento o al Fondo di Solidarietà da parte delle persone del Gruppo. Inoltre, entro il 2023 saranno effettuate assunzioni a tempo indeterminato nel rapporto di un'assunzione per ogni due uscite volontarie, fino a comunque

2.500 assunzioni, a fronte delle almeno 5.000 uscite volontarie previste, non computando a tal fine le uscite delle persone che trasferite per effetto dei trasferimenti di rami di azienda. Le assunzioni saranno destinate a sostenere la crescita del Gruppo e le nuove attività, avendo attenzione al supporto alla Rete e alle zone svantaggiate del Paese, anche attraverso la "stabilizzazione" delle persone attualmente in servizio con contratto a tempo determinato. Il Gruppo prevede che almeno la

metà delle assunzioni riguardi le province di insediamento storico di UBI Banca (Bergamo, Brescia, Cuneo e Pavia) e il Sud

Italia.

La firma dell'accordo, in largo anticipo rispetto alla scadenza di fine anno originariamente prevista, testimonia l'efficace

progressione del processo di integrazione.

L'accordo ha previsto in particolare che:

  • - l'offerta riguardante le uscite volontarie fosse rivolta a tutte le persone delle società italiane del Gruppo Intesa Sanpaolo

    che applicano i CCNL Credito, compresi i dirigenti;

  • - potesse aderire, secondo modalità comunicate dal Gruppo ed entro il mese di novembre 2020, chi abbia maturato i requisiti di pensionamento entro il 31 dicembre 2026, incluse le regole di calcolo cosiddette "Quota 100" e "Opzione donna";

  • - le persone che, pur avendo aderito all'Accordo Intesa Sanpaolo 29 maggio 2019 o all'Accordo UBI 14 gennaio 2020, non

    fossero rientrate nelle graduatorie potessero presentare domanda di uscita volontaria alle condizioni definite;

-

nel caso in cui le domande di pensionamento o accesso al Fondo di Solidarietà fossero risultate superiori al numero di 5.000 venisse redatta una graduatoria unica a livello di Gruppo sulla base della data di maturazione del diritto alla pensione; nella graduatoria è stata data priorità alle persone che avevano in precedenza aderito all'accordo 29 maggio 2019 ex Gruppo Intesa Sanpaolo o all'accordo 14 gennaio 2020 ex Gruppo UBI e non fossero rientrate tra le uscite previste, nonché ai titolari delle previsioni ex art. 3, comma 3 della L. 104/1992 per sé e alle persone disabili con percentuale di invalidità non inferiore al 67%.

Successivamente, il 14 gennaio 2021, Intesa Sanpaolo ha comunicato che procederà a ulteriori 1.000 assunzioni, in aggiunta alle 2.500 già previste dal sopra descritto accordo sindacale del 29 settembre 2020. Intesa Sanpaolo, facendo seguito alla verifica svolta con le Organizzazioni Sindacali in merito al raggiungimento delle almeno 5.000 uscite volontarie, intende infatti accogliere tutte le oltre 7.200 adesioni volontarie validamente pervenute e procedere di conseguenza, come chiesto dalle

Organizzazioni Sindacali, a 3.500 assunzioni complessive, che saranno perfezionate entro il primo semestre 2024.

Questa decisione conferma l'efficace prosecuzione del processo di integrazione di UBI Banca nel Gruppo Intesa Sanpaolo e segue l'accordo sindacale sottoscritto il 30 dicembre 2020 in merito ai trattamenti riguardanti le 5.107 persone incluse nel

ramo d'azienda oggetto di cessione a BPER Banca.

Il 30 dicembre 2020 è stato sottoscritto l'accordo sindacale che regola il passaggio del personale a BPER Banca previsto nell'ambito degli adempimenti richiesti dall'autorità antitrust a seguito della conclusione dell'offerta pubblica di scambio con la quale ISP ha acquisito il controllo di UBI Banca. L'accordo è stato firmato dai rappresentanti di Intesa Sanpaolo, BPER Banca

e le OOSS.

In particolare, BPER ha condiviso con le organizzazioni sindacali un percorso che durerà fino al 31 dicembre 2021 nel corso del quale, ferma restando per tutto l'anno 2021 l'applicazione dei trattamenti oggi previsti in Intesa Sanpaolo e UBI Banca, ricercherà una armonizzazione delle normative applicate presso BPER, garantendo comunque anche oltre il termine del 2021 non solo i diritti previsti in materia di trattamento retributivi ma anche l'insieme delle contribuzioni spettanti per la previdenza complementare e l'Assistenza Sanitaria Integrativa presso le banche cedenti.

L'accordo prevede dunque una grande continuità, per i colleghi coinvolti, su tutti gli aspetti importanti del rapporto di lavoro: valorizzazione professionale, lavoro agile, ferie, formazione, previdenza complementare, assistenza sanitaria integrativa, finanziamenti mutui affidamenti, e molto altro.

La contabilizzazione dell'operazione di acquisizione

L'Offerta Pubblica di Acquisto e Scambio (di seguito "Offerta" o "OPAS"), che ha permesso di ottenere il controllo di UBI

Banca da parte di Intesa Sanpaolo si configura come una "business combination" (aggregazione aziendale) da contabilizzare in base alle previsioni dell'International Financial Reporting Standard (IFRS) 3, che prevede l'applicazione del metodo dell'acquisizione. In base a tale metodo, alla data dell'acquisizione, identificata nella data di regolamento dell'Offerta (5 agosto 2020), l'acquirente deve, in estrema sintesi, allocare il costo dell'aggregazione (cosiddetta PPA, "Purchase Price Allocation") alle attività identificabili acquisite ed alle passività assunte, entrambe misurate ai relativi fair value. L'eventuale eccedenza del costo dell'aggregazione non allocato deve essere iscritta come avviamento (goodwill); diversamente la differenza negativa, derivante dalla contabilizzazione dell'aggregazione a prezzi favorevoli è rilevata nel conto economico

come avviamento negativo (negative goodwill o badwill).

Il principio IFRS 3 permette che la contabilizzazione iniziale di una aggregazione aziendale possa essere provvisoria e concede all'acquirente un periodo di 12 mesi per ottenere le informazioni necessarie a identificare e valutare gli elementi necessari ai fini della contabilizzazione definitiva dell'aggregazione aziendale, rettificando, quindi, gli importi provvisori con

effetto retroattivo dalla data di acquisizione. Avvalendosi di tale facoltà prevista dal principio, in occasione del Resoconto intermedio al 30 settembre 2020 era stato determinato un importo provvisorio del negative goodwill derivante dall'aggregazione aziendale. Nel Bilancio 2020 l'operazione è stata contabilizzata in via definitiva a seguito della conclusione del processo di PPA.

In merito alla determinazione del costo dell'aggregazione, il principio IFRS 3 stabilisce che il corrispettivo trasferito in una

aggregazione aziendale deve essere determinato sulla base dei fair value, alla data di acquisizione, delle attività trasferite dall'acquirente ai precedenti soci dell'acquisita, delle passività sostenute dall'acquirente per tali soggetti e delle interessenze emesse dall'acquirente. Nel caso di specie il corrispettivo trasferito è costituito dalla sommatoria di (i) 3.445 milioni di euro, pari al fair value delle azioni emesse da Intesa Sanpaolo in sede di aumento di capitale e assegnate agli azionisti di UBI Banca (n. 1.920.734.880), e (ii) 663 milioni di euro, pari al corrispettivo in denaro agli stessi trasferito. Ai fini della valorizzazione delle azioni Intesa Sanpaolo emesse si è fatto riferimento, in coerenza a quanto previsto dalla Fair value Policy di Intesa Sanpaolo, alla quotazione di riferimento del titolo Intesa Sanpaolo del 4 agosto 2020 (euro 1,7936 per azione),

corrispondente all'ultima quotazione disponibile prima dell'efficacia dell'operazione che ha consentito ad Intesa Sanpaolo di

acquisire il controllo di UBI Banca.

Infine, si segnala che il principio IFRS 3 stabilisce che nell'aggregazione aziendale realizzata in più fasi l'acquirente deve ricalcolare l'interessenza che deteneva in precedenza nell'acquisita al rispettivo fair value . Relativamente, dunque, alle 120.985 azioni UBI già possedute da Intesa Sanpaolo, si è proceduto a valorizzarle al valore di quotazione di UBI Banca al 4 agosto 2020 (euro 3,709 per azione), per un valore complessivo di 1 milione e ad imputare anche tale ammontare nel computo del costo dell'acquisizione. Sulla base di quanto rappresentato, il costo dell'aggregazione complessivo è risultato

pari a 4.109 milioni.

Ai fini della contabilizzazione dell'acquisizione si è proceduto innanzitutto a confrontare il patrimonio netto consolidato di UBI Banca al 31 luglio 2020, in considerazione dell'acquisizione intervenuta come già detto il 4 agosto 2020, con il costo

dell'aggregazione (4.109 milioni). Al patrimonio netto consolidato di UBI Banca al 31 luglio 2020 sono stati sottratti gli strumenti di Additional Tier 1 emessi dalla Banca; tali strumenti, sebbene considerati strumenti di capitale ai sensi dello

IAS 32 nel patrimonio netto di UBI Banca, sono sottoscritti da terzi e non sono stati oggetto dell'Offerta Pubblica di Acquisto e

Scambio e, di conseguenza, devono essere esclusi dal calcolo e continueranno ad essere esposti quali strumenti di capitale anche nel bilancio consolidato di Intesa Sanpaolo. Il patrimonio netto consolidato di UBI Banca ai fini della PPA per il bilancio consolidato di Intesa Sanpaolo è risultato pari a 9.883 milioni.

Al fine della determinazione del negative goodwill sono stati considerati, inoltre, i seguenti effetti nell'ambito del processo di

PPA, sempre a valere sul patrimonio netto consolidato del Gruppo UBI al 31 luglio 2020:

  • - storno degli avviamenti consolidati del gruppo UBI Banca: il negative goodwill implicito nell'operazione, sostituisce, così come previsto dall'IFRS 3, le evidenze storiche degli avviamenti iscritti nei bilanci dell'entità acquisita;

  • - storno delle attività immateriali iscritte a seguito di precedenti PPA del Gruppo UBI Banca: sono state cancellate in quanto nell'ambito del processo di PPA sono state valorizzate nuove attività immateriali, rappresentative del valore dei

    rapporti e delle masse di tutto il Gruppo UBI presenti alla data di acquisizione.

Inoltre, con riferimento alle filiali oggetto di cessione a BPER e alla Banca Popolare di Puglia e Basilicata, poiché tali operazioni sono strettamente correlate all'acquisizione di UBI Banca, in quanto l'AGCM ha approvato l'OPAS di Intesa Sanpaolo su UBI Banca subordinatamente all'esecuzione di tali cessioni strutturali, la minusvalenza stimata in funzione del

prezzo di cessione è stata rilevata, al netto delle correlate rettifiche di prezzo e degli effetti fiscali, a decremento del negative goodwill nel conto economico consolidato, limitatamente alla porzione riconducibile agli sportelli di UBI Banca in quanto il processo di PPA, ai sensi dell'IFRS 3, da cui scaturisce la posta di negative goodwill, riguarda solo le attività e passività del

soggetto acquisito (nella fattispecie UBI Banca). Tale minusvalenza è risultata pari a 1.464 milioni al lordo dell'effetto fiscale e 1.061 milioni al netto dello stesso. Si ricorda, infatti, che l'accordo con BPER prevede anche la cessione di 31 filiali di Intesa

Sanpaolo.

Per ultimo, si precisa che, poiché per ciascuno dei rami in via di dismissione è previsto un prezzo di cessione rappresentativo del relativo fair value, determinato a livello di compendio aziendale nel suo complesso e non allocabile alle singole poste contabili che lo compongono, le attività e passività comprese nei rami in via dismissione sono state escluse dal processo analitico di calcolo del fair value ai sensi del processo di PPA.

Da tale primo confronto è risultato un negative goodwill, che non tiene ancora conto degli adeguamenti al fair value delle singole poste contabili, pari a 3.234 milioni.

Il processo di PPA si è, quindi, concentrato sulla valutazione al fair value delle attività acquisite e della passività assunte al netto, come specificato in precedenza, delle poste patrimoniali riconducibili alle filiali in cessione riclassificate tra le attività in via di dismissione.

La valutazione al fair value delle singole poste contabili, oggetto di acquisizione, è stata condotta con il supporto di primari esperti terzi indipendenti e ha riguardato principalmente:

  • - i crediti in bonis;

  • - i crediti non performing;

  • - le attività intangibili non rilevate in precedenza dal soggetto acquisito;

  • - le partecipazioni di collegamento;

  • - il portafoglio immobiliare;

  • - il patrimonio artistico di pregio.

  • - le obbligazioni emesse.

Inoltre, nell'ambito del processo di PPA, sono state svalutate le attività materiali e immateriali del Gruppo UBI (principalm ente hardware e software) che, a seguito del processo di integrazione e migrazione in Intesa Sanpaolo, non saranno più utilizzate e non contribuiranno al processo produttivo aziendale.

In aggiunta, stante l'adozione da parte di UBI Banca di relazioni di copertura in modalità macro-hedge, le specifiche voci patrimoniali che rappresentano l'adeguamento di fair value delle attività e delle passività oggetto di copertura generica dal rischio tasso di interesse sono state stornate nell'ambito del processo di PPA, in quanto ai fini del bilancio consolidato di

Intesa Sanpaolo le relazioni di copertura vengono designate ex-novo a partire dalla data di acquisizione e le poste oggetto di copertura vengono rilevate singolarmente al fair value ai sensi dell'IFRS 3. L'importo stornato in sede di PPA non tiene conto della posta di adeguamento al fair value delle attività e delle passività oggetto di copertura generica inclusa nel ramo aziendale oggetto di cessione a BPER.

La procedura di allocazione del costo di acquisizione, unitamente alla contabilizzazione degli eventi strettamente correlati alla stessa, al netto degli effetti fiscali correlati, ha comportato la rilevazione di effetti pari complessivamente a -729 milioni. Il confronto, dunque, tra il costo dell'aggregazione complessivo e il patrimonio netto consolidato di UBI Banca, al netto delle attività intangibili iscritte a seguito di precedenti PPA, espresso al fair value alla data di acquisizione e considerando la minusvalenza registrata sulle filiali in via di dismissione, determina un negative goodwill di 2.505 milioni. Per maggiori dettagli si veda la tabella seguente:

(milioni di euro)

Patrimonio netto Gruppo UBI al 31 luglio 2020 al netto degli strumenti di AT 1

9.883

a

Costo di acquisizione

-4.109

b

Storno delle attività intangibili del Gruppo UBI Banca al netto degli effetti fiscali

-1.479

c

Minusvalenze filiali in via di dismissione al netto dell'effetto fiscale

-1.061

d

Negative Goodwill al lordo degli adeguamenti al fair value delle singole poste contabili

3.234

e = a + b+ c + d

Effetti di adeguamento al fair value delle singole poste contabili

-729

f

- di cui crediti in bonis

1.290

- di cui crediti deteriorati

-1.683

- di cui attività intangibili

593

- di cui partecipazioni collegate

119

- di cui adeguamento di valore attività/passività oggetto di copertura

-685

- di cui titoli obbligazionari emessi

-296

- di cui write off software / altre attività immateriali

-168

- di cui portafoglio immobiliare

-126

- di cui patrimonio artistico di pregio

16

- di cui altre poste contabili

-52

- di cui effetti di pertinenza terzi

-28

- di cui effetti fiscali connessi

291

Negative goodwill

2.505

g= e + f

Con riferimento alla contabilizzazione del negative goodwill, l'IFRS 3 prevede che l'acquirente, al fine di garantire che le valutazioni effettuate in sede di PPA riflettano correttamente tutte le informazioni alla data di acquisizione, prima di rilevare a conto economico un avviamento negativo o badwill, debba effettuare un "reassessment" del processo valutativo già condotto, volto ad accertare la completezza delle attività di rideterminazione dei valori e la ragionevolezza e non arbitrarietà delle metodologie e dei parametri di valutazione adottati. Inoltre, la BCE nel documento "Guide on the supervisory approach to consolidation in the banking sector" del 12 gennaio 2021 ha sottolineato la necessità di adeguate verifiche sulla corretta determinazione del badwill emergente dal processo di PPA.

In tale ambito, Intesa Sanpaolo ha provveduto sia direttamente che con il supporto dei propri consulenti ad un riesame delle principali valutazioni. Quale ulteriore attività di verifica della correttezza e ragionevolezza delle conclusioni raggiunte e del negative goodwill emergente, Intesa Sanpaolo ha richiesto ad un diverso esperto terzo indipendente, identificato nella società Partners S.p.A., di svolgere una verifica indipendente in ordine alla correttezza, ragionevolezza e non arbitrarietà delle scelte metodologiche utilizzate nel processo di PPA, in special modo per quanto attiene le metodologie e i parametri di valutazione adottati. Ad esito delle verifiche effettuate, Partners - nelle persone dei Proff. Angelo Provasoli e Massimiliano Nova - ha espresso un giudizio positivo in merito alla correttezza e alla coerenza metodologica, alla razionalità delle ipotesi adottate, alla congruità delle scelte applicative e alla ragionevolezza complessiva dei risultati della PPA in oggetto.

Tra gli effetti contabili legati all'operazione di acquisizione si segnalano, anche, gli oneri correlati all'OPAS per comples sivi 146 milioni, contabilizzati per la parte (112 milioni) direttamente riconducibile all'aumento di capitale ed alla corrispond ente emissione di azioni Intesa Sanpaolo a riduzione delle riserve di Patrimonio Netto e per la parte residua (34 milioni) a conto economico.

Ai fini del conto economico riclassificato, alla voce "Effetti economici dell'allocazione dei costi di acquisizione (al netto delle imposte)", oltre agli effetti, già citati in precedenza, relativi al negative goodwill per 2.505 milioni e agli oneri accesso ri dell'OPAS per la componente non imputabile al patrimonio netto, pari a -34 milioni, sono stati ricondotti: (i) -85 milioni come minusvalenza, al netto dell'effetto fiscale, legata agli sportelli Intesa Sanpaolo oggetto di cessione a BPER Banca (ii) -37 milioni come ammortamento di competenza del 2020, al netto dell'effetto fiscale, delle differenze emerse nel processo di PPA tra i fair value e i precedenti valori contabili in capo al soggetto acquisito e (iii) -287 milioni al netto dell'effetto fiscale (-428 milioni al lordo dell'effetto fiscale) per il ripristino dell'ECL sui crediti in bonis del Gruppo UBI venuta meno per effetto dell'adeguamento al fair value del portafoglio crediti. L'effetto economico complessivo imputato alla voce "Effetti economici dell'allocazione dei costi di acquisizione (al netto delle imposte)" è, quindi, risultato pari a 2.062 milioni.

Inoltre, come detto in precedenza, nell'ambito dell'operazione di acquisizione di UBI Banca sono stati imputati nel conto economico consolidato 2020 oneri per complessivi 2.041 milioni, al lordo dell'effetto fiscale (1.378 milioni al netto delle imposte), legati al processo di integrazione dei due Gruppi; di questi, circa 1.340 milioni fanno riferimento all'accordo raggiunto con le Organizzazioni Sindacali per le uscite volontarie del personale, mentre la restante parte è principalmente legata alle spese di natura IT e consulenze connesse al processo di integrazione. Nell'ambito della valutazione complessiva dell'effetto netto dell'operazione, quale "buon affare" o "negative goodwill" risultante, si ritiene che debbano essere considerati anche gli oneri di integrazione spesati nell'esercizio di efficacia della business combination, ancorché non considerati nell'ambito del processo della PPA così come richiesto dall'IFRS 3. Tali oneri non sarebbero, infatti, stati sostenuti in ass enza dell'OPAS su UBI Banca e il prezzo offerto da Intesa Sanpaolo, da cui dipende l'importo del negative goodwill, è anche correlato alle sinergie realizzabili a regime il cui ammontare dipende dalla realizzazione del programma di ristrutturazione. Tale approccio è coerente con le aspettative della BCE che nel documento citato in precedenza ha dato indicazioni affinché il badwill venga utilizzato anche a copertura degli oneri di integrazione connessi alla business combination " Given these uncertainties, the acquirer is expected to take advantage of this relatively low acquisition price to increase the sustainability of the business model of the combined entity, for example to cover transaction or integration costs, or other investments, or to increase the prudence of assets' valuation in particular for non-performing loans …".

Pertanto, complessivamente, l'effetto contabile positivo rilevato nel conto economico 2020 in conseguenza dell'operazione di acquisizione è risultato pari a 684 milioni.

Quanto ai rami aziendali oggetto di prossima cessione a BPER e Banca alla Banca Popolare di Puglia e Basilicata in precedenza descritti, si segnala che le relative attività e passività al 31 dicembre 2020 risultano appostate nelle specifiche voci dell'attivo e del passivo patrimoniale dedicate alle poste in dismissione. Per quanto riguarda le relative consistenze, al 31 dicembre 2020 le attività non correnti in via di dismissione ammontano a 26 miliardi, nel cui ambito gli impieghi (crediti netti verso clientela) sono pari a 24,9 miliardi (di cui 24 miliardi relativi a crediti in bonis e 0,9 miliardi a crediti non performing) e le attività materiali ammontano a 0,7 miliardi. Le passività associate ammontano complessivamente a 33,1 miliardi, nel cui ambito la raccolta (debiti verso clientela) è pari a 32,7 miliardi e le altre passività ammontano a 0,2 miliardi.

Come già in precedenza indicato, si richiama che la minusvalenza stimata in funzione del prezzo di cessione è stata rilevata, al netto delle correlate rettifiche di prezzo e degli effetti fiscali, a decremento del negative goodwill nel conto economico consolidato, limitatamente alla porzione riconducibile agli sportelli di UBI Banca in quanto il processo di PPA, ai sensi dell'IFRS 3, da cui scaturisce la posta di negative goodwill, riguarda solo le attività e passività del soggetto acquisito (nella fattispecie UBI Banca). Tale minusvalenza è risultata pari a 1.464 milioni al lordo dell'effetto fiscale e 1.061 milioni al n etto dello stesso. Si ricorda, infatti, che l'accordo con BPER prevede anche la cessione di 31 filiali di Intesa Sanpaolo, il cui onere

(108 milioni al lordo dell'effetto fiscale e 85 milioni al netto dello stesso), come già citato, è stato imputato nel conto economico al di fuori del processo di PPA.

Gli altri eventi rilevanti

Come indicato nel Bilancio 2019, nel mese di dicembre di quell'anno è stato approvato dai Consigli di Amministrazione di Intesa Sanpaolo e di Intesa Sanpaolo Vita l'ingresso con quota di controllo nel capitale di RBM Assicurazione Salute, società fondata nel 2007 dal Gruppo RBH facente interamente capo alla famiglia Favaretto.

Nel mese di maggio 2020, Intesa Sanpaolo Vita - ottenute le necessarie autorizzazioni di AGCM e IVASS - ha perfezionato l'acquisizione del 50% più un'azione della società. Nel triennio 2026-2029, poi, la quota di capitale salirà fino al 100%, con il prezzo di acquisto che sarà determinato secondo una formula mista (patrimoniale e reddituale), in base al raggiungimento di obiettivi di crescita prestabiliti.

RBM Assicurazione Salute - unico player indipendente - è il terzo operatore in Italia nel mercato assicurativo salute, oltre a vantare partnership con oltre 130 tra fondi sanitari integrativi e casse di assistenza in Italia. La società opera con la nuovadenominazione Intesa Sanpaolo RBM Salute e si rivolge sia alla clientela tradizionale di RBM che ai clienti retail ed imprese della Banca, integrando con i propri servizi sanitari l'attuale prodotto "XME Protezione" sviluppato da Intesa Sanpaolo

Assicura.

L'operazione si configura come una "business combination" (aggregazione aziendale) ed è stata, conseguentemente, contabilizzata, in base alle previsioni dell'IFRS 3, mediante l'applicazione del metodo dell'acquisizione che prevede l'allocazione del costo dell'aggregazione (cosiddetta PPA, "Purchase Price Allocation") alle attività identificabili acquisite ed

alle passività assunte, entrambe misurate ai relativi fair value. Il confronto tra il costo di acquisizione complessivo, risultato pari a 657 milioni, e il patrimonio netto al fair value risultante dalla PPA, pari a circa 378 milioni, ha fatto emergere un avviamento pari a 279 milioni, contabilizzato nel bilancio consolidato del Gruppo ed allocato alla CGU Insurance.

Il 13 giugno 2020 si è dato corso all'ultima retrocessione di crediti "high risk" rivenienti dalle ex banche venete riclassificati come sofferenze e/o inadempienze probabili, tenuto conto che il decreto con cui il MEF ha formalizzato la Garanzia High Risk per un importo complessivamente pari a 3,7 miliardi così come il D.L. 99/2017, avevano stabilito che il diritto di Intesa

Sanpaolo di retrocedere i crediti "high risk" dovesse essere esercitato "entro tre anni dalla cessione", perfezionatasi il

26 giugno 2017. La retrocessione ha interessato un perimetro complessivo di 201 milioni di valore lordo, a fronte di un prezzo di retrocessione, allineato al valore di bilancio, di 176 milioni, riferito a crediti riclassificati tra i deteriorati nel corso del 2020, fino alla fine del mese di maggio. Nel secondo trimestre 2020, il 18 aprile, si era verificato un altro evento di retrocessione, che aveva interessato un perimetro complessivo di 121 milioni di valore lordo, a fronte di un prezzo di retrocessione, allineato al valore di bilancio, di 103 milioni, riferito a crediti riclassificati tra i deteriorati nel corso del terzo e quarto trimestre 2019.

Pertanto, sulla base di quanto sopra riportato, non figurano più crediti "high risk" riclassificati tra le attività in via dismissione ai sensi dell'IFRS 5 e non saranno pianificati altri eventi di retrocessione. Nel complesso, a seguito dell'acquisizione il Gruppo

ha ceduto alle banche in liquidazione crediti per un valore lordo di 1.138 milioni ad un prezzo di 953 milioni.

In data 26 giugno 2020 Intesa Sanpaolo ha raggiunto con Aleàtica S.A.U., società spagnola specializzata in investimenti infrastrutturali posseduta al 100% dal fondo australiano IFM Global Infrastructure Fund, un accordo relativo alla cessione integrale della partecipazione in Autostrade Lombarde (di cui Intesa Sanpaolo detiene il 55,8%) e della sua controllata operativa Brebemi, società concessionaria del tratto autostradale Milano Brescia (A35) a fronte di un corrispettivo pari a circa 300 milioni. Ricevute le necessarie autorizzazioni, l'operazione è stata perfezionata il 26 ottobre 2020, con la rilevazione di una plusvalenza netta sul conto economico consolidato del quarto trimestre 2020 complessivamente pari a 65 milioni.

Il 30 giugno 2020, avendo ottenuto le necessarie autorizzazioni da parte delle autorità competenti, Intesa Sanpaolo e Nexi hanno dato esecuzione all'accordo strategico, firmato - e reso noto al mercato - il 19 dicembre 2019, riguardante i sistemi di pagamento, che prevede in particolare:

  • - il trasferimento a Nexi (mediante conferimento alla controllata Nexi Payments) del ramo aziendale di Intesa Sanpaolo avente ad oggetto l'attività di acquiring attualmente svolta nei confronti di oltre 380.000 punti vendita; Intesa Sanpaolo manterrà la forza vendita dedicata all'acquisizione di nuovi clienti;

  • - una partnership di lunga durata, in cui Nexi diventa - nell'ambito dell'acquiring - il partner esclusivo di Intesa Sanpaolo e quest'ultima, mantenendo la relazione con la propria clientela, distribuisce i servizi di acquiring di Nexi.

