La rupia indiana ha chiuso poco variata lunedì, poiché il rialzo dell'indice del dollaro ha eroso i guadagni iniziali della valuta locale, che erano stati favoriti da lievi vendite di dollari da parte di banche private straniere e locali, hanno detto gli operatori.

La rupia ha chiuso a 83,0025 contro il dollaro USA, a malapena cambiata rispetto a 83,0350 della sessione precedente. La valuta ha oscillato in un range stretto tra 82,9825 e 83,0250 durante la giornata.

L'indice del dollaro è salito a 104,18, mentre lo yuan cinese offshore si è leggermente rafforzato. La maggior parte dei mercati asiatici, compresi Giappone e Cina, sono rimasti chiusi lunedì a causa delle festività locali.

Mentre la coppia dollaro-rupa è scesa leggermente verso l'inizio della sessione, la sua incapacità di mantenersi al di sotto di 83 potrebbe segnalare che la tendenza a 'vendere sui rialzi' potrebbe essere diminuita, ha detto un trader di cambi presso una banca statale.

I dati sull'inflazione, previsti sia in India che negli Stati Uniti, saranno probabilmente un driver chiave per i mercati nel prossimo termine, con questi ultimi visti come lo spunto più significativo per la rupia.

Si prevede che l'inflazione al dettaglio dell'India sia scesa al minimo di tre mesi del 5,09% a gennaio, secondo gli economisti intervistati da Reuters.

Nel frattempo, si prevede che l'inflazione dei prezzi al consumo core mese su mese negli Stati Uniti sia rimasta ferma allo 0,3% a gennaio.

È probabile che la rupia si indebolisca leggermente in vista della pubblicazione dei dati sull'inflazione negli Stati Uniti e che successivamente possa vedere un consolidamento intorno a 83,20, ha dichiarato Gaurang Somaiya, analista di ricerca sui cambi presso Motilal Oswal Financial Services.

I dati sull'inflazione influenzeranno le aspettative del mercato sul momento in cui la Federal Reserve potrebbe iniziare ad allentare i tassi di politica.

Gli investitori stanno attualmente valutando una probabilità del 17,5% di un taglio dei tassi a marzo e di circa il 63% a maggio, secondo lo strumento FedWatch del CME. (Relazioni di Jaspreet Kalra; Redazione di Sohini Goswami)