ROMA (MF-NW)--«Una banca solida, con i conti a posto, che però pensa troppo ai profitti e poco ai propri dipendenti». Lapidario il commento a MF-Milano Finanza del segretario nazionale e organizzativo della Fabi, Mauro Scarin, su Banco Desio. La Federazione autonoma bancari, primo sindacato della categoria e anche all'interno della banca, lamenta da anni la mancanza di sane relazioni aziendali e denuncia l'esasperante pressione esercitata sulle lavoratrici e lavoratori del gruppo.

Domanda. Ci spieghi come stanno le cose.

Risposta. Sono anni che denunciamo l'indisponibilità dell'istituto a un confronto su temi fondamentali che riguardano i lavoratori del gruppo. Eppure parliamo di una banca solida, con utili in costante crescita. Da oltre dieci anni si rifiutano di discutere il rinnovo del contratto integrativo. I lavoratori sono la parte vitale di un'azienda, se una banca va bene significa che i lavoratori hanno prodotto risultati: è assurda una chiusura di questo tipo.

D. L'istituto è tra quelli che non lesinano pressioni commerciali?

R. È una piaga che la Fabi denuncia da tempo, sono noti i passaggi che abbiamo fatto su questo argomento, compreso il dossier presentato in Commissione d'inchiesta parlamentare. È un problema comune a molti istituti, alcuni più coinvolti di altri. Banco Desio è uno di questi. Raccogliamo quotidianamente le denunce dei colleghi che ci informano delle continue pressioni dai rispettivi responsabili con incalzanti richieste di comunicazione di quanti prodotti bancari, assicurativi e finanziari sono stati venduti. Per non parlare dei metodi usati che non si limitano alle mail, ma arrivano anche ai messaggi whatsapp. Comportamenti incompatibili con l'accordo nazionale firmato con Abi in tema di politiche commerciali.

D. Avete da poco fatto fronte ad una riorganizzazione aziendale.

R. Questa banca pare avere come obiettivo gli utili abbassando i costi, anche a prezzo della corretta funzionalità organizzativa. C'è una carenza di personale tale da creare un pesante sovraccarico per i lavoratori. Come previsto dall'ultimo Piano sono uscite 175 persone, ma le assunzioni sono state solo 60. Per non parlare dei mancati rinnovi dei contratti a tempo determinato di personale indispensabile per coprire i servizi.

D. Fringe benefit e questione mutui. L'argomento ha tenuto banco per mesi, ma con soluzioni poco incisive. La banca come si è mossa?

R. Circa 70.000 lavoratori bancari hanno un mutuo a tasso agevolato concesso dalla banca per cui lavorano e subiscono più di altri i rialzi dei tassi: a causa di un vecchio meccanismo normativo, chi ha un prestito ipotecario è costretto a pagare conguagli fiscali altissimi. Nei mesi scorsi le buste paga di decine di migliaia di impiegati bancari sono state sensibilmente ridotte, se non azzerate, in alcuni casi. Il Desio non è intervenuto in alcun modo per aiutare i dipendenti, per cui chi ha un mutuo a tasso fisso si è visto vanificare uno stipendio, mentre chi aveva un tasso variabile, ha visto lievitare la rata anche di 500 euro.

D. Banco Desio negli anni ha acquisito diversi sportelli, da ultimo quelli di Carige da Bper. In controtendenza rispetto al settore che, invece, punta forte sul digitale provocando la desertificazione bancaria. Come mai?

R. Banco Desio è e rimane una banca del territorio, ha questa vocazione. Questa è forse anche la sua forza, investe sui territori e mantiene quel rapporto di fiducia con la clientela che si sta un po' perdendo con la costituzione dei grandi gruppi bancari. Quello che però dovrebbe capire è che quel rapporto di fiducia lo instaurano i lavoratori dell'azienda. Sono loro che rispondono al cliente. E il cliente è a loro che si rivolge, perché ne ha fiducia, perché magari lo conosce da tempo. Le pressioni commerciali vanno nel senso opposto. Sarebbe auspicabile non dimenticare in fretta gli errori del passato, tra l'altro un passato neanche troppo lontano.

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0208:54 nov 2023


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