Intorno alle 12,30 i futures sul Brent sono in ribasso di 37 centesimi, o dello 0,45%, a 81,80 dollari al barile, dopo essere scesi di circa l'1% nella seduta precedente. I futures sul greggio statunitense West Texas Intermediate (Wti) perdono 28 centesimi, o lo 0,37%, a 75,60 dollari al barile.

Il Brent si avvia verso un calo di oltre il 5% questa settimana, mentre il Wti è in procinto di scendere del 4%.

Un dollaro leggermente più forte in vista dei dati occupazionali statunitensi limita i guadagni. Una valuta statunitense più forte può frenare la domanda di petrolio, perché di solito rende più costosa la materia prima per chi detiene altre valute.

Gli investitori tengono sotto osservazione anche gli sviluppi del bando del 5 febbraio dell'Unione europea sui prodotti raffinati russi, con i Paesi Ue che cercheranno un accordo per fissare dei tetti sui prezzi dei prodotti petroliferi provenienti dalla Russia.

Il Cremlino ha detto oggi che l'embargo dell'Ue sui prodotti petroliferi raffinati russi avrebbe portato a un ulteriore squilibrio dei mercati energetici globali.

(Tradotto da Chiara Bontacchio, editing Claudia Cristoferi)