ZURIGO (awp/ats) - Il boom delle vendite legato al Covid fa parte ormai definitivamente del passato: nel 2023 Roche ha visto calare il fatturato, peraltro anche sulla scia del rafforzamento del franco, e ha guadagnato tanto, ma meno di quanto si aspettassero gli analisti. La reazione della borsa è stata molto negativa.

Nel periodo in rassegna il colosso farmaceutico renano ha contabilizzato ricavi per 58,7 miliardi di franchi, in flessione del 7%, su base annua, emerge dai dati pubblicati oggi. A tassi di cambio costanti si osserva però una progressione dell'1%, dato leggermente migliore degli obiettivi fissati dai vertici della società.

A pesare è stato il crollo dei proventi della divisione diagnostica (-21% a 14,1 miliardi), che tanto aveva approfittato della pandemia di coronavirus e della relativa esigenza di test di massa. Il secondo pilastro del gruppo, il comparto farmaceutico, ha visto per contro il giro d'affari scendere del 2% a 44,6 miliardi. Per fare qualche esempio, il preparato Ocrevus ha generato 6,3 miliardi (+13%), Hemlibra 4,1 miliardi (+16%), Perjeta 3,8 miliardi (+1) e Tecentriq 3,8 miliardi (+9%).

La redditività rimane peraltro da capogiro se messa in relazione al fatturato e confrontata con altri settori economici: l'utile netto si è attestato a 12,4 miliardi di franchi, seppur in calo dai 13,5 miliardi del 2022. L'utile operativo di base (core operating profit), il parametro tenuto d'occhio dagli analisti, si è contratto del 13% a 19,2 miliardi: e in questo campo i pronostici sono andati delusi o, detto in altro modo, gli esperti hanno sbagliato le previsioni.

"Le attività di base di Roche - escluse quelle legate al Covid - hanno continuato a mostrare un forte slancio di crescita, con un +8% a tassi di cambio costanti", commenta il Ceo Thomas Schinecker, citato in un comunicato. "Siamo ben posizionati per l'espansione futura". Concretamente per il 2024 è atteso un incremento delle vendite a una singola cifra percentuale media, esclusi gli impatti valutari. Anche l'utile di base per azione dovrebbe salire allo stesso modo. Il gruppo intende inoltre ritoccare al rialzo il dividendo.

In concomitanza con le cifre annuali il gruppo ha informato anche sui compensi dei top manager. In carica da marzo, Schinecker ha incassato 9,6 milioni, a fronte degli 11,5 milioni (per 12 mesi) andati nel 2022 al suo predecessore Severin Schwan. Per determinare l'ordine di grandezza, il manager austro-tedesco con dottorato in biologia conseguito a New York ha quindi guadagnato l'equivalente di 21 consiglieri federali, di 120 dipendenti normali svizzeri o di 144 salariati ticinesi. Rimanendo nel settore sanitario, la sua remunerazione è equivalente ai premi di assicurazione malattia di base pagati l'anno scorso da 2055 persone.

Intanto però la delusione degli investitori - che son spesso stranieri - per le comunicazioni odierne si è fatta sentire in borsa: in mattinata il buono di godimento Roche - è questo il titolo di riferimento, non l'azione al portatore - perdeva circa il 4%, in un mercato generalmente orientato a un ribasso frazionale: il valore ha toccato un minimo a 236,10 franchi. Dall'inizio del 2023 la performance è del +1%, mentre sull'arco di 52 settimane si registra -11%. A titolo di confronto, l'azione del concorrente Novartis mette a referto rispettivamente +5% e +18%.

Fondato nel 1896 a Basilea dall'impiegato di banca Fritz Hoffmann-La Roche (1868-1929), il gruppo Roche è stato uno dei primi produttori industriali di medicinali. Nel corso dei decenni diversi suoi preparati hanno fatto la storia della medicina. Oggi la società è attiva in oltre 100 paesi del mondo e ha quote di mercato particolarmente significative nel settore dei farmaci tumorali e della diagnostica.