Intesa Sanpaolo ha venduto a Nexi le azioni ricevute a fronte del conferimento e, con parte del corrispettivo, ha acquistato da

Mercury UK HoldCo Limited, socio di riferimento di Nexi, azioni di quest'ultima pari a una quota di partecipazione di Intesa Sanpaolo nel capitale sociale di Nexi del 9,9%. Il perfezionamento dell'operazione si è tradotto in una plusvalenza di circa

1,1 miliardi dopo le imposte nel conto economico consolidato del Gruppo Intesa Sanpaolo nel secondo trimestre 2020, che include l'effetto riconducibile alla differenza tra il prezzo di acquisto del 9,9% del capitale sociale di Nexi e il corrispondente valore risultante dalla quotazione di borsa delle azioni Nexi.

Dal 20 luglio ha avuto efficacia la fusione per incorporazione di Banca IMI nella Capogruppo Intesa Sanpaolo, perfezionata ai sensi delle delibere Assembleari e Consiliari assunte dalle due Società e di quanto stabilito nell'Atto di fusione del 19 giugno 2020. L'integrazione di Banca IMI nella Capogruppo, con la conseguente creazione della nuova Divisione IMI

Corporate & Investment Banking, si inserisce nel contesto del Piano di Impresa 2018-21 di Intesa Sanpaolo, quale motore chiave per la sua realizzazione.

La nuova Divisione mantiene un chiaro riferimento a Banca IMI anche all'interno del proprio brand, per sottolineare come l'integrazione rappresenti il proseguimento di un percorso di eccellenza iniziato diversi anni fa che viene ulteriormente

rafforzato, allo scopo di affrontare al meglio le sfide che solo strutture orientate al futuro, ma ricche di una storia solida alle proprie spalle, saranno in grado di vincere.

La nascita della nuova Divisione IMI Corporate & Investment Banking consente al Gruppo Intesa Sanpaolo di poter servire in maniera ancora più efficace i propri clienti corporate, la pubblica amministrazione e le istituzioni finanziarie, facendo leva su un modello di business unico, su competenze specialistiche e professionalità di primissimo livello e su un brand che rappresenta l'eccellenza italiana in ambito Capital Markets & Investment Banking e racconta una storia fatta di valori imprescindibili e successi duraturi nel tempo. A ciò si aggiunge l'ulteriore rafforzamento di un presidio internazionale

consolidato negli anni, tramite un network di hub e filiali corporate presenti in 25 paesi nel mondo, in grado di accompagnare e assistere i clienti nelle attività al di fuori dei confini nazionali.

Il 5 ottobre 2020 Fideuram - Intesa Sanpaolo Private Banking (Fideuram - ISP PB), la Divisione Private Banking del Gruppo Intesa Sanpaolo e REYL & Cie SA (REYL), gruppo bancario indipendente e diversificato con sede a Ginevra, hanno concluso un accordo per la costituzione di una partnership strategica: Fideuram - ISP PB acquisirà una partecipazione del 69% in REYL e conferirà la propria controllata bancaria svizzera Intesa Sanpaolo Private Bank (Suisse) Morval (ISPBM) a REYL.

Una volta finalizzata l'operazione - che è soggetta alle consuete approvazioni regolamentari e si prevede potrà essere completata entro la prima metà del 2021 - ISPBM sarà incorporata in REYL, dando origine a un gruppo bancario privato internazionale di considerevoli dimensioni, con sede a Ginevra, circa 400 collaboratori, masse amministrate superiori a

CHF 18 miliardi e un patrimonio netto regolamentare di circa CHF 250 milioni. Oltre che in Svizzera, la Banca sarà presente anche nell'Unione Europea, in America Latina, in Medio Oriente e in Estremo Oriente.

L'accordo permetterà a Fideuram - ISP PB di rafforzare le proprie attività internazionali di private banking, in particolare in aree con promettenti previsioni di crescita, e continuare a svolgere un ruolo di primo piano nel processo di consolidamento attualmente in corso nel settore finanziario svizzero. L'accordo conferma, inoltre, la scelta della Svizzera come sede delle

attività internazionali di private banking di Fideuram - ISB PB, permettendole di incrementare in modo significativo la sua attuale presenza nel paese. Con la sua storia distintiva, una presenza di primo piano nel private banking italiano e una solida posizione finanziaria complessiva, Fideuram - ISP PB offre a REYL una forte corrispondenza di cultura e molteplici elementi catalizzatori di crescita, salvaguardando il suo DNA imprenditoriale e il suo innovativo modello di business.

REYL continuerà a guidare la sua efficace strategia di crescita organica a 360˚, fondata sulla capacità di garantire soluzioni

innovative per i propri clienti in modo trasversale attraverso le sue cinque linee di attività: Wealth Management, Entrepreneur & Family Office Services, Corporate Advisory & Structuring, Asset Services e Asset Management.

I manager di Fideuram - ISP PB e di REYL hanno definito congiuntamente un piano strategico a lungo termine, che assicurerà una base estremamente robusta su cui costruire un'attività di successo per i prossimi anni. L'operazione

comporterà numerosi vantaggi, tra cui una governance ed una patrimonializzazione rafforzate, referenze incrociate per tutti i settori di attività, capitale di avviamento per nuove iniziative di prodotto, opportunità di collocamento, sindacazione e consulenza congiunta, nonché una rete di distribuzione notevolmente estesa.

Il 13 ottobre Intesa Sanpaolo ha attivato, in collaborazione con il Gruppo BEI, una nuova cartolarizzazione sintetica di un portafoglio di prestiti in essere per circa 2 miliardi di euro nell'ambito del programma "GARC" (Gestione Attiva Rischio Credito). L'operazione, attivata congiuntamente con il Fondo Europeo degli Investimenti (FEI) e la Banca Europea degli Investimenti (BEI), è volta all'erogazione di nuovi finanziamenti a condizioni favorevoli alla platea delle PMI e microimprese

clienti del Gruppo. In questo modo, la Banca prosegue nel proprio impegno a supporto delle imprese danneggiate dall'emergenza provocata dall'epidemia COVID-19: le risorse liberate attraverso la garanzia rilasciata dal FEI sulla tranche mezzanine saranno utilizzate per erogare nuova finanza alle PMI, incluse le microimprese.

L'iniziativa è in via prioritaria indirizzata agli investimenti delle imprese delle filiere produttive e al supporto degli investimenti in

digitalizzazione e sostenibilità, in ottica di accompagnamento al rilancio dell'economia produttiva del Paese. In tal modo le imprese potranno accedere a nuovo credito - anche in abbinamento alle misure previste dai decreti governativi nell'ambito dell'emergenza pandemica, con la garanzia del Fondo Centrale e di Sace - per un importo complessivo di 450 milioni, di cui

100 milioni di finanziamenti sono già stati stipulati a condizioni di particolare favore.

Intesa Sanpaolo sostiene le filiere produttive e i fornitori di filiera grazie alla costruzione di un approccio innovativo nella valutazione del merito creditizio e quindi nell'accesso al credito attraverso il proprio Programma Sviluppo Filiere, ideato a fine

2017 per garantire lo sviluppo del sistema produttivo del Paese, facendo leva sulle catene di fornitura, spesso caratterizzate dalla presenza di piccole e medie imprese di eccellenza, che contribuiscono all'affermazione del Made in Italy nel mondo. L'operazione di cartolarizzazione si colloca nel quadro delle iniziative di gestione dinamica del rischio di credito di I ntesa Sanpaolo, che perseguono l'obiettivo di ottimizzare le risorse della Banca e di stimolare l'accesso al credito delle PMI tram ite

il ricorso al mercato dei capitali.

Il 30 ottobre è nata, dall'acquisizione di Euroconsult RD Spa, Intesa Sanpaolo Rent Foryou, società del Gruppo che offre

soluzioni di noleggio operativo alle imprese produttrici e distributrici e alle loro aziende clienti.

La società nasce con l'obiettivo di arricchire l'offerta bancaria rivolta alle imprese con una soluzione alternativa all'acquisto e

al leasing finanziario, innovativa, semplice e sostenibile. Intesa Sanpaolo Rent Foryou mette in contatto offerta e domanda di beni a noleggio, consente ai clienti utilizzatori di usufruire delle ultime tecnologie sul mercato in tempi ristretti, riduce il rischio di obsolescenza e garantisce certezza della spesa, con canoni completamente deducibili. Configurando una business combination (aggregazione aziendale), l'operazione è stata contabilizzata in base al metodo dell'acquisizione previsto dall'International Financial Reporting Standard (IFRS) 3.

Il 18 novembre 2020 Intesa Sanpaolo ha concluso il programma di acquisto di azioni proprie ordinarie - avviato il 16 novembre 2020 - al servizio di piani di assegnazione gratuita di azioni ordinarie Intesa Sanpaolo ai dipendenti e Consulenti

Finanziari del Gruppo nel contesto: (i) del sistema di incentivazione basato su azioni relativo all'esercizio 2019 ("Sistema di Incentivazione 2019"), destinato ai Risk Taker che maturino un premio superiore alla c.d. "soglia di materialità", ai percettori di un importo "particolarmente elevato" e a coloro i quali, tra Middle Management o Professional non Risk Taker, maturino "bonus rilevanti"; nonché (ii) del Piano di Incentivazione 2018-2021 destinato a Consulenti Finanziari delle Reti Fideuram - Intesa Sanpaolo Private Banking e Sanpaolo Invest (il "Piano di Incentivazione Fideuram"), che prevede il ricorso ad azioni

ordinarie della Capogruppo Intesa Sanpaolo per i beneficiari identificati come Risk Taker. Il programma di acquisto è altresì a servizio, qualora ricorrano determinate condizioni, della corresponsione di compensi riconosciuti in occasione della cessazione anticipata del rapporto di lavoro (c.d. Severance). Gli acquisti sono stati effettuati nei termini autorizzati dall'Assemblea di Intesa Sanpaolo del 27 aprile 2020. Anche le società controllate coinvolte hanno concluso i programmi di acquisto di azioni della controllante per l'assegnazione gratuita ai propri dipendenti, approvati dai rispettivi organi sociali competenti a deliberare e analoghi a quello approvato dall'Assemblea della Capogruppo.

Nei tre giorni di esecuzione del programma (16, 17 e 18 novembre 2020), il Gruppo Intesa Sanpaolo ha complessivamente acquistato - tramite la propria Divisione IMI Corporate & Investment Banking - 25.400.000 azioni ordinarie Intesa Sanpaolo, pari a circa lo 0,13% del capitale sociale della Capogruppo, a un prezzo medio di acquisto per azione pari a 1,852 euro, per un controvalore totale di 47.046.279 euro; la sola Capogruppo ha acquistato 15.606.562 azioni a un prezzo medio di acquisto per azione pari a 1,854 euro, per un controvalore di 28.941.497 euro.

In data 23 novembre UBI Banca ha sottoscritto un accordo con il Gruppo Aviva Vita finalizzato allo scioglimento anticipato della partnership nel settore della distribuzione dei prodotti assicurativi nei rami vita, tramite la quale la Banca aveva acquisito una partecipazione del 20% nel capitale sociale di Aviva Vita, al prezzo di circa 400 milioni. L'accordo ha inoltre previsto l'esercizio dell'opzione call detenuta da UBI Banca per l'acquisto del restante 80% del capitale sociale della partecipata.

Un accordo analogo è stato sottoscritto in data 23 dicembre con il Gruppo Cattolica Assicurazioni con il quale UBI Banca aveva in essere degli accordi di bancassurance vita tramite la società Lombarda Vita della quale la Banca detiene il 40% del capitale sociale. Anche in questo caso l'accordo è finalizzato allo scioglimento anticipato della partnership e all'eserciziodell'opzione da parte di UBI Banca per l'acquisto del restante 60% del capitale sociale, ad un prezzo compreso tra 290 e 300 milioni.

L'esecuzione dell'esercizio dell'opzioni è condizionata al rilascio delle necessarie autorizzazioni delle competenti autorità di vigilanza ed è previsto entro il secondo trimestre del 2021.

Gli accordi sopra richiamati sono stati finalizzati alla luce di uno dei cardini dell'operazione di integrazione di UBI Banca, vale a dire la distribuzione ai clienti acquisiti dei prodotti assicurativi del Gruppo Intesa Sanpaolo.

Sempre nel mese di novembre, la BCE - in relazione al Supervisory Review and Evaluation Process (SREP) - ha reso noto che nel 2021 Intesa Sanpaolo deve continuare a rispettare a livello consolidato il requisito patrimoniale che era stato fissato per l'anno precedente. Il requisito patrimoniale da rispettare complessivamente in termini di Common Equity Tier 1 ratio risulta pari a 8,44% secondo i criteri transitori in vigore per il 2020 e a 8,63% secondo i criteri a regime.

Il 15 dicembre e il 18 dicembre sono state perfezionate due operazioni di cartolarizzazione di portafogli di crediti in sofferenza di UBI Banca e della Capogruppo, precedentemente ceduti a un veicolo ex Legge 130/99, per circa 5,1 miliardi al lordo delle rettifiche di valore e circa 1,6 miliardi al netto, che rispettano i requisiti normativi per il rilascio della garanzia GACS.

I veicoli di cartolarizzazione hanno emesso titoli senior e titoli subordinati pari, rispettivamente all'87% e 13% del prezzo del portafoglio nel caso dell'operazione perfezionata da UBI Banca e all'81% e 19% del prezzo del portafoglio per l'operazione perfezionata dalla Capogruppo.

In entrambi i casi, i titoli senior sono stati integralmente sottoscritti, e rimarranno detenuti, rispettivamente da UBI Banca e da Intesa Sanpaolo. Per questi titoli, cui è stato assegnato un rating investment grade da parte delle agenzie specializzate, si prevede il rilascio della garanzia GACS entro il primo trimestre del 2021.

I titoli subordinati, inizialmente sottoscritti anch'essi da UBI Banca e Intesa Sanpaolo, sono stati ceduti per il 95% a investitori terzi e mantenuti per il restante 5% in ottemperanza agli obblighi regolamentari vigenti, al fine di conseguire il pieno deconsolidamento contabile e regolamentare del portafoglio.

In data 18 dicembre il Consiglio di Amministrazione di Intesa Sanpaolo, in linea con il Piano d'Impresa 2018-2021 nonché con quanto annunciato in occasione dell'Offerta Pubblica di Scambio su UBI Banca, ha approvato l'avvio delle attività prodromiche al compimento di una serie di operazioni aventi ad oggetto la dismissione, nel corso del 2021, di portafogli di crediti classificati a "sofferenza" e ad "inadempienza probabile" (UTP). Al 31 dicembre 2020 la totalità dei portafogli presenta un valore al lordo delle rettifiche di valore complessivo pari a 5,9 miliardi. Sulla base di quanto previsto dall'IFRS 5 e da lle policy contabili di Intesa Sanpaolo, i portafogli cedendi, relativi a crediti della Capogruppo, del Gruppo UBI e di Intesa Sanpaolo Provis, sono stati riclassificati nel Bilancio 2020 tra le attività in via di dismissione allineando il valore netto contabile ai prezzi che si stima potranno essere realizzati in sede di cessione, anche attraverso apposite fairness opinion, e che, per quanto riguarda i crediti del Gruppo UBI, corrispondono ai fair value determinati in sede di PPA.

Infine, nell'ambito del più ampio progetto volto alla focalizzazione sul core business ed al rafforzamento dell'attività este ra della Divisione Private Banking, in data 18 dicembre 2020, il Consiglio di Amministrazione di ISP ha approvato un'operazione che prevede la cessione da parte di Fideuram Bank Luxembourg (di seguito "FBL") del ramo d'azienda relativo alle attività di

Banca Depositaria, di Fund Administration e alcune attività accessorie, insieme ai relativi contratti e risorse. La cessione di tale ramo permetterà di rifocalizzare l'attività di FBL sul core business della gestione dei clienti private internazionali, riducendo allo stesso tempo i rischi operativi, affidando gli stessi servizi in outsourcing. Il perfezionamento dell'operazione è previsto nel corso del primo semestre del 2021, subordinatamente all'ottenimento delle necessarie autorizzazioni da parte delle autorità competenti. Ai fini del Bilancio 2020 le attività e passività afferenti il ramo d'azienda sono state classificate tra le attività e passività in via di dismissione.

Quanto agli eventi intervenuti dopo la chiusura dell'esercizio - oltre alle già citate evoluzioni connesse all'acquisizione e integrazione di Ubi Banca - in data 8 Febbraio 2021 Intesa Sanpaolo Vita ha siglato un memorandum of understanding con BNP Paribas Cardif, che contiene gli elementi essenziali di un successivo accordo definitivo che disciplinerà l'acquisto del 100% di Cargeas Assicurazioni S.p.A., compagnia assicurativa danni operante nel settore della bancassicurazione, prevalentemente tramite la rete bancaria di UBI Banca.

Cargeas ha registrato una Raccolta Premi Danni pari a circa 226 milioni nel 2020, collocando soluzioni nel comparto motor, property, salute, protezione del credito, imprese e tutela del reddito, con circa 600.000 clienti in tutta Italia.

Il perfezionamento dell'operazione è atteso nella prima metà del 2021 ed è subordinato al rilascio delle necessarie autorizzazioni da parte delle competenti autorità.

Il prezzo d'acquisto di 390 milioni sarà interamente corrisposto al momento del perfezionamento dell'operazione.

Da questa iniziativa, coerente con la strategia di crescita nel ramo danni di Intesa Sanpaolo, sono attese significative sinergie oltre che un allineamento agli standard del Gruppo Intesa Sanpaolo per quanto riguarda Corporate Governance, Controllo dei Rischi e livelli di servizio.

BNP Paribas Cardif resta attiva nella fornitura globale di servizi assicurativi, compreso il ramo Danni in Italia e continuerà a proporre l'intera gamma di prodotti sia per il Gruppo BNP Paribas che per altri partner.

Il 23 febbraio 2021, nell'ambito del più ampio quadro strategico che prevede di focalizzarsi maggiormente sul core business, Fideuram - Intesa Sanpaolo Private Banking ha stipulato un accordo con State Street Bank International GmbH (Luxembourg

Branch) affinché quest'ultima assuma le attività di banca depositaria e amministratore di fondi attualmente svolte dalla controllata Fideuram Bank Luxembourg.

Le funzioni di banca depositaria e amministratore di fondi assunte da State Street rappresentano circa 42 miliardi di euro di patrimonio gestito che rimarrà in gestione al Gruppo Fideuram - Intesa Sanpaolo Private Banking.

Fideuram Intesa Sanpaolo Private Banking affida tali servizi a State Street, riconoscendo la capacità di quest'ultima di ridurre i rischi operativi, sostenere i piani di crescita del Gruppo, favorire la continuità e fornire un servizio di alta qualità, coerentemente con la sua posizione di principale partner internazionale al quale il Gruppo Intesa Sanpaolo affida sin dal 2010 le attività di Securities Services.

Il completamento dell'operazione, subordinato alle necessarie autorizzazioni da parte delle autorità competenti, è previsto entro la fine di giugno 2021.

L'avanzamento del Piano d'impresa 2018-2021

Il Piano d'Impresa 2018-2021 ambisce a mantenere una solida e sostenibile creazione e distribuzione di valore per gli Azionisti e a costruire la Banca Numero 1 in Europa.

Il Gruppo punta anche a rafforzare la propria leadership nella Corporate Social Responsibility e a diventare un punto di riferimento per la società, accrescendo al tempo stesso al proprio interno l'inclusione, senza alcuna distinzione.

In un nuovo mondo altamente digitalizzato e competitivo, la Banca continuerà a conseguire i propri obiettivi facendo leva sui suoi valori e sulla comprovata capacità esecutiva di una macchina realizzativa orientata ai risultati.

I pilastri del Piano d'Impresa 2018-2021 sono:

  • - Significativo de-risking senza costi per gli Azionisti;

  • - Riduzione dei costi attraverso l'ulteriore semplificazione del modello operativo;

  • - Crescita dei ricavi cogliendo nuove opportunità di business.

Fattori abilitanti sono le persone, che continuano ad essere la risorsa più importante di Intesa Sanpaolo, e il completamento della trasformazione digitale.

De-risking

Il de-risking costituisce il primo Pilastro del Piano d'Impresa, con il quale il Gruppo si propone di limitare il peso del credito deteriorato sul credito totale, senza costi per gli Azionisti, nonché la definizione e l'implementazione di specifiche Strate gie

Creditizie, in fase di origination, che rispondono allo scopo di orientare lo sviluppo e la composizione del portafoglio creditizio verso un profilo di rischio/rendimento riconosciuto ottimale nell'orizzonte di medio lungo periodo e coerente con la

propensione al rischio e la creazione di valore del Gruppo .

Diversi sono gli strumenti utilizzati dal Gruppo a seconda del grado di rischio e del tipo di clientela.

Per quanto riguarda la gestione dei crediti a sofferenza, la partnership con Intrum ha contribuito a ridimensionarne la portata in termini assoluti e relativi anche attraverso l'efficientamento dei KPI operativi per il monitoraggio delle performance.

Il Gruppo ha già conseguito, con un anno di anticipo, l'obiettivo di riduzione dei crediti deteriorati che il Piano d'Impresa

prevede per l'intero quadriennio 2018-21. I crediti deteriorati al lordo delle rettifiche si sono attestati a 20,5 miliardi, escludendo l'apporto di UBI Banca, (-31,6 miliardi da inizio Piano), portando l'incidenza dei crediti deteriorati (al lordo delle rettifiche di valore) sui crediti complessivi al 4,9% escludendo l'apporto di UBI Banca (11,9% a inizio Piano), e al 4,4% includendolo. Il costo del rischio si è attestato a 104 punti base (50 punti base escludendo l'apporto di UBI Banca e gli

accantonamenti per gli impatti futuri legati al COVID-19).

Per ciò che concerne il contenimento degli UTP, dal primo semestre 2020 la gestione proattiva dei crediti alle Imprese può contare sulla partnership con Prelios. A fine anno lo stock lordo degli UTP Imprese e Corporate si è ridotto a 7,1 miliardi (7,7 miliardi nel 2019).

Con l'obiettivo di rafforzare i propri modelli di gestione del credito, il Gruppo Intesa Sanpaolo si è dotato dell'unità inte rna

Pulse al fine di gestire in maniera efficace i pagamenti in arretrato per il segmento retail, individuando i motivi alla base delle difficoltà di rimborso del credito, accelerando il percorso di recupero degli arretrati e sostenendo il rientro delle posizioni anche attraverso la proposta al cliente di strategie negoziali tramite l'utilizzo di alberi decisionali. Nel corso dell'anno, l'operatività è stata estesa anche alla concessione di moratorie a clienti in difficoltà per circostanze legate al COVID -19,

attività in precedenza riservata alle filiali della Banca dei Territori.

Della gestione attiva del rischio sul portafoglio crediti si occupa infine la Direzione Active Credit Portfolio Steering, in particolare realizzando progetti e operazioni di copertura del rischio di credito finalizzati alla riduzione dei RWA ed estendendo l'applicazione di specifici correttivi di pricing per indirizzare la strategia delle nuove erogazioni verso settori con un miglior profilo di rischio/rendimento (Credit Strategies Adjustment).

Riduzione dei costi

La riduzione dei costi costituisce il Secondo Pilastro del Piano d'Impresa 2018-2020, con il quale il Gruppo si propone di ridurre l'incidenza sul conto economico delle componenti sia fisse che variabili.

Il progetto di Riduzione e rinnovamento del personale stabilisce una serie di obiettivi coordinati in termini di riduzione del costo del lavoro, di riqualificazione professionale e di rinnovamento del personale. Nel corso del 2020, il costo del personale si è attestato a 5,531 miliardi, al netto di 608 milioni relativi al perimetro UBI, (-217 milioni rispetto allo stesso periodo del

2019). L'organico, a perimetro omogeneo (al netto del Gruppo UBI), si è ridotto a 86.141 unità (-11.259 da inizio Piano). Nel corso dell'anno, la riqualificazione del personale ha coinvolto 1.428 persone (4.456 da inizio Piano), mentre il rinnovamento si è concretizzato nell'assunzione di oltre 350 figure specializzate (circa 1.200 da inizio Piano). Per quanto riguarda invece le

figure professionali con contratto di lavoro misto, sono attivi circa 400 contratti e 300 stage di inserimento.

Nel quadro delle linee strategiche definite per l'integrazione di UBI Banca nel Gruppo, Intesa Sanpaolo ha raggiunto - come

già indicato - un accordo con le organizzazioni sindacali in base al quale ha accolto oltre 7.200 domande di uscita volontaria per pensionamento o accesso al Fondo di Solidarietà entro il dicembre 2023 e contestualmente ha programmato 3.500 assunzioni entro il primo semestre 2024. Altre 5.107 persone del Gruppo UBI rientrano nel ramo di azienda oggetto di cessione a BPER Banca.

Il progetto di Ottimizzazione della strategia distributiva prevede la razionalizzazione della rete degli sportelli bancari e l'integrazione con canali alternativi fisici o virtuali e reti non captive. Nel 2020 il numero degli sportelli Retail si è ridotto a

2.940 (-1.096 da inizio Piano).

Per quanto riguarda i canali alternativi, continua l'impegno per il rinnovamento del self banking (ATM, MTA, casse self) e per lo sviluppo dell'operatività virtuale attraverso il potenziamento sia della Filiale Online che del Gestore remoto.

Con riferimento all'integrazione con reti non captive, il Gruppo ha intrapreso una serie di iniziative per ampliare la partne rship con Poste Italiane, mentre dall'accordo tra SisalPay e Banca 5 è nata Mooney che, con oltre 45.000 esercizi su tutto il territorio nazionale, rappresenta la prima realtà italiana di Proximity Banking & Payments.

Nel loro insieme, le attività di ottimizzazione della strategia distributiva hanno permesso di estendere il coverage del Gruppo fino al 96% della popolazione italiana.

Il progetto di Razionalizzazione del patrimonio immobiliare persegue l'obiettivo di ridurre i costi sostenuti per gli immobili attraverso la dismissione di spazi inutilizzati, il trasferimento in location a minore impatto economico e la rinegoziazione di contratti di locazione per spazi in uso.

Il processo di Semplificazione societaria è proseguito con l'incorporazione di Banca IMI nella Capogruppo nel mese di luglio, completando con successo il programma di integrazioni societarie definito nel Piano d'Impresa.

Il progetto di Riduzione delle spese amministrative, infine, promuove il conseguimento di sinergie in ambito ICT, l'efficienza nelle spese di funzionamento, il controllo delle spese di consulenza, l'accentramento delle decisioni di acquisto e l'estensione delle best practice interne alle Banche Estere.

Ricavi

Il terzo pilastro del Piano dʼImpresa punta ad aumentare i Proventi operativi netti, cogliendo significative opportunità di business in tutte le Divisioni.

