Il dollaro australiano e quello neozelandese sono saliti giovedì, grazie al fatto che un indice di materie prime chiave è salito ai massimi di quattro mesi e ha fornito supporto in un contesto di scarsità di dati economici nazionali importanti.

L'Aussie è salito a 0,6626 dollari, allontanandosi dal minimo della settimana di 0,6583 dollari. La resistenza si trova a 0,6638 dollari e al top della scorsa settimana di 0,6667 dollari.

Il dollaro kiwi ha aggiunto lo 0,1% a $0,6164, dopo aver trovato supporto a $0,6136 all'inizio della settimana. La resistenza maggiore si trova a 0,6217 dollari.

Il sentimento ha beneficiato dei guadagni dei prezzi di alcune materie prime, in quanto le preoccupazioni sull'offerta hanno sollevato il petrolio e il rame. Sia l'Australia che la Nuova Zelanda sono grandi esportatori di risorse.

L'indice delle materie prime S&P GSCI, ad esempio, ha registrato il maggior guadagno giornaliero dalla fine di gennaio, rompendo la rigida resistenza del grafico e raggiungendo i livelli visti l'ultima volta a metà novembre.

Questo è stato tempestivo per l'Australia, dato che il suo maggior esportatore, il minerale di ferro, è stato in calo nelle ultime settimane a causa dei segnali di una domanda debole da parte della Cina.

"È interessante notare che la relazione volubile tra l'AUD e il minerale di ferro continua: a volte si muovono insieme e a volte no", ha osservato Rodrigo Catril, stratega senior di FX presso NAB.

"D'altra parte, l'AUD tende ad avere una relazione più forte e più stabile con il rame, in quanto tende ad essere un buon barometro della crescita globale e dell'attività manifatturiera".

Il calo del minerale di ferro si sta rivelando un freno alle entrate del governo australiano e ridurrà l'avanzo di bilancio nell'anno fiscale in corso.

Tuttavia, il governo prevede di vendere solo 50 miliardi di dollari australiani (33,14 miliardi di dollari) in obbligazioni per quest'anno fiscale, meno di un terzo dei 117 miliardi di dollari che gli Stati Uniti hanno preso in prestito proprio questa settimana.

Il divario nei piani di emissione ha aiutato i rendimenti obbligazionari australiani a 10 anni a scambiare 18 punti base al di sotto dei Treasuries, il maggiore sconto degli ultimi cinque mesi.

Il prossimo ostacolo interno per l'australiano è la riunione politica della Reserve Bank of Australia (RBA) del 19 marzo. Gli analisti sono certi che i tassi resteranno al 4,35%, ma vedono una certa possibilità che il consiglio di amministrazione suoni più dovish sulle prospettive, dato il recente miglioramento dei numeri dell'inflazione mensile.

La RBA dovrà competere per l'attenzione con la riunione della Banca del Giappone, che potrebbe vedere la fine dei tassi d'interesse negativi e, forse, far crescere lo yen.

Anche la Federal Reserve si riunisce il giorno successivo e dovrebbe offrire indicazioni su quando potrebbe essere imminente un taglio dei tassi statunitensi.

(1 dollaro = 1,5090 dollari australiani) (Segnalazione di Wayne Cole; Redazione di Christopher Cushing)