Il progetto da 103,5 megawatt gestito dall'azienda di energia rinnovabile Masdar è destinato ad alimentare più di 23.000 case all'anno, ha detto l'azienda, e si estende su quattro località.
"Questo progetto... contribuirà a sostituire circa 120.000 tonnellate di CO2 - impronta di carbonio - all'anno", ha dichiarato Mohammad Abdelqader El-Ramahi, responsabile dell'idrogeno verde di Masdar.
"E questo sarebbe l'equivalente della rimozione di circa 26.000 auto dalle strade".
Lavorando con PowerChina e GoldWind International, Masdar ha detto che le turbine del progetto possono sfruttare le basse velocità del vento su scala, grazie ai progressi nella scienza dei materiali e nell'aerodinamica che rendono possibile l'energia eolica nonostante il calore e l'umidità.
Alla fine dello scorso anno, Masdar è diventata di proprietà di tre entità controllate dallo Stato di Abu Dhabi: l'utility TAQA con una quota del 43%, il fondo sovrano Mubadala con il 33% e il gigante petrolifero statale ADNOC con il 24%.
Sultan Al Jaber, l'amministratore delegato di ADNOC che presiede anche Masdar e ne è stato il fondatore, è il presidente entrante della conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici COP28, una scelta che ha suscitato critiche da parte degli attivisti del clima.
"Oggi, gli Emirati Arabi Uniti stanno lavorando su diversi fronti: energia nucleare, energia solare e ora energia eolica", ha detto Dalal Matar Al Shamsi, specialista di risorse naturali presso il dipartimento di geologia dell'Università degli Emirati Arabi Uniti.
"Quindi, se prendiamo in considerazione tutto questo, ci aspettiamo risultati promettenti entro il 2071, il centenario degli Emirati Arabi Uniti". (Servizio di Abir Ahmar; Redazione di Yousef Saba e Clarence Fernandez)