Per conseguire lʼobiettivo di diventare una delle prime quattro compagnie assicurative nel ramo danni in Italia e la prima per i prodotti non-motor retail, si rinnovano costantemente le strategie relative allʼofferta dei prodotti e al pricing e si continuano a sviluppare competenze mirate a portare il servizio fornito al cliente all'eccellenza.

Sta proseguendo l'integrazione di RBM Salute, la cui acquisizione - come in precendenza indicato - si è perfezionata a maggio: Intesa Sanpaolo Vita ha acquisito il 50% +1 azione di RBM Assicurazione Salute e ha previsto un piano di incremento della partecipazione fino al 100% del capitale, in modo progressivo dal 2026 al 2029. Con questa operazione, il Gruppo mira a rafforzare significativamente il proprio posizionamento nel business Salute e, in quest'ottica, si sta impegnando a migliorare sempre più il livello di servizio offerto al cliente.

Nella fase acuta dell'emergenza sanitaria, Intesa Sanpaolo ha dimostrato la propria vicinanza ai clienti aggiornando l'offerta per rispondere alle nuove esigenze assicurative: sono state infatti estese alcune coperture di clienti già assicurati in ambito salute e finanziamenti ed è stata lanciata una nuova Polizza Collettiva Pandemie a tutela delle aziende e dei propri dipendenti.

Continua, inoltre, la focalizzazione sullʼofferta non-motor per la clientela retail e PMI, che ha previsto, tra lʼaltro, l'aggiornamento dei moduli salute, casa e infortuni della polizza "XME Protezione".

Il nuovo modello di servizio prevede la rivalutazione del ruolo centrale del gestore, la cui competenza in materia assicurativa viene curata attraverso specifici programmi di formazione e di affiancamento. In ottica di efficientamento dei processi, prosegue la dematerializzazione documentale, già conclusa per il settore motor.

In ottica di consolidamento della crescita internazionale del Private Banking, è stata definita la partnership strategica con

Reyl, banca di gestione patrimoniale svizzera: quest'iniziativa si inserisce nel più ampio processo di rafforzamento e riposizionamento delle attività estere della Divisione, in particolare in Svizzera, che è il mercato principale per le attività internazionali. Una volta completata l'operazione di acquisizione, Fideuram-Intesa Sanpaolo Private Banking porterà ad oltre 18 miliardi di CHF le masse gestite nel Paese elvetico. Negli ultimi mesi dell'anno sono state inviate le istanze agli enti regolatori per ricevere le autorizzazioni necessarie ad avviare il percorso di integrazione.

Sempre in ottica di rafforzamento dello sviluppo internazionale, è stata avviata l'attività di Advisory in America Latina, è stata resa pienamente operativa l'offerta di prodotti per il mercato Middle East ed è stato definito il modello di servizio e opera tivo target per le attività in Lussemburgo. In Italia, dall'avvio del Piano, la rete commerciale dei Private Banker è stata potenziata grazie all'inserimento di circa 720 professionisti e al rafforzamento dell'utilizzo del contratto bancario misto.

È stata avviata con successo la commercializzazione di prodotti innovativi, con collocamenti superiori alle aspettative, tra cui alcune Gestioni Patrimoniali e Fondi Alternativi.

Sono in corso di revisione i modelli di servizio per i diversi segmenti di clientela di Intesa Sanpaolo Private Banking e Fideuram, con rafforzamento della struttura HNWI (High Net Worth Individual) per il Private Banking e la definizione di modelli di servizio differenziati per ciascun segmento di clientela per Fideuram.

È infine proseguito lo sviluppo dei servizi di home banking in logica multicanale sia per Fideuram che per Intesa Sanpaolo

Private Banking, che ha portato a un significativo incremento dell'operatività tramite piattaforme digitali.

Con riferimento allʼAsset Management, la fabbrica prodotto del Gruppo supporta costantemente le strutture di business attraverso lo sviluppo di prodotti coerenti con le esigenze e gli obiettivi di investimento espressi dai diversi segmenti di clientela. Ad esempio, per la clientela retail sono stati pensati prodotti mirati alla riqualificazione della liquidità anche con ingresso graduale nell'azionario e diversificazione valutaria. È stata inoltre avviata la completa operatività (sottoscrizione e post vendita) in fondi comuni Eurizon tramite l'App dedicata agli investimenti.

È proseguito il rafforzamento di "Valore Insieme", il servizio di consulenza evoluta sviluppato per valorizzare le competenze distintive del Gruppo nella gestione dei bisogni di investimento, assicurativi, immobiliari e successori dei clienti: a fine dicembre risultano attivi più di 100.000 contratti.

Lo sviluppo di nuovi servizi digitali ha portato, a partire da luglio, al rilascio di «Smart Save», il primo servizio di «Risparmio Digitale» per investire in fondi comuni tramite App.

L'evoluzione della strategia distributiva mira a rafforzare la diffusione del contratto di lavoro misto, ad ampliare l'offerta dedicata alla clientela istituzionale, a proseguire la valorizzazione della partnership con il gruppo Poste e a sviluppare la presenza internazionale di Eurizon Capital, grazie anche allʼapertura di una branch in Spagna e al rafforzamento del presidio in Hong Kong.

La strategia della Divisione Banca dei Territori rivolta alle PMI italiane mira a supportarle nel loro processo di crescita, soprattutto attraverso la digitalizzazione dell'offerta di prodotti: sono diverse le soluzioni adottate per sostenere lo sviluppodella relazione a distanza coi clienti, sia durante la vendita che nel post-vendita. L'offerta alle imprese si contraddistingue per un continuo sviluppo di prodotti anche legati alla situazione contingente, come ad esempio quelli sui bonus fiscali «edilizi»: è stata infatti lanciata un'offerta per supportare le imprese nell'esecuzione dei lavori di riqualificazione energetica/sismica permettendo la cessione del credito fiscale riveniente dalle norme introdotte dal Decreto Rilancio, che prevede l'innalzamento

al 110% della detrazione per spese relative ad interventi di efficientamento energetico e di riduzione rischio sismico.

Prosegue inoltre lo sviluppo di prodotti assicurativi rivolti alla clientela business, che tengono in considerazione anche le nuove esigenze di copertura legate all'emergenza sanitaria. Per quanto riguarda i finanziamenti, si segnalano il sostegno alla liquidità delle aziende durante il periodo di lockdown, la prosecuzione del programma Basket Bond e l'apertura del Circular Economy Plafond a investimenti «green». Viene inoltre confermata l'attenzione alla nuova imprenditoria e alle startup

innovative.

Prosegue il rafforzamento della finanza straordinaria, tramite anche la sottoscrizione di 12 Bond nell'ambito del programma

Basket Bond, e il supporto all'internazionalizzazione delle imprese, grazie all'attività di specialisti dedicati, adottando un

approccio che non vuole essere solo commerciale, ma anche di indirizzo e orientamento. Particolarmente rilevante, in tal senso, la partecipazione a fiere e l'organizzazione di eventi tematici, che possono rappresentare per i clienti un'importante

occasione per sviluppare un network di relazioni internazionali utile per lo sviluppo di idee imprenditoriali.

Continua lo sviluppo dell'offerta di servizi non finanziari di welfare, corporate travel management, digitalizzazione e

networking e formazione a distanza; relativamente alla fornitura di beni strumentali, è stata avviata una società commerciale dedicata al loro noleggio, col coinvolgimento della rete Filiali e della rete ISP Forvalue per il convenzionamento di fornitori di beni e servizi. Il continuo sviluppo della piattaforma Dialogo Industriale consente ai gestori di relazionarsi in modo sempre più consapevole ed efficace nei confronti degli imprenditori, migliorando la propria capacità di comprensione dei loro bisogni; in particolare è stato ampliato il patrimonio informativo a supporto delle strategie di azione per una ripresa sostenibile post-emergenza.

Per sviluppare il business internazionale, la Divisione IMI Corporate & Investment Banking (IMI C&IB), oltre a potenziare l'azione commerciale su selezionati clienti, ha perfezionato lʼinserimento di 74 specialisti e sta individuando altre posizioni

prioritarie da assumere per il potenziamento del coverage e delle competenze nel network internazionale.

Importante, per la Divisione IMI C&IB, anche il rafforzamento della posizione di leadership nel mercato italiano: tra le diverse iniziative, è proseguito il presidio di iniziative commerciali, in sinergia con la Divisione Banca dei Territori e strutture di

Governance, anche per sviluppare misure di sostegno alle imprese maggiormente impattate dall'emergenza COVID-19 ed è stata potenziata l'iniziativa Confirming a sostegno delle Filiere Produttive Italiane, per favorire i progetti di crescita e

innovazione. Il modello Originate to Share è operativo e sono proseguite le relazioni con un selezionato numero di controparti, sul fronte sia di Origination sia di Distribution, per la definizione di accordi di collaborazione e partnership compatibilmente con il mutato scenario di mercato.

È proseguito anche lo sviluppo della nuova strategia delle Banche Estere, volta a ottimizzare la presenza internazionale, massimizzare le sinergie allʼinterno del Gruppo e proseguire l'evoluzione digitale.

Nellʼambito del processo di estensione dellʼapproccio HUB, è proseguito il riposizionamento di Intesa Sanpaolo Bank Slove nia nell'HUB SEE, con l'attivazione dei servizi digitali e di CRM a tutta la clientela. Stanno inoltre continuando le attività di allineamento del modello operativo e di rafforzamento delle sinergie commerciali per lʼHUB CE. Prosegue inoltre il piano di riposizionamento in Ucraina. L'avanzamento delle attività risulta in linea con le nuove priorità determinate nel 2020 dal

COVID-19.

È poi stata completata la fase pilota per l'adozione di un nuovo Core Banking System (Constellation) in Repubblica Ceca e

avviato uno studio di fattibilità per individuare il migliore approccio per il suo sviluppo in Slovacchia.

È in corso di sviluppo un nuovo modello di servizio e operativo in ambito IT per le Banche Estere e prosegue lʼestensione del

modello distributivo target di Gruppo in Slovacchia, Croazia, Serbia, Ungheria, Slovenia, Romania, Albania e Bosnia.

È stata progressivamente estesa l'adozione del modello di consulenza evoluta nel Wealth Management, destinato ai segmenti di clientela con esigenze di investimento più sofisticate. Continua inoltre l'attivazione di nuove funzionalità e servizi

dei canali digitali nelle banche attive (Croazia, Ungheria, Egitto, Albania, Slovenia) e sono state promosse iniziative per favorire l'utilizzo dei servizi digitali durante il periodo di emergenza sanitaria.

Per quanto concerne lo sviluppo dellʼattività di Wealth Management in Cina, dopo l'ottenimento della licenza per la

distribuzione dei fondi comuni e del permesso commerciale, Yi Tsai ha avviato le attività di business. Nella prima fase è stata avviata la vendita tramite App di prodotti in modalità «execution only» e implementato un sistema «smart advice» basato su una relazione omnicanale tra Financial Advisor e cliente. C'è stato inoltre un ampliamento della rete commerciale a Qingdao e l'avvio del reclutamento in ulteriori 2 città (Pechino e Jinan).

Per quanto riguarda invece la costituzione della Security Company, è stato concluso l'iter con Bankit/BCE per ottenere l'autorizzazione a operare in Cina ed è stata accettata dal regulator cinese CSRC l'istanza per l'ottenimento delle necessarie

licenze per la costituzione della società.

Persone e trasformazione digitale

Il Gruppo mette costantemente in atto una serie di iniziative dedicate alle Persone, considerate la risorsa più importante di

Intesa Sanpaolo.

Il progetto People Care vuole garantire, a livello di Gruppo, un'efficace progettazione, implementazione e - ove opportuno -

gestione diretta di servizi e interventi finalizzati al miglioramento della qualità della vita e del benessere in azienda, migliorando il coinvolgimento e il senso di appartenenza dei dipendenti.

Dal lancio dell'iniziativa è iniziato un percorso che ha visto, da un lato, l'evoluzione di servizi alla persona in modalità sempre

più personalizzate e dall'altro l'introduzione di novità inedite per Intesa Sanpaolo. La prima è stata Ascolto e Supporto, un servizio di sostegno psicologico a distanza, 24h/24 e 7gg/7, realizzato in partnership con enti e società specializzate. Avviato a fine 2019 in modalità pilota, Ascolto e Supporto è stato esteso da marzo a tutta la popolazione aziendale del perimetro

Italia, anche in relazione all'emergenza Coronavirus e all'improvviso lockdown conseguente.

La seconda e più recente novità è il lancio di CareLab, un portale dedicato al benessere della persona che consente di fruire contenuti multimediali, strumenti e iniziative utili ad avviare o consolidare stili e abitudini di vita salutari, realizzati a cura diesperti e articolati in tre aree tematiche: Alimentazione, Movimento, Energia e benessere emotivo; finora sono circa 25.000 i colleghi del Gruppo che hanno fruito dei servizi offerti.

Sta proseguendo il progetto Diversity & Inclusion, finalizzato a creare pari opportunità e favorire un alto livello di engagement delle persone: lʼobiettivo è quello di sostenere una maggiore inclusione e di creare le condizioni per la piena valorizzazione femminile, dei soggetti con varie disabilità e per l'efficace reinserimento dei dipendenti che sono stati a lungo assenti dal

lavoro. È stata inoltre avviata la stesura di un documento di regole sui temi di Sexual Harassment.

Continuano le job-rotation delle circa 250 persone coinvolte nelle varie edizioni dell'International Talent Program, finalizzato a far crescere la prossima generazione di "middle management" mediante programmi di formazione, affiancamento

manageriale e percorsi di carriera personalizzati.

Il potenziamento delle competenze dei dipendenti è stato garantito dallʼerogazione di circa 11,8 milioni di ore formazione nell'anno, con un incremento del 10% circa rispetto allʼanno precedente. Gli importanti investimenti in formazione hanno permesso di estendere lʼofferta formativa digitale a tutti i dipendenti del Gruppo; lʼintroduzione di nuovi contenuti informa tivi

(circa 2.500 Learning Object nel corso dell'anno, oltre 8.000 in totale), in particolare, ha stimolato un maggiore accesso alle piattaforme formative (Apprendo, App MyLa per i colleghi di Banca dei Territori e App Scuola dei Capi).

Come già indicato, in risposta all'emergenza COVID-19, è stato rafforzato l'impiego dello "smart working", che si è rivelato un modello vincente nell'organizzazione del lavoro oltre che un efficace strumento di intervento, garantendo l'ordinario

svolgimento delle attività: sono stati rivisti processi organizzativi e adottate specifiche normative, oltre che misure tecnologiche e informatiche, per permettere l'estensione dello smart working all'interno del Gruppo, estendendone l'utilizzo

anche al personale della Rete Territoriale e delle Filiali Online. Ad oggi, circa 65.500 risorse (circa 80.500 con UBI Banca) beneficiano di questa innovativa modalità di lavoro.

Sul fronte della gestione del Personale è in corso una progressiva trasformazione digitale dei servizi HR, che prevede la rivisitazione dei modelli gestionali e dei processi, puntando sulla dematerializzazione e sull'accentramento delle procedure

amministrative.

Sta infine proseguendo il percorso di messa in opera del Modello di Strategic Succession Management, che ha l'obiettivo

primario di garantire continuità manageriale con riferimento ai ruoli di responsabilità nel Gruppo, in ottica di business continuity, e al contempo abilitare lo sviluppo del Management attraverso l'identificazione proattiva e anticipatoria per liv ello

manageriale e ambito di mestiere delle migliori risorse per favorirne la crescita con azioni mirate.

Il Piano d'Impresa prevede rilevanti investimenti nella Trasformazione digitale in tutti gli ambiti operativi del Gruppo, con

particolare riguardo allo sviluppo del multicanale, del self banking e dei servizi a distanza, all'estensione dello smart working, al rafforzamento della cybersecurity, allo sviluppo del data management e alla riprogettazione digitale dei processi aziendali (vendita, credito, transazionali, governance).

Per ciò che concerne i canali distributivi, i numeri del 2020 confermano una crescente diffusione dei servizi digitali in termini di clienti, prodotti e vendite. I clienti multicanale sono circa 10,3 milioni (oltre 12 milioni con UBI Banca), gli utenti dell' App Banking 6,5 milioni (oltre 7 milioni includendo l'App di UBI Banca) e i clienti della Filiale Online 57.600.

I prodotti disponibili su piattaforme multicanale coprono circa l'85% dell'offerta. Le vendite attraverso i canali remoti, an che

per effetto dell'emergenza COVID-19, sono salite al 26,4% del totale (erano il 9,2% nel 2019).

Parallelamente è proseguita l'estensione del Modello target di cybersecurity, che attualmente integra 42 società del Gruppo.

I progetti di data management, in particolare nell'advanced analytics & artificial intelligence, perseguono obiettivi strettamente coordinati con quelli commerciali, quali la personalizzazione dei servizi, l'automazione dei processi (ad esempio la Robot Process Automation nell'Asset Management) e la mitigazione del rischio di credito (de-risking).

L'elevato grado di digitalizzazione del Gruppo (il 60% delle attività totali al termine del 2020) ha consentito di rispondere

efficacemente all'emergenza COVID-19 con misure straordinarie quali la citata accelerazione del ricorso allo smart working, il rafforzamento delle infrastrutture di accesso ai mercati per gestire elevati picchi di attività on line e una serie di interventi specifici per potenziare l'operatività a distanza.

Per promuovere l'innovazione all'interno del Gruppo sono state lanciate numerose iniziative volte, tra l'altro, ad individuare i

trend più rilevanti in campo tecnologico e finanziario, a determinare la soglia di efficienza degli investimenti e a utilizzare nuove metodologie di service design per la realizzazione dei progetti. Particolare attenzione viene infine riservata all'osservazione dell'Ecosistema Fintech, con l'obiettivo di individuare best practice e possibili partner per lo sviluppo di

prodotti e servizi ad alta intensità tecnologica.

La sostenibilità

L'emergenza sanitaria da COVID-19 che nel corso del 2020 ha investito l'Italia, l'Europa e gran parte del mondo ha provocato

radicali cambiamenti sociali, economici e finanziari. In questo scenario, grazie soprattutto alla propria solidità finanziaria, il

Gruppo Intesa Sanpaolo ha saputo assumere ancor di più il ruolo di acceleratore sociale, rimarcando la propria vocazione di supporto alla rinascita e alla crescita del Paese. Il radicamento sul territorio e l'impegno a perseguire una strategia incen trata sulla sostenibilità sono stati due pilastri a partire dai quali è stato possibile condurre nel corso dell'anno l'operazione di unione con UBI Banca, anch'essa impegnata a supportare l'economia del Paese e capace al contempo di condividere l'impegno di

Intesa Sanpaolo verso la crescita sostenibile e inclusiva.

I risultati 2020 hanno consentito a Intesa Sanpaolo di creare valore sostenibile per tutti gli Stakeholder, in linea con gli impegni assunti nel Piano di Impresa 2018-2021, confermando di essere un punto di riferimento anche nella sostenibilità sociale, culturale e ambientale, come dimostrato anche dal posizionamento all'interno dei principali indici e classifiche di

sostenibilità. Intesa Sanpaolo è infatti presente nei Dow Jones Sustainability Indices World e Europe, nel Refinitiv Diversity and Inclusion Top 100 Index, nella Leadership Band di CDP con il punteggio A-, e nella classifica stilata da Corporate Knights delle cento aziende più sostenibili al mondo.

L'impegno del Gruppo nell'ambito della sostenibilità si concretizza anche attraverso la partecipazione ad una serie di inizia tive

internazionali tra cui i Principles for Responsible Banking di UNEP FI, gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (UN Sustainable

Development Goals), i Principles for Sustainable Insurance, con l'adesione di Intesa Sanpaolo Vita, e i Principles for

Responsible Investments (PRI) sottoscritti da Eurizon già nel 2015, cui si sono aggiunte Fideuram Asset Management SGR e Fideuram Asset Management (Ireland) a inizio 2021.

Il Programma interno ISP4ESG, lanciato a fine 2019 con l'obiettivo di consolidare la leadership di Intesa Sanpaolo nella sostenibilità e per cogliere in modo sempre più efficace l'evolversi del contesto esterno e rispondere sempre meglio alle aspettative dei nostri Stakeholder, si è focalizzato nel corso del 2020 principalmente sugli ambiti della Governance e del Credito Sostenibile. Con riferimento al primo filone è stata avviata la Cabina di Regia ESG, con un importante ruolo di supporto al Comitato di Direzione nella proposizione strategica per le tematiche ESG e di coordinamento operativo per l'attuazione delle iniziative da parte delle Divisioni/Aree di Governo; la Cabina di Regia ESG è supportata da una struttura organizzativa dedicata, costruita introducendo la figura del Sustainability Manager (SM) per ciascuna Divisione/Area di Governo. Con riferimento al Credito Sostenibile è stata effettuata una mappatura settoriale ESG del portafoglio creditizio del Gruppo, sviluppando un framework proprietario di aggregazione dei debitori allineato alle best practice di mercato e propedeutico a rispondere ai requisiti regolamentari in rapida evoluzione.

La Banca ha confermato il ruolo di motore dell'economia reale e dello sviluppo sostenibile e inclusivo nel Paese, erogando nel 2020 circa 87 miliardi di nuovo credito a medio-lungo termine (oltre 205 dal 2018), di cui circa 77 miliardi in Italia, con circa 63 miliardi erogati a famiglie e piccole e medie imprese. Inoltre, circa 11.500 aziende italiane sono state riportate in bonis da posizioni di credito deteriorato, con un impatto positivo generato sull'occupazione attraverso la tutela di circa 57.000 posti di lavoro. Essere una delle realtà più solide e profittevoli in Europa ha permesso al Gruppo di mettere a disposizione strumenti innovativi ed efficaci in grado di generare una ricaduta positiva ed inclusiva sulla società nel suo complesso.

L'inclusione finanziaria e il sostegno al tessuto produttivo

La pandemia da COVID-19 che ha caratterizzato il 2020 ha inasprito le disuguaglianze economiche e sociali già esistenti. Nel 2020 sono stati erogati circa 37,2 miliardi di finanziamenti ad alto impatto sociale (42,5% del totale erogazioni), di cui circa 32 miliardi a sostegno del sistema produttivo durante l'emergenza sanitaria.

In particolare, Intesa Sanpaolo si è prontamente attivata per supportare l'economia reale, attraverso moratorie - inclusi i rinnovi - su finanziamenti a famiglie e imprese per circa 73 miliardi (prima banca in Italia a lanciare l'iniziativa prima che le norme entrassero in vigore), l'erogazione di 21 miliardi di prestiti con garanzia statale, di 9 miliardi di prestiti concessi con garanzia SACE e la messa a disposizione di 50 miliardi di crediti per supportare le imprese e i professionisti, salvaguardando posti di lavoro e permettendo la gestione dei pagamenti durante l'emergenza.

Tra le principali iniziative a sostegno dei territori per fronteggiare la pandemia si evidenzia il già descritto Programma

Rinascimento, che include contributi a fondo perduto e prestiti d'impatto a micro-imprese e start-up, allo scopo di recuperare e riadattare il loro modello di business per il periodo post-COVID-19, facendo leva su progetti innovativi per rafforzare la crescita economico-sociale e la coesione territoriale. Questo programma ha riguardato i territori di Bergamo (30 milioni il valore complessivo delle iniziative, in partnership con il comune) e Firenze (50 milioni, in partnership con la fondazione CR Firenze).

Al centro dell'impegno di Intesa Sanpaolo per la crescita del Paese rimane l'attenzione al tema dell'inclusione finanziaria. Nel Piano d'Impresa 2018-2021, Intesa Sanpaolo si è posta tra gli obiettivi quello di diventare la prima Banca d'impatto al mondo e, a tal proposito, il Fund for Impact consente l'erogazione di 1,25 miliardi a categorie con difficoltà di accesso al credito nonostante il loro potenziale. La prima iniziativa avviata col Fund for Impact è stata per Merito, prestito senza garanzie rivolto ai giovani studenti universitari residenti in Italia che nel 2020 ha consentito di erogare 51,5 milioni (90,6 milioni dall'avvio del programma nel 2019). Nel corso dell'anno sono state attivate nuove tipologie di finanziamenti: il primo è rivolto alle madri lavoratrici, Mamma@work (nel 2020 erogati 236.000 euro), per supportarle negli impegni economici successivi alla maternità; il secondo, XME Studio Station, è un prestito destinato alle famiglie con figli che seguono la didattica a distanza finanziando l'acquisto di computer e connettività (nel 2020 sono stati erogati 1,2 milioni). Infine, nel corso del 2020 sono state annunciate due nuove iniziative, a supporto delle madri lavoratrici in India e delle persone over 50 che hanno perso il lavoro o hanno difficoltà ad accedere a regimi pensionistici.

Nel 2020 il Gruppo ha supportato le famiglie e le imprese colpite da terremoti e altri disastri naturali attraverso moratorie di mutui su immobili colpiti per circa 500 milioni e finanziamenti agevolati per oltre 163 milioni (circa 497 milioni dal 2018).

Sono stati anche erogati circa 470 milioni a supporto di imprese sociali e del Terzo Settore.

La promozione dell'occupazione e del diritto all'istruzione

Intesa Sanpaolo è da sempre attenta ad investire sui giovani anche per promuovere l'occupazione e il diritto all'istruzione, elementi che per il Gruppo ricoprono valori rilevanti in quanto volti alla riduzione delle disuguaglianze sociali, alla valorizzazione dei talenti, alla creazione di nuova occupazione e quindi alla crescita e allo sviluppo economico del Paese. In collaborazione con Generation Italy la Banca ha avviato il programma Giovani e Lavoro finalizzato ad offrire su un orizzonte temporale pluriennale corsi di formazione gratuiti a 5.000 giovani tra i 18 e i 29 anni non occupati aiutandoli ad acquisire le competenze utili alle aziende e favorendo l'incontro con imprese che ricercano giovani da inserire (obiettivo di assunzione pari almeno al 75-80%). Il programma, avviato nelle aree geografiche con maggior potenziale di sviluppo, partendo nel 2019 da Napoli, Roma e Milano, ad oggi ha visto 15.000 giovani candidati e oltre 1.500 studenti inseriti in aula, con un tasso di assunzione dell'80% per i primi studenti diplomati, coinvolgendo oltre 1.400 aziende tramite incontri sul territorio. L'iniziativa

Giovani e Lavoro è orientata anche sul coinvolgimento delle persone del Gruppo per sensibilizzare all'adesione le imprese clienti dei territori interessati dal progetto.

L'emergenza sanitaria da COVID-19 non ha fermato il programma, che nel 2020 ha visto inserire in aula 740 giovani. I corsi sono stati rimodulati ed erogati a distanza e l'offerta formativa si è arricchita con un nuovo percorso in ambito Hi-Tech Industria 4.0. Un'altra iniziativa di particolare rilievo sul fronte della formazione è "P Tech" di Fondazione IBM, alla quale il Gruppo Intesa Sanpaolo collabora nel contrasto all'abbandono scolastico. Attualmente il progetto è attivo nella provincia di

Taranto con un percorso che si innesta al terzo anno della scuola superiore per accompagnare gli studenti in 6 anni di formazione altamente specializzata caratterizzati da seminari e workshop tematici finalizzati all'inserimento lavorativo.

