Le azioni australiane hanno chiuso lunedì al livello più basso in quasi tre mesi, trascinate dai titoli bancari e delle materie prime, mentre gli investitori attendono i dati sull'inflazione locale, previsti nel corso della settimana, per avere indicazioni sulla futura politica monetaria.

L'indice S&P/ASX 200 ha esteso le perdite alla quarta sessione consecutiva, scendendo dello 0,3% per terminare a 7.078,70, il livello più basso dal 29 marzo. Il benchmark ha perso il 2,1% la scorsa settimana.

Gli analisti delle principali banche australiane prevedono che l'inflazione a maggio sia diminuita rispetto al mese precedente. Tuttavia, ciò non influisce sulle loro previsioni di altri due aumenti dei tassi di interesse da parte della Reserve Bank of Australia (RBA) a luglio e agosto.

"Mentre l'indicatore mensile dell'IPC sarà fondamentale per decidere se la RBA seguirà un altro rialzo dei tassi a luglio, anche altri dati in uscita nel mese suggeriscono rischi di inflazione al rialzo", ha dichiarato Taylor Nugent, economista della National Australia Bank (NAB).

NAB continua a prevedere un aumento dei tassi di un quarto di punto sia a luglio che ad agosto, portando il tasso di liquidità al 4,6% dall'attuale 4,1%.

Brad Smoling, amministratore delegato di Smoling Stockbroking, si aspetta che il calo dell'inflazione tolga pressione alla banca centrale, incoraggiandola a "sedersi, fare una pausa e attendere ulteriori conferme dai dati".

Questa settimana gli investitori si concentreranno anche sui dati relativi ai posti di lavoro e alle vendite al dettaglio a livello nazionale.

A Sydney, il sottoindice dei pesi massimi dei titoli finanziari è sceso dello 0,5%, con tre delle cosiddette 'Big Four' in calo tra lo 0,2% e lo 0,8%.

I minatori hanno chiuso in ribasso dello 0,3%, messi sotto pressione dall'aumento dell'offerta e dalla debolezza della domanda a valle in Cina, il principale consumatore. BHP Group e Rio Tinto sono scesi dello 0,3% ciascuno.

Nel frattempo, i titoli dell'oro sono saliti dell'1,8%, grazie all'aumento dei prezzi dei lingotti, grazie all'indebolimento del dollaro. Il principale minatore d'oro Newcrest Mining è avanzato dell'1,2%.

Tra i singoli titoli, il grossista e distributore di generi alimentari Metcash ha registrato un'impennata del 4,7%, il più grande balzo intraday dal dicembre 2020, dopo aver riportato forti guadagni annuali.

In Nuova Zelanda, l'indice di riferimento S&P/NZX 50 si è assestato su un ribasso dello 0,8%, chiudendo a 11.638,68. (Relazione di Ayushman Ojha; Redazione di Nivedita Bhattacharjee e Eileen Soreng)