Le azioni asiatiche sono salite mercoledì, mentre gli investitori ansiosi hanno osato sperare che la diva dell'AI Nvidia potesse soddisfare le aspettative più alte, tenendo d'occhio le prospettive dei tassi d'interesse degli Stati Uniti e del Regno Unito.

La banca centrale della Nuova Zelanda ha offerto una valutazione sobria dei suoi problemi di inflazione, avvertendo che i tassi dovranno essere più alti per un periodo più lungo, per farli rientrare, con uno shock per i mercati locali.

Ciò ha visto il dollaro kiwi balzare dello 0,9% ai massimi di un mese di $0,6151, mentre i rendimenti obbligazionari hanno subito un'impennata.

L'indice più ampio dell'MSCI delle azioni dell'Asia-Pacifico al di fuori del Giappone è salito dello 0,4%, dopo essere già salito per quattro settimane consecutive per raggiungere un massimo di due anni.

Il Nikkei giapponese è diminuito dello 0,6%, in quanto i dati hanno mostrato che lo yen debole stava aumentando le esportazioni, ma anche alimentando l'inflazione importata e pesando sul sentimento delle imprese.

I futures dell'EUROSTOXX 50 e del FTSE sono saliti entrambi dello 0,2%. I futures dell'S&P 500 e quelli del Nasdaq erano entrambi in rialzo di una frazione.

I mercati sono pronti per i fuochi d'artificio quando Nvidia presenterà il suo rapporto dopo la campana, con opzioni quotate per un'oscillazione dell'8,7% in entrambe le direzioni, per un valore di mercato di 200 miliardi di dollari.

Gli analisti si chiedono quanto ancora possa offrire, dato che il produttore di chip vanta già un margine di profitto del 77% e le sue azioni sono salite del 93% sull'anno finora.

"Il sentimento è piuttosto positivo, con le nostre barre ben al di sopra del consenso e la sensazione che il management abbia lasciato un po' di spazio per sorprendere positivamente", ha detto Josh Meyers, analista di JPMorgan.

"Questo suggerisce che potrebbe essere necessaria una grande sorpresa al rialzo, sugli utili o su una guida futura più chiara, per far salire il titolo".

VIGILANZA SULLE BANCHE CENTRALI

I verbali dell'ultima riunione della Federal Reserve degli Stati Uniti, attesi in giornata, dovrebbero confermare che la prossima mossa è ancora probabilmente al ribasso, ma i responsabili delle politiche hanno bisogno di maggiore fiducia nel fatto che l'inflazione abbia ripreso la sua tendenza al ribasso.

I futures sui Fed fund implicano circa il 66% di probabilità di un taglio dei tassi entro settembre e hanno 43 punti base di allentamento prezzati per quest'anno.

I dati sull'inflazione del Regno Unito, attesi nel corso della sessione, potrebbero decidere se la Banca d'Inghilterra si allenterà già a giugno o se aspetterà fino ad agosto.

Le previsioni prevedono un rallentamento dell'inflazione dei prezzi al consumo core al 3,6% ad aprile, dal 4,2% di marzo, e un eventuale calo ridurrebbe le probabilità di un taglio a giugno e probabilmente metterebbe sotto pressione la sterlina.

La sterlina si è mantenuta appena al di sotto dei massimi di due mesi a 1,2712 dollari, mentre l'euro è rimasto stabile a 1,0857 dollari, appena al di sotto del suo recente top di 1,0895 dollari.

Il dollaro si è stabilizzato sullo yen a 156,20, mentre la minaccia di un intervento giapponese ha bloccato la sua avanzata.

L'oro è rimasto fermo a 2.424 dollari l'oncia, dopo aver toccato il massimo storico di 2.449,89 dollari all'inizio della settimana.

I prezzi del petrolio sono scivolati tra le preoccupazioni per il picco della stagione di guida negli Stati Uniti, dato che la domanda stagionale è stata rilevata al minimo dal 2020 e i prezzi al dettaglio sono scesi per quattro settimane di fila.

Il greggio Brent è sceso di 50 centesimi a 82,38 dollari al barile e lo spread sui futures si è ulteriormente ristretto, mentre il greggio statunitense ha perso 54 centesimi a 78,12 dollari al barile.