Innovazione e digital transformation

Digitalizzazione e multicanalità rappresentano un fattore strategico per il Gruppo a conferma dell'importanza di anticipare i crescenti trend in atto in questi ambiti. Nel corso del 2020, anche a causa dell'emergenza sanitaria, Intesa Sanpaolo ha

accelerato la trasformazione digitale per consentire a tutti, clienti e persone del Gruppo, di operare da remoto in piena efficacia, efficienza e sicurezza. L'operato della Banca evidenzia attività di cybersecurity già allineate ai migliori standard

internazionali e certificate dalle autorità nazionali, che salvaguardano gli interessi e i diritti dei clienti grazie ad un forte investimento in tecnologie e ad un continuo presidio del patrimonio informatico aziendale. La cura della relazione e l'eccellenza del servizio offerto consentono al Gruppo di affermarsi come prima banca digital del Paese e tra le prime tre banche europee con circa 10,3 milioni di clienti multicanale, pari a circa l'88% del totale clienti.

La sfida dell'innovazione in Italia riveste un ruolo di primaria importanza nello sviluppo della nuova economia. Nel 2020 il

Gruppo ha proseguito con il suo programma di sviluppo e valorizzazione di start-up, analizzandone circa 1.400 (circa 2.650 dal 2018) e attivando 8 programmi di accelerazione (attività svolte online a causa del COVID-19) su 155 start-up (circa 390 dal 2018) che sono state presentate a selezionati investitori e altri attori dell'ecosistema (circa 5.600 a fine 2020). Fin dai primi

giorni della pandemia il Gruppo, attraverso Intesa Sanpaolo Innovation Center, ha supportato le attività di ricerca dell'Ospedale Sacco di Milano mettendo a disposizione da subito competenze e tecnologia per il sequenziamento genomico

e la mappatura del COVID-19.

I prodotti di investimento sostenibile e assicurazione sostenibile

Intesa Sanpaolo è impegnata a rafforzare ulteriormente l'offerta di prodotti di investimento sostenibile, che integrano i criteri

finanziari con considerazioni ambientali, sociali e di governance (ESG10). In particolare, Eurizon ha 55 fondi focalizzati su questa tipologia d'investimenti. Dopo il lancio, avvenuto nel 2018, di Eurizon Fund Absolute Green Bonds, il primo fondo

gestito da un asset manager italiano specializzato sui mercati obbligazionari internazionali che permette di finanziare progetti legati all'ambiente, a fine 2019 è stato lanciato Eurizon Global Trends 40 (composto di tre comparti azionari che investono su società sensibili alla salvaguardia del pianeta, al benessere delle persone e all'innovazione tecnologica) e nel corso del 2020 si sono delineati 12 nuovi prodotti, tra cui in particolare i nuovi fondi comuni della linea Megatrend Eurizon Planet, Eurizon People e Eurizon Innovation.

A fine 2020 il patrimonio totale di fondi Etici e ESG gestito da Eurizon e Fideuram è pari a 18,4 miliardi.

Anche sul fronte assicurativo, l'impegno a operare in modo sostenibile ha continuato a caratterizzare l'operato del Gruppo: al fine di favorire l'integrazione dei principi ESG dell'interno dell'organizzazione e rafforzare al contempo il posizionamento sul

mercato come player sostenibile, la Divisione Insurance ha adottato la propria Politica di Sostenibilità, definendo le linee di indirizzo per promuovere un modello di business responsabile e sostenibile.

Per quanto concerne l'offerta di prodotti sul mercato nel corso dell'anno, Fideuram Vita ha lanciato, all'interno del Fondo

Pensione Fideuram, il nuovo comparto Fideuram Millennials interamente basato su criteri di investimento ESG e modificato la politica di investimento del fondo pensione aperto inserendo criteri di esclusione per gli investimenti in determinati settori e paesi.

In ambito Salute, si rammenta che nel corso del 2020 è stata finalizzata - come già indicato - l'acquisizione di RBM Salute (ora Intesa Sanpaolo RBM Salute), leader in questo segmento di business. L'offerta di Intesa Sanpaolo RBM Salute comprende prodotti ESG con forte valenza sociale: il prodotto Tutto Salute, in particolare, è un prodotto modulare ideato per proteggere categorie di clienti che normalmente non sono riconosciute nei contratti di lavoro nazionali (es. stagisti, casalinghe, ecc.).

I contributi alla comunità

Con la pandemia da COVID-19 l'Italia, l'Europa e in larga parte il mondo intero sono stati colpiti contemporaneamente da quattro gravissime crisi: sanitaria, economica, finanziaria e sociale.

Coerentemente con il proprio impegno nel sociale, il Gruppo ha erogato oltre 184 milioni di contributo monetario alla comunità, tra cui risaltano in particolare - come già indicato - i 100 milioni donati nella prima fase dell'emergenza sanitaria a supporto del Servizio Sanitario Nazionale e i 10 milioni a sostegno delle famiglie in difficoltà finanziarie e sociali delle diocesi di Bergamo e Brescia.

Il Fondo di Beneficenza, attraverso il quale la Banca destina una quota degli utili al sostegno di progetti di solidarietà, utilità sociale e valore della persona, nel 2020 ha interpretato il proprio ruolo sociale nel contrasto alle povertà e fragilità, acuite dall'emergenza sanitaria, erogando oltre 16 milioni.

Un'importante iniziativa ha riguardato il contrasto alla povertà che, nel periodo 2018-2020, attraverso il sostegno a enti e associazioni caritative, ha permesso di distribuire 16,1 milioni di pasti, offrire oltre 994.000 posti letto, assicurare 228.000 farmaci e 178.000 indumenti.

Una particolare attenzione è stata rivolta all'infanzia attraverso collaborazioni e progetti sul territorio, tra cui il Progr amma Intesa Sanpaolo per Bambini Lungodegenti, con l'attivazione del progetto WE-CONNECTED!, realizzato congiuntamente da

Intesa Sanpaolo e Intesa Sanpaolo Vita.

Inoltre, For Funding ha ricoperto un ruolo di rilievo nella prima fase dell'emergenza sanitaria, durante il quale sono state

ospitate in piattaforma una raccolta fondi a sostegno del Dipartimento Protezione Civile e altre iniziative legate all'emergenza sanitaria, che hanno raccolto nel complesso donazioni per oltre 3,5 milioni.

10 Environmental, Social, Governance.

Il supporto alla Green Economy e alla Circular Economy

Intesa Sanpaolo ha mantenuto alta l'attenzione verso la Green Economy e la Circular Economy, a supporto delle quali sono stati erogati complessivamente finanziamenti pari a oltre 2,5 miliardi, corrispondenti al 2,9% del totale erogato.

In particolare, l'impegno verso la Circular Economy - sviluppato in partnership con la Fondazione Ellen MacArthur - ha previsto, per il periodo 2018-2021, l'istituzione di un plafond dedicato di 5 miliardi di credito (successivamente ampliato a complessivi 6 miliardi in seguito all'integrazione del Gruppo UBI) e l'emissione nel 2019 del Green Bond focalizzato sulla

Circular Economy da 750 milioni. Nel 2020 le erogazioni del plafond sono state pari a circa 1,5 miliardi (2,2 miliardi dal lancio del plafond).

Nel 2017 Intesa Sanpaolo è stata la prima banca italiana ad emettere un Green Bond per un importo complessivo di 500 milioni per il finanziamento di progetti dedicati in particolare alle energie rinnovabili e all'efficienza energetica. I proventi del

Green Bond hanno finanziato 76 progetti con un risparmio annuale di circa 460 mila tonnellate di emissioni di CO2.

A febbraio 2021 Intesa Sanpaolo ha collocato un terzo Green Bond per un valore di 1,25 miliardi, accolto con grande interesse da parte degli investitori. La domanda per il titolo ha superato i 3,5 miliardi.

A gennaio 2020 il Gruppo si è impegnato a mettere a disposizione a favore del Green Deal europeo un programma di erogazioni di 50 miliardi, in Italia, nel corso dei prossimi anni. In questo contesto, in una logica di sviluppo di soluzioni dedicate alla transizione ESG delle imprese è stato sviluppato S-Loan, il finanziamento mediante il quale la Banca sostiene le

PMI attraverso l'individuazione di specifici KPI ESG, condividendo con l'azienda finanziata obiettivi di miglioramento di sostenibilità. Per questo nuovo finanziamento è stato stanziato un plafond dedicato pari a 2 miliardi e nel 2020 sono stati erogati 130 milioni.

Le Persone del Gruppo

Come indicato nel paragrafo relativo al Piano d'impresa, cui si rinvia, i risultati raggiunti nel complesso contesto che ha caratterizzato il 2020 sono stati possibili grazie alle persone che lavorano in Intesa Sanpaolo, che continuano ad essere la risorsa chiave per il Gruppo. La loro valorizzazione, insieme al rafforzamento del loro senso di appartenenza, costituiscono leve cruciali per il raggiungimento degli obiettivi strategici del Gruppo.

La Banca ha risposto con estrema tempestività all'emergenza, attivando in tempi brevi un ampio ricorso allo smart working per circa 65.500 persone (circa 80.500 con UBI Banca) al fine di permettere ai collaboratori di lavorare in sicurezza garantendo la business continuity. Grazie al digitale, è stato possibile riorganizzare rapidamente le attività a distanza e incentivare la formazione flessibile, estesa a tutti i collaboratori della Rete. La formazione ha raggiunto complessivamente nel 2020 circa 11,8 milioni di ore (di cui oltre 11 milioni a distanza) con una percentuale di utenti attivi rispetto all'organico pari a circa il 97%.

Nel corso del 2020 è stata attivata la campagna vaccinale antinfluenzale e anti-pneumococcica per il personale del Gruppo: l'adesione alla campagna è stata volontaria, con la possibilità di aderire alla somministrazione di entrambi i vaccini o di u no solo di essi.

Al fine di rendere ancora più chiaro e concreto l'impegno del Gruppo nella valorizzazione delle diversità e nella promozione di politiche di inclusione, contrastando ogni forma di discriminazione, dopo aver creato nel 2018 una struttura dedicata, nel 2020 sono stati pubblicati i Principi in materia di Diversity & Inclusion ed è stato costituito il Comitato Operativo D&I, con funzione di allineamento, confronto e condivisione delle iniziative di Diversity & Inclusion con tutte le Strutture.

Allo scopo di valorizzare il talento femminile e favorire la creazione di contesti lavorativi equi ed inclusivi, nel corso del 2020 sono proseguite le iniziative di sviluppo per donne professional e manager come programmi di job rotation, percorsi di shadowing e formazione per l'empowerment al femminile.

Numerose sono le iniziative intraprese, in coerenza con gli anni passati e con il supporto del Comitato Welfare, Sicurezza e Sviluppo Sostenibile, per la promozione di tematiche legate al benessere organizzativo, alla disabilità e in favore dei collaboratori in occasione di particolari momenti della vita privata e/o lavorativa, come il programma rivolto alle persone lungo- assenti, con l'obiettivo di instaurare un rapporto di vicinanza durante l'assenza e favorire un proficuo rientro al lavoro. Nell'ambito delle iniziative di welfare aziendale, nel 2020 è stato introdotto CareLab, un sistema virtuale integrato di contenuti, strumenti e iniziative focalizzate su tre ambiti: alimentazione, movimento, energia e benessere emotivo delle persone, con l'obiettivo di accompagnarle nel complesso contesto emergenziale.

Anche nel 2020 è stato incluso nelle schede di performance di oltre 1.200 manager un KPI, pari al 10% della valutazione complessiva, dedicato alla valorizzazione del talento femminile, estendendo il perimetro dei 1.100 manager coinvolti nel 2019.

A seguito dell'integrazione del Gruppo UBI, sono state concordate - come già indicato - uscite volontarie per circa 7.200 persone del Gruppo, a fronte delle quali avrà luogo l'assunzione di 3.500 nuovi collaboratori allo scopo di tutelare l'occupazione, favorire lo sviluppo professionale delle persone e garantire il ricambio generazionale.

Task Force on Climate Related Financial Disclosures

Il Gruppo Intesa Sanpaolo, da ottobre 2018, supporta le raccomandazioni della Task Force on Climate-related Financial Disclosures (TCFD), per identificare, valutare e gestire i rischi e le opportunità legati al cambiamento climatico, impegnandosi così alla diffusione di una rendicontazione trasparente in materia di climate change. I principali temi sono presentati nel seguito e un approfondimento degli stessi è presente nella Dichiarazione Consolidata Non Finanziaria e, per gli aspetti di governance, nella Relazione sul Governo Societario e Assetti Proprietari.

Governance

Il Consigliere Delegato e CEO sottopone ai Comitati consiliari competenti e al Consiglio di Amministrazione, con il supporto del Comitato di Direzione, la definizione delle linee strategiche e delle politiche di sostenibilità (ESG), incluso il contrasto al cambiamento climatico. Il Consiglio di Amministrazione approva le linee strategiche e politiche in materia di sostenibilità

(ESG) - con il supporto del Comitato Rischi - tenendo conto degli obiettivi di solida e sostenibile creazione e distribuzione di valore per tutti gli Stakeholder, incluso l'ambiente come dichiarato nel Codice Etico del Gruppo. Inoltre, il Comitato di Direzione - composto dalla prima linea organizzativa - si riunisce con frequenza almeno trimestrale per l'esame delle

tematiche di sostenibilità (ESG). Nel 2020 per supportare il Comitato di Direzione nel suo compito di identificare le iniziative ESG e dare priorità rispetto alla loro rilevanza strategica è stata istituita una Cabina di Regia ESG, presieduta dal Chief Financial Officer e dal Responsabile della Direzione Centrale Strategic Support, con un ruolo di supporto nella proposizione strategica per le tematiche ESG e di coordinamento operativo per l'attuazione delle iniziative.

A conferma del suo impegno verso l'ambiente, il Gruppo, già sostenitore degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite, sottoscrittore degli Equator Principles (EP) e membro di UNEP FI, è anche sottoscrittore dei Principles for Responsible Investment (PRI) dei Principles for Responsible Banking (PRB) e dei Principles for Sustainable Insurance (PSI).

Strategia

Intesa Sanpaolo è consapevole dell'influenza significativa che un grande Gruppo finanziario diversificato - con ricavi derivanti

dalle attività di finanziamento, investimento, sottoscrizione assicurativa e gestione patrimoniale - ha in termini di sostenibilità ambientale e sociale, nel breve e nel lungo periodo; considera l'ambiente - e il tema più specifico del cambiamento climatico - come parte fondamentale di una strategia sociale e ambientale più ampia che prevede l'integrazione della sostenibilità in tutte le strutture e le Banche del Gruppo.

Oltre a gestire direttamente i propri consumi energetici in un'ottica di efficientamento e riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra nei propri immobili, il Gruppo può esercitare un'influenza sulle attività e sui comportamenti di clienti e fornitori.

La strategia sul clima è orientata principalmente alla promozione di strumenti di finanza sostenibile per il supporto alla transizione verso un modello economico a basse emissioni di carbonio e verso modelli di economia circolare. L'integrazione

delle considerazioni sul clima nella fornitura di servizi finanziari può avere infatti un impatto significativo e contribuire in maniera determinante al contrasto dei cambiamenti climatici.

Gestione dei rischi e delle opportunità

Intesa Sanpaolo tiene conto dei rischi ESG associati alle attività delle imprese clienti e delle attività economiche in cui investe e dedica particolare attenzione all'approfondimento dei settori sensibili che presentano un profilo di rischio socio-ambientale rilevante. Nell'ambito della valutazione del rischio sociale e ambientale, la Banca rivolge una particolare attenzione al ris chio

derivante dal cambiamento climatico.

L'Area Chief Risk Officer e l'Area Chief Financial Officer, con il supporto delle diverse Aree di Governo e Divisioni,

collaborano per individuare e analizzare il ventaglio dei rischi e delle opportunità legati al climate change per integrarli nell'ambito degli ordinari processi di valutazione e presidio dei rischi e delle strategie creditizie, e fissare obiettivi e linee guida volte ad implementare azioni atte a gestire e mitigare tali rischi.

In tale contesto Intesa Sanpaolo a maggio 2020 ha emanato le "Regole in materia di operatività nel settore del carbone" nell'ambito delle "Linee Guida per il governo dei rischi ambientali sociali e di governance in materia di credito" al fine di

stabilire specifici criteri di limitazione o esclusione delle attività di finanziamento, andando così a rafforzare il presidio delle tematiche ESG nell'erogazione del credito a settori particolarmente sensibili a livello sociale e ambientale.

Nell'ambito del Risk Appetite Framework, il Gruppo ha introdotto un riferimento specifico al rischio climatico, impegnandosi a svilupparne l'integrazione nel framework di Enterprise Risk Management con particolare riferimento al rischio di credito e al rischio reputazionale. Nel 2020 è proseguita l'attività, iniziata nel 2019, sui settori di business nel portafoglio creditizio potenzialmente più impattati dal rischio climatico, sia derivante da rischio di transizione sia da rischio fisico, in un'ottica di

materialità finanziaria.

Dal 2019 Intesa Sanpaolo partecipa alla fase due del gruppo di lavoro "UNEP FI TCFD Banking pilot programme", che coinvolge 39 banche internazionali, coordinate da UNEP FI, con l'obiettivo di migliorare le metodologie per la valutazione dei

rischi connessi al cambiamento climatico, anche attraverso analisi di scenario di lungo termine, e migliorarne la disclosure. Il programma ha sviluppato strumenti, framework e paper che hanno consentito ai partecipanti di analizzare meglio ciascuna delle raccomandazioni TCFD. Intesa Sanpaolo ha partecipato attivamente al pilota anche attraverso la redazione di due case study: uno sul rischio fisico pubblicato nel report Charting a new climate (Intesa Sanpaolo case study - Physical climate risk measurement: the UNEP FI Phase I Excel tool applied to Energy and Oil & Gas companies) e uno sul rischio di transizione

(quest'ultimo pubblicato a febbraio 2021).

In merito alle opportunità di business relative ai cambiamenti climatici Intesa Sanpaolo è impegnata da anni nella promozione di strumenti di finanza sostenibile con un'offerta di prodotti e servizi ESG per supportare concretamente la transizione verso

un modello economico a basse emissioni di carbonio, sia nel campo dei finanziamenti alla Green Economy e alla Circular

Economy, sia nell'asset management dove offre un'ampia gamma di fondi ESG.

Metriche e obiettivi

Intesa Sanpaolo rendiconta gli impatti e le performance legate al cambiamento climatico secondo le metriche dello standard GRI (Global Reporting Initiative), il principale standard di riferimento per la rendicontazione di sostenibilità.

  • Emissioni: le emissioni di gas ad effetto serra del gruppo Intesa Sanpaolo sono rendicontate in CO2 equivalente, secondo il protocollo GHG. Il Gruppo rendiconta le emissioni dirette e indirette, Scope 1 e Scope 2, e parte delle emissioni indirette Scope 3, quali ad esempio carta, rifiuti e macchine d'ufficio. Il Gruppo si pone degli obiettivi di

    riduzione delle emissioni al 2022 e al 2037; gli obiettivi al 2022 prevedono, tra gli altri, una riduzione delle emissioni assolute riconducibili ai consumi energetici (diretti ed indiretti) del 37% rispetto al 2012 e obiettivi di consumo e produzione di energia da fonte rinnovabile. Nel 2020 le emissioni di CO2 (Scope 1 e Scope 2) sono diminuite del 13,1% rispetto al 2019.

  • Finanziamenti: nel 2020 il Gruppo ha erogato oltre 2,5 miliardi a sostegno della Green Economy e della Circular

    Economy. In particolare, nell'ambito della Circular Economy il Gruppo, che si avvale anche del supporto della

Fondazione Ellen MacArthur, ha già erogato 2,2 miliardi di finanziamenti dal lancio del plafond creditizio di 5 miliardi

(successivamente ampliato a 6 miliardi in seguito all'integrazione del Gruppo UBI) messo a disposizione nel Piano

d'Impresa 2018-2021, rivolto a imprese che adottano il modello di business circolare ed esteso, a partire dal 2020, anche ai finanziamenti green. In particolare, nel 2020 sono stati erogati alla clientela oltre 5.100 mutui green per un corrispettivo pari a oltre 800 milioni.

Il Gruppo si è impegnato inoltre a mettere a disposizione a favore del Green Deal europeo un programma di erogazioni di 50 miliardi, in Italia, nel corso dei prossimi anni.

In tale contesto, nel 2020, è stato sviluppato S-Loan, il finanziamento dedicato alla transizione ESG delle imprese, in particolare PMI. È stato stanziato un plafond dedicato pari a 2 miliardi e sono stati erogati 130 milioni.

10 i finanziamenti sottoposti allo screening degli EP che hanno raggiunto il perfezionamento finanziario, per un importo accordato di 1.181,5 milioni.

Infine, sono state sottoposte a valutazione ESG/reputazionale 50 partnership e 104 operazioni di finanziamento.

  • Funding: il primo Green Bond da 500 milioni lanciato nel 2017, ha permesso di finanziare 76 progetti con circa 460 mila tonnellate di emissioni di CO2 evitate annualmente. A questo si affianca il Green Bond focalizzato sulla Circular Economy da 750 milioni, emesso nel 2019, che grazie ai 12 progetti finanziati ha permesso di evitare emissioni di gas climalteranti superiori a 255 mila tonnellate di CO211.

  • Investimenti ESG: Intesa Sanpaolo è il primo operatore in Italia nell'ambito dei fondi sostenibili, con un patrimonio pari a

    18,4 miliardi (24,5 con UBI Banca) e una quota di mercato di oltre il 22,8% (30,4% con UBI Banca). In particolare, Eurizon Capital ha portato a oltre 17,7 miliardi (circa il 10,1% dei fondi di diritto italiano ed estero) il patrimonio gestito con criteri di sostenibilità ed etici. Eurizon ha lanciato nel 2018 il fondo Eurizon Fund Absolute Green Bonds che, a giugno 2020, aveva investito in 379 obbligazioni green e tematiche, contribuendo a produrre circa 722 mila Megawatt/ora da impianti di energia rinnovabile e risparmiare circa 458 mila tonnellate di CO2.

Il valore economico generato e distribuito

Il valore economico generato nell'esercizio dal Gruppo viene calcolato secondo le istruzioni dell'Associazione Bancaria

Italiana ed in coerenza con gli standard di riferimento a livello internazionale. Il calcolo viene effettuato riclassificando le voci del Conto economico consolidato incluso nei prospetti contabili disciplinati dalla Circolare n. 262 della Banca d'Italia.

Il valore economico generato, che nell'esercizio 2020 è stato di oltre 19 miliardi, è rappresentato dal Risultato netto della

gestione finanziaria e assicurativa - che tiene dunque conto anche delle rettifiche di valore da deterioramento di crediti e altre attività finanziarie - cui si aggiungono le quote di utili e perdite realizzati su partecipazioni e investimenti e gli altri proventi netti di gestione. L'ammontare del valore economico generato esprime il valore della ricchezza prodotta, in massima parte distribuito tra le controparti (stakeholder) con le quali il Gruppo si rapporta a vario titolo nella sua operatività quotidiana. In particolare:

  • - i dipendenti e i collaboratori hanno beneficiato di oltre il 42% del valore economico generato, per un totale di 8,3 miliardi.

    Nell'importo complessivo sono inclusi, oltre alle retribuzioni del personale dipendente, anche i compensi corrisposti alle reti di consulenti finanziari. Sono compresi anche i benefici per i dipendenti relativi all'accordo di incentivazione all'esodo del personale sottoscritto con le OO.SS. conseguente all'integrazione con UBI Banca;

  • - i fornitori hanno beneficiato di quasi il 15% del valore economico generato, per complessivi 2,9 miliardi corrisposti a fronte dell'acquisto di beni e della fornitura di servizi, inclusi quelli connessi con l'acquisizione di UBI Banca;

  • - Stato, Enti e istituzioni hanno rilevato un afflusso di risorse complessive di oltre 2 miliardi, pari all'11% circa del valore economico generato e riferibili per oltre 1 miliardo ad imposte indirette e tasse, per oltre 400 milioni alle imposte correnti sul reddito dell'esercizio, e per oltre 700 milioni a tributi ed oneri riguardanti il sistema bancario, rappresentati dai

    contributi versati ai fondi di risoluzione e garanzia. Numerose sono state inoltre le iniziative in ambito sociale e culturale e gli interventi effettuati a valere sui Fondi di beneficenza e per erogazioni a carattere sociale e culturale, anche nel contesto conseguente alla pandemia COVID-19;

  • - agli Azionisti, ai detentori degli strumenti di capitale e ai terzi è stato destinato il 5% circa del valore economico generato, per un ammontare complessivo di circa 1 miliardo, prevalentemente attribuibile al dividendo proposto, soggetto alla

    Raccomandazione BCE del 15 dicembre 2020 nel contesto conseguente all'epidemia da COVID-19. In particolare, il

    dividendo proposto è pari a 694 milioni, il massimo consentito secondo quanto previsto da tale Raccomandazione. Per ulteriori dettagli sul punto si rimanda alle Proposte all'assemblea del Bilancio separato di Intesa Sanpaolo S.p.A.

Il restante ammontare, circa 5 miliardi, è stato trattenuto dal sistema impresa ed è prevalentemente costituito dall'utile non distribuito, dalla fiscalità anticipata e differita, dagli ammortamenti e dagli accantonamenti a fondi rischi e oneri. Sul rilevante ammontare del valore economico trattenuto incide la sopra indicata Raccomandazione BCE del 15 dicembre 2020 in tema di dividendi. Peraltro, come già indicato, subordinatamente all'attesa evoluzione delle indicazioni dell'Autorità di Vigilanza

successivamente al 30 settembre 2021, in linea con il Piano di Impresa 2018-2021, si prevede una distribuzione di riserve, a valere sui risultati del 2020, che aggiungendosi al predetto dividendo porti al pagamento di un ammontare complessivo corrispondente a un payout ratio pari al 75% di 3.505 milioni di utile netto consolidato rettificato.

11 I fattori di emissione sono stati definiti utilizzando l'approccio del ciclo di vita e seguendo il protocollo GHG; Fonti utilizzate - la fonte principale utilizzata è Ecoinvent. Dove disponibili sono stati utilizzati anche fattori di emissione rappresentativi dei processi considerati (ad es. fattore di emissione per la generazione di elettricità nazionale media => relazione AIB sul mix residuo europeo) e statistiche settoriali per aumentare la rappresentatività del fattore di emissione; I flussi di massa o di energia sono convertiti in tCO2eq applicando i fattori di emissione individuati per ogni KPI; I calcoli delle emissioni evitate sono effettuati al lordo degli impatti per la realizzazione dei progetti (ad es. costruzione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili, processi di riciclaggio, ecc.).

Il valore economico

milioni di euro

Valore economico generato

19.490

100,0%

Valore economico distribuito

-14.339

73,6%

Dipendenti e collaboratori

-8.315

42,7%

Fornitori

-2.855

14,7%

Stato, Enti e istituzioni, Comunità

-2.189

11,2%

Azionisti, Detentori di strumenti di capitale e Terzi

-980

5,0%

Valore economico trattenuto

5.151

26,4%

Un'ampia trattazione degli aspetti di sostenibilità/ESG è contenuta nella Dichiarazione Consolidata non Finanziaria (DCNF)

redatta ai sensi del Decreto Legislativo 254/2016, relazione distinta rispetto al Bilancio e disponibile sul sito Internet di Gruppo.

