La valuta nipponica ha toccato un minimo a 140,97, il livello più basso dal 1998.

Il biglietto verde scende invece dai massimi storici rispetto all'euro e alla sterlina, anche se i timori di recessione e la crisi del gas tengono sotto scacco entrambe le valute.

La moneta unica sale dello 0,36% intorno a 0,99605 dollari, dopo aver toccato il minimo da due decenni a 0,9876 dlr ieri, tra le prospettive di un inverno senza gas russo.

La sterlina guadagna lo 0,5%, dopo aver toccato ieri il minimo da due anni e mezzo a quota 1,1444 dollari. Gli occhi sono all'insediamento di Liz Truss, nuovo primo ministro britannico.

Nel frattempo, il dollaro australiano è rimasto invariato dopo che la Reserve Bank of Australia ha alzato, come atteso, il tasso di liquidità di 50 punti base. Piatto anche il kiwi.

Altrove in Asia, le autorità cinesi hanno cercato di porre un freno al recente deprezzamento dello yuan tagliando il coefficiente di riserva obbligatoria in valuta estera (RRR), in modo da dare la possibilita' alle banche di vendere piu' dollari.

La mossa ha avuto solo un effetto limitato sul tasso di cambio, con la divisa cinese bloccata vicino ai minimi da due anni nel trading offshore.

Alle 10,10 italiane, l'indice del dollaro e' sostanzialmente invariato intorno a 109,58 dopo essere salito fino a 110,27 ieri.

(versione italiana Valentina Consiglio, editing Francesca Piscioneri)