Intorno alle 10,55, i futures sul Brent scendono di 84 centesimi, o dell'1,0%, a 79,74 dollari al barile, mentre i futures sul West Texas Intermediate statunitense scambiano a 74,68 dollari al barile, in calo di 84 centesimi, o dell'1,1%.

Entrambi i contratti sono saliti leggermente la scorsa settimana, il primo guadagno settimanale delle ultime cinque settimane, sostenuti dalle aspettative che l'Arabia Saudita e la Russia possano prorogare i tagli volontari all'offerta fino all'inizio del 2024 e che l'Opec+ possa discutere piani per ridurre ulteriormente la produzione.

Tuttavia, i prezzi sono crollati a metà settimana dopo che l'Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio e i gli alleati, tra cui la Russia, hanno rinviato al 30 novembre una riunione ministeriale per appianare le divergenze sugli obiettivi di produzione dei produttori africani.

Da allora, il gruppo ha cercato di avvicinarsi a un compromesso, hanno detto venerdì a Reuters quattro fonti dell'Opec+.

Intanto, negli Stati Uniti l'aumento delle scorte di greggio potrebbe esercitare una pressione al ribasso sui prezzi, secondo gli analisti.

L'Agenzia Internazionale dell'Energia ha detto di prevedere un leggero surplus nei mercati petroliferi globali nel 2024, anche se i Paesi Opec+ estenderanno i loro tagli al prossimo anno.

(Tradotto da Chiara Scarciglia, editing XXX)