A settembre 2019, per la prima volta e in forma volontaria, Intesa Sanpaolo ha pubblicato una Relazione Consolidata Non Finanziaria semestrale dando evidenza degli indicatori più rilevanti.

Il Progetto Cultura

Progetto Cultura è il programma triennale di iniziative con cui Intesa Sanpaolo esprime attivamente il proprio impegno per la promozione di arte, cultura e conoscenza in tutto il Paese, a favore della crescita delle comunità di riferimento. Avviato nel 2011, il Progetto ha assunto negli anni un'importanza crescente in termini di valore sociale generato, contribuendo in modo significativo a rafforzare il ruolo del Gruppo come banca d'impatto e a consolidare il legame con i territori. La sua presenza

nel Piano d'Impresa 2018-2021 testimonia quanto sia parte integrante della mission e delle politiche aziendali della Banca.

Durante la pandemia Intesa Sanpaolo si è confermata solido punto di riferimento per il Paese e in tale contesto l'apporto di

Progetto Cultura è stato fondamentale a sostegno del comparto artistico-culturale che, duramente colpito dalla crisi, è considerato uno dei fattori strategici per il rilancio e il futuro dell'Italia.

L'attenzione è rivolta alla valorizzazione sia del patrimonio storico-artistico di proprietà, sia di quello nazionale. Le attività sono

ideate, realizzate e organizzate dalla Direzione Arte, Cultura e Beni Storici della Capogruppo, in interlocuzione con i principali musei e istituzioni locali, nazionali e internazionali, con realtà pubbliche e private, con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo, con le Fondazioni, con il mondo della scuola e delle Università e con i professionisti del settore culturale.

L'impegno in cultura, riconosciuto come elemento distintivo dell'identità della Banca, unitamente all'impatto sociale ha effetti

positivi sui valori del brand, in quanto contribuisce ad accrescere la reputazione del Gruppo e a potenziarne sia il sistema di relazioni con gli stakeholder, sia il posizionamento competitivo. Il polo museale di proprietà, le Gallerie d'Italia, è stato definito

il progetto maggiormente iconico di Intesa Sanpaolo.

Le Gallerie d'Italia

Le Gallerie d'Italia a Milano, Napoli e Vicenza valorizzano i palazzi storici e le collezioni d'arte appartenenti al Gruppo, ospitano mostre temporanee frutto di originali progetti scientifici in collaborazione con musei di tutto il mondo e propongono diverse attività formative e culturali.

Nel 2020 il numero dei visitatori è stato condizionato dalla chiusura dei musei per fronteggiare l'epidemia da COVID-19 (quasi

un intero semestre, marzo-maggio e novembre-dicembre). Nei mesi di apertura, le Gallerie d'Italia hanno registrato circa 210.000 presenze (di cui quasi 160.000 nei soli due mesi precedenti l'emergenza sanitaria). Al termine del primo lockdown, è

stato organizzato un piano di riapertura in piena coerenza con le misure di prevenzione, assicurando la tutela sia del pubblico, sia del personale addetto ai servizi museali.

Nel corso dell'anno sono stati realizzati 15 progetti espositivi (tra mostre temporanee e rinnovamento dei percorsi dedicati alle

collezioni permanenti):

- 3 mostre-dossier inaugurate prima dell'inizio della pandemia:

  • o Umberto Mariani. Frammenti da Bisanzio Atto III (Milano), 19 opere esposte (9 dalle collezioni Intesa Sanpaolo);

  • o Storie restituite. I documenti della persecuzione antisemita nell'Archivio Storico (Milano; in occasione della Giornata della Memoria), 26 materiali documentali dall'Archivio Storico di Intesa Sanpaolo esposti;

  • o Gli eroi del quotidiano. Mimmo Paladino per l'Arma dei Carabinieri. Testi di Margaret Mazzantini (Milano; in collaborazione con l'Arma dei Carabinieri), 20 opere esposte.

-

3 mostre prorogate dopo l'interruzione del primo lockdown:

  • o Canova | Thorvaldsen. La nascita della scultura moderna (Milano; a cura di Fernando Mazzocca e Stefano Grandesso, in collaborazione con l'Ermitage di San Pietroburgo e il Museo Thorvaldsen di Copenaghen), 171 opere esposte; durante i mesi di apertura è stata la mostra più visitata in Italia;

  • o David e Caravaggio. La crudeltà della natura, il profumo dell'ideale (Napoli; in collaborazione con Institut Français di

    Napoli e Museo e Real Bosco di Capodimonte di Napoli), 9 opere esposte;

  • o Si aggiunge Andrea Mantegna. Rivivere l'antico, costruire il moderno (Torino, Palazzo Madama; ideata e co-prodotta con Fondazione Torino Musei e Civita Mostre e Musei), 130 opere esposte.

-

9 progetti espositivi allestiti nel secondo semestre, che hanno comportato un notevole impegno organizzativo:

  • o Cantiere del '900, nuovo allestimento del progetto di studio, valorizzazione ed esposizione delle collezioni Intesa

    Sanpaolo di arte moderna e contemporanea ospitato nelle Gallerie d'Italia di Milano, 51 opere esposte;

  • o Arte nucleare. Altre dimensioni del reale tra Milano e Napoli, approfondimento temporaneo collegato a Cantiere del '900, 34 opere esposte;

  • o Napoli Liberty. N'aria 'e primmavera (Napoli; a cura di Fernando Mazzocca e Luisa Martorello), 71 opere esposte (4 dalle collezioni ISP);

  • o Ma noi ricostruiremo. La Milano bombardata del 1943 nell'Archivio Publifoto Intesa Sanpaolo (Milano; a cura di

    Mario Calabresi), 70 fotografie storiche dall'Archivio Publifoto Intesa Sanpaolo e foto attuali di Daniele Ratti;

  • o Futuro. Arte e società dagli anni Sessanta a domani (Vicenza; a cura di Luca Beatrice e Walter Guadagnini), 99 opere esposte (25 dalle collezioni di Intesa Sanpaolo), corredate da immagini dell'Archivio Publifoto Intesa Sanpaolo;

  • o Tiepolo. Venezia, Milano, l'Europa (Milano; a cura di Fernando Mazzocca e Alessandro Morandotti; in collaborazione con Gallerie dell'Accademia di Venezia e Università degli Studi di Torino), 75 opere esposte; sotto l'Alto Patronato del Presidente della Repubblica, unica mostra organizzata in Italia in occasione dei 250 anni dalla scomparsa di Tiepolo;

  • o Vedere l'invisibile. Icone russe dalla collezione Intesa Sanpaolo (Vicenza; inaugurazione prevista a novembre e posticipata a causa dell'emergenza sanitaria; a cura di Franco Barbieri e Silvia Burini, in collaborazione con CSAR- Centro Studi sulle Arti della Russia dell'Università Ca' Foscari di Venezia), aggiornamento in chiave innovativa del percorso permanente dedicato alla collezione Intesa Sanpaolo di icone russe, 70 tavole esposte;

  • o Valery Koshlyakov. Architetture celesti, mostra-dossier di durata annuale inserita nel percorso Vedere l'invisibile, 16 opere dell'artista russo Koshlyakov esposte in un'installazione site specific;

  • o Si aggiunge Folle (mostra digitale on line sulla piattaforma artissima.art, è parte dell'edizione di Artissima Unplugged 2020 di cui Intesa Sanpaolo è partner), 26 foto dall'Archivio Publifoto Intesa Sanpaolo.

I cataloghi realizzati in occasione delle mostre rientrano nel progetto editoriale Gallerie d'Italia in collaborazione con Skira.

La formazione, le attività didattiche e il rapporto con le scuole, i temi dell'accessibilità e dell'inclusione sociale sono da sempre punti di forza delle Gallerie d'Italia. Nei soli primi due mesi dell'anno, prima che la crisi sanitaria ne vietasse lo svolgimento, sono stati attivati 678 workshop frequentati da 17.000 bambini e ragazzi e 107 percorsi riservati a persone con "fragilità",

frequentati da 2.000 partecipanti, proposti gratuitamente.

Da segnalare inoltre che alle Gallerie d'Italia lavorano stabilmente 100 giovani storici dell'arte impiegati nella gestione dei servizi museali, nell'ambito della collaborazione con Civita.

Le nuove Gallerie d'Italia: Piazza San Carlo a Torino e Via Toledo a Napoli

Il 14 gennaio 2020 è stato presentato alla stampa il progetto del nuovo museo di Intesa Sanpaolo in Piazza San Carlo a

Torino. La quarta sede delle Gallerie d'Italia sarà ospitata nello storico Palazzo Turinetti (circa 6.000 mq) e dedicata principalmente alla fotografia - con particolare attenzione al nostro Archivio Publifoto - e al mondo digitale. Durante il lockdown, con la Direzione Immobili e Logistica e lo Studio De Lucchi non si è interrotto il lavoro da remoto per la realizzazione del progetto esecutivo del museo torinese. A dicembre è stata assegnata all'impresa esecutrice l'area che sarà interessata dai lavori di trasformazione.

È stato inoltre avviato il cantiere per il trasferimento delle Gallerie d'Italia napoletane nel palazzo storico del Banco di Napoli in

Via Toledo, su progetto dello Studio De Lucchi. La nuova monumentale sede (circa 9.000 mq) accoglierà, oltre al capolavoro di Caravaggio, nuclei collezionistici dall'archeologia al contemporaneo, e saranno incrementate le attività formative in dial ogo con le realtà del territorio. La presentazione alla stampa è stata posticipata a causa dell'epidemia.

La Galleria di Palazzo degli Alberti a Prato

Si è concluso il cantiere della Galleria di Palazzo degli Alberti a Prato, che consente di aprire in via definitiva al pubblico, in un museo rinnovato, le raccolte d'arte già della Cassa di Risparmi e Depositi di Prato. Tali collezioni appartengono oggi a Banca

Popolare di Vicenza in LCA e sono state affidate in deposito a Intesa Sanpaolo, proprietaria di Palazzo degli Alberti. Intesa

Sanpaolo si è impegnata a valorizzare le opere presenti all'interno dell'edificio e vincolate ad esso - in forza del provvedimento del MiBACT - come collezione indivisibile e pertinenziale. La raccolta è formata da 142 opere, tra cui capolavori di Caravaggio, Giovanni Bellini, Filippo Lippi, Bronzino. L'impegnativo intervento immobiliare, volto ad adeguare il palazzo a sede museale, è stato diretto dalla Direzione Immobili e Logistica di Capogruppo. L'allestimento del percorso espositivo è stato condotto di concerto con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Firenze, Pistoia e Prato.

L'iniziativa si configura come la "restituzione" di un patrimonio d'arte di forte valenza identitaria per la comunità, risult ato ottenuto grazie all'impegno della Banca (Divisione Banca dei Territori-Direzione regionale Toscana e Umbria, Direzione Immobili e Logistica, Direzione Arte, Cultura e Beni Storici). L'inaugurazione, prevista a dicembre, è stata rimandata a causa dell'aggravarsi della situazione sanitaria.

Patrimonio artistico

L'importante Corporate Collection di Intesa Sanpaolo, che conta oltre 30.000 opere (di cui 1.000 esposte alle Gallerie d'Ital ia),

è costantemente oggetto di azioni di conservazione, studio e valorizzazione.

Progetto Fair Value. Nel 2017 Intesa Sanpaolo ha pionieristicamente avviato il processo di valutazione al fair value del proprio "patrimonio artistico di pregio", sviluppando una procedura volta a garantire la correttezza formale e sostanziale dell'adozione del principio contabile di riferimento (IFRS 13 Fair value measurement). L'operazione si articola in cicli triennali ed è condotta

con la Direzione Amministrazione e Fiscale. Nel 2020 è stata effettuata una nuova misurazione del fair value delle circa 3.700 opere appartenenti alla classe "patrimonio artistico di pregio", affidata alla società Eikonos Arte. Il valore aggiornato ammonta a 294 milioni. Nell'ambito del processo di integrazione delle raccolte d'arte proveniente da UBI Banca, è stato definito il perimetro del "patrimonio artistico di pregio" sulla base degli stessi criteri utilizzati per il patrimonio di Inte sa

Sanpaolo. Dei circa 6.000 beni appartenenti alle collezioni UBI, 721 sono stati considerati di pregio e valutati a fair value (per un valore complessivo di 27 milioni).

Progetto Diogene. Programma di assessment per garantire una migliore gestione delle 30.000 opere di Intesa Sanpaolo e delle Società del Gruppo, che prevede il censimento, la verifica della collocazione e dello stato di conservazione, nonché la valutazione del pregio delle opere. Nel 2020, la verifica - pur nella difficoltà di compiere sopralluoghi durante la pandemia - ha riguardato le opere appartenenti al "patrimonio artistico di pregio". È stata avviata l'analisi delle opere "di minore pregio" appartenenti alla classe "altri beni di interesse storico e decorativo" e degli apparati decorativi dei palazzi di Intesa San paolo

in coordinamento con la Direzione Immobili e Logistica della Capogruppo.

Carte dell'Arte. In collaborazione con l'Archivio Storico è proseguito il progetto di riorganizzazione e digitalizzazione dei documenti d'archivio relativi alle opere del "patrimonio artistico di pregio", con particolare riferimento ai titoli di propr ietà.

Mappa Storica. Ad integrazione della Mappa Storica (albero genealogico del Gruppo disponibile su sito web) curata dall'Archivio Storico, si sta lavorando alla ricostruzione della politica collezionistica e culturale delle banche confluite nel

Gruppo (ad oggi sono stati redatti 27 profili collezionistici).

Aggiornamento dei percorsi permanenti alle Gallerie d'Italia. Nel 2020 sono stati rinnovati i percorsi museali dedicati alle collezioni del '900 (Gallerie d'Italia di Milano) e alla collezione di icone russe (Gallerie d'Italia di Vicenza). L'aggiornamento del percorso del '900 rientra nelle attività propedeutiche al futuro allestimento della preziosa collezione di arte contemporanea

Luigi e Peppino Agrati che, in funzione della donazione a Banca Cultura Onlus (ente no profit che fa riferimento alla Banca e che ha già deliberato la propria trasformazione in Fondazione) dovrà essere esposta negli spazi museali di Piazza Scala.

Inoltre è stato siglato un accordo di collaborazione triennale con l'Università degli Studi di Padova - Dipartimento dei Beni

Culturali, Archeologia, Storia dell'Arte, del Cinema e della Musica per la valorizzazione della raccolta di ceramiche attiche e magnogreche conservata a Vicenza, attraverso un programma di studio, di attività didattiche e di esposizioni ("Progetto

MemO" curato dall'Università padovana con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, a cui già

partecipano 14 musei veneti ospitanti collezioni archeologiche).

Prestiti. Nel corso del 2020, 185 opere dalle collezioni corporate (e 25 della Fondazione Cariplo) hanno partecipato a 31 mostre temporanee, organizzate da musei italiani (MART di Rovereto, Fondazione Pistoia Musei di Pistoia, Palazzo Reale di Milano, Museo e Real Bosco di Capodimonte a Napoli, Fondazione MAXXI di Roma, Musei di San Domenico di Forlì, Museo di Roma, Palazzo Roverella di Rovigo, Castello di Rivoli-Museo d'Arte Contemporanea) ed esteri (Petit Palais di Parigi, Fundación MAPFRE di Madrid, National Museum di Varsavia, Multimedia Art Museum di Mosca, Musée d'Orsay et de l'Orangerie di Parigi).

Comodati. Nel 2020, 29 opere di Intesa Sanpaolo sono state concesse in comodato a terzi. Inoltre, per l'importanza dell'opera, si segnala che è stato affidato a Intesa Sanpaolo da parte dell'ASST di Lodi il dipinto di Francesco Hayez Ritratto della contessa Zumali Marsili, ora ricompreso nel percorso espositivo delle Gallerie d'Italia di Milano.

Restauri. Nel 2020 sono stati effettuati 166 interventi di restauro e/o manutenzione straordinaria sulle opere di proprietà.

Convegno "Linee di Energia". Inserito nell'agenda di Artissima Unplugged 2020, si è tenuto il convegno digitale in diretta

streaming Linee di energia (2 novembre). È il quarto appuntamento di un progetto di studio dedicato al restauro di opere dell'arte contemporanea, in collaborazione con Fondazione CCR "La Venaria Reale" e con IGIIC-Italian Group dell'International Institute for Conservation. La giornata di studio - che ha coinvolto restauratori, artisti, storici e critici d'arte,

curatori, conservatori - ha registrato quasi 300 partecipanti collegati alla diretta e ha raggiunto 8.000 utenti. Con l'occasione è stata presentata la pubblicazione degli atti dei convegni 2017-18-19.

Archivio storico

L'Archivio Storico di Intesa Sanpaolo è tra i maggiori archivi aziendali in Europa. Rappresenta non solo la memoria storica del Gruppo, ma anche un bene culturale collettivo di grande valore. Custodisce 12 km di documentazione composta da carte tra il 1472 e il 2006, oltre a materiali fotografici e multimediali, volumi e una sezione iconografica e museale. Gestisce inoltre l'importante patrimonio di circa 7 milioni di immagini dell'Archivio Publifoto.

Nel 2020 sono proseguiti i lavori di base nell'ambito della conservazione dei documenti (acquisizioni, scarti, inventariazioni e

restauri). Si sono inoltre intensificate le attività di digitalizzazione di documenti e fotografie - anche al fine di renderli disponibili al pubblico durante la chiusura delle sale di consultazione a Milano e Roma a causa della pandemia.

All'arricchimento del sito dedicato agli inventari dell'Archivio (oltre 70.000 nuove schede pubblicate, oltre 42.300 utenti, oltre

192.500 pagine visualizzate) si aggiungono l'aggiornamento e il restyling del sito della Mappa Storica che restituisce l'albe ro genealogico del Gruppo. L'Archivio Storico conferma la sua attenzione alle nuove tecnologie con il Progetto Archivi Digitali

(PAD), finalizzato alla salvaguardia della documentazione nativa digitale di interesse storico, e con progetti dedicati alla promozione dei Linked Open Data in ambito culturale (tra questi, "Archivi. Che imprese!" per la pubblicazione dei dati sui finanziamenti alle aziende). Sul fronte della valorizzazione, si segnalano: le iniziative dedicate al fondo EGELI formato da oltre 2.000 fascicoli sull'espropriazione dei beni ebraici (mostra Storie restituite alle Gallerie d'Italia, pubblicazione dell'inventario su un sito apposito e realizzazione di una volume); la partecipazione alle manifestazioni digitali Archivissima di Torino e Archivi

Aperti organizzata da Rete Fotografia (associazione di cui l'Archivio è socio); in collaborazione con Divisione IMI Corporate &

Investment Banking, produzione di un filmato su Raffaele Mattioli, di un docufilm sulla storia di IMI e di tre podcast su Sergio Siglienti.

Una particolare attenzione è riservata all'Archivio Publifoto, anche nell'ottica della futura apertura delle Gallerie d'Italia torinesi. Sono proseguite le attività di conservazione e digitalizzazione (6.580 fotografie restaurate e oltre 12.100 digitalizzate), in parte in collaborazione con Fondazione CCR "La Venaria Reale". Nuclei di foto sono state protagoniste delle mostre Ma noi ricostruiremo (Gallerie d'Italia di Milano), Futuro (Gallerie d'Italia di Vicenza), Folle (sulla piattaforma di Artissima), Noi…non erano solo canzonette (Bologna, Palazzo Belloni; Pesaro, Musei Civici di Palazzo Mosca e Museo Nazionale Rossini).

Nell'ambito della consolidata sinergia tra Archivio Storico e mondo accademico, anche nel 2020 l'Archivio ha contributo alla didattica del corso magistrale "Storia e documentazione di impresa" dell'Università degli Studi di Milano, dando l'opportunità agli studenti di lavorare direttamente sulle fonti. Nel 2020 sono stati portati a termine due lavori di ricerca (sul carteggio Contini-Mattioli con Università dell'Insubria e sul carteggio Montale-Solmi con Università Cattolica di Milano) ed è stato avviato un progetto triennale con Università La Sapienza di Roma e con Università di Buenos Aires (sul rapporto imprese italiane e migrazione in Argentina). Ad oggi, inoltre, sono in lavorazione 16 tesi di laurea e 7 tesi di dottorato che utilizzano le fonti dell'Archivio Intesa Sanpaolo. Si ricordano inoltre le importanti collaborazioni con Fondazione 1563 per l'Arte e la Cu ltura (Archivio Storico della Compagnia di San Paolo), oltre che con Fondazione CAMERA di Torino e Fondazione CCR "La Venaria Reale".

È stata avviata la ricostruzione dell'albero genealogico delle banche confluite nel Gruppo UBI Banca (individuate ad oggi 130 banche) ed è iniziata la presa in carico di tutti gli archivi ex UBI (censiti finora 10 archivi per circa 2,3 km di documentazione).

Il programma Restituzioni

Restituzioni esprime l'impegno di Intesa Sanpaolo per la difesa e la promozione del patrimonio storico-artistico del Paese. Si tratta del più importante programma di restauri al mondo ed è considerato un'esemplare forma di sinergia tra pubblico e privato. È curato dalla Banca sin dal 1989, in collaborazione con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo e gli

Enti competenti sui territori per la tutela delle opere d'arte, e si avvale del supporto scientifico di Carlo Bertelli, Giorgio Bonsanti e Carla Di Francesco. Grazie ad oltre trent'anni di attività, sono stati "restituiti" 2.000 capolavori del patrimonio italiano, restaurati, valorizzati e condivisi in grandi mostre ospitate alle Gallerie d'Italia e in altri musei nazionali.

Pur con un impatto sulla tempistica dovuto all'emergenza sanitaria, si stanno concludendo i cantieri di restauro della 19a edizione del programma. Gli interventi interessano 218 beni provenienti da tutte e 20 le Regioni italiane - oltre a un'opera dalla Francia, territorio europeo di riferimento del Gruppo -, coinvolgono 52 Enti di tutela (Soprintendenze, Direzioni Regionali

Musei e Musei Autonomi), 80 Enti proprietari (tra musei, chiese e siti archeologici) e centinaia di storici dell'arte e restauratori.

Merita particolare attenzione, soprattutto in questo momento di difficoltà, l'importante sostegno garantito da Restituzioni al settore del restauro, di cui l'Italia è leader internazionale.

Il 2 dicembre è stato presentato al pubblico, in un evento on line, la "restituzione" di una delle opere incluse nell'attuale edizione, la scultura Madonna con Bambino di Giacomo del Maino (XV secolo) conservata nel Santuario di Grosotto

(Sondrio). È nella logica del programma intervenire sia su opere celebri, sia su testimonianze d'arte meno note, ma di grande valore artistico e significative per le comunità di appartenenza.

Partnership nazionali e internazionali

Progetto Cultura sostiene, in forme dinamiche di partnership, importanti istituzioni e iniziative culturali del Paese (mostre, festival, eventi attorno ad arte, fotografia, archivi, editoria e lettura). Tale sostegno si è rivelato ancor più necessario e doveroso nei mesi in cui l'emergenza sanitaria ha messo in gravi difficoltà anche il settore culturale. In particolare, il no stro contributo ha reso possibile la realizzazione di iniziative che, a fronte del distanziamento fisico, hanno saputo riorganizzarsi e convertirsi in manifestazioni digitali, rilanciate anche dai canali social di Intesa Sanpaolo e dal sito di Gruppo.

Cortona On The Move. Progetto "The Covid-19 Visual Project". Con l'Associazione Cortona On The Move, di cui sosteniamo il Festival Internazionale di Fotografia dal 2018, è stato realizzato un archivio digitale permanente e in continuo aggiornamento (on line dall'11 maggio; 853.345 utenti unici) che documenta gli effetti della pandemia nel mondo attraverso progetti fotografici (ad oggi 54) commissionati ad artisti di fama internazionale. Utilizzando tali immagini, è stata organizzata un'edizione speciale del Festival proponendo 21 mostre in diversi luoghi di Cortona, nel rispetto delle norme di distanziamento. Tra queste, Locked in Beauty, con le fotografie di Paolo Woods e Gabriele Galimberti dedicate ai musei chiusi durante il lockdown, tra cui le Gallerie d'Italia (canali social Intesa Sanpaolo e Gallerie d'Italia: 61.965 visualizzazioni).

Salone Internazionale del Libro, Torino. Abbiamo sostenuto le innovative versioni on line con cui si è svolta l'edizione 2020 del Salone, del quale Intesa Sanpaolo è partner da 13 anni: SalTo Extra, programma di 12 incontri in live streaming a cui hanno partecipato 140 ospiti nazionali e internazionali (5 milioni di persone raggiunte, 63.715 interazioni); SalTo Notte, format estivo sperimentale che ha dato voce a editori, autori e artisti in tarda serata in alcuni luoghi simbolici della cultura a Torino,Napoli, Milano e Roma: 2 delle 6 puntate sono state ospitate alle Gallerie d'Italia di Milano e Napoli (canali social Intesa Sanpaolo e Gallerie d'Italia: oltre 45.000 visualizzazioni); Vita Nova, 22 lezioni on line rivolte alle scuole tenute da 26 autori nazionali e internazionali (20.670 studenti collegati).

Nell'ambito della promozione del libro e della lettura si segnala anche il sostegno al Festival della Lettura di Ivrea e a Il Circolo dei Lettori di Milano (37 incontri nel 2020 di cui 23 on line).

Archivissima e Notte degli Archivi, Torino. Abbiamo sostenuto la 3a edizione in veste digitale del Festival degli Archivi, un palinsesto di oltre 50 puntate di podcast, video, appuntamenti in streaming che ha coinvolto oltre 200 Archivi italiani. È stata anche occasione di valorizzazione del nostro Archivio Storico con un podcast sulla presenza delle donne in banca dalla Grande Guerra ad oggi (piattaforma Archivissima: 125.000 visualizzazioni uniche; canali social Intesa Sanpaolo: 17.244 visualizzazioni).

Quadriennale d'arte, Roma. Intesa Sanpaolo è partner della 17a edizione della Quadriennale d'arte di Roma intitolata Fuori.

La Banca ha inoltre sostenuto il progetto di formazione Q-Rated dedicato a giovani artisti e curatori italiani, che si è svolto nel 2018-2019 in preparazione all'edizione 2020 della Quadriennale (6 workshop in diverse città italiane, 120 partecipanti under 35).

Artissima. Fiera internazionale di arte contemporanea di Torino. Intesa Sanpaolo è diventata partner di Artissima, una delle più importanti fiere del settore a livello mondiale. La 27a edizione della manifestazione, Artissima Unplugged 2020, si è svolta in digitale comprendendo due progetti di Intesa Sanpaolo visibili sulla piattaforma artissima.art: la mostra Folle, con immagini dall'Archivio Publifoto (11.000 visualizzazioni; alla mostra è collegato il concorso fotografico Sunday Photo 2020 in collaborazione con "La Stampa"); il convegno Linee di Energia dedicato al restauro delle opere d'arte contemporanea.

Rilancio della partnership sui canali social Intesa Sanpaolo: 72.000 visualizzazioni, 2.000 interazioni.

