ZURIGO (awp/ats) - I tassi della Banca nazionale svizzera (BNS) rimarranno fermi nei prossimi trimestri, il franco resterà forte nei confronti dell'euro e del dollaro, mentre la congiuntura elvetica andrà incontro a un rallentamento: sono queste, in estrema sintesi, le indicazioni che emergono dall'indice sulle prospettive economiche calcolato da UBS e da CFA Society Switzerland sulla base di un sondaggio fra gli esperti.

L'indicatore principale si è attestato in novembre a -29,6 punti, emerge dalle informazioni diffuse oggi. Rispetto al mese prima il dato è migliorato (+8,2 punti): rimangono però tuttora più numerosi gli specialisti che si aspettano un raffreddamento dell'attività economica, rispetto a quelli che puntano sull'evoluzione opposta. Si tratta inoltre del 21esimo mese consecutivo in negativo e il valore resta ben al di sotto della media di lungo periodo.

Andando nei dettagli, il 45,5% degli interrogati in novembre pronostica un peggioramento della situazione congiunturale nei prossimi sei mesi, il 15,9% un miglioramento, mentre il 38,6% è convinto che non vi saranno cambiamenti (valori arrotondati che determinano poi l'indice complessivo: 15,9 meno 45,5 = -29,6). Rispetto a ottobre sono aumentati gli ottimisti (+7,8 punti), mentre sono diminuiti sia i pessimisti (-0,4 punti) sia coloro che puntano sullo status quo (-7,3 punti).

La sfiducia per il futuro elvetico si accompagna a un'analisi ancora altrettanto fosca riguardante l'Eurozona (-25,0) e gli Stati Uniti (-43,1). Per la Cina le prospettive appaiono di nuovo un po' più negative (-6,9), dopo il parziale recupero di ottobre (-2,7) seguito alle indicazioni di settembre (-20,4) e di agosto (l'indice era a -43,2: mai il valore era stato così basso).

Peggiorato, nel confronto mensile, è il giudizio sulla situazione congiunturale elvetica attuale, con un indice che rimane comunque positivo a 4,6 punti, sebbene in flessione di 6,2 punti.

Particolarmente importanti sono i segnali per quanto riguarda il rincaro: l'inflazione in Svizzera è vista in aumento dal 15,9% del campione, mentre il 34,1% si aspetta un calo e il 50,0% stabilità. I tassi d'interesse sono attesi stabili nel corto termine (72,7%) e anche sul lungo periodo il 47,7% non ipotizza alcun cambiamento: consistente è comunque la quota di chi vede un rialzo (31,8%), mentre non pochi (20,5%) mettono in conto una contrazione.

Focalizzando l'attenzione ulteriormente sulla BNS, la probabilità che il tasso guida resti all'attuale 1,75% nel corrente quarto trimestre viene accreditata al 72%: scende poi al 67% per i primi tre mesi del 2024, al 57% nel secondo trimestre e al 45% nel terzo. In contemporanea salono in particolare la probabilità di un tasso all'1,5% o all'1,25%.

Il 48,8% degli interrogati (+9,9 punti rispetto a ottobre) prevede inoltre un incremento dell'indice di borsa elvetico SMI nei prossimi sei mesi, il 25,6% punta su valori stabili e un analogo 25,6% su una flessione. Sul fronte valutario, il 39,5% si aspetta un rafforzamento del franco rispetto all'euro, il 9,3% un indebolimento e il 51,2% ritiene che non vi saranno cambiamenti nel corso; valori simili vengono registrati in relazione al dollaro. Riguardo alla disoccupazione il 46,5% vede una crescita dei senza lavoro, il 51,2% una stagnazione e solo il 2,3% un calo.

Al sondaggio, effettuato fra il 16 e il 23 novembre, hanno partecipato 44 analisti della comunità finanziaria elvetica. L'inchiesta in questione viene realizzata dal gennaio 2017: fino all'agosto 2023 partner di CFA era Credit Suisse, ora è UBS, banca che ha rilevato il concorrente.