Le grandi banche statunitensi sono sopravvissute ad un ipotetico calo del 40% dei valori degli immobili commerciali nell'ambito del test annuale di salute della Federal Reserve, attenuando i timori sul settore bancario mentre i proprietari lottano in un mondo di tassi d'interesse più alti e più lunghi.

Mentre i rischi aumentano nello spazio CRE, gli investitori guardavano agli 'stress test' della Fed per valutare quanto sono esposti i prestatori americani in un momento in cui le abitudini lavorative dell'era pandemica continuano a svuotare le torri degli uffici, mandando i tassi di sfitto oltre i picchi storici fino a un record del 20%.

Sotto molti punti di vista, dovrebbe esserci un senso di conforto per il fatto che le banche possono superare una tempesta molto brutta, ha detto Chris Marinac, responsabile della ricerca di Janney Montgomery Scott. "Anche se questo non significa che la Fed pensi che l'immobiliare commerciale sia fuori pericolo. Siamo ancora agli inizi di questo ciclo del credito.

L'esercitazione di emergenza della Fed mette alla prova i bilanci delle banche contro un'immaginaria grave recessione economica che include anche un calo del 36% dei prezzi delle case negli Stati Uniti, un calo del 55% dei prezzi delle azioni e un tasso di disoccupazione del 10%.

I risultati, resi noti mercoledì dalla Fed, esaminano se le banche sarebbero in grado di continuare a concedere prestiti a famiglie e imprese in caso di una grave recessione globale. Indicano anche la quantità di capitale di cui le banche hanno bisogno per essere considerate sane - e quanto possono restituire agli azionisti attraverso dividendi e riacquisti.

Le 31 grandi banche testate hanno dimostrato di avere un capitale sufficiente per assorbire quasi 685 miliardi di dollari di perdite.

Il test disastroso della Fed arriva più di un anno dopo il collasso degli istituti di credito di medie dimensioni Silicon Valley Bank, Signature Bank e First Republic. Questi fallimenti hanno suscitato critiche sul fatto che la Fed non è riuscita a valutare le vulnerabilità delle banche rispetto all'aumento dei tassi di interesse; al contrario, la Fed ha immaginato che i tassi di interesse sarebbero scesi nel corso di una grave recessione.

Il settore degli uffici commerciali è tenuto sotto stretta osservazione, in quanto 929 miliardi di dollari dei 4.700 miliardi di dollari di mutui commerciali in essere detenuti da prestatori e investitori giungeranno a scadenza nel 2024, secondo la Mortgage Bankers Association. Questo muro di scadenze incombente si inserisce in un contesto di calo dei valori immobiliari e di riduzione degli affitti.

Gli analisti prevedono una dolorosa resa dei conti per il CRE, con le banche che mantengono ancora "rischi di concentrazione considerevoli", secondo Moody's Ratings.

Tra le banche testate, Goldman Sachs ha avuto la più alta previsione di perdita sui prestiti per gli immobili commerciali, pari al 15,9%. Seguono RBC USA, Capital One e Northern Trust, con proiezioni rispettivamente del 15,8%, 14,6% e 13%.

Una critica mossa dagli analisti allo stress test della Fed è stata quella di non includere le banche regionali che detengono la maggior parte dei prestiti CRE. Gli istituti di credito regionali sono anche meno regolamentati rispetto ai loro colleghi più grandi. (Servizio di Michelle Conlin, editing di Deepa Babington)