MILANO (MF-DJ)--Andrea Orcel li batterà tutti. Il nuovo ceo di Unicredit

avrà uno stipendio che potrà arrivare a 7,5 milioni. Come spesso accade i

compensi dei banchieri, soprattutto Oltreoceano, finiscono al centro di

attacchi di fondi attivisti o dei proxy advisor. E non è detto che anche

altri istituti di credito finiscano nel mirino.

Anche perché, scrive MF, se la principale banca del Paese, Intesa

Sanpaolo, ha ridotto l'emolumento, anno su danno, sia del presidente Gian

Maria Gros-Pietro (da 1,02 milioni a 853mila euro) sia dell'ad Carlo

Messina (da 4,566 a 3,328 milioni), con quest'ultimo che aveva già

annunciato di avere donato 1 milione del suo bonus, e se Jean Pierre

Mustier ha incassato uno stipendio più basso (da 1,21 milioni a 911mila

euro), rinunciando alla buonuscita e alla parte variabile dello stipendio

(2,4 milioni), c'è chi ha vinto aumentare il proprio compenso.

Come nel caso di Alessandro Vandelli, ad di Bper (il suo nome non è

stato indicato nella lista presentata dal socio di riferimento UnipolSai

per il rinnovo del cda dell'istituto emiliano), passato da 1,1 a 1,425

milioni. Bper ha chiuso il 2020 con un utile netto (escluse le quote di

terzi) di 245,65 milioni (-35,3%) e con un risultato della gestione

operativa di 870,74 milioni (+47,8%).

In termini percentuali il balzo più alto è fatto registrare dallo

stipendio di Luigi Lovaglio, ad e dg del Creval (sotto opa da parte del

Credit Agricole) che ha incassato 1,837 milioni rispetto agli 887mila del

2019. Vero è che la banca della Valtellina ha chiuso il 2020 con un utile

netto di 113,2 milioni di euro rispetto ai 56,2 milioni di euro del 2019 e

ha confermato una cedola da 0,23 euro per azione. Anche il Credem ha

incrementato, marginalmente, i compensi dei vertici: il presidente Lucio

Zanon di Valgiurata è salito da 411mila a 423mila euro, il dg Nazzareno

Gregori da 643mila a 652mila euro.

red

MF-DJ NEWS

1408:46 apr 2021

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April 14, 2021 02:47 ET (06:47 GMT)