Fondazione Compagnia di San Paolo, Torino. Accordo di collaborazione triennale (2019-2021) che vede la Banca contribuire alla realizzazione di progetti proposti dalla Fondazione Compagnia di San Paolo, quali il Progetto Sviluppo e Fundraising di Fondazione Museo delle Antichità Egizie, le attività della Fondazione Polo del 900 e interventi conservativi per la tutela di luoghi torinesi di particolare pregio storico e architettonico. A ottobre 2020 si è concluso il restauro del cortile d'onore del Palazzo dell'Arsenale, oggi sede della Scuola d'Applicazione dell'Esercito, realizzato con la Consulta di Torino.

Sempre nell'ambito di Consulta, insieme a Compagnia di San Paolo e ad altre realtà torinesi, dopo il restauro della monumentale statua di Ercole, l'opera è stata riposizionata nella sua collocazione originaria al centro della fontana nei Giardini della Reggia Venaria, un'ulteriore tappa verso la conclusione del più generale programma di recupero del complesso del Teatro delle Acque.

Si ricorda inoltre il restauro, con ricollocazione nella nuova sede del Giardino Grosa accanto al grattacielo Intesa Sanpaolo di

Torino, della scultura La Totalità dell'artista greco Costas Varotsos. Il progetto è stato realizzato con Città di Torino e Fondazione Centro Conservazione e Restauro "La Venaria Reale".

Fondazione 1563 Per l'Arte e la Cultura, Torino. Intesa Sanpaolo ha sostenuto anche nel 2020 le attività dell'Archivio Storico della Compagnia di San Paolo.

Fondazione CAMERA-Centro Italiano per la Fotografia, Torino. La Banca, socio fondatore di CAMERA, è al fianco del Centro sin dal 2015. Tra le iniziative sostenute, si segnala la realizzazione di attività didattiche gratuite utilizzando i materiali dell'Archivio Publifoto Intesa Sanpaolo che, nei mesi di distanziamento, hanno consentito di produrre guide on line per insegnanti e percorsi per le scuole fruibili anche da remoto.

Nel corso del 2020 si sono consolidate le attività di collaborazione e sostegno di importanti musei italiani: Castello di Rivoli-Museo di Arte Contemporanea (in prestito 2 opere Intesa Sanpaolo in occasione della mostra Espressioni); Museo e Real Bosco di Capodimonte (sostegno alle mostre Gemito. Dalla scultura al disegno, con 17 opere dalle collezioni Intesa Sanpaolo e Luca Giordano. Dalla natura alla scultura); Gallerie dell'Accademia di Venezia (siglato un accordo di partnership per la realizzazione della rassegna Un capolavoro per Venezia, che favorirà la presentazione di opere d'arte veneta nel museo veneziano in prestito da altri musei); Pinacoteca di Brera a Milano; Palazzo Strozzi a Firenze; Museo Archeologico Nazionale di Napoli (contribuito alla pubblicazione del volume Mito e società a cura dell'Università degli Studi Milano, dedicato ai vasi apuli del MANN).

Sono anche state sostenute le mostre: Ulisse. L'arte e il mito (Forlì, Musei di San Domenico, mostra di Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì), in prestito 2 vasi dalla collezione di ceramiche attiche e magnogreche di Intesa Sanpaolo; La riscoperta di un capolavoro. Il Polittico Griffoni (Bologna, Palazzo Fava; mostra di Fondazione Cassa di Risparmio di Bologna, Genus Bononiae-Musei nella Città); Sfida al Barocco. Roma Torino Parigi 1680-1750 (Reggia di Venaria Reale; mostra di

Fondazione Compagnia di San Paolo, Fondazione 1563 per l'Arte e la Cultura, Consorzio delle Residenze Reali Sabaude), esposte anche 2 opere restaurate nell'ambito dell'edizione di Restituzioni in corso; China Goes Urban (Torino, MAO-Museo d'Arte Orientale; mostra di Fondazione Torino Musei); la mostra fotografica Transmissions people-to-people (Torino, Museo

Nazionale del Risorgimento Italiano); Sulle tracce di Raffaello nelle collezioni sabaude (Torino, Musei Reali, Gallerie

Sabauda; nell'ambito delle celebrazioni dei 500 anni dalla scomparsa del maestro), in mostra anche la Madonna della Tenda restaurata dalla Fondazione CCR con il contributo di Intesa Sanpaolo; in dialogo con quest'ultima mostra abbiamo sostenuto un progetto di studio e catalogazione di un nucleo di disegni rinascimentali legati a Raffaello e alla sua scuola conservati nella Biblioteca Reale di Torino.

Sono anche state perfezionate collaborazioni con musei internazionali. In linea con la proiezione europea e internazionale del Gruppo, Progetto Cultura cura infatti rapporti di partnership con prestigiosi musei del mondo: Museo Statale Ermitage, San Pietroburgo: rientra nell'accordo triennale (2018-2020) il sostegno alla mostra After Raphael 1520-2020 ospitata nel museo russo, organizzata in occasione dei 500 anni dalla scomparsa di Raffaello; The National Gallery, Londra: è stataformalizzata una special collaboration per la realizzazione di un grande progetto espositivo dedicato ad Artemisia Gentileschi, la cui prima tappa è stata la rassegna Artemisia allestita alla National Gallery (tra le 35 opere esposte, il San Gennaro dalla cattedrale di Pozzuoli restaurato con il sostegno della Banca); le Gallerie d'Italia di Napoli accoglieranno nel 2022 una seconda esposizione sulla pittrice, in dialogo e a completamento di quella londinese.

Editoria e Musica

I progetti editoriali realizzati nel 2020 in collaborazione con Skira hanno consolidato gli obiettivi di diffusione e di valorizzazione del patrimonio culturale del Gruppo e del Paese, in sintonia con le linee guida di Progetto Cultura: Tosca di G. Puccini, Teatro alla Scala, diretta da Riccardo Chailly con la regia di David Livermore, 17a edizione dell'importante collana editoriale e musicale Vox Imago, proposta in un'innovativa digital edition; In missione con… Giambattista Tiepolo, libro per ragazzi ispirato alla mostra Tiepolo delle Gallerie d'Italia; Palazzo Nervi-Scattolin, Venezia, appartenente alla collana dedicata ai palazzi di proprietà del Gruppo; Architetture del lavoro. Città e paesaggi del patrimonio industriale, edito da Forma Edizioni, volume fotografico sulle architetture delle company towns (tra le fonti di ricerca, anche il materiale documentale del nostro Archivio Storico).

Merita una menzione particolare Collezionisti e valore dell'arte in Italia, primo volume di una serie di studi dedicati al collezionismo e mercato dell'arte in Italia, promossi da Intesa Sanpaolo Private Banking in collaborazione con la Direzione

Arte, Cultura e Beni Storici, la Direzione Studi e Ricerche e Miart.

Nel campo della musica, oltre all'organizzazione di cicli di concerti (Filarmonica Teatro Regio - Torino, Associazione

Alessandro Scarlatti - Napoli, Società del Quartetto - Milano, Palazzo Marino in Musica - Milano, Stresa Festival, Festival Pianistico Internazionale di Brescia e Bergamo, Milano Musica), le collaborazioni con prestigiose realtà musicali italiane hanno visto la realizzazione di programmi formativi per giovani musicisti (come Esperienza Orchestra della Filarmonica

Teatro Regio) o per ragazzi appartenenti a categorie fragili (come i progetti dell'Associazione A. Scarlatti rivolti ai ragazzi dei quartieri disagiati di Napoli). A causa della pandemia, i concerti sono stati rimodulati in programmi digitali o a porte chiuse, consentendo il completamento della quasi totalità degli appuntamenti in calendario.

Officina delle idee

I progetti di Officina delle Idee offrono ai giovani opportunità espressive, formative e professionali. Le attività - borse di studio, progetti di ricerca, percorsi di formazione - sono realizzate in collaborazione con importanti istituzioni pubbliche e private.

Progetto Euploos. Gabinetto dei Disegni e delle Stampe, Gallerie degli Uffizi, Firenze. Innovativo progetto che vede impegnato un gruppo di lavoro (giovani storici dell'arte, fotografi e informatici) nella realizzazione del catalogo digitale (sito

Euploos) dedicato alle opere del Gabinetto dei Disegni e delle Stampe delle Gallerie degli Uffizi. Nel 2020 sono stati catalogati circa 5.000 documenti (tra schede catalografiche e riproduzioni fotografiche).

Fondazione CCR - Centro Conservazione e Restauro "La Venaria Reale". Affidamento alla Fondazione di opere dalle raccolte

Intesa Sanpaolo del Novecento (circa 50 nel 2020) e dall'Archivio Publifoto (900 lastre Publifoto e 541 stampe fotografiche dal patrimonio archivistico ex IMI nel 2020), utilizzate a fini didattici dal Laboratorio per il restauro della carta e della fotografia, avviato con il sostegno della Banca nel 2015 presso il CCR, nell'ambito del Corso di Laurea in Conservazione e Restauro dei Beni Culturali dell'Università di Torino. Un'opera di Giulio Turcato dalle collezioni Intesa Sanpaolo è stata messa a disposizione come oggetto di studio e intervento per una tesi magistrale.

Careers in Art. Progetto di Gallerie d'Italia in collaborazione con l'associazione Next Level di Torino, rivolto agli studenti delle scuole superiori di secondo grado nell'ambito dell'alternanza scuola-lavoro, per avvicinarli alle professioni dell'arte. Nel 2020 hanno partecipato 250 studenti per un totale di 500 ore di attività, di cui 70% erogate in modalità a distanza.

Corso Executive di Alta Formazione in "Gestione dei patrimoni artistico-culturali e delle collezioni corporate"

A conferma della centralità data al tema della formazione e ai giovani, è stato avviato il Corso Executive volto a formare competenze specifiche nella gestione dei patrimoni d'arte. Unico in Italia, il progetto è stato realizzato con Fondazione

Compagnia di San Paolo e Fondazione Cariplo, in collaborazione con Intesa Sanpaolo Formazione e Fondazione 1563 per l'Arte e la Cultura e ideato con il contributo scientifico della Fondazione Scuola dei Beni e delle Attività Culturali. Le is crizioni sono state aperte a dicembre e il corso, che ha ottenuto il Patrocinio del Ministero per i Beni e per le Attività Culturali e del

Turismo, avrà inizio a febbraio 2021. L'iniziativa è la prima tappa del più ampio progetto "Gallerie d'Italia Academy". La campagna social sul lancio del corso (30 novembre) ha ottenuto oltre 14 milioni di visualizzazioni con circa 6.000 click alla pagina Intesa Sanpaolo Formazione; la campagna display e Google Search ha generato circa 3,5 milioni di impression e 34.000 click al sito Intesa Sanpaolo Formazione.

Valorizzazione digitale delle nostre collezioni d'arte e mostre

La situazione di lockdown ha imposto una riflessione sull'importanza e sul ruolo delle iniziative digitali, come modalità sem pre più necessaria di accesso e partecipazione del pubblico al patrimonio culturale, con grandi potenzialità in termini di inclusione. Nel corso del 2020 è stata pertanto intensificata la produzione di contenuti on line su sito web e canali social delle Gallerie d'Italia, anche con rilanci dalle piattaforme del Gruppo.

Sono state valorizzate le mostre su siti e canali social:

  • - Canova | Thorvaldsen. Virtual tour. È stato lanciato (18 maggio) il virtual tour immersivo della mostra, con approfondimenti nella lingua dei segni, in occasione della Giornata Internazionale dei Musei promossa da ICOM sul tema "Musei per l'eguaglianza" (la campagna social ha ottenuto 8 milioni di visualizzazioni, 462.951 interazioni);

  • - Ma noi ricostruiremo. Inaugurazione in diretta streaming. La diretta della conferenza stampa di presentazione (sito Intesa Sanpaolo e ANSA) ha raggiunto circa 400.000 persone, con oltre 250.000 visualizzazioni e 19.000 interazioni;

  • - Tiepolo. Inaugurazione in diretta streaming. La diretta della presentazione inaugurale (sito Intesa Sanpaolo e ANSA), ha raggiunto oltre 561.000 persone, con 318.000 visualizzazioni e 13.000 interazioni;

  • - Tiepolo. Esperienza immersiva. È stata lanciata (30 ottobre) un'innovativa esperienza virtuale, con tecnologia audio 3D immersiva e mini sito dedicato (22.000 visualizzazioni con un tempo di permanenza medio di 5:50 minuti);

  • - Tiepolo. Virtual tour. E' stato lanciato (18 dicembre) un virtual tour che consente la visita interattiva alla rassegna, arricchita da 8 video di approfondimento su una scelta di opere e integrata da un'esperienza audio coinvolgente

    (9.700 visualizzazioni alla pagina del virtual tour, con un tempo di permanenza medio di 4:10 minuti); la valorizzazione dei contenuti digitali dedicati a Tiepolo sui siti proprietari ha generato 80.000 visualizzazioni di pagina;

  • - è stata inoltre effettuata attività di promozione delle mostre: Ma noi ricostruiremo (41.000 visualizzazioni sui siti proprietari; la campagna social ha ottenuto 6 milioni di visualizzazioni), Napoli Liberty (15.000 visualizzazioni sui siti proprietari; la campagna social ha ottenuto 6 milioni di visualizzazioni e 510.000 video views), Futuro (8.000 visualizzazioni sui siti proprietari e 809.000 video views);

  • - Video natalizio. È stato lanciato (22 dicembre) il video di auguri natalizi attraverso la promozione delle mostre allestite alle Gallerie d'Italia, con la partecipazione dello staff di Civita che lavora nei nostri musei (la campagna sui canali social

    Gallerie d'Italia ha generato 20 milioni di visualizzazioni e il contenuto ha totalizzato 1,8 milioni di visualizzazioni).

Sono inoltre state valorizzate le collezioni sui nostri canali social:

  • - #iorestoacasa. Sin dal 9 marzo si è aderito alla campagna promossa dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo, proponendo contributi dedicati alle collezioni Intesa Sanpaolo, che hanno registrato un interesse crescente;

  • - Publifoto sui social (dal 9 aprile). Rubrica a cadenza settimanale con approfondimenti sull'Archivio Publifoto e il mondo della fotografia (oltre 310.000 visualizzazioni);

  • - In viaggio con Hector (dal 22 aprile al 2 luglio). Si tratta dell'ideazione e sviluppo di un progetto rivolto alle famiglie e in particolare ai bambini, con video interattivi, quiz e proposte creative, alla scoperta dei palazzi e delle collezioni delle Gallerie d'Italia (9 appuntamenti, 131.672 visualizzazioni di cui 105.916 uniche);

  • - Un giorno al museo (dal 24 aprile al 6 luglio). Sono state valorizzate le opere esposte nelle Gallerie milanesi attraverso videoclip con la partecipazione di Luca Massimo Barbero, curatore associato delle collezioni Intesa Sanpaolo di arte moderna e contemporanea, in dialogo con il pubblico, in collaborazione con Sky Arte HD e con Good Days Film (20 appuntamenti, 169.647 visualizzazioni di cui 129.017 uniche, 4.370 interazioni);

  • - Campagna social per la riapertura delle Gallerie d'Italia di Vicenza (giugno 2020). In occasione della riapertura del museo vicentino è stata realizzata una campagna sui social, con target la fascia di età 14-18 anni, geolocalizzata su Veneto e su alcune province del nord Italia (11 milioni di visualizzazioni, 137.000 interazioni);

  • - Partecipazione a Milano MuseoCity 2020 (dal 31 luglio al 2 agosto). E' stata una visita virtuale alle collezioni delle Gallerie milanesi con focus sulle figure femminili, nell'ambito del palinsesto promosso dal Comune di Milano

    (12.613 visualizzazioni di cui 11.624 uniche);

  • - Partecipazione a Milano ArtWeek 2020 (dal 7 al 13 settembre). Durante la settimana in cui si è svolta la manifestazione in versione digitale promossa dal Comune di Milano in collaborazione con Miart, sono stati creati e diffusi 7 video di approfondimento sui capolavori di Cantiere del '900 (49.649 visualizzazioni di cui 38.921 uniche);

  • - Partecipazione a Invito a Palazzo (dal 3 al 10 ottobre). Le Gallerie d'Italia hanno aderito all'edizione digitale della manifestazione promossa da ABI dedicata alle sedi storiche delle banche (52.600 visualizzazioni);

  • - Rubrica sui capolavori (dal 17 novembre). Approfondimenti su una selezione delle maggiori opere dalle collezioni Intesa Sanpalo (6 appuntamenti, 40.000 visualizzazioni);

  • - Comunicazione interna. Iniziative on line. Si tratta di iniziative volte a coinvolgere i colleghi della Banca: aggiornamenti tramite intranet aziendale sulle nostre attività culturali (65 news; 3 news sulla intranet UBI); su Mosaico e Mosaico

    International, il format Storie di rinascita che valorizza materiali dell'Archivio Storico Intesa Sanpaolo (dal 10 aprile al 26 maggio) e contributi che approfondiscono il patrimonio storico-artistico del Gruppo, in particolare attorno ai temi della tutela, conservazione e valorizzazione (da giugno): al 31 dicembre sono stati prodotti 40 articoli e 16 videoclip.

Convegno digitale Ripartiamo dall'arte e dalla cultura. Il nostro patrimonio per ricostruire

Intesa Sanpaolo e il quotidiano "Il Foglio" hanno organizzato alle Gallerie d'Italia di Milano un convegno in streaming

(17 dicembre), quale momento di riflessione su come la cultura e l'arte possano essere elementi fondamentali per la ripartenza del Paese sconvolto dalla pandemia. Dopo i saluti istituzionali del presidente Giovanni Bazoli e del direttore de

"Il Foglio" Claudio Cerasa, sono intervenuti autorevoli protagonisti del mondo della cultura italiana. Lo streaming del convegno

(sito Intesa Sanpaolo, ANSA e Il Foglio) ha raggiunto 1,7 milioni di persone con oltre 1,2 milioni di visualizzazioni del video e oltre 15.000 interazioni sui canali social.

Principali rischi ed incertezze

Nel contesto del presente capitolo si è dato conto dei principali rischi e incertezze cui il Gruppo Intesa Sanpaolo è esposto, tenendo conto anche del contesto conseguente all'epidemia da COVID-19. Ulteriori informazioni sono illustrate in dettaglio nella presente Relazione sulla gestione e nella Nota Integrativa.

Più in particolare, ulteriori indicazioni riferite ai rischi connessi al contesto conseguente all'epidemia da COVID-19, sono contenute - come richiesto dalla Comunicazione della Banca d'Italia del 15 dicembre 2020 avente ad oggetto gli impatti del

COVID-19 e delle misure a sostegno dell'economia - nella Parte A e nella Parte E della Nota integrativa.

Inoltre, come di consueto, i rischi connessi all'andamento dell'economia mondiale e dei mercati finanziari sono esposti nella

parte introduttiva della Relazione sulla gestione, nel capitolo sullo scenario macroeconomico e nel successivo capitolo sulla prevedibile evoluzione della gestione. Nella Parte B della Nota integrativa, nel paragrafo relativo ai test di impairment sono dettagliate le assunzioni sulle quali sono basate le valutazioni e le previsioni effettuate con riferimento alla verifica dei valori delle attività intangibili e dell'avviamento. Quanto alle imposte anticipate, nella Parte B è illustrata anche l'analisi volta a

verificare se le previsioni di redditività futura siano tali da garantirne il riassorbimento e giustificarne quindi l'iscrizione e il mantenimento in bilancio (c.d."probability test").

Quanto alla solidità patrimoniale un'illustrazione è contenuta, oltre che nella Relazione sulla gestione, anche nella Parte F della Nota integrativa e nell'Informativa sul Terzo Pilastro di Basilea 3.

Le informazioni sui rischi in generale e più in particolare sui rischi finanziari (rischi di credito e rischi di mercato), sui rischi operativi e sui rischi delle imprese di assicurazione sono dettagliatamente illustrate nella Parte E della Nota integrativa.

Quanto al presupposto della continuità aziendale, gli Amministratori di Intesa Sanpaolo ribadiscono di avere la ragionevole certezza che la società continuerà nella sua esistenza operativa in un futuro prevedibile e che, di conseguenza, il bilancio dell'esercizio 2020 è stato predisposto in questa prospettiva di continuità. Precisano, quindi, di non avere rilevato nella struttura patrimoniale e finanziaria e nell'andamento operativo sintomi che possano indurre incertezze sul punto del la

continuità aziendale.

Lo scenario macroeconomico e il sistema creditizio

Lo scenario macroeconomico e il sistema creditizio

Lo scenario macroeconomico

L'economia e i mercati finanziari e valutari

A partire dal gennaio 2020, la pandemia da COVID-19 ha sconvolto l'andamento dell'economia globale. Le misure di contenimento del contagio hanno causato una recessione di profondità e rapidità inedite nel primo e secondo trimestre, seguito da un rimbalzo di notevole ampiezza e quindi da un nuovo rallentamento nel trimestre autunnale. Soprattutto dopo la prima ondata pandemica, la performance economica dei singoli paesi è stata condizionata dalla diversa capacità dei governi di controllare il contagio negli stadi iniziali senza ricorrere a fermi produttivi o periodi di confinamento generalizzato della popolazione. La Cina ha recuperato i livelli di attività pre-crisi già nel corso dell'anno, ma molti paesi avanzati restano lontani da un pieno recupero. Alcuni settori produttivi, in particolare nel terziario, continuano a essere fortemente penalizzati dal perdurante rischio sanitario. Le ripercussioni negative della crisi pandemica sono state mitigate dalle misure fiscali a sostegno dei redditi, mentre il rischio di restrizione delle condizioni finanziarie è stato contrastato dalle banche centrali con il potenziamento dei programmi di acquisto di attività finanziarie e delle operazioni di rifinanziamento del sistema bancario, affiancate dalle autorità di vigilanza che, grazie alla flessibilità consentita dalla regolamentazione, hanno allentato temporaneamente alcuni vincoli prudenziali allo scopo di sostenere il credito all'economia.

Negli Stati Uniti, l'anno si è chiuso con una contrazione del PIL di 3,5%. Malgrado l'aumento di 4,4 punti del tasso di

disoccupazione, la crescita del reddito disponibile delle famiglie è stata sostenuta da ingenti trasferimenti dal settore pubblico.

Nell'area euro, la contrazione del prodotto interno lordo è stata pari a 6,6 punti percentuali nella media annua. Alla caduta del secondo trimestre è seguito un parziale recupero nel terzo, e poi una nuova caduta nel quarto, sebbene inferiore rispetto a quella associata alla prima ondata pandemica. Diversamente dagli Stati Uniti, le diverse forme di sostegno al mercato del lavoro si sono tradotte più in un calo delle ore lavorate che in un aumento della disoccupazione. Ciò nonostante, a dicembre il tasso di disoccupazione era di oltre un punto percentuale superiore ai livelli pre-crisi.

Le misure fiscali di contrasto agli effetti economici della pandemia si sono riflesse in un aumento del deficit aggregato del settore pubblico di oltre 8 punti percentuali. Tali misure includono rinvii dei pagamenti fiscali, erogazione di garanzie al credito bancario, sussidi alle famiglie, rafforzamento dei meccanismi di sicurezza sociale e, in alcuni paesi, sussidi per le imprese che hanno subito decurtazioni del fatturato nel 2020. L'Unione Europea ha altresì lanciato diverse misure di sostegno finanziario: una linea di credito del MES (Meccanismo Europeo di Stabilità) denominata PCS (Pandemic Crisis Support), che può arrivare fino al 2% del PIL di ogni stato membro; un fondo (SURE) per il rifinanziamento dei programmi di sostegno all'occupazione; un fondo di garanzia per i crediti erogati dalla Banca Europea per gli Investimenti. Inoltre, è stata raggiunta un'intesa per il

lancio di un nuovo piano per la ripresa, Next Generation EU, che dal 2021 finanzierà riforme e progetti coerenti con le priorità di azione dell'Unione mediante trasferimenti o crediti agevolati.

La Banca Centrale Europea ha assecondato lo sforzo fiscale mediante un eccezionale ampliamento dei programmi di acquisto di titoli, incluso il lancio di un programma temporaneo specifico (PEPP, Pandemic Emergency Purchase

Programme), l'allentamento delle condizioni sui programmi di rifinanziamento a lungo termine, un'estensione della gamma di

attività stanziabili come garanzia e alleggerimenti transitori delle norme di vigilanza. Queste ultime misure sono state introdotte allo scopo di evitare una restrizione pro-ciclica del credito bancario. Il limite quantitativo del PEPP, inizialmente pari a 750 miliardi di euro, è stato successivamente innalzato a 1.350 miliardi in giugno e a 1.850 miliardi in dicembre; la sua scadenza, inizialmente prevista a fine 2020, è stata prorogata fino al marzo 2022. L'aumento dell'eccesso di liquidità ha mantenuto il tasso di interesse €STR (euro short-term rate) sotto il tasso ufficiale sui depositi presso l'Eurosistema (-0,50%),

mentre i tassi swap sono calati significativamente rispetto al dicembre 2019 (-21 punti base sulla scadenza biennale e -29 punti base su quella quinquennale).

Anche l'economia italiana ha subito una netta contrazione nel 2020, pari a 8,9 punti percentuali. Il rimbalzo del terzo trimestre ha parzialmente annullato la contrazione del primo semestre, ma ciò nonostante nel quarto trimestre il livello del PIL era ancora del 6,6% inferiore a quello di un anno prima. Infatti, la seconda ondata pandemica ha reso necessaria l'introduzione di

nuove misure restrittive a partire da novembre, con effetti negativi sull'attività economica. A dicembre, l'occupazione era inferiore ai livelli pre-crisi di 426mila unità, una flessione che si è riflessa più in un incremento degli inattivi che dei disoccupati in senso stretto. Le dinamiche settoriali sono molto diversificate: alla fine del terzo trimestre le costruzioni avevano più che recuperato i livelli pre-crisi, mentre l'industria manifatturiera e i servizi avevano colmato rispettivamente l'85% e il 65% della perdita di valore aggiunto verificatasi nel primo semestre dell'anno.

La necessità di contrastare gli effetti economici e sociali negativi della pandemia e delle misure di contenimento dei contagi ha portato il fabbisogno del settore statale del 2020 a 159 miliardi, con un aumento di 117 miliardi rispetto al 2019. Il corrispondente incremento del debito pubblico non si è riflesso in pressioni sui premi per il rischio, in quanto ha trovato indiretta ma pressoché piena copertura nell'incremento del portafoglio di titoli di stato italiani dell'Eurosistema. Il diffe renziale

decennale fra BTP e Bund è calato dai 155 punti base del dicembre 2019 a 122 punti base medi nel dicembre 2020.

Il 2020 è stato caratterizzato da fasi del mercato azionario assai diverse tra loro. Nei primi due mesi dell'anno, i principa li mercati (ad eccezione della Cina) hanno registrato performance generalmente positive, fino a toccare i massimi del periodo poco dopo la metà di febbraio.

L'inizio improvviso dell'emergenza sanitaria nei paesi occidentali, dapprima in Italia, poi nel resto d'Europa e negli Stati Uniti, ha determinato un rapido e marcato peggioramento nelle aspettative macroeconomiche e sugli utili societari, innescando una forte correzione degli indici azionari, fino a toccare i minimi di periodo attorno alla metà di marzo.

