Nel terzo trimestre, il fatturato è aumentato del 9% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente e l'utile operativo del 16%. Il numero di abbonati è diminuito del 5%, ma il fatturato medio per abbonato è aumentato del 15%.

Due cose vanno notate, o meglio confermate: in primo luogo, con il 58% del solo fatturato consolidato, Tinder rimane la forza trainante del gruppo; in secondo luogo, mentre il famoso "swipe" riscuote successo in Europa e Nord America, fatica a farsi strada in Asia-Pacifico.

Il mercato accoglie dunque con cautela i risultati trimestrali pubblicati l'altro ieri e si preoccupa del ristagnante numero di abbonati a Tinder. È pur vero che la piattaforma è ormai così onnipresente che è difficile vederla crescere al ritmo di un tempo.

Di conseguenza, il prezzo dell'azione è stato corretto da un multiplo di x33 utili a un multiplo di x15 utili. Lo scenario di mercato non è più di crescita esponenziale, ma di stabilità.

L'andamento dei primi nove mesi dell'anno smentisce solo in parte questa preoccupazione: il fatturato è aumentato solo del 4% e l'utile operativo, prima delle svalutazioni delle attività, del 6% rispetto all'anno precedente.

Soprattutto perché l'offerta di Match si sta in gran parte auto-cannibalizzando. La sua piattaforma Hinge, ad esempio, è un grande successo e si prevede che quest'anno genererà un fatturato di quasi 400 milioni di dollari, rispetto ai 285 milioni dello scorso anno. Tuttavia, è molto probabile che saranno gli ex abbonati a Tinder a rinforzare queste coorti.

Hinge è stata acquisita da Match per 25 milioni di dollari cinque anni fa. Qui possiamo lodare la performance del management, senza dimenticare di sottolineare che è grossolanamente strapagato, in quanto le stock option hanno rappresentato più della metà dell'utile netto dello scorso anno.

La buona notizia è la continua crescita del fatturato per abbonato, che ha raggiunto i 18,39 dollari nel terzo trimestre rispetto ai 16,26 dollari di inizio anno. Grazie all'effetto rete e alla notorietà, Tinder potrebbe avere un pricing power non sfruttato.

L'esempio di McDonald's, discusso ieri in questa stessa rubrica, dimostra come quest'ultimo criterio possa talvolta fare la differenza, anche in un'azienda matura.