Lo yen rimane attorno ai minimi pluridecennali, tenendo i trader in allerta per eventuali segnali di intervento.

La probabilità di un primo taglio da parte della Fed di 25 punti base a giugno è data al 50% circa, in calo rispetto al 57% di una settimana fa, secondo i dati di Cme Group.

Alle 10,56, l'indice del dollaro è in calo dello 0,01% a 104,131.

Il dato sui prezzi al consumo di marzo negli Stati Uniti, in agenda domani, fornirà ulteriori indizi sulla traiettoria di politica monetaria della Fed.

Il dollaro avanza dello 0,05% a 151,86 yen, mantenendosi vicino al massimo di 34 anni di 151,975 yen toccato il mese scorso, mentre continuano i tentativi dei funzionari giapponesi di rafforzare la valuta.

Il ministro delle Finanze Shunichi Suzuki ha detto che le autorità non escluderanno alcuna opzione per affrontare i movimenti eccessivi dello yen, ribadendo l'avvertimento che Tokyo è pronta ad agire contro i forti ribassi della valuta.

Il governatore della Banca del Giappone Kazuo Ueda ha detto che la banca centrale deve prendere in considerazione la possibilità di ridurre il grado di stimolo monetario se l'inflazione accelererà.

L'euro perde lo 0,02% a 1,0856 dollari, mentre la sterlina scambia a 1,2655 dollari, in calo dello 0,1% su base giornaliera.

Le banche della zona euro hanno abbassato la soglia per l'approvazione dei mutui lo scorso trimestre per la prima volta in oltre due anni, ma la domanda di credito ha continuato a diminuire a causa degli alti costi di prestito e della stagnazione dell'economia, secondo un'indagine della Bce.

(Tradotto da Camilla Borri, editing Antonella Cinelli)