PECHINO (awp/ats/ans) - Il premier cinese Li Qiang ha rassicurato che Pechino è "sulla buona strada" per raggiungere il target di Pil 2023 fissato a "circa il 5%", a dispetto degli ultimi dati macroeconomici deludenti e di una disoccupazione giovanile salita a maggio al record del 20,8%.

Li, parlando a Tianjin alla 14esima edizione del World Economic Forum (WEF) estivo, ha aggiunto che "la crescita economica del paese nel secondo trimestre sarà più veloce del primo trimestre".

Quanto all'intero 2023, "dovremmo raggiungere l'obiettivo di circa il 5% di crescita economica fissato all'inizio di quest'anno", ha detto Li alla platea del WEF estivo.

"Recentemente, anche alcune organizzazioni e istituzioni internazionali hanno alzato le loro stime sulla crescita economica della Cina per il 2023, dimostrando la loro fiducia nelle prospettive di sviluppo del paese", ha aggiunto il premier.

La Cina è alle prese con un brusco rallentamento della ripresa post-Covid, in base alla serie di indicatori poco brillanti emersi nelle ultime settimane secondo cui la spinta iniziale dovuta all'improvvisa e caotica rimozione delle restrizioni anti-pandemia si sta esaurendo.

La scorsa settimana la Banca centrale (Pboc) ha tagliato i principali tassi sui prestiti, effettuando le prime riduzioni del genere in 10 mesi, appena pochi giorni dopo l'intervento sui tassi di finanziamenti a breve e medio termine.

Le attese sono ora di misure mirate a più aree dell'economia, in particolare il settore immobiliare, capace di generare circa un terzo del Pil prima che finisse in crisi per la stretta decisa per contenere l'enorme debito accumulato.

Il target di Pil di "circa il 5%" è uno dei più bassi degli ultimi decenni, dopo il deludente 3% del 2022, ma Li ha affermato più volte che l'obiettivo non sarebbe stato "un compito facile".

Intanto, ieri S&P Global la tagliato le sue previsioni di crescita sulla Cina per la natura disomogenea della ripresa post-Covid che necessita di ulteriori stimoli: l'agenzia di rating ha ipotizzato un Pil a +5,2%, in calo dal precedente +5,5%, a causa di consumi deboli e di un mercato immobiliare in difficoltà.

Questa di S&P è stata la prima mossa al ribasso di un'agenzia di rating nel 2023 ed è seguita alle stime limate da Goldman Sachs e da altre banche di investimento. "Il principale rischio di crescita della Cina è che la ripresa perda più slancio per la debole fiducia dei consumatori e nel mercato immobiliare", ha rilevato S&P in una nota.