LONDRA (awp/ats/ans) - Il settore immobiliare britannico "offre il peggior rapporto qualità-prezzo di qualsiasi economia avanzata" fra abitazioni costose, piccole e datate: è quanto emerge dall'ultimo rapporto pubblicato dalla Resolution Foundation sulle proprietà del Regno Unito.

"La crisi immobiliare va avanti da decenni, con i governi che si sono succeduti ma non sono riusciti a costruire un numero sufficiente di nuove case e a modernizzare il patrimonio esistente", ha dichiarato l'economista Adam Corlett, curatore dello studio basato sui dati dell'Ocse.

Ne emerge un quadro piuttosto avvilente che sottolinea problemi noti da tempo ma aggravati nell'ultimo periodo in particolare per il caro mutui, seguito ai rialzi dei tassi da parte della Bank of England per contrastare l'inflazione e alleviatosi solo di recente, e all'impennata degli affitti, in particolare a Londra e nelle grandi città.

Secondo il rapporto la spesa per l'edilizia abitativa incide per il 22% sui costi sostenuti dai britannici, il secondo livello più alto, dietro solo ai finlandesi. Allo stesso tempo nel Regno si può contare su una superficie media calpestabile pro capite inferiore a quella di Francia, Germania, Giappone, Stati Uniti e Taiwan.