L'aumento dei rendimenti dei Treasury statunitensi, con quello del benchmark decennale che oggi raggiunge i massimi di 16 anni, e le difficoltà in Cina avevano rafforzato il dollaro nelle ultime settimane.

Intorno alle 10,55 l'indice del dollaro statunitense cede lo 0,2% a 103,09, giù dai massimi di 10 settimane di venerdì a 103,68.

Il dollaro scivola dello 0,4% a 145,63 yen, allontanandosi dai picchi di nove mesi dello scorso mese, dopo che il governatore della Banca del Giappone Kazuo Ueda ha incontrato il primo ministro, sebbene abbia detto che non si è discusso della volatilità dei tassi di cambio.

Il biglietto verde è sotto pressione anche rispetto alle valute europee. L'euro guadagna lo 0,1% a 1,0909 dollari, mentre la sterlina avanza dello 0,2% circa a 1,2778 dollari.

Il travagliato yuan cinese trova tregua, toccando brevemente un massimo di una settimana rispetto al dollaro, grazie agli sforzi di Pechino di arrestarne il declino, anche se la pressione del rapido aumento dei rendimenti statunitensi e i timori per l'economia continuano a pesare sulla valuta.

La banca centrale cinese oggi ha fissato il mid-point dello yuan a 7,1992 per dollaro, oltre le stime Reuters, cercando di puntellare la valuta dopo che è scivolata al minimo di 9 mesi e mezzo di 7,349 negli scambi offshore della scorsa settimana.

Lo yuan offshore scambia intorno a 7,30 per dollaro.

(Tradotto da Chiara Scarciglia, editing Antonella Cinelli)