MILANO (MF-DJ)--Una trentina di pagine per rispondere, se non a tutte, a molte delle 100 domande poste dalla DG Competition l'8 gennaio scorso, chiarimenti dai quali dipenderà il destino della newco Ita a trazione pubblica chiamata a rilevare la vecchia Alitalia.

La lettera, di cui MF-Milano Finanza è in possesso, è stata inviata a Bruxelles direttamente dal Dipartimento del Tesoro del Mef il 21 gennaio scorso, con le risposte elaborate dagli advisor Rothschild e Boston Consulting. Si apre ribadendo l'indipendenza della newco dall'Alitalia in amministrazione straordinaria, e mettendo in chiaro il contesto nel quale è stata elaborata la bozza di piano che non ha convinto l'Antirust Ue.

«In questa fase non è possibile escludere aggiustamenti alla bozza del piano» premette Ita, che «sta costantemente monitorando gli sviluppi del Covid e l'evoluzione del mercato per poter individuare rischi o opportunità che possano influenzare i suoi piani». Fatte queste precisazioni, arrivano le risposte alle principali questioni sollevate da Bruxelles.Il nodo della gara. Perché l'operazione non finisca bollata come aiuto di Stato, mandando in fumo i 3 miliardi di euro della dote Mef, la DG Competition si informa sul perché l'acquisizione degli asset di Alitalia da parte della newco non sia il risultato di una gara aperta e trasparente.

Ita risponde che «nessuna acquisizione è stata ancora realizzata» e che la procedura per la vendita degli asset «è sotto la competenza esclusiva del commissario straordinario (Giuseppe Leogrande, ndr) che decide indipendentemente come agire». Ita ricorda che la sua costituzione risale a ottobre scorso, e che per questo non ha potuto partecipare alla precedente gara, interrotta all'inizio di marzo 2020 senza aver raccolto manifestazioni d'interesse per l'asset Aviation. Solo il 24 novembre, Ita «ha chiesto informazioni ad Alitalia in a.s. riguardo gli asset disponibili», interesse dovuto al fatto di voler entrare nel mercato del trasporto aereo come «nuovo, più piccolo ma profittevole», operatore. Pertanto, «Ita considererà l'acquisizione di specifici asset di Alitalia solo se coerenti ed adeguati alle sue necessità industriali, come espresse nella bozza di business plan, e a condizioni di mercato».

Azionisti, partner e ipo. La newco pensa in grande, arrivando a ipotizzare uno sbarco in Borsa. A Bruxelles, che chiede chi siano gli shareholder arriva intanto la sola risposta possibile: azionista unico attualmente è il ministero dell'Economia, avendo «il Governo deciso di creare la newco con la mission di perseguire interessi industriali e commerciali sul mercato», approfittando della finestra di opportunità offerta dalla pandemia. Nel medio-lungo termine ci si attende una partnership con altre compagnie, «aprendo il capitale a investitori privati e, a seconda delle circostanze, quotandosi sul listino». Ita si dice consapevole di aver bisogno del capitale iniettato dallo Stato per affrontare i due anni dell'avviamento in una fase di mercato turbolenta, Un'operazione di mercato. E qui si arriva al vero nodo della questione; la DG Competition vuole sapere quale sarà il ritorno dell'investimento per l'azionista pubblico Mef. I calcoli di Ita, basati per ora su stime preliminari, indicano il Roi in circa il 10% nell'anno finale del piano, il 2025. Il valore indicativo prevede un costo dell'equity di circa il 16%, con un costo medio del debito del 4%. Un'altra domanda riguarda le linee di credito che Ita ha messo in conto nel business plan (per circa 1,4 miliardi di euro). Ita replica che in fase di startup e sotto impatto della pandemia, la scelta è caduta in particolare su due strumenti di debito, Mortgage term loan e Revolving credit facility: il primo è lo strumento più utilizzato per l'acquisto di aerei, la seconda soddisfa le esigenze di liquidità in fase di avvio. Superata la fase di startup, «Ita intende utilizzare tutte le fonti disponibili di finanziamento, in base alle necessità industriali».

fch

(END) Dow Jones Newswires

January 26, 2021 02:50 ET (07:50 GMT)