Il pronto annuncio di rilevanti piani di sostegno alle economie da parte dei governi nazionali e della Unione Europea, e le misure fortemente espansive poste in essere da parte delle banche centrali, hanno contribuito ad allentare le preoccupazioni degli investitori e a ridurre i premi per il rischio, sostenendo una prolungata fase di ripresa dei mercati azionari.

Nella seconda metà dell'anno, gli investitori hanno rivolto l'attenzione alle prospettive di ripresa economica nel 2021, nonostante un'ancora limitata visibilità. La stagione dei risultati societari del 3° trimestre è risultata migliore delle attese, e numerose società hanno nuovamente rilasciato un orientamento positivo, segnalando che il punto inferiore del ciclo era stato superato.

Le positive notizie sulla disponibilità di vaccini in tempi più rapidi del previsto hanno determinato, a partire da novembre, una marcata ripresa degli indici azionari, che si è poi consolidata sino alla fine dell'anno.

L'indice Euro Stoxx ha chiuso il 2020 in lieve flessione (-1,6%); il Dax 30 ha sovraperformato (+3,5%), mentre il CAC 40 ha chiuso in negativo (-7,1%); più ampia la flessione dell'IBEX 35 (-15,4%). Al di fuori dell'area euro, l'indice del mercato svizzero SMI ha chiuso l'anno invariato (+0,8%), mentre l'indice FTSE 100 del mercato inglese ha chiuso l'anno in calo del 14,3%. Riguardo al mercato azionario statunitense, l'indice S&P 500 ha chiuso l'anno in rialzo (+16,3%), mentre l'indice dei titoli tecnologici Nasdaq ha largamente sovraperformato, con un progresso del 43,6%. I principali mercati azionari in Asia hanno registrato performance positive: l'indice Nikkei 225 ha chiuso l'anno in rialzo del 16%, mentre l'indice benchmark cinese SSE

A-Share ha chiuso il periodo a +13,9%.

Il mercato azionario italiano ha chiuso il 2020 con il segno negativo, ma in netto recupero rispetto ai minimi di metà marzo: l'indice FTSE MIB ha registrato un calo del 5,4%, in linea con l'andamento dell'indice FTSE Italia All Share (-5,6%). I titoli a media capitalizzazione hanno sovraperformato: il FTSE Italia STAR ha chiuso il periodo in rialzo del 14,1%.

I mercati obbligazionari corporate europei chiudono il 2020 con i premi al rischio (misurati come asset swap spread-ASW) in rialzo rispetto ai livelli di inizio anno, ma in deciso miglioramento rispetto alla fine di marzo. Il 2020 è stato caratterizzato da un'elevata volatilità, con l'intervento delle banche centrali che ha permesso di compensare l'impatto negativo della crisi sanitaria COVID-19.

Dopo un inizio di anno positivo, lo scoppio della pandemia aveva innescato una violenta fase di correzione. Il periodo di negatività, coinciso con il mese di marzo, è proseguito fino a quando l'intervento delle istituzioni nazionali e sovra -nazionali, tramite l'annuncio di manovre di sostegno all'economia, ha attenuato le preoccupazioni degli investitori. Nello specifico, i mercati obbligazionari hanno fortemente beneficiato dell'azione della Banca Centrale Europea, in particolare del nuovo programma di acquisti PEPP. La fase di recupero iniziata in aprile ha permesso di annullare quasi interamente l'impatto negativo della pandemia. Il mercato primario, dopo un iniziale rallentamento delle emissioni, è progressivamente migliorato in corso d'anno.

I temi ESG (Environmental, Social and Governance) si sono confermati di grande interesse per gli investitori e gli emittenti. Secondo i dati forniti da Bloomberg, a livello globale, le emissioni di titoli legati a questo settore sono cresciute di circa il 40% rispetto al 2019. La crisi sanitaria, e suoi impatti economici, hanno dato forte impulso soprattutto ai cosiddetti "social -bond", emissioni i cui proventi sono destinati al sostegno di iniziative a elevato interesse sociale. I bond "social" emessi a livel lo globale nel corso del 2020 ammontano a circa 160 miliardi di dollari in forte incremento rispetto ai 18 miliardi emessi nello stesso periodo del 2019. In questo contesto, l'Unione Europea ha emesso 39,5 miliardi di euro nell'ambito del suo programma

SURE (Support to mitigate Unemployment Risks in an Emergency).

Le economie e i mercati emergenti

Lo shock pandemico da COVID-19 e le conseguenti misure restrittive sul distanziamento e la libera circolazione delle persone hanno drammaticamente pesato sull'evoluzione del ciclo anche nelle economie emergenti, provocando un calo del PIL stimato dal FMI pari a oltre il 3%. Se si esclude la Cina, la cui economia è stimata nello stesso anno in crescita del 2% circa, la contrazione del PIL tra gli emergenti supera il 2% circa.

Le economie più colpite sono state quelle dell'America Latina e dell'area MENA allargata all'Asia Centrale, che hanno risentito anche del sensibile calo di prezzi e produzione delle materie prime energetiche con una riduzione del PIL, stimata dal FMI, oltre il 7% e intorno al 3%, rispettivamente. Più contenuta è stata la caduta del PIL stimata nella regione sub-sahariana dell'Africa (-3% circa), che ha potuto beneficiare di un buon andamento della produzione agricola, e dell'Asia emergente ( -1% circa), grazie alla performance dell'economia cinese.

Nelle regioni con controllate Intesa Sanpaolo, considerando i dati relativi al quarto trimestre disponibili però solo per alcuni paesi, si stima una diminuzione del PIL di oltre il 4% nell'Europa Centro e Sud Orientale (CEE/SEE), e intorno al 4,5% nell'Europa Orientale (EE), con una dinamica a livello di singoli paesi compresa tra il -0,9% in Serbia e il -8,4% in Croazia, nel primo caso, e tra il -4,4% in Russia e il -6,5% in Moldavia, nel secondo. La contrazione economica è stata particolarmente acuta nel 2° trimestre (oltre il 10% tendenziale in area CEE/SEE e 8% in area EE), al manifestarsi della prima ondata del contagio, per l'effetto di misure di contrasto particolarmente severe. Ad essa è seguito nel 3° trimestre un forte rimbalzo, grazie all'allentamento delle misure restrittive. Diversamente dalle aree europee, nei primi tre trimestri 2020 in Egitto la crescita è rimasta nel complesso positiva (+0,9%), sebbene con un divario sensibile rispetto alle stime di crescita pre-COVID-19 (5,9% nelle previsioni del FMI).

Nel 2020, la contrazione della domanda interna e la caduta delle quotazioni delle materie prime energetiche hanno favorito un calo tendenziale, anche se non generalizzato, dell'inflazione, più sensibile nelle aree più colpite dalla crisi. Nelle regioni con controllare ISP, la dinamica dei prezzi al consumo nel 2020 è scesa in media al 2,7% circa dal 3,1% dell'intero 2019 in area CEE/SEE (con valori compresi tra il -1,0% in Bosnia H. e sopra il 3,5% in Ungheria e Polonia) e al 3,3% dal 4,8% in area EE.

In Egitto, dove la dinamica dei prezzi è in decelerazione dal 2017, l'inflazione nel 2020 ha segnato +5,1% dal 9,4% del 2019. In tutti i Paesi i tassi di inflazione sono posizionati ben all'interno degli intervalli target delle banche centrali, in non pochi casi nella parte inferiore.

Al fine di contenere gli effetti economici della pandemia (e delle associate misure di restrizione) e sostenere un percorso di graduale recupero del ciclo economico, sono state implementate dalle autorità monetarie e fiscali anche dei Paesi emergenti politiche economiche espansive, seppure con diversa intensità.

Con riferimento ai Paesi con controllate Intesa Sanpaolo, il calo della domanda interna per investimenti e consumi è stato nel complesso contrastato dall'azione sia della politica monetaria - attraverso tagli aggressivi dei tassi di interesse, iniezioni massicce di liquidità sui mercati, moratorie e altre misure di supporto al credito - sia della politica fiscale - attraverso provvedimenti a sostegno dei bilanci delle famiglie e delle imprese, schemi di garanzie statali sui prestiti, lancio di programmi di investimento pubblici.

I tassi di politica monetaria, già storicamente bassi, sono stati ridotti ancora in Repubblica Ceca di 175 punti base a 0,25%, in

Serbia di 125 punti base, all'1%, in Romania di 100 punti base, all'1,5%. All'esterno dell'area CEE/SEE, i tassi di riferimen to sono stati tagliati in Russia di 200 punti base e portati al 4,25%, in Ucraina di ben 750 punti base al 6%, in Moldavia di 285 punti base a 2,65% e in Egitto di 400 punti base a 9,25%. Sul fronte fiscale, il FMI stima che per effetto di maggiori spese e minori incassi i saldi di finanza pubblica in rapporto al PIL siano saliti di 4,5 punti percentuali nell'area CEE/SEE, di 2,4 punti percentuali in Russia e di 1,6 punti percentuali in Egitto.

Grazie al sostegno delle politiche monetarie e ad aspettative di superamento della crisi pandemica attraverso la vaccinazione, i mercati finanziari emergenti dopo una forte reazione negativa allo scoppio della pandemia hanno registrato una ripresa. Con riferimento all'intero 2020, l'indice azionario MSCI emergenti è salito del 16,6%, seguendo al rialzo lo S&P 500 (+16,3%).

Sulle principali piazze, guadagni particolarmente consistenti sono stati registrati in Asia (+14% Shanghai).

Nei Paesi con controllate Intesa Sanpaolo di area CEE/SEE, i cui settori produttivi trainanti, come l'automotive, hanno fortemente risentito della crisi innescata dalla pandemia, le quotazioni azionarie, pur in ripresa dopo il crollo subito nel 2° trimestre, hanno in ogni caso registrato un calo in media del 7,0% circa, e a due cifre in alcuni Paesi come in Croazia e Serbia (-13,8% e -12,8% rispettivamente). Fuori dalla regione CEE/SEE, l'indice azionario ha mostrato nell'anno un calo del 10,4% in Russia, penalizzata dalla caduta del prezzo degli idrocarburi, e del 22,3% in Egitto.

Sui mercati valutari, l'indice OITP (Other Important Trading Partners) del dollaro, che esprime l'andamento della valuta USA rispetto ad un paniere di valute emergenti, dopo un apprezzamento del 9% circa nel primo semestre, ha ritracciato durante il semestre successivo riportandosi sui valori di inizio anno. Un ampio deprezzamento è stato registrato da parte di alcune valute, in particolare il dollaro argentino (-28,8%) e la lira turca (-19,9%).

Nei Paesi con controllate Intesa Sanpaolo, in area EE si sono deprezzati verso il dollaro sia il rublo russo (-16,2%) che la grivna ucraina (-16,0%). Tra i paesi CEE e SEE non appartenenti all'Area Euro, hanno accusato un deprezzamento verso l'euro il fiorino ungherese (9% ca.), lo zloty polacco (6,5%) e la corona ceca (3%). Sostanzialmente stabile è rimasta la cor ona croata, attorno la parità centrale nell'European Exchange Rate Mechanism (ERM II).

L'eccezionale iniezione di liquidità sui mercati ha favorito un calo piuttosto generalizzato dei rendimenti a lungo termine s ul piano internazionale e nel complesso delle aree emergenti. Con riferimento ai paesi con controllate Intesa Sanpaolo, il calo del rendimento osservato sui titoli a scadenza decennale è stato in media di circa 40 punti base in area CEE/SEE e di circa 30 punti base in Russia.

Il sistema creditizio italiano

I tassi e gli spread

Anche nel 2020 i tassi bancari si sono ridotti, sebbene i ribassi siano stati contenuti. Il tasso medo sui nuovi prestiti alle imprese ha registrato un calo soprattutto nella prima metà dell'anno, toccando nuovi minimi storici a marzo e aprile. Nel secondo semestre, il trend distensivo si è arrestato. Anche i tassi sui mutui alle famiglie hanno raggiunto nuovi minimi, in particolare quelli sulle erogazioni a tasso fisso che da aprile sono scesi addirittura sotto il livello del tasso variabile. Tuttavia, nel secondo semestre il tasso medio sui flussi di prestiti per l'acquisto della casa ha segnato una stabilizzazione sui minimi. Riflettendo l'evoluzione dei tassi sulle nuove operazioni di finanziamento, il tasso medio sulle consistenze dei prestiti a famiglie e imprese si è ridotto di 21 punti base rispetto alla fine del 2019.

I tassi sui depositi sono scesi leggermente, mostrando lievi limature nel caso dei conti correnti, dati i bassi livelli raggiunti. I tassi sui nuovi depositi con durata prestabilita hanno registrato andamenti altalenanti: dopo una prima fase di aumenti significativi fino a marzo, i tassi sui depositi a tempo si sono ridotti nei mesi estivi, per tornare a rialzarsi moderatamente nei mesi autunnali. In media annua la diminuzione rispetto al 2019 è marginale. E' proseguito con costanza e gradualità il calo del costo complessivo della raccolta da clientela. La forbice tra tassi attivi e passivi si è ristretta ulteriormente, di 10 punti base in media annua.

Come negli otto anni precedenti, anche nel 2020 il mark-down sui depositi a vista si è confermato in territorio negativo, riducendosi ulteriormente da metà anno, per effetto dell'andamento dei tassi monetari e della vischiosità di quelli sui depos iti a vista, ancorati sopra lo zero. Anche il mark-up sui tassi a breve si è ridotto.

Gli impieghi

La pandemia e le conseguenti misure di policy hanno avuto effetti significativi sul mercato del credito bancario. Diversamente da altre crisi, non si è verificato uno shock di offerta, grazie alle misure della BCE a supporto della liquidità e del funding a più lungo termine, alle moratorie e ai crediti con garanzia pubblica, nonché alle iniziative delle autorità di vigilanza e regolamentari, volte a consentire alle banche di sostenere il credito e di fronteggiare i rischi connessi alla crisi. Le condizioni di offerta sono rimaste nell'insieme favorevoli, nonostante un'accresciuta prudenza delle banche a fronte dei rischi percepit ie del prevedibile deterioramento della qualità del credito, temporaneamente mitigato dalle politiche di sostegno messe in atto.

Lo shock di domanda ha avuto effetti opposti, negativo per i prestiti alle famiglie che hanno rallentato sensibilmente da marzo, e positivo per quelli alle imprese, la cui dinamica ha invertito il segno, tornando in aumento.

L'andamento dei prestiti alle imprese è stato sostenuto dalle esigenze di liquidità e dalle eccezionali misure di supporto al credito, tramite garanzie pubbliche. Il risultato è stato il ritorno di una notevole domanda di credito da parte delle imprese.

Superate le iniziali difficoltà di avvio dei prestiti con garanzia pubblica, l'enorme volume di richieste ha dato impulso a erogazioni in crescita, che hanno sfiorato a fine anno i 100 miliardi per le PMI e i 20 miliardi alle imprese di dimensioni maggiori, assistite da garanzia SACE. A sostenere lo stock dei prestiti hanno concorso anche le moratorie, con 2,7 milioni di domande da parte di imprese e famiglie riguardanti uno stock di crediti pari a circa 300 miliardi. Ne è conseguita una dinamica dei prestiti alle società non-finanziarie che si è progressivamente rafforzata, arrivando a raggiungere il +8, 5% anno su anno a dicembre. Dopo un primo e temporaneo rimbalzo dei finanziamenti a breve termine delle imprese, legato alle immediate esigenze di liquidità conseguenti alle misure di confinamento, la progressiva implementazione delle operazioni con garanzia pubblica si è tradotta in una ripresa dei prestiti a medio-lungo termine.

All'opposto, la crescita robusta dei prestiti alle famiglie ha subito un rallentamento da marzo, particolarmente marcato per il credito al consumo a causa della forte contrazione della spesa di beni durevoli. Dopo la dinamica a due cifre dell'ultima par te del 2019 e dei primi due mesi del 2020, le erogazioni di mutui hanno subito un calo a marzo e aprile per tornare in aumento da maggio, soprattutto grazie alle rinegoziazioni. Quest'ultime sono tornate in calo nei mesi autunnali, trascinando la riduzione dei flussi lordi, mentre i nuovi contratti di mutuo per l'acquisto della casa sono rimasti in aumento. Nel complesso, l'andamento dello stock di prestiti alle famiglie consumatrici per l'acquisto della casa ha mostrato una buona tenuta, rallentando dal 2,5% anno su anno di febbraio fino all'1,9% di agosto, ma mostrando un recupero nell'ultima parte dell'anno, al +2,2% di novembre.

Con riguardo alla qualità del credito, le banche italiane hanno proseguito nell'azione di derisking, che ha visto un'accelerazione verso fine anno con significative operazioni di cessione e cartolarizzazione. Lo stock di sofferenze nette in rapporto al totale dei prestiti si è ridotto a 1,2%, 3,7 punti percentuali in meno rispetto ai massimi del 2015-16. Il ritmo di formazione di nuovi crediti deteriorati nel 3° trimestre 2020 è sceso a nuovi minimi storici, allo 0,9% per l'intera economia in termini di flusso rapportato ai finanziamenti in bonis e annualizzato. Tale andamento continua a riflettere le misure governative di sostegno all'accesso al credito (moratorie e garanzie sui nuovi prestiti), nonché l'utilizzo della flessibilità prevista dalle regole di classificazione dei finanziamenti, in conformità con le indicazioni delle autorità di vigilanza.

La raccolta diretta

Sulla raccolta da clientela l'effetto della pandemia è stato un rafforzamento delle tendenze in atto prima dell'insorgere della crisi. In particolare, i conti correnti, già molto vivaci da circa sette anni, hanno acquistato ancor più vigore, arrivando a crescere di oltre il 10% da settembre, con un picco di +14,2% a dicembre. La forte dinamica della componente a vista ha trainato un aumento sostenuto del complesso dei depositi e della raccolta da clientela, nonostante la brusca accentuazione del calo della componente obbligazionaria a partire da marzo. Quest'ultima riflette soprattutto le minori esigenze di funding a medio-lungo termine, che beneficiano della notevole liquidità resa disponibile dalla BCE. La raccolta totale, inclusiva del rifinanziamento BCE e dei depositi di non residenti, ha accelerato fino a crescere al ritmo del 9% anno su anno nei mesi autunnali e del 12,2% a fine anno.

L'incremento dei depositi è motivato da diversi fattori: da un lato, dal clima di incertezza e avversione al rischio, che si traduce in una marcata preferenza per la liquidità, unita ai minori livelli di consumo e alla maggiore propensione al risparmio. Da ll'altro lato, le giacenze sui conti delle imprese sono in parte alimentate dall'aumento dei debiti bancari, conseguente all'accesso a lle misure temporanee attivate a sostegno della liquidità e del credito. Si è continuato a osservare, infatti, una forte crescita dei depositi delle società non-finanziarie, che da gennaio a dicembre hanno visto un afflusso record di 88 miliardi, con un tasso di crescita sempre a due cifre da maggio in poi, chiudendo il 2020 con una variazione del +28,7% anno su anno.

La raccolta indiretta e il risparmio gestito

Per la raccolta amministrata, anche nel 2020 si è registrata una riduzione dei titoli di debito che le famiglie detengono in custodia presso le banche. La prosecuzione del trend ha riflesso il calo continuo delle obbligazioni bancarie nei portafogli della clientela retail. In controtendenza, da aprile si è osservato un aumento dei titoli di debito detenuti dalle società non- finanziarie che, seppure di dimensioni relativamente contenute, appare coerente con l'afflusso di liquidità verificatosi in aggregato sui conti correnti del settore.

L'industria dei fondi comuni è stata caratterizzata nel primo trimestre del 2020 da forti deflussi, accentuatisi bruscamente nel mese di marzo, in seguito al crollo degli indici di borsa innescato dalle conseguenze negative sull'economia mondiale della pandemia. Tuttavia, nei trimestri successivi, robusti afflussi sono confluiti nei fondi comuni, in particolare verso il comparto azionario e obbligazionario, portando così l'industria a chiudere l'anno positivamente. Anche le gestioni patrimoniali si sono dimostrate piuttosto resilienti. Al contrario, le assicurazioni vita hanno segnato un calo della nuova produzione complessiva rispetto al 2019 a causa della forte contrazione dei premi delle polizze di ramo I e V, mentre è risultato molto più contenuto il calo delle polizze unit-linked in linea con la tenuta dei flussi dei fondi comuni.

I risultati economici e gli aggregati patrimoniali

I risultati economici

Aspetti generali

Per consentire una lettura più immediata dei risultati, viene predisposto un conto economico consolidato riclassificato sintetico. Per un confronto omogeneo, i dati economici riferiti ai periodi precedenti sono normalmente riesposti, ove necessario e se materiali, anche per tenere conto delle variazioni intervenute nel perimetro di consolidamento.

Il conto economico consolidato dell'esercizio 2020 recepisce, dalla data di acquisizione e dunque per il periodo agosto-

dicembre, gli effetti economici di UBI Banca e delle relative controllate. In proposito, si segnala che data la particolarità dell'operazione, nessuna rettifica è stata apportata ai dati storici del Conto economico e dello Stato patrimoniale riclassificati per riflettere retroattivamente gli effetti dell'operazione di acquisizione. Di conseguenza, i commenti sono riferiti - se non

diversamente specificato - alle componenti reddituali al netto dei dati del Gruppo UBI, per consentire un raffronto omogeneo.

Tuttavia, al fine di migliorare la comprensione da parte del lettore, nelle tabelle sono evidenziate le principali grandezze riferite al Gruppo acquisito e il dato consolidato inclusivo di tali grandezze. Le tabelle di dettaglio di evoluzione trimestrale riportano, per il terzo trimestre 2020, unicamente il dato consolidato al netto del Gruppo UBI per un raffronto omogeneo dell'evoluzione

dei valori.

Stante quanto sopra, la riesposizione su basi omogenee dei dati di raffronto di conto economico a partire dal primo trimestre 2019 ha ha riguardato:

  • le risultanze reddituali linea per linea di RBM Assicurazione Salute, entrata nell'area di consolidamento integrale in

    relazione al perfezionamento dell'acquisizione della quota di controllo della società nel secondo trimestre del 2020;

  • l'appostazione alla voce Utile (Perdita) delle attività operative cessate delle componenti reddituali riferite al ramo

    acquiring oggetto di conferimento a Nexi alla fine del primo semestre 2020;

  • l'inclusione tra gli Oneri operativi dell'effetto legato alle fee da riconoscere a Prelios a seguito dell'accordo, efficace da

    fine 2019, per il servicing degli UTP, assumendo che esso avesse avuto efficacia dal 1° gennaio 2019, in considerazione del fatto che tale accordo produrrà un impatto continuativo sui futuri conti economici.

I dettagli analitici delle riesposizioni effettuate e delle riclassificazioni rispetto allo schema previsto dalla Circolare 262 della Banca d'Italia sono forniti con distinti prospetti pubblicati tra gli allegati, in aderenza anche a quanto richiesto dalla Consob con la Comunicazione n. 6064293 del 28 luglio 2006.

In sintesi, le riclassificazioni e aggregazioni del conto economico consolidato riguardano le seguenti fattispecie:

  • i dividendi relativi ad azioni o quote detenute in portafoglio, nonché quelli incassati e pagati nell'ambito dell'attività di prestito titoli, che sono riallocati nell'ambito della voce Risultato netto delle attività e passività finanziarie al fair value;

  • il Risultato netto delle attività e passività finanziarie di pertinenza delle imprese di assicurazione (valutato ai sensi dello

    IAS 39, in relazione all'esercizio dell'opzione di differimento nell'applicazione dell'IFRS 9 da parte del Gruppo), che compendia le quote di Interessi netti, Dividendi, e Risultato delle attività e passività finanziarie riguardanti l'attività

    assicurativa, è riappostato, unitamente ai premi netti e al saldo di proventi ed oneri della gestione assicurativa, alla specifica voce Risultato dell'attività assicurativa, cui è ricondotto anche l'effetto dell'adeguamento della riserva tecnica, per la componente di competenza degli assicurati, correlato all'impairment di titoli in portafoglio alle compagnie

    assicurative del Gruppo;

  • i differenziali su derivati, classificati nel portafoglio di negoziazione, stipulati a copertura di operazioni in divisa, che, in funzione della stretta correlazione esistente, sono ricondotti tra gli interessi netti;

  • il Risultato netto dell'attività di negoziazione, il Risultato netto dell'attività di copertura, il Risultato netto delle attività e

    passività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico nonché gli utili e perdite da cessione o riacquisto di attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva e da cessione o riacquisto di passività finanziarie, che sono riallocati nell'unica voce Risultato netto delle attività e passività finanziarie al fair val ue;

  • la quota del premio all'emissione dei Certificates riconosciuta alle reti per il loro collocamento, che viene riclassificata dal Risultato netto delle attività e delle passività valutate al Fair Value alle Commissioni nette;

  • le componenti di rendimento delle polizze assicurative stipulate per far fronte alle indennità contrattuali ed ai piani di fidelizzazione dei consulenti finanziari, che sono portate a diretta riduzione del Risultato netto delle attività e passività finanziarie al fair value, coerentemente con l'effetto valutativo degli asset di riferimento, anziché essere evidenziate - in

    quanto di competenza dei consulenti stessi - tra gli Altri accantonamenti netti e rettifiche di valore nette su altre attività (per gli effetti valutativi) ovvero tra le Commissioni nette o gli Altri proventi (oneri) operativi netti, in funzione della tipologia di polizza assicurativa utilizzata (per gli effetti da realizzo);

  • i proventi operativi di Risanamento e delle sue controllate, sinteticamente riallocati nell'ambito degli Altri proventi (oneri) operativi netti, in considerazione del fatto che tali entità non sono soggette a Direzione e coordinamento nell'ambito del Gruppo e operano in settori del tutto distinti dall'ambito bancario e finanziario;

  • i recuperi di spese e di imposte e tasse, che sono portati a riduzione delle spese amministrative, anziché essere evidenziati tra gli Altri proventi;

  • gli utili e perdite da cessione o riacquisto di attività finanziarie valutate al costo ammortizzato (finanziamenti e titoli di debito rappresentativi di finanziamenti), che sono appostati tra le Rettifiche di valore nette su crediti;

  • le Rettifiche/Riprese di valore nette per rischio di credito relative ad attività finanziarie valutate al costo ammortizzato e ad attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva, gli effetti economici delle modifiche contrattuali nonché gli accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri per rischio di credito riferiti a impegni e garanzie rilasciate, ricondotti nell'ambito dell'unica voce Rettifiche di valore nette su crediti;

  • il rientro del time value del Trattamento di fine rapporto del personale e dei Fondi per rischi ed oneri, che è ricondotto tra gli Interessi netti, in quanto il fenomeno deriva direttamente dall'applicazione del criterio del costo ammortizzato, in

assenza di variazioni nella previsione dei flussi futuri attesi, coerentemente con il trattamento del time value delle attività finanziarie valutate al costo ammortizzato;

  • le Rettifiche di valore nette per rischio di credito relative ad attività finanziarie valutate al costo ammortizzato diverse dai crediti e le rettifiche di valore per deterioramento di partecipazioni nonché di attività materiali ed immateriali (inclusi gli immobili e altri beni, anche derivanti dall'attività di escussione di garanzie o di acquisto in asta e destinati alla vendita sul mercato nel prossimo futuro), che sono riclassificate alla voce Altri accantonamenti netti e Rettifiche di valore nette su altre attività, la quale recepisce dunque - oltre agli accantonamenti per rischi ed oneri diversi da quelli relativi a impegni e garanzie - gli effetti valutativi delle attività diverse dai crediti, con la sola eccezione delle svalutazioni delle attività intangibili che confluiscono, al netto degli effetti fiscali, nella voce rettifiche di valore dell'avviamento e delle altre attività

    intangibili;

  • gli utili (perdite) realizzati su attività finanziarie valutate al costo ammortizzato diverse dai crediti, su partecipazioni e su altri investimenti, che vengono riappostati alla voce Altri proventi (oneri) netti. La voce recepisce dunque sinteticamente, oltre ai proventi ed oneri non strettamente correlati alla gestione operativa, gli effetti da realizzo delle attività diverse dai crediti. Fanno eccezione gli utili (perdite) realizzati su titoli di debito in presenza di una correlazione con l'attività di negoziazione, che vengono ricondotti nell'ambito del Risultato netto delle attività e passività finanziarie al fair value;

  • gli Oneri di integrazione e di incentivazione all'esodo del personale, che sono riclassificati, al netto dell'effetto fiscale, a

    voce propria dalle voci Spese del personale, Spese amministrative e da altre voci di conto economico;

  • gli Effetti economici dell'allocazione dei costi di acquisizione che, al netto dell'effetto fiscale, sono ricondotti a voce

    propria. Essi normalmente rappresentano le quote di ammortamento, nonché eventuali svalutazioni, delle attività e passività finanziarie e delle immobilizzazioni materiali e immateriali oggetto di valutazione al fair value nell'ambito dell'applicazione del principio IFRS 3. Nel conto economico del 2020 è incluso in questa voce l'effetto positivo relativo alla rilevazione dell'avviamento negativo relativo all'acquisizione di UBI Banca (per ulteriori dettagli si rimanda alla specifica informativa sull'operazione di acquisizione nel capitolo iniziale della presente relazione);

  • i tributi e gli altri oneri finalizzati a mantenere la stabilità del sistema bancario, che sono ricondotti, al netto delle imposte, alla specifica voce;

  • le Rettifiche di valore dell'avviamento e le svalutazioni delle altre attività intangibili, che - ove presenti - sono esposte,

    come in precedenza indicato, al netto delle imposte.

Conto economico riclassificato

2020

2019

variazioni

Dato

Di cui:

Dato

Dato

assolute

%

consolidato

Gruppo UBI

consolidato

consolidato

(e) = (c) - (d)

(e) / (d)

(a)

(b)

al netto del

(d)

Gruppo UBI

(c) = (a) - (b)

Interessi netti

7.783

713

7.070

7.005

65

0,9

Commissioni nette

8.303

721

7.582

7.962

-380

-4,8

Risultato dell'attività assicurativa

1.353

10

1.343

1.268

75

5,9

Risultato netto delle attività e passività

finanziarie al fair value

1.572

131

1.441

1.928

-487

-25,3

Altri proventi (oneri) operativi netti

12

39

-27

4

-31

Proventi operativi netti

19.023

1.614

17.409

18.167

-758

-4,2

Spese del personale

-6.139

-608

-5.531

-5.748

-217

-3,8

Spese amministrative

-2.679

-219

-2.460

-2.601

-141

-5,4

Ammortamento immobilizzazioni immateriali e

materiali

-1.153

-58

-1.095

-1.058

37

3,5

Costi operativi

-9.971

-885

-9.086

-9.407

-321

-3,4

Risultato della gestione operativa

9.052

729

8.323

8.760

-437

-5,0

Rettifiche di valore nette su crediti

-4.214

-54

-4.160

-2.089

2.071

99,1

Altri accantonamenti netti e rettifiche di valore

nette su altre attività

-346

-8

-338

-254

84

33,1

Altri proventi (oneri) netti

64

-

64

55

9

16,4

Utile (Perdita) delle attività operative cessate

1.163

-

1.163

88

1.075

Risultato corrente lordo

5.719

667

5.052

6.560

-1.508

-23,0

Imposte sul reddito

-1.360

-170

-1.190

-1.825

-635

-34,8

Oneri di integrazione e incentivazione

all'esodo (al netto delle imposte)

-1.561

-1.387

-174

-106

68

64,2

Effetti economici dell'allocazione dei costi di

acquisizione (al netto delle imposte)

1.960

2.062

-102

-117

-15

-12,8

Tributi ed altri oneri riguardanti il sistema

bancario (al netto delle imposte)

-512

-47

-465

-360

105

29,2

Rettifiche di valore dell'avviamento e delle

altre attività intangibili (al netto delle imposte)

-912

-

-912

-

912

-

Utile (Perdita) del periodo di pertinenza di

terzi

-57

-19

-38

30

-68

Risultato netto

3.277

1.106

2.171

4.182

-2.011

-48,1

(milioni di euro)

Dati riesposti, ove necessario e se materiali, per tenere conto delle variazioni intervenute nel perimetro di consolidamento. I dati relativi al Gruppo UBI non sono stati riesposti.

Evoluzione trimestrale del conto economico riclassificato

432 1.755

Voci

Interessi netti

Commissioni nette

Risultato dell'attività assicurativa

Risultato netto delle attività e passività finanziarie al fair value

Altri proventi (oneri) operativi netti

Proventi operativi netti

Spese del personale

Spese amministrative

Ammortamento immobilizzazioni immateriali e materiali

Costi operativi

Risultato della gestione operativa

Rettifiche di valore nette su crediti

Altri accantonamenti netti e rettifiche di valore nette su altre attività

Altri proventi (oneri) netti

Utile (Perdita) delle attività operative cessate

Risultato corrente lordo

Imposte sul reddito

Oneri di integrazione e incentivazione all'esodo (al netto delle imposte)

Effetti economici dell'allocazione dei costi di acquisizione (al netto delle imposte)

Tributi ed altri oneri riguardanti il sistema bancario (al netto delle imposte)

Rettifiche di valore dell'avviamento e delle altre attività intangibili (al netto delle imposte)

Utile (Perdita) del periodo di pertinenza di terzi

2.187 2.582

449 2.133

319

7 312

189 13

126 63 25 -12

5.290

1.039 4.251

-1.808

-885

-371 -1.437 -131 -754

-319

-23 -296

-3.012 2.278

-525 -2.487 514 1.764

-1.475

31 -1.506

-122

-1 -121

59 - 59

-

-

-

740

544 196

-166

-139 -27

-1.484

-1.387 -97

-1.227

-1.202 -25

-38 2 -40

-912 - -912

-12

-15 3

Risultato netto

-3.099 -2.197 -902

-1.595

-2.556 2.102

2.099 2.133

4.658

1.120 123 997

3.237 3.264 -27

3.810

-658

-303

-938

-320 -31 -289

-197 -49 -148

298

126

-67

-27

2020

3° trimestre

trimestre

trimestre

trimestre

trimestre

trimestre

trimestre

1.750

1.747

1.747

1.741

1.761

1.756

1.744

1.844

2.166

1.966

1.965

1.865

367

369

320

321

304

323

263

994

356

480

634

458

12

-15

-10

5

10

-1

4.136

4.939

4.579

4.513

4.674

4.401

-1.380

-1.356

-1.519

-1.422

-1.419

-1.388

-583

-553

-752

-637

-625

-587

-267

-264

-285

-261

-252

-260

-2.230

-2.173

-2.556

-2.320

-2.296

-2.235

1.906

2.766

2.023

2.193

2.378

2.166

-1.398

-403

-693

-473

-554

-369

262

-419

-168

-19

-37

-30

-21

3

50

-2

1

6

1.134

29

25

22

22

19

1.883

1.976

1.237

1.721

1.810

1.792

-313

-561

-312

-532

-446

-535

-35

-15

-27

-27

-30

-22

-24

-26

-12

-37

-28

-40

-86

-191

-22

-96

-96

-146

-

-

-

-

-

-

-10

-32

8

15

6

1

1.415

1.151

872

1.044

1.216

1.050

507

281 1.818

272 1.861

3 295

5 121

2

14 -12

575 4.083

-237 -1.358 -88 -570

-35 -268

-360 -2.196 215 1.887

-85 -853

-7 -60

23 - 23

-

-

-- -27

-

-

--3

-4

1

3.303

Dati riesposti, ove necessario e se materiali, per tenere conto delle variazioni intervenute nel perimetro di consolidamento. I dati relativi al Gruppo UBI non sono stati riesposti.

(milioni di euro)

Proventi operativi netti

I proventi operativi netti del Gruppo Intesa Sanpaolo nell'esercizio 2020 sono ammontati a 19.023 milioni, comprensivi dell'apporto per circa 1,6 miliardi del Gruppo UBI degli ultimi cinque mesi del 2020. Al netto di tale contributo, i proventi operativi netti hanno evidenziato un calo del 4,2% rispetto al dato omogeneo del 2019 per effetto dell'andamento riflessivo del risultato netto delle attività e passività finanziarie al fair value e delle commissioni nette, solo in parte controbilanciato dalle dinamiche moderatamente positive del risultato dell'attività assicurativa e degli interessi netti. Nel complesso la resilienza dei ricavi ha consentito di contrastare in larga parte gli impatti economici negativi determinati dal perdurare dell'emergenza pandemica.

Interessi netti

Voci

2020

2019

Dato

Di cui:

Dato

Dato

consolidato

Gruppo

consolidato

consolidato

(a)

UBI

al netto del

(d)

assolute

%

(b)

Gruppo UBI

(e) = (c) - (d)

(e) / (d)

(c) = (a) - (b)

Rapporti con clientela

7.686

617

7.069

7.392

-323

-4,4

Titoli in circolazione

-1.698

-93

-1.605

-2.073

-468

-22,6

Intermediazione con clientela

5.988

524

5.464

5.319

145

2,7

Titoli valutati al costo ammortizzato che non costituiscono

finanziamenti

468

33

435

345

90

26,1

Altre attività e passività finanziarie valutate al fair value con

impatto a conto economico

57

3

54

125

-71

-56,8

Altre attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla

redditività complessiva

768

27

741

868

-127

-14,6

Attività finanziarie

1.293

63

1.230

1.338

-108

-8,1

Rapporti con banche

17

-3

20

79

-59

-74,7

Differenziali su derivati di copertura

-712

-5

-707

-724

-17

-2,3

Attività deteriorate

833

106

727

905

-178

-19,7

Altri interessi netti

364

28

336

88

248

Interessi netti

7.783

713

7.070

7.005

65

0,9

(milioni di euro) variazioni

Dati riesposti, ove necessario e se materiali, per tenere conto delle variazioni intervenute nel perimetro di consolidamento. I dati relativi al Gruppo UBI non sono stati riesposti.

Gli interessi netti, pari a 7.070 milioni escluso il contributo di 713 milioni da parte del Gruppo UBI, hanno presentato una crescita dello 0,9% rispetto al dato omogeneo dell'esercizio precedente. In un contesto di mercato caratterizzato da tassi di interesse ancora ampiamente negativi, il buon risultato è ascrivibile all'intermediazione con clientela, cresciuta del 2,7% a seguito del calo del costo della raccolta costituita da titoli in circolazione ed all'incremento dei volumi di impieghi, mentre le attività finanziarie, segnatamente quelle valutate al fair value, hanno registrato una flessione dell'8,1%. Tra le altre componenti si sono ridotti significativamente sia gli interessi sulle attività deteriorate, conseguenti alla diminuzione dei flussi di nuovi NPL, sia gli interessi netti sui rapporti con banche e, in misura minore, il contributo delle coperture delle poste a vista, incluso nei differenziali su derivati di copertura. Sono invece risultati in significativa crescita gli altri interessi netti, che includono l'apporto positivo derivante dalle operazioni TLTRO con la BCE.

(milioni di euro)

Voci

2020

variazioni %

4° trimestre

Dato consolidatoDi cui: Gruppo

(a)

UBI (b)Dato consolidato al netto del Gruppo UBI (c) = (a) - (b)

trimestre

trimestre

trimestre

(d)

(e)

(f)

365 -30 335

Rapporti con clientela Titoli in circolazione

Intermediazione con clientela

2.089 -398 1.691

1.724 -368 1.356

1.729 -377 1.352

1.785 -405 1.380

1.831 -0,3 -455 -2,4

-3,1 -2,5 -6,9 -11,0

1.376 0,3 -2,0 0,3

Titoli valutati al costo ammortizzato che non costituiscono finanziamenti

126

17

109

128

111

87 -14,8

15,3 27,6

Altre attività e passività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico

-

1

-1

19

20

16

-5,0 25,0

Altre attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva

Attività finanziarie Rapporti con banche

181 307 -1

13 31 -2

168 276 1

182 329 17

192 323 -3

199 -7,7 302 -16,1 5 -94,1

-5,2 -3,5 1,9 7,0

Differenziali su derivati di copertura

Attività deteriorate

Altri interessi netti

-199 253 136

-27 79 16

-172 174 120

-175 176 119

-182 187 45

-178 -1,7 190 -1,1

-3,8 2,2 -5,9 -1,6

52 0,8 -13,5

Interessi netti

2.187

432

1.755

1.818

1.750

1.747 -3,5

3,9 0,2

Dati riesposti, ove necessario e se materiali, per tenere conto delle variazioni intervenute nel perimetro di consolidamento. I dati relativi al Gruppo UBI non sono stati riesposti.

Il flusso di interessi netti registrati nel quarto trimestre 2020 è risultato inferiore al terzo trimestre e sostanzialmente in linea con i valori dei primi due trimestri dell'anno. Il calo rispetto al terzo trimestre è da ascrivere alla componente finanziaria, che ha risentito del ridimensionamento del portafoglio titoli, in relazione alla gestione integrata dei portafogli ex Intesa ed ex UBI, e all'effetto del deleveraging.

2020

2019

assolute

%

Banca dei Territori

4.090

4.134

-44

-1,1

IMI Corporate & Investment Banking

2.131

1.872

259

13,8

International Subsidiary Banks

1.310

1.370

-60

-4,4

Private Banking

196

177

19

10,7

Asset Management

-

1

-1

Insurance

-

-

-

-

Totale aree di business

7.727

7.554

173

2,3

Centro di governo

-657

-549

108

19,7

Gruppo Intesa Sanpaolo

(al netto del Gruppo UBI)

7.070

7.005

65

0,9

Gruppo UBI

713

Gruppo Intesa Sanpaolo

7.783

(milioni di euro) variazioni

Dati riesposti, ove necessario e se materiali, per tenere conto delle variazioni intervenute nel perimetro di consolidamento e nel perimetro operativo. I dati relativi al Gruppo UBI non sono stati riesposti.

La Banca dei Territori, che rappresenta il 52,9% del risultato delle aree di business operative, ha evidenziato interessi netti pari a 4.090 milioni, collocandosi su valori di poco inferiori a quelli del 2019 (-1,1%, pari a -44 milioni). Il margine di interesse di IMI Corporate & Investment Banking ha registrato un incremento (+13,8%, pari a +259 milioni) principalmente riconducibile alla maggiore contribuzione degli impieghi a clientela, trainati dall'operatività di finanza strutturata. Per contro sono risultati in flessione gli interessi netti dell'International Subsidiary Banks

(-4,4%, pari a -60 milioni) attribuibili per la maggior parte alle controllate operanti in Slovacchia e Croazia. La Divisione Private Banking, che in termini relativi presenta una minore incidenza sul consolidato, ha aumentato l'apporto al margine di 19 milioni

(+10,7%), grazie alla crescita dei volumi medi, prevalentemente riferita ai depositi a scadenza di tesoreria, e al contenimento del costo medio della raccolta. L'incremento degli interessi netti negativi del Centro di Governo è essenzialmente imputabile al maggior costo della liquidità in eccesso in relazione alla diminuzione dei tassi di mercato a breve termine, sempre in territorio negativo.

Commissioni nette

(milioni di euro)

Voci

2020

Dato consolidato

(a)

Di cui: Gruppo UBI

(b)AttivePassiveGaranzie rilasciate / ricevute

380

  • -178 202

    Nette Attive

    Servizi di incasso e pagamento

    Conti correnti

    649 1.371

  • -163 486 - 1.371

40 181

  • -6 34 - 181

Servizio Bancomat e carte di credito

635

  • -312 323

    41

    • -19 22

      Attività bancaria commerciale

      3.035

  • -653 2.382

    280

    • -37 243

      Intermediazione e collocamento titoli

      1.081

  • -237 844

    112

    • -7 105

    Intermediazione valute

    Gestioni patrimoniali

    18 3.345

  • -3 15

    3 - 3

  • -809 2.536

231

-2 229

Distribuzione prodotti assicurativi

1.519

- 1.519

86

- 86

Altre commissioni intermediazione / gestione

338

  • -100 238

    25

    • -28 -3

      Attività di gestione, intermediazione e consulenza

      Altre commissioni

      Totale

      6.301 1.012 10.348

  • -1.149 5.152

  • -243 769

  • -2.045 8.303

457 84 821

  • -37 420

  • -26 58

  • -100 721

2019

Dato consolidato

Dato

al netto del Gruppo UBI

consolidato

(c) = (a) - (b)

(d)

Passive

-112

229

-33

-14,4

-213

507

-55

-10,8

-

1.222

-32

-2,6

-306

325

-24

-7,4

-631

2.283

-144

-6,3

-196

764

-25

-3,3

-3

10

2

20,0

-739

2.371

-64

-2,7

-

1.441

-8

-0,6

-52

264

-23

-8,7

-990

4.850

-118

-2,4

-239

829

-118

-14,2

-1.860

7.962

-380

-4,8

variazioni

assolute

(e) = (c) - (d)

% (e) / (d)

Passive

Nette

  • -166 196

    Nette

    609 1.190

  • -157 452 - 1.190

720 1.222

594

  • -293 301

    631

    2.755

  • -616 2.139

    2.914

    969 15 3.114

  • -230 739

  • -3 12

  • -807 2.307

960 13 3.110

1.433

- 1.433

1.441

313

  • -72 241

    316

    5.844

  • -1.112 4.732

    928 9.527

  • -217 711

  • -1.945 7.582

5.840 1.068 9.822

Dati riesposti, ove necessario e se materiali, per tenere conto delle variazioni intervenute nel perimetro di consolidamento. I dati relativi al Gruppo UBI non sono stati riesposti.

Le commissioni nette conseguite nel 2020, escluso l'apporto di 721 milioni riveniente dal Gruppo UBI, si sono attestate a 7.582 milioni, in calo del 4,8% rispetto all'esercizio 2019 a

perimetro omogeneo. Pur evidenziando una ripresa nel terzo e nel quarto trimestre, il risultato è fortemente influenzato dall'andamento della prima metà dell'anno, segnato dal "lockdown"

e dal crollo dei mercati finanziari nel pieno della pandemia. Tali fenomeni si sono riflessi in una contrazione dei ricavi commissionali sia dell'attività bancaria commerciale (-6,3%, pari a

-144 milioni), con decrementi generalizzati su tutte le componenti, sia dell'attività di gestione, intermediazione e consulenza (-2,4%, pari a -118 milioni); in particolare è diminuito l'apporto legato alle

gestioni patrimoniali individuali e collettive (-2,7%, pari a -64 milioni) e all'intermediazione e collocamento titoli (-3,3%,

pari a -25 milioni). Infine, anche le altre commissioni hanno mostrato una flessione (-14,2%, pari a -118 milioni), per effetto di minori ricavi su operazioni di factoring e su altre operazioni.

Prendendo in considerazione anche l'operatività del Gruppo UBI

per i mesi da agosto a dicembre le commissioni nette raggiungono gli 8.303 milioni.

(milioni di euro)

Voci

2020

variazioni %

trimestre

4° trimestre

Garanzie rilasciate / ricevute

Servizi di incasso e pagamento

Conti correnti

Servizio Bancomat e carte di credito

53 151 413 100

4 22 110 13

49

129

303

87

48 106 299 83

49 103 295 68

50 114 293 63

2,1 21,7 1,3 4,8

  • -2,0 -2,0

  • 2,9 -9,6

  • 1,4 0,7

  • 22,1 7,9

    Attività bancaria commerciale

    717

    149

    568

    536

    515

    520

    6,0

  • 4,1 -1,0

    Intermediazione e collocamento titoli

    273

    Intermediazione valute

    Gestioni patrimoniali

    Distribuzione prodotti assicurativi

    Altre commissioni intermediazione / gestione

    5 839 443 64

    72 2 146 51 -2

    201

    185

    168

    185

    8,6

  • 10,1 -9,2

3

693

392

66

3 548 364 63

3 516 333 50

3 550 344 62

- 26,5 7,7 4,8

-

-

  • 6,2 -6,2

  • 9,3 -3,2

  • 26,0 -19,4

    Attività di gestione, intermediazione e consulenza

    1.624

    Altre commissioni nette

    Commissioni nette

    241 2.582

    269 31 449

    1.355

    1.163

    1.070

    1.144

    210

    2.133

    162 1.861

    159 1.744

    180 1.844

    16,5 29,6 14,6

  • 8,7 -6,5

  • 1,9 -11,7

  • 6,7 -5,4

Dati riesposti, ove necessario e se materiali, per tenere conto delle variazioni intervenute nel perimetro di consolidamento. I dati relativi al Gruppo UBI non sono stati riesposti.

I ricavi commissionali del quarto trimestre mostrano una significativa ripresa, peraltro già evidenziata a partire dal mese di giugno, e risultano essere i più elevati del 2020. In particolare, nel quarto trimestre cresce l'apporto delle commissioni derivanti dall'industria del risparmio gestito (fondi, gestioni patrimoniali e prodotti assicurativi), per quanto attiene all'attività di gestione, intermediazione e consulenza, e di quelle legate ai servizi di incasso e pagamento, per quanto concerne l'attività bancaria commerciale. Si conferma pertanto l'efficacia dell'offerta a distanza da parte del Gruppo, perseguita attraverso il

rafforzamento dei canali digitali a supporto della clientela.

Il dato più basso del 2020 si riscontra invece nel secondo trimestre, che sconta le conseguenze del pieno impatto delle misure di distanziamento mirate al contenimento della pandemia.

(milioni di euro)

2020

2019

variazioni

assolute

%

Banca dei Territori

3.910

4.179

-269

-6,4

IMI Corporate & Investment Banking

979

999

-20

-2,0

International Subsidiary Banks

505

537

-32

-6,0

Private Banking

1.714

1.747

-33

-1,9

Asset Management

835

799

36

4,5

Insurance

2

-

2

-

Totale aree di business

7.945

8.261

-316

-3,8

Centro di governo

-363

-299

64

21,4

Gruppo Intesa Sanpaolo

(al netto del Gruppo UBI)

7.582

7.962

-380

-4,8

Gruppo UBI

721

Gruppo Intesa Sanpaolo

8.303

Dati riesposti, ove necessario e se materiali, per tenere conto delle variazioni intervenute nel perimetro di consolidamento e nel perimetro operativo. I dati relativi al Gruppo UBI non sono stati riesposti.

Relativamente ai settori di attività, la Banca dei Territori, che rappresenta circa la metà del risultato delle unità operative, ha evidenziato un calo dei ricavi commissionali (-6,4%, pari a -269 milioni), che hanno risentito della brusca frenata nei primi sei mesi dell'anno a seguito del lockdown correlato al contenimento della pandemia COVID-19, da ascrivere sia al comparto di gestione, intermediazione e consulenza sia a quello del commercial banking. Hanno registrato una flessione delle commissioni nette anche IMI Corporate & Investment Banking

(-2%, pari a -20 milioni), per effetto della dinamica rilevata nell'ambito del commercial banking, il Private Banking (-1,9%, pari

a -33 milioni), riconducibile al calo dele commissioni di performance e all'aumento delle commissioni passive per le incentivazioni a favore delle reti distributive, e l'International

Subsidiary Banks (-6%, pari a -32 milioni) essenzialmente attribuibile alla controllata operante in Croazia. Per contro le commissioni dell'Asset Management sono aumentate del 4,5%

(+36 milioni) beneficiando delle buone performance dei prodotti di gestione del risparmio. Il peggioramento dello sbilancio commissionale del Centro di Governo è dovuto principalmente all'incremento delle garanzie ricevute sulle cartolarizzazioni sintetiche di portafoglio e da Sace su operazioni di copertura del rischio di credito.

In applicazione del principio contabile IFRS 15, che richiede di illustrare la disaggregazione dei ricavi provenienti dai contratti con i clienti (ad eccezione di quelli riferiti a contratti di leasing, contratti assicurativi e strumenti finanziari), vengono di seguito esposte la disaggregazione delle commissioni attive e le commissioni passive per settore di attività.

(milioni di euro)

UBI)assolute

Garanzie rilasciate

74

250

36

2

-

-

-

362

18

380

341

  • 21 6,2

    Servizi di incasso e pagamento

    Conti correnti

    343 1.031

    86 28

    162 124

    7 7

    - -

    - -

    11

    -

    609 1.190

    40 181

    649 1.371

    720 1.222

  • -111 -15,4

  • -32 -2,6

    Servizio Bancomat e carte di credito

    364

    2

    195

    8

    -

    -

    25

    594

    41

    635

    631

  • -37 -5,9

    Attività bancaria commerciale

    1.812

    366

    517

    24

    -

    -

    36

    2.755

    280

    3.035

    2.914

  • -159 -5,5

    Intermediazione e collocamento titoli

    1.044

    306

    20

    194

    320

    -

    -915

    Intermediazione valute

    Gestioni patrimoniali

    6 112

    2 10

    3 18

    3 1.546

    - 1.654

    - -

    1 -226

    969 15 3.114

    112

    1.081

    3 231

    18 3.345

    960 13 3.110

  • 9 0,9

  • 2 15,4

  • 4 0,1

    Distribuzione prodotti assicurativi

    799

    -

    26

    608

    -

    2

    -2

    1.433

    86

    1.519

    1.441

  • -8 -0,6

    Altre commissioni intermediazione / gestione

    56

    73

    13

    166

    1

    -

    4

    313

    25

    338

    316

  • -3 -0,9

    Attività di gestione, intermediazione e consulenza

    2.017

    Altre commissioni

    310

    391 371

    80 74

    2.517

    1.975

    • 2 -1.138

      5.844

      20

      122

      -

      31

      928

      457 84

      6.301 1.012

      5.840 1.068

  • 4 0,1

  • -140 -13,1

    Commissione attive

    4.139

    1.128

    671

    2.561

    Commissioni passive

    -229

    Commissioni nette

    3.910

    -149 979

    -166

    -847

    2.097 -1.262

    • 2 -1.071

    9.527

    821

    10.348

    9.822

  • -295 -3,0

505

1.714

835

- 2

708 -363

-1.945 7.582

-100 721

-2.045 8.303

-1.860 7.962

85

-380

4,6 -4,8

(a) Al Centro di Governo sono ricondotte le elisioni infrasettoriali.

Dati riesposti, ove necessario e se materiali, per tenere conto delle variazioni intervenute nel perimetro di consolidamento e nel perimetro operativo. I dati relativi al Gruppo UBI non sono stati riesposti.

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Intesa Sanpaolo S.p.A. published this content on 26 March 2021 and is solely responsible for the information contained therein. Distributed by Public, unedited and unaltered, on 26 March 2021 15:32:03 UTC.