MILANO (MF-DJ)--"L'intervento della Commissione Europea è il benvenuto.

Avevamo chiesto alla Commissione di intervenire quanto prima possibile".

Lo ha affermato un portavoce di Tci, fondo che controlla oltre il 10%

di Atlantia che a sua volta controlla l'88% di Aspi, commentando la

decisione della Commissione Ue di inviare una lettera al Governo Europeo

in cui si chiede di giustificare il suo comportamento nella vicenda Aspi.

Nel dettaglio Bruxelles ha inviato una lettera formale, che Mf-DowJones ha potuto leggere, in cui riporta le lamentele ricevute per il Dl

Milleproroghe.

Da Bruxelles scrivono che le modifiche introdotte dal decreto

Milleproroghe del 31 dicembre 2019 "potrebbero costituire restrizioni alle libertá del mercato interno, in particolare la libertá di stabilimento e la libera circolazione dei capitali" e se così fosse "sarebbero vietati" a meno di motivi di ordine pubblico.

In particolare viene contestato il famigerato articolo 35 del Dl

Milleproroghe e piú in particolare il congelamento di fatto delle tariffe

autostradali, le norme che cambiano ex post il contratto fra Autostrade e

il governo del 2007 e danno a quest'ultimo il potere di revocare la

concessione versando un indennizzo minore o anche pari a zero, in caso di

violazione degli obblighi della societá del gruppo Atlantia.

"Non c'è alcuna giustificazione per il decreto Milleproroghe"

aggiungono ancora da Tci commentando questo passaggio della missiva e

ricordando che "gli azionisti di Atlantia hanno sofferto perdite

significative in conseguenza delle azioni unilaterali e retroattive poste

in essere dal Governo Italiano, in entrambe i casi in violazione dei

principi Europei".

In sostanza viene ipotizzata la violazione del principio del "pacta sunt servanda". La Commissione sottolinea infatti che "le modifiche normative in questione sembrano essere tali da incidere sulla posizione di coloro che hanno fatto affidamento sul precedente regime di concessione", si legge. "In particolare, sulle disposizioni contrattuali potenzialmente piú favorevoli in materia di indennizzi o estinzione anticipata". Il portavoce di Tci ricorda inoltre che nel 2006-08 la Commissione avviò una procedura contro l'Italia sul tema delle concessioni autostradali proprio per la violazione del principio del rispetto degli accordi presi.

Bruxelles chiede esplicitamente, nella lettera, "quali sono i motivi

dell'adozione" del Milleproroghe e "in che modo si accerterebbe la

violazione degli obblighi del concessionario che farebbe scattare

l'applicazione dell'articolo 35 del decreto". Proseguendo viene rilevato

che, secondo gli autori dei reclami, il Milleproroghe è arrivato "in modo

inaspettato" senza "disposizioni transitorie o indennizzi adeguati" e "se

fosse così" scrive la Commissione "potrebbero violare i principi della

certezza del diritto".

Infine la Commissione ha chiesto chiarimenti anche sull'aggiudicazione

diretta alla societá statale Anas della gestione provvisoria della rete

autostradale, senza una gara "che garantisca il rispetto dei principi di

paritá di trattamento e trasparenza" ipotesi che potrebbe essere

"incompatibile" con il diritto europeo.

Le autoritá italiane hanno dieci settimane, a partire del 20 gennaio

data di ricezione della lettera, per rispondere alla Commissione.

E' evidente che questa lettera potrebbe avere impatti anche sul processo di vendita della quota Aspi in corso. Infatti se le risposte che il nostro Governo dará a Bruxelles non saranno accettate da un lato si rischia la procedura d'infrazione per l'Italia. Dall'altro è noto che le norme nazionali incompatibili con il Diritto Ue devono essere disapplicate da tutte le autoritá amministrative e giudiziarie nazionali. E questo potrebbe travolgere tutti gli atti del Mit e dell'autoritá di Regolazione delle tariffe per quanto riguarda la determinazione delle tariffe stesse. Non è escluso che potrebbero non essere piú giustificate anche le modifiche della convenzione.

Chiaramente a rischio anche l'articolo 10 dell'atto transitorio che al

secondo comma dice che il Pef (Piano tariffario) avrá il via libera

definitivo solo una volta che Aspi sará passata alla cordata guidata da

CdP. E quindi la lettera dell'Ue potrebbe portare a conseguenze oggi

inimmaginabili.

glm

gabriele.lamonica@mfdowjones.it

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January 29, 2021 12:34 ET (17:34 GMT)