LONDRA (Reuters) - Un'ondata di vendite per 150 miliardi di euro in titoli di Stato a gennaio sta alimentando il nervosismo sui mercati obbligazionari della zona euro, in quella che potrebbe essere un'anticipazione della quantità potenzialmente da record di debito pubblico che dovrà essere assorbito dagli investitori quest'anno.

I rendimenti dei titoli di stato, che si muovono inversamente ai prezzi, hanno iniziato il 2024 in rialzo dopo essere calati a novembre e dicembre. Il rendimento decennale della Germania, il benchmark della zona euro, è salito oltre il 2% dal minimo di un anno dell'1,896% della scorsa settimana.

La riduzione delle scommesse degli investitori sull'entità e le tempistiche con cui le banche centrali taglieranno i tassi d'interesse quest'anno ha portato al selloff delle obbligazioni. Ora a questo si aggiungono i timori che i mercati fatichino a digerire un altro anno di forti vendite di debito pubblico.

Ing stima che la zona euro emetterà circa 150 miliardi di euro di debito solo questo mese, mentre i governi tentano di trarre vantaggio dal recente calo dei rendimenti e gli investitori cercano opportunità per il nuovo anno. L'offerta netta è di 72 miliardi di euro se si tiene conto dei rimborsi.

Nel gennaio dello scorso anno è stata emessa una quantità di debito analoga, ma i prossimi collocamenti arrivano dopo un potente rally che sembra vicino a concludersi, osserva Jorge Garayo, strategist dei tassi di interesse di Societe Generale.

"Gli attuali livelli di rendimento sembrano difficili da digerire per il mercato per la quantità di offerta che sta per arrivare", ha detto Garayo. "Per noi l'offerta sarà una preoccupazione e avra` un impatto al rialzo sui rendimenti".

Michael Weidner, co-responsabile del reddito fisso globale di Lazard Asset Management, ritiene che una cosa da temere è che i governi vogliano emettere una grande quantità di debito sulla parte piu` lunga della curva.

Le obbligazioni a lunga scadenza sono generalmente considerate più rischiose, per cui gli investitori chiedono un premio per detenerle.

"Riteniamo che ci saranno più emissioni (di obbligazioni a lunga scadenza), e quale tipo di durata il mercato sia pronto ad assorbire è un po' un punto interrogativo, dato il livello dei rendimenti", spiega Weidner.

La Germania ha in programma di emettere obbligazioni a 10 anni questo mese e la Spagna ha già venduto una scadenza a 30 anni.

FATTORE BCE

Ad aumentare i timori degli investitori c'è il fatto che la Banca centrale europea (Bce), che nell'ultimo decennio ha assorbito una grossa fetta del debito pubblico, sta iniziando a disimpegnarsi.

A dicembre ha annunciato che inizierà a ridurre il programma di acquisto di obbligazioni del periodo della pandemia - il PEPP - di 7,5 miliardi di euro al mese nella seconda metà del 2024.

Secondo le stime di Barclays, se si tiene conto del quantitative tightening, quest'anno i mercati potrebbero dover assorbire un debito pubblico record di 675 miliardi di euro, con un aumento di 25 miliardi di euro rispetto all'anno scorso.

Weidner si aspetta che il divario tra i rendimenti dei bond italiani e tedeschi si amplierà man mano che la Germania cercherà di ridurre i propri livelli di debito e la Bce, che ha fatto da sostegno alle obbligazioni italiane, uscirà dal mercato.

Attestandosi a circa 168 pb, lo spread è aumentato di circa 10 punti nell'ultima settimana, ma è ancora al di sotto dei picchi registrati negli ultimi anni.

Non tutti sono preoccupati. Joost van Leenders, senior investment strategist di Van Lanschot Kempen, sostiene che l'inflazione e le banche centrali continueranno a guidare i mercati obbligazionari.

"I cicli economici e dell'inflazione tendono ad essere molto più importanti dei timori sull'emissione di bond", afferma. "I rendimenti dei titoli di stato sono scesi perché l'inflazione è diminuita".

Secondo Peter Schaffrik, chief European macro strategist di RBC Capital Markets, i governi saranno ancora in grado di emettere debito, soprattutto perché hanno in programma di rimborsare molte obbligazioni, restituendo denaro agli investitori.

"Non credo che ci saranno aste non riuscite o cose del genere, è solo una questione di concessione di rendimento che il mercato richiede".

(Tradotto da Chiara Scarciglia, editing Valentina Consiglio)