I fondi quotati a Dublino e in Lussemburgo sono ampiamente utilizzati dagli investitori britannici, ma i gestori patrimoniali temono che l'ottenimento dell'accesso a lungo termine post-Brexit in Gran Bretagna possa comportare nuovi requisiti onerosi, come la necessità di rivalutare il valore delle attività nei loro fondi.

Il Ministro dei Servizi Finanziari britannico Bim Afolami ha dichiarato che, a seguito di una valutazione dettagliata, il Governo ha riscontrato che i fondi dell'UE sono "equivalenti", ossia operano secondo regole interne sufficientemente solide per proteggere gli investitori britannici.

"Il Governo non intende richiedere ai fondi valutati di conformarsi ad alcun requisito aggiuntivo del Regno Unito come parte di questa determinazione di equivalenza", ha detto Afolami in una dichiarazione.

Per attuare la decisione di equivalenza, sarebbe necessaria una legislazione secondaria, ha detto.

La decisione sostituisce un sistema di permessi di accesso temporanei, la cui scadenza era prevista per la fine del 2025, ma che ora sarà prorogata di un anno per avere il tempo sufficiente per attuare la legislazione, ha detto Afolami.