Un embargo europeo sul petrolio russo trasportato via mare entrerà in vigore il 5 dicembre e il Governo italiano si è impegnato a salvare l'impianto ISAB, che rappresenta un quinto della capacità di raffinazione italiana e impiega circa 1.000 lavoratori.

L'impianto ha dovuto fare affidamento esclusivamente sul petrolio russo fornito da Lukoil, dopo che le banche creditrici hanno bloccato i finanziamenti e smesso di fornire le garanzie necessarie per acquistare petrolio da fornitori alternativi.

Mentre le trattative per vendere l'impianto a un acquirente non russo si trascinano, le fonti hanno detto che Roma sta facendo pressioni sulla Litasco di Lukoil, che possiede la raffineria, per fornire petrolio e finanziamenti oltre la scadenza di dicembre.

Reuters ha riferito il mese scorso che Litasco ha spostato parte delle sue operazioni a Dubai, nel tentativo di eludere le sanzioni che presto impediranno alle entità europee e svizzere di acquistare il greggio russo via mare.

Una terza fonte ha detto che la raffineria ISAB non ha intenzione di interrompere le operazioni il 5 dicembre, anche se il tempo sta per scadere. L'impianto raffina circa 1 milione di tonnellate di greggio al mese e non sarebbe in grado di continuare a lungo senza forniture di petrolio fresco.

Il finanziamento statale per sostenere la raffineria è ancora un'opzione in discussione, ma le banche rimangono riluttanti a trattare con un'entità russa, ha detto una delle fonti, nonostante Lukoil e Litasco non siano soggette alle sanzioni europee.

Venerdì si terrà a Roma un incontro con i rappresentanti della raffineria e del Governo, e i sindacati hanno avvertito che la chiusura dell'impianto avrebbe effetti devastanti su una delle regioni più depresse d'Italia.

"Faremo in modo che l'impianto rimanga operativo", ha dichiarato giovedì il Ministro dell'Industria Adolfo Urso, senza specificare i piani del Governo.

Litasco questo mese ha rifiutato un'offerta preliminare del fondo statunitense Crossbridge.

Urso ha detto che il governo sarebbe pronto a utilizzare i suoi poteri speciali per bloccare un'acquisizione straniera della raffineria per proteggere gli interessi nazionali.

Lukoil non ha risposto immediatamente a una richiesta di commento.