LONDRA (Reuters) - Le banche dell'Unione europea potrebbero aumentare i prestiti di quasi un terzo se le autorità di regolamentazione applicassero i requisiti patrimoniali allo stesso modo delle loro controparti statunitensi.

È quanto emerge da uno studio condotto dalla Federazione bancaria europea e dalla società di consulenza Oliver Wyman.

La regolamentazione bancaria è coordinata a livello internazionale dalle autorità di vigilanza, ma permangono differenze nel funzionamento pratico delle norme e nella loro applicazione, afferma il rapporto.

"Nella migliore delle ipotesi, una revisione degli attuali requisiti patrimoniali e dei processi di vigilanza potrebbe liberare capacità per circa 4-4,5mila miliardi di euro in prestiti aggiuntivi, il che rappresenta un incremento di quasi il 30% rispetto agli attuali volumi di prestiti bancari", si legge nel rapporto.

La differenza tra i costi indotti dalla regolamentazione delle banche Ue rispetto alle loro omologhe statunitensi può spiegare gli 0,8-1,0 punti percentuali di divario nel rendimento del capitale proprio (Roe), secondo il rapporto.

"I policymaker dovrebbero raddoppiare gli sforzi per completare l'unione bancaria e dei mercati di capitali", si legge nel rapporto, riferendosi ai progetti dell'Ue per rafforzare il mercato dei capitali e creare un mercato bancario transfrontaliero più competitivo.

"Da parte loro, le banche dovrebbero continuare a concentrarsi sul miglioramento dell'efficienza operativa e sulla digitalizzazione. Dovrebbero posizionarsi per un processo di consolidamento nella zona euro, atteso da tempo, che favorirà anche una migliore allocazione delle risorse attraverso i Paesi Ue", spiega il rapporto.

Le banche ora detengono più capitale dopo essere state salvate dai contribuenti nella crisi finanziaria del 2008.

(Tradotto da Chiara Bontacchio, editing Andrea Mandalà)