MILANO (MF-DJ)--"Il grano ha prezzi troppo fluttuanti e non è l'industria della pasta a determinare il prezzo del grano duro, a farlo è il mercato globale con meccanismi e quotazioni internazionali. Contrariamente a quanto viene spesso detto, il grano estero costa anche più di quello italiano (in media +10%), soprattutto in questo momento storico particolare. Spiace che la Coldiretti continui ad avanzare dei dubbi su presunte speculazioni, con il consueto intento di confondere i nostri consumatori".

È il commento di Riccardo Felicetti, presidente dei pastai di Unione Italiana Food alla notizia diffusa nei giorni scorsi da Coldiretti sull'aumento del prezzo della pasta a fronte di una diminuzione del costo del grano duro e sulla presunta speculazione da parte dei pastai di ridurre il prezzo del grano italiano per favorire le importazioni di grano estero/canadese.

I pastai italiani, spiega una nota, da sempre sostengono gli agricoltori del nostro Paese con i contratti di filiera per garantire il giusto prezzo e acquistano tutto il grano duro pastificabile disponibile in Italia e la pasta che compriamo oggi è fatta col grano acquistato mesi e mesi fa a prezzi più alti. Inoltre, quando parliamo di pasta, un alimento monoingrediente, è vero che il grano duro e la semola impattano in modo rilevante sul costo finale, ma dobbiamo tenere presente anche altre voci di costo come l'energia, i materiali ausiliari (imballaggi primari e secondari) e la logistica (trasporto locale e internazionale), tutti ambiti in cui i rincari sono ancora evidenti ed elevati. Nonostante tutto, la pasta continua a restare un alimento accessibile, perché con mezzo chilo di pasta e pochi altri ingredienti (legumi e un filo d'olio), si riesce a preparare un pasto gustoso, nutriente e bilanciato per una famiglia di 5 persone, con meno di 2 euro.

com/fus

marco.fusi@mfnewswires.it


(END) Dow Jones Newswires

April 19, 2023 09:38 ET (13:38